Utente:Civvì/Sandbox2-4

Il Bosco delle Sorti è (appunto, cos'è? Un parco intercomunale? Un'area protetta di che tipo?)

La zona di salvaguardia è un'area di 1819 ettari, che sorge fra i comuni di Alice Bel Colle, Cassine e Ricaldone, in provincia di Alessandria, e Bruno, Maranzana e Mombaruzzo in provincia di Asti.

L'area è situata fra le propaggini dell'Appennino lugire - piemontese e la pianura padana, con un'altidudine compresa tra i 150 ed i 210 metri sul livello del mare. In origine quest'area era sfruttata senza alcuna normativa in rapporto alla sua ampiezza ed alla popolazione poco numerosa. Col tempo, a causa dell'estendersi delle terre coltivate da una popolazione in aumento, l'area veniva costantemente a restringersi comportando continue liti e contese fra i centri confinanti, che tendevano ad annetterne la maggior parte possibile alla propria giurisdizione. La storia del Bosco "La Communa" prese avvio per concessione marchionale, elargita agli abitanti di Cassine dai Marchesi di Monferrato e riconfermata nel 1456 dal Marchese Guglielmo. Nel 1491 i territori venivano contesi fra il Ducato di Milano ed il Marchesato di Monferrato. La vitalità del sodalizio è sottolineato già dagli statuti comunali del 1550, che sanciscono alcune prescrizioni da osservarsi in sortibus boscorum, ben distinte, anche se pressochè identiche, da quelle applicabili in nemoribus comunitatis cassinarum. Nel 1599 in seguito alla definizione dei confini fra gli stati di Milano e del Monferrato, si giunse ad un'esatta delimitazione geografica dell'area, denominata "Communa" e soccessivamente "Bosco delle Sorti". Il termine "Communa" deriva da comunalia, che indicava un territorio in comproprietà fra centri limitrofi. Il Bosco delle Sorti La Communa era diviso in sette contrade. Ognuna delle contrade era poi suddivisa in 28 sorti o lotti. Le contrade avevano denominazione e superficie diversa e si sa che furono misurate e rilevate accuratamente tra il 1686 e il 1697; l'operazione si ripetè nel 1719 e tra il 1830 ed il 1836. Al momento dell'utilizzo ciascuna delle 28 sorti era abbinata a un capo sorte e a un numero variabile di proprietari interessati in ragione del loro quantitativo spettante. Con l'inizio dell'800 la gestione del Bosco delle Sorti di Cassine subì una netta trasformazione nell'assetto amministrativo. Il giorno 8 marzo 1821, infatti, alla presenza del giudice si riunirono i 28 capi - sorte e i consiglieri comunali (sindaco in testa) al fine di predisporre un apposito regolamento. Le norme approvate in tale sede non subirono negli anni a venire variazioni significative, eccezion fatta per il sostanziale rispetto della legislazione Feliciana e Albertina del Regno Sabaudo in materia forestale (le Regie Patenti con annessi regolamento, 15 ottobre 1822 e 1 dicembre 1833). Per quanto concerne l'utilizzo dei boschi da parte dei proprietari, si procedeva alla rilevazione ad opera di un misuratore perito coadiuvato dai due campari. Veniva dapprima decisa la contrada in turno, poi seguiva la ripartizione della contrada nelle 28 sorti: l'obiettivo era far si che le sorti raggiungessero una parità di legname prodotto. Il sorteggio per abbinare le 28 sorti ai capi- sorte si svolgeva presso la Sala comunale di Cassine in un pomeriggio domenicale tra fine marzo e i primi di aprile. L'aumento della popolazione, i continui tagli portarono col tempo ad un grave impoverimento del bosco, e per incrementarne la resa si ricorse allora al piantamento delle robinie, localmente indicate come "agaccie". Il rimedio si rivelò però peggiore del male, tant'è che nel 1855 molte parti si impoverirono ulteriormente. Fra il 1858 ed il 1860 si procedette alla privatizzazione del bosco con atto notarile, sotto la supervisione del Tribunale di Alessandria. Il 17 luglio 1860 queste operazioni ebbero formale esecuzione e di essa si stese regolare atto: la scomparsa dello storico Bosco delle Sorti della Comunità di Cassine era un fatto compiuto. Dell'antica suddivisione del Bosco delle Sorti si osservano ancor oggi le tracce sulle mappe catastali. Nel 2001 è stata istituita l'area del "Bosco delle Sorti - La Communa" come zona di valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche riconosciuta quale Sito di Importanza Regionale (SIR)[Sul sito [http://www.regione.piemonte.it/parchi/cms/rete-natura-2000/cartografia-zps.html della regione] non risulta] .

Flora modifica

La vegetazione attuale riflette quella naturale con riferimento al territorio, anche se l'opera dell'uomo ha inciso nella composizione delle specie vegetali, modificando così nel tempo la composizione del bosco. Risultano del tutto sporadiche e contenute al margine del bosco le specie infestanti e esotiche quali robinia pseudocacia, rubus, clematis vitalba, solidago gigantea, mentre l'unica specie esotica riscontrata all'interno dell'insieme è il castagno, presenza ormai storica, entrata a far parte degli ecosistemi forestali di tutta la fascia collinare e prealpina. Sui crinali e nelle zone più calde sono presenti in prevalenza roverelle e cerri, mentre nelle esposizioni più fresche prevalgono la rovere e il castagno, accompagnate talvolta dalla farnia, in prossimità degli impulvi.