Biblioteca

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Collocata al primo piano di Palazzo Querini Stampalia, la Biblioteca conserva un partimonio bibliografico di circa 350.000 volumi, che si articola dai fondi storici, derivanti dalle raccolte della famiglia, alle collezioni moderne, costituitesi dopo la nascita della Fondazione, in continuo accrescimento.

Nel rispetto della volontà del fondatore, che nel suo testamento scrisse "la Biblioteca rimarrà aperta [...] in tutti quei giorni, ed ore in cui le Biblioteche pubbliche sono chiuse, e la sera specialmente per comodo degli studiosi"[1], essa è aperta anche la sera e nella gran parte dei giorni festivi.

Nelle sale, organizzate a scaffale aperto secondo la Classificazione Decimale Dewey, sono disponibili 32.000 volumi, mentre nell'emeroteca sono proposte 300 riviste e 20 quotidiani, sia nazionali che esteri.

Per tutti gli altri materiali conservati nei depositi è attivo il servizio di distribuzione. Per la ricerca delle opere possedute, la biblioteca è dotata di un catalogo informatizzato (OPAC del Servizio Bibliotecario nazionale) e di cataloghi cartacei a schede e a volume.

La biblioteca familiare

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La biblioteca pubblica

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Fondi storici
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Fondi moderni
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Spazi e servizi

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  • superficie totale: m2 1.650
  • area destinata al pubblico: m2 950
  • depositi librari: m2 700
  • servizi di accoglienza al piano terra: m2 385
  • sale di lettura: 16
  • posti di lettura: 180
  • postazioni per consultazione cataloghi: 3
  • postazioni per navigazione internet: 5
  • emeroteca
  • navigazione wifi
  • fotocopie
  • vetrine tematiche con proposte di lettura e approfondimento

Collezioni antiche

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Sebbene non vi sia un dato cronologico certo sul suo primo formarsi, il fondo antico ha le sue origini nella Biblioteca della famiglia e va ricercato nella raccolta di memorie domestiche in cui ricorre il nome del casato. A questo primo nucleo si aggiungono altri manoscritti e documenti relativi alle attività economiche e patrimoniali, nonché agli interessi particolari dei membri della famiglia. Tra i principali raccoglitori di libri della famiglia figurano: il cardinale Angelo Maria Querini, amico e corrispondente degli uomini più in vista del suo tempo, tra cui Federico II di Prussia e Voltaire, nonché fondatore della Biblioteca Queriniana di Brescia; Andrea Querini, politico e uomo di lettere, mecenate di Carlo Goldoni; e Alvise Querini, melomane, padre del fondatore e ultimo ambasciatore della Repubblica di Venezia a Parigi prima della sua caduta.

Appartengono al fondo storico:

  • manoscritti: 1.300 esemplari, di cui 1.150 pezzi dal XIV al XVIII secolo appartenuti alla famiglia, tra i quali il Capitulare nauticum (XIII-XVI secolo), la Promissio contra maleficia (XIV secolo), la Favole esopiane (XIV secolo), Gli Asolani di Pietro Bembo (XV-XVI secolo), il Libro del sarto (XVI secolo) e varie Commissioni ducali, a cui se ne aggiungono altri 150 frutto di acquisizioni successive.
  • incunaboli: 100 esemplari, tra cui il Fasciculus medicinae di Johannes de Ketham (1493) e il Liber chronicarum di Hartmann Schedel (1493)[11].
  • cinquecentine: 1.617 esemplari sia italiani che stranieri, tra cui anche 13 aldine.
  • fondo cartografico: si compone di 250 carte geografiche, 97 mappali, 27 atlanti, 7 portolani e 6 carte nautiche datate tra il XV e il XIX secolo. Il fondo si sviluppa in relazione agli usi pratici e agli interessi della famiglia che vide tra i suoi membri Capitani da mar e culturi della scienza geografica[12].
  • incisioni: 3.000 esemplari.
  • archivio: l'archivio della famiglia è formato da 120 buste contenenti documenti, lettere e disegni dal XVI secolo alla nascita della Fondazione[13].
  • fondo musicale: comprende sia manoscritti che opere a stampa. Tra i manoscritti si trovano antologie di arie d'opera della fine del XVII secolo, mentre gli esemplari a stampa, che risalgono per la maggior parte ai decenni a cavallo tra il 700 e l'800 e vedono accanto a edizioni veneziane anche opere stampate a Parigi e Vienna, comprendono trattati di argomento musicale e oltre 450 libretti d'opera[14].
  • fondo antico a stampa: ne fanno parte oltre 20.000 edizioni dal XVII al XIX secolo provenienti per la maggior parte dalla biblioteca di famiglia che, soprattutto nel 700, in parallelo con la formazione del patrimonio immobiliare e artistico, si accresce e orienta su un ampio ventaglio di interessi.

Collezioni moderne

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La fase moderna della storia della Biblioteca prende avvio con il conte Giovanni Querini Stampalia, giurista ed economista, con una vocazione per le scienze fisiche, matematiche e naturali, che dei suoi interessi e delle sue molte attività lascia traccia nelle collezioni librarie, di cui si prese cura continuando i cataloghi iniziati dai predecessori[15].

Questo percorso è stato seguito da tutti i bibliotecari che corso dei decenni si sono avvicendati nella sua conduzione. Il primo, nominato dallo stesso fondatore, fu Gustavo Adolfo Ungher, a cui seguì Leonardo Perosa (bibliotecario dal 1880 al 1904) il quale, pur affrontando una situazione economica difficile, che lo costrinse anche a interrompere temporaneamente l'acquisto dei periodici e delle opere in continuazione, incrementò il patrimonio librario di partenza di circa 10.000 volumi e riordinò secondo modalità più razionali il settore dei manoscritti, dotandolo di un catalogo che è tuttora in uso.

Nel 1905, in una situazione economica mutata, Arnaldo Segarizzi (bibliotecario fino al 1924) venne incaricato di riorganizzare la Biblioteca: intraprese un'attiva politica degli acquisti su un ampio spettro di materie, tra cui il diritto e l'economia, organizzò la sala di consultazione a scaffale aperto e ne aprì le sale anche agli studenti delle scuole superiori. Inoltre approntò un nuovo catalogo cui applicò le più moderne acquisizioni della biblioteconomia: adozione delle schede di formato internazionale e realizzazione di uno dei primi esempi in Italia di catalogo per soggetti.

La direzione di Manlio Dazzi si svolse tra il fascismo e il fervore culturale del dopoguerra. Già durante il regime, in accordo con l'amministrazione della Fondazione, fece scelte coraggiose, ad esempio decidendo di non togliere dal catalogo le schede degli autori ebrei anche dopo l'emanazione delle leggi razziali[16], al termine del conflitto, in un clima più libero, curò lo sviluppo delle raccolte, privilegiando le discipline umanistiche e la letteratura. Inoltre applicò, come già aveva fatto alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, alcune tecniche della biblioteconomia moderna come la rilevazione dei dati statistici relativi alle acquisizioni bibliografiche.

Durante la direzione di Giuseppe Mazzariol crebbe il ruolo della Biblioteca anche come organizzatrice di eventi culturali. Critico e professore di storia dell'arte organizzò un fitto programma di manifestazioni culturali, che ebbe profondi riflessi sull'accrescimento delle raccolte librarie[17].

Il volto odierno della Biblioteca si definì durante la direzione di Giorgio Busetto (direttore dal 1984 al 2004), un periodo in cui proseguì l'attività di ristrutturazione della sede e di ammodernamento dei servizi: riallestimento dello scaffale aperto, realizzazione dell'emeroteca, ingresso nel catalogo collettivo del Servizio Bibliotecario Nazionale e completamento dell'informatizzazione delle sale con la copertura wifi.[18]

Il fondo moderno comprende attualmente oltre 250.000 titoli, fra monografie e periodici, configurandosi come la raccolta di una biblioteca di carattere generale, i cui materiali coprono tutte le classi del sapere, con alcune specializzazioni che riguardano soprattutto le discipline artistiche e la Storia del Veneto.

La collezione moderna comprende inoltre delle raccolte speciali, derivate da lasciti e donazioni, tra cui:

  • Fondo Buonafalce Nel 2010 lo studioso di crittologia classica Augusto Buonafalce ha fatto dono alla Fondazione di parte della sua biblioteca: sono entrati nelle collezioni circa 200 volumi che costituscono una raccolta specialistica di crittologia medievale e rinascimentale.
  • Fondo Camerino A seguito delle leggi razziali fasciste Aldo Camerino, traduttore e critico letterario di origine ebraica, già collaboratore della Fondazione, si trovò costretto dalle conseguenti difficoltà finanziarie a cedere la sua biblioteca comprendente 5000 volumi di letteratura contemporanea in lingua originale, francese, inglese e italiana, con alcuni esemplari in tedesco e russo. Il fondo fu acquisito dalla Fondazione per sostenerlo.
  • Fondo Cattani All'inizio degli anni '90 del secolo scorso il padovano Adriano Cattani ha donato la sua raccolta di volumi e periodici di storia postale e filatelia. Si tratta di alcune centinaia di monografie e di circa 50 riviste, alcune delle quali tuttora in corso.
  • Fondo Lucion Nel 1972 il belga Pierre Lucion, già alto funzionario della Comunità Economica Europea e assiduo frequentatore di Venezia, destinò alla Fondazione la maggior parte della sua biblioteca. I circa 3.000 volumi, prevalentemente il lingua francese, trattano di letteratura, filosofia, storia, religione e geografia.
  • Fondo Moretti Nel 2009 i fratelli Carlo e Giovanni Moretti, titolari dell'omonima azianda vetraria di Murano, donarono alla Fondazione un fondo specialistico, costituito da circa 270 volumi dedicati alla storia e all'arte del vetro.
  • Fondo Piamonte Il fondo, ricevuto dalla Fondazione nel 2003 per lascito testamentario di Giannina Piamonte, è composto da materiali d'archivio e da circa un migliaio di volumi, tra testi moderni e opere antiche, prevalentemente di storia e cultura veneziana, in corso di catalogazione.
  • Fondo Sarfatti Nel 2003 Magali Sarfatti Larson e Roberto Sarfatti donarono alla Fondazione circa 300 volumi appartenuti alla nonna, la scrittrice e critico d'arte Margherita Sarfatti. Il fondo ne documenta gli interessi artistici e letterari e i rapporti che intratteneva con alcune personalità di spicco della sua epoca.
  • Fondo Stefani Nel 2002 la Fondazione ha ricevuto dagli eredi di Mario Stefani la donazione di un fondo contenente materiali bibliografici, artistici e documentari appartenuti al poeta veneziano. La raccolta libraria, costituita da circa 3.000 volumi, comprende prevalentemente edizioni di opere poetiche e letterarie (spesso di editori locali) che offrono un panorama dell'ambiente culturale legato alla sua attività.
  • Fondo Trentin Baratto Il fondo in corso di catalogazione, costituito da circa 350 volumi di letteratura francese, è stato donato nel 2014 dagli eredi della professoressa Franca Baratto Trentin.
  • Fondo Treves Il fondo, costituito da oltre 6.000 testi di filologia classica, insieme a varie edizioni dei classici greci e latini, fu donato nel 1994 da Janet Thompson, moglie del docente veneziano Piero Treves. La raccolta rappresenta il nucleo principale della sua biblioteca personale, mentre una sezione dedicata alla storia della storiografia venne lasciata all'Istituto italiano per gli studi storici di Napoli.


Bibliografia

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Voci Correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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