Utente:Elisanenci/Sandbox/raissa

Raissa nasce ad Odessa il 28 dicembre 1897, ultima di cinque figli, in una famiglia benestante: il padre Samuel e la madre Berta sono proprietari terrieri ebrei originari dell'Ucraina; cresce fra Pietroburgo e le tenute paterne in Polonia, vicino a Brest Litovsk, e a Tervus in Finlandia sul lago Ladoga. Per motivi di salute passa gli inverni con i genitori a Sanremo, dove studia con un illustre istitutore privato, Georgij Valentinovič Plechanov, anche lui periodicamente in cura in Liguria e gestore insieme alla famiglia, di una pensione[1]. Plechanov le insegna soprattutto la storia, suscitando in Raissa un interesse che l'accompagnerà tutta la vita. I soggiorni in Liguria si spostano a Nervi dove il padre Samuel acquista una villa.

Quando scoppia la rivoluzione russa l'intera famiglia si trova nella proprietà di Tervus. L'ambiente familiare aperto, antizarista, favorevole alla rivoluzione democratica di Kerensky del 1917, pone Raissa a stretto contatto con artisti e intellettuali rivoluzionari, appassionati di teatro e letteratura: fra loro Leonid Andreiev, Fedor Chaliapine, Gorky. Studia lingue straniere con istitutori di madre lingua, continua lo studio della storia e viaggia frequentando teatri e concerti. Il padre, amante della danza, la spinge a frequentare la scuola di Vsevolod Ėmil'evič Mejerchol'd a Mosca; qui conosce il russo Giorgio Krol (1893-1932)[2], regista e sceneggiatore, e nel 1918 lo sposa e si trasferisce a Mosca. Comincia a lavorare come ballerina in diversi teatri russi.

Dopo la morte della madre, Raissa e il marito nel 1919 si trasferiscono in Italia, precisamente a Torino dove il padre, grande estimatore dell'Italia, vive ospite di Riccardo Gualino, dopo aver subito la confisca dei beni a causa della Rivoluzione. Nel 1920 la coppia visita Roma; frequentando il salotto di Olga Resnevič Signorelli, entrambi vengono introdotti nella vita artistica romana.

Tornano di nuovo in Italia alla fine del 1923, dopo aver trascorso circa tre anni a Berlino lavorando nell'ambiente teatrale e cinematografico. Sopraggiunti problemi di salute di Krol inducono la coppia a soggiornare tra Napoli, Sorrento e Capri; Krol riesce a rimettersi e ad affrontare una lunga tournée italiana con la compagnia Le coq d'or di Anatolij Dolinov (1869-1945), anch'egli allievo di Mejerchol'd[3].

Nella primavera del 1925 iniziano una collaborazione con la compagnia Teatro d'Arte di Roma, fondata da Luigi Pirandello. Al marito vengono affidate la regia e le coreografie di La morte di Niobe, tragedia in un atto scritta da Alberto Savinio nel 1913; Giorgio De Chirico firma le scene e i costumi; a Raissa viene affidato il ruolo principale di Niobe; altre interpreti sono le giovani sorelle Signorelli Elena, Maria e Vera. Lo spettacolo debutta al Teatro Odescalchi, il 14 maggio 1925, con esiti pessimi, sia di pubblico sia di critica[4].

Durante le prove dello spettacolo tra Raissa e De Chirico nasce una relazione. Divorzia da Krol che rientrerà in URSS e morirà in un incidente nautico sul Mar Nero nel 1932. Raissa raggiunge De Chirico a Parigi e dopo qualche tempo si sposano. Raissa abbandona la danze il teatro a e e si dedica agli studi di archeologia alla la Sorbona, sotto la guida di Charles Picard.

Nel 1930 il matrimonio con De Chirico finisce quando il pittore si lega a Isabella Far. Nel 1932 Raissa torna in Italia e si stabilisce a Roma dedicandosi all'archeologia. Nel 1933 inizia la sua collaborazione con la Soprintendenza agli scavi di Ostia Antica, dove conosce

Guido Calza, sovrintendente agli scavi, che nel 1946 diventerà il suo terzo marito. Dopo la morte di Calza Raissa continua ad occuparsi degli scavi di Ostia Antica. Nel 1967 le viene conferita la medaglia d'oro per il suo contributo alla cultura italiana.

Raissa Calza pubblicò numerosi cataloghi, guide archeologiche e lavori dedicati all'iconografia. Scrisse diversi contributi per l'Enciclopedia dell'arte antica, classica e orientale diretta da Ranuccio Bianchi Bandinelli, Fu collaboratrice scientifica della Fototeca Unione presso l'American Academy, membro dell' Istituto Germanico di Roma e socia corrispondente della Pontificia Accademia Romana di archeologia.

Muore a Roma nel 1979. E' sepolta a Ostia.

Biblioteca e archivio modifica

La biblioteca e l'archivio[5] di Raissa Calza sono conservati presso la Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena.

Principali pubblicazioni modifica

  • Raissa Calza, Museo ostiense, Roma, Libreria dello Stato, 1947.
  • Raissa Calza, Collezione degli oggetti antichi, Roma, Gabinetto fotografico nazionale, 1957.
  • Raissa Calza, Le necropoli, in Scavi di Ostia, Roma, Libreria dello Stato, 1958.
  • Raissa Calza e E. Nash, Ostia, Firenze, Sansoni, 1959.
  • Raissa Calza e M. Floriani Squarciapino, Museo ostiense, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1962.
  • Raissa Calza, Ritratti greci e romani, in Scavi di Ostia, Roma, Libreria dello Stato, 1964-1978.
  • Raissa Calza, Ostia, Roma, Edizioni del minotauro, 1965.
  • Raissa Calza, F. Zevi e M.L. Veloccia Rinaldi, Museo ostiense: nuove immissioni, Ostia, Soprintendenza alle antichità di Ostia, 1971.
  • Raissa Calza, Iconografia romana imperiale: da Carusio a Giuliano, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1972.
  • Raissa Calza e G. Pisani Sartorio, La villa di Massenzio sulla via Appia, Roma, Istituto di studi romani, 1976.
  • Raissa Calza, Antichità di villa Doria-Pamphilij, Roma, De Luca, 1977.

Note modifica

  1. ^ Rozalija Markovna Bograd-Plechanova, su www.russinitalia.it. URL consultato il 27 gennaio 2018.
  2. ^ Georgij Aleksandrovič Krol’, su www.russinitalia.it. URL consultato il 27 gennaio 2018.
  3. ^ Elda Garetto, Spettacolo e emigrazione: suggestioni teatrali nell'opera di Nabokov (PDF), 2000, p. 316. URL consultato il 28 gennaio 2018.
  4. ^ Paolo Puppa, La parola alta. Sul teatro di Pirandello e D’Annunzio, Cue Press, 2015, p. 13, ISBN 978-88-98442-61-4.
  5. ^ Fondo Raissa Calza, su unisi. URL consultato il 12 febbraio 2018.

Bibliografia modifica

  • Donatella Fagioli, Ricordando Raissa, Roma, Tipografia Centenari, 1989.
  • Laura Nicotra, Raissa Gourevitch Calza (1897-1979), in Archeologia al femminile, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2004, pp. 107-136.
  • Antonella D'Amelia e Luca Lenzini, Per Raissa, Siena, Gli Ori, 2009.

Collegamenti esterni modifica

https://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Manuelarosi/Sandbox12