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VINCENZA CERATI RIVOLTA modifica

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Vincenza Cerati Rivolta (Milano, 4 dicembre 1905-Milano, 15 dicembre 2000) è stata insegnante di pianoforte e discipline musicali complementari; divulgatrice della musica classica in ambienti popolari e periferici; benefattrice.

Indice modifica

  1. Biografia
  2. Metodi didattici
  3. Giardino Musicale
  4. Bibliografia

Biografia modifica

Figlia del giornalista Mario Cerati e di Raffaella De Dominicis, Vincenza nasce nel 1905 in una famiglia in lutto per la tragica morte dello zio materno; rimane orfana del padre a otto anni; soffre di una grave malattia ossea di cui guarirà solo nell’adolescenza; riceve l’istruzione primaria dal nonno materno Saverio Fausto De Dominicis, docente di pedagogia nell’Ateneo pavese e illustre esponente del pensiero positivista. Da lui Vincenza assorbe la passione per l’insegnamento e la visione della scuola aperta a tutti e fondata sul dialogo, protagonisti attivi i discepoli. A quindici anni Vincenza, mentre studia pianoforte con la zia Isa De Dominicis, incomincia già ad insegnare negli asili e nelle scuole. Alunna poi di Guido Farina, si diploma a pieni voti in pianoforte presso l’Accademia musicale di Bologna e segue i corsi di perfezionamento di Guido Alberto Fano, prediletto allievo di Giuseppe Martucci.

Sul finire degli anni Venti inizia un’intensa attività di divulgazione della musica classica a beneficio soprattutto dei fanciulli, delle periferie cittadine, degli ambienti popolari, all’insegna del volontariato e della filantropia. Di queste sue prime iniziative, non interrotte dal matrimonio con Angelo Rivolta (1935) e dalla maternità (1937), come delle più importanti iniziative successive, si trovano frequenti testimonianze nei giornali dell’epoca.

Durante la guerra, sfollata in Lomellina, assolve umili funzioni di organista e promuove concerti a beneficio dei feriti e della Croce Rossa. Rientrata a Milano al termine del conflitto, riapre la sua scuola di musica e intensifica, con l’attività di divulgazione musicale, l’attività benefica pro mutilatini, martinitt, stelline, profughi giuliano-dalmati, campagne antitubercolari e vari istituti religiosi.

Nel 1951 fonda il «Giardino Musicale» (sotto) che animerà e dirigerà per oltre quarant’anni.

Collabora poi alle iniziative antoniane dell’Angelicum di Milano e per parecchi lustri presenta i suoi piccoli artisti nei «pomeriggi musicali di bambini» durante la mostra annuale del Presepio. Porta la musica classica negli ambienti popolari dove è più difficile ascoltarla. Negli anni Settanta realizza «incontri» musicali anche nelle biblioteche rionali e nelle corsie degli ospedali. Continua, con i suoi metodi innovativi, l’insegnamento e la promozione musicale fin dopo la metà degli anni Novanta.

Dopo la morte, Vincenza Cerati Rivolta viene insignita dal Comune di Milano dell’«Ambrogino d’oro» alla memoria (2004) e commemorata in pubbliche cerimonie. Lapidi con medaglioni bronzei a ricordo vengono affisse nel Pio Albergo Trivulzio di Milano e in Comune di Illasi (Verona).


Metodi didattici

Secondo Vincenza Cerati Rivolta l’inclinazione musicale non è dote di una ristretta élite, ma innata attitudine di quasi tutti i fanciulli. Talvolta il trasporto per la musica si manifesta spontaneo e precoce; più spesso è latente e va scoperto e suscitato dal maestro. Questo è il suo primo e fondamentale compito, da affrontare con dedizione e umiltà.

Anche al fanciullo non musicalmente superdotato, una buona educazione musicale e lo studio di uno strumento, almeno a livello medio, giovano nella formazione della personalità, arricchendone la sensibilità e la cultura. La musica deve perciò trovare spazio nelle scuole elementari e medie come insegnamento serio, non come momento di mero svago e ricreazione. Non provvedendo la scuola pubblica, deve sopperire l’insegnamento privato, diffuso capillarmente e offerto anche ai meno abbienti.

Grave e colpevole errore del maestro è scoraggiare l’alunno, farlo dubitare della sua intelligenza o della sua sensibilità musicale, infliggergli bocciature senza appello. Altro errore è metterlo a confronto soltanto con modelli troppo alti, troppo perfetti e pressoché irragiungibili.

«I miei alunni», confida la Cerati Rivolta, «si sentono stimolati allo studio e all’emulazione ascoltando i compagni: bisogna abituare i ragazzi a confrontarsi tra loro, a giudicarsi serenamente, a rilevare ed elogiare i rispettivi progressi, a correggere con spirito cameratesco i rispettivi errori, a darsi a vicenda suggerimenti interpretativi, ad applaudire cavallerescamente le rispettive esecuzioni, a farsi guida i più grandi dei più piccoli, sotto il controllo vigile e discreto del docente». Perciò ogni quindici giorni lei riunisce i suoi alunni per un saggio domestico allietato da un piccolo rinfresco. Saggio al quale presenziano anche alcuni parenti ed ospiti, in un clima festoso e sereno, nel quale il dichiarato disegno didattico si realizza nella scioltezza del salotto musicale e nel segno della simpatia e del reciproco aiuto.

Altro punto fermo della lezione musicale della Cerati Rivolta consiste nel non spingere la ricerca della perfezione tecnica fino al punto di frenare la comunicazione emotiva. Meglio sbagliare una nota, un abbellimento, un pedale, che irrigidirsi in un’interpretazione fredda, anonima, senza pathos: l’assenza di errori non basta a riscattare un’interpretazione apatica, incolore. «Più trasporto, più cuore», suggerisce al timido e teso esecutore d’una pagina romantica. «Lasciati andare. Abbandonati. Fai cantare il pianoforte. Non curarti del pubblico. Pensa al tuo amato-bene. Aprigli il tuo cuore…».

È d’altronde convinta che si può essere più emotivamente presi e coinvolti nell’ascolto di giovani e sconosciuti artisti, magari non irreprensibili sul piano tecnico, ma impegnati a dare il meglio di sé in interpretazioni emozionate, sofferte, irripetibili, piuttosto che nell’ascolto di artisti maturi e conclamati, tecnicamente perfetti, sfoggianti interpretazioni impeccabili, ma ragionate, cristallizzate, senza sorprese emotive. Perciò, nei concerti da lei organizzati, riserva ampio spazio a giovanissimi interpreti chiamati ai primi cimenti.

«Giardino Musicale» modifica

Nel 1951 Vincenza Cerati Rivolta dà vita a una libera associazione di musicisti e musicofili, aperta soprattutto ai giovani e basata sul volontariato: il «Giardino Musicale». Il sodalizio si propone, come enuncia il suo manifesto, di realizzare «incontri» per studenti e appassionati di musica classica, al di fuori degli schemi tradizionali del concertismo professionistico, con finalità culturale, sempre disinteressata, spesso benefica. Alla ribalta salgono giovani e giovanissimi strumentisti, alcuni già diplomati, altri ancora studenti; non di rado bambini dei primi corsi. Di tanto in tanto vengono presentati concertisti già affermati, che si esibiscono per assecondare iniziative benefiche, senza ricevere alcun compenso. Infatti, regola costante e ferma del «Giardino Musicale» è che tutti i suoi aderenti, come la sua fondatrice ed animatrice, non ricavano vantaggi materiali da questa iniziativa, ma perseguono soltanto una ricreazione spirituale, con la soddisfazione di contribuire alla diffusione dell’amore e della conoscenza della musica e di raccogliere libere offerte per iniziative benefiche.

Con una visione aperta e innovativa questi «incontri» musicali vengono concepiti per interessare e coinvolgere anche gli spettatori più piccoli o meno preparati: spesso si alternano sul palcoscenico, nell’ambito dello stesso concerto, diversi interpreti, a diversi livelli di studi, per strumenti diversi; con frequente inserimento della lirica, della danza classica, del canto corale; delle letture poetiche in lingua e in dialetto. Nei programmi viene dato ampio spazio alla musica strumentale italiana barocca, romantica e contemporanea, in particolare alla musica italiana per pianoforte, e vengono presentate pagine dimenticate o mai eseguite.

In questa sua intensa e appassionata attività Vincenza Cerati Rivolta si avvale della collaborazione artistica di valenti colleghi: tra altri, Elisabetta Oddone e Federico Graziani per il canto; Egle Amati e Bianca Mazzetta per il violino; Miguel Abloniz e Vincenzo Degni per la chitarra classica; Elisa Bertolla per la danza; Liuccia Becker Masoero per la recitazione. Un lungo ciclo di concerti al Circolo Ambrosiano è vivacizzato dalla presentazione di Maria Pia Arcangeli.

Bibliografia modifica

AA.VV., All’amica sorridente, attualità del messaggio di Vincenza Cerati Rivolta, presentazione di Giorgio Rumi, contributi e testimonianze di M. Bonaria, G. Bruttocao, G. Carlevaro, G. de Antonellis, L. De Fabiani, A. De Martino, M.C. Farina, C. Gatti, A. Majo, F. Manzoni, C.A. Pedretti, G. Raffinetti, G.C.M. Rivolta, F. Trazza, Sugarcoedizioni, Milano, 2004. ABATE Tiziana, Quella Milano di piccole storie e grandi ideali, Il Giorno, 29 ottobre 2004. BONARIA Mario, Vincenza Cerati Rivolta, una vita per la musica, La Squilla, maggio-giugno, 2001, p. 28. BOTTIGELLA Elena, Insegnare, missione di vita, Informatore Lomellino, 15 dicembre 2004. BRUTTOCAO Grazia, Vincenza Cerati Rivolta: addio a una benefattrice e protagonista della vita musicale, la Provincia pavese, 19 gennaio 2001. BRUTTOCAO Grazia, In un libro tante testimonianza sulla vita dedicata alla musica di Vincenza Cerati Rivolta, la Provincia pavese, 7 novembre 2004. COLACI Anna Maria, Vincenza Cerati Rivolta, un modello educativo nel tempo, Edizioni Milella, Lecce, 2012. DE ANTONELLIS Giacomo, Giardino Musicale: settant’anni di magiche armonie, il Segno, luglio-agosto 2002, p. 58. DE FABIANI Luigi, Attualità del magistero di Vincenza Cerati Rivolta, Avvenire, 14 febbraio 2001. DE FABIANI Luigi, Le dolci note del cuore, Lombardia oggi, 24 novembre 2004. DE MARTINO Aldo, Attualità del messaggio di Vincenza Cerati Rivolta, Civiltà ambrosiana, 2001, p. 25 ss. DE MARTINO Aldo, Vincenza Cerati Rivolta, una voce moderna per «promuovere» la musica, Tabloid, aprile 2001, p. 35. FARINA Maria Cecilia, Insegnava la musica e la gioia di vivere, Ticino, 9 febbraio 2001. GATTI Cristiano, La leggendaria maestrina «missionaria» della musica, il Giornale, 14 marzo 2001. GERVASONI Giorgio, Protagonista per 70 anni della vita musicale milanese, il nostro tempo, 13 febbraio 2005. LOTITO Pietro, Una vita per la musica e il Pio Albergo la ricorda, Il Giorno, 20 novembre 2007. MANZONI Franco, Vincenza Cerati Rivolta: la musicista dei poveri, Corriere della Sera, 27 febbraio 2001. NAVONI Marco, Vincenza Cerati Rivolta: la musica come vocazione, Il Segno, febbraio 2008, p. 52. PEDRETTI Carlo Arrigo, Il pianoforte di Vincenza Cerati Rivolta, La Madonna del Boschetto, 2001, p. 29. PICCITTO Rita, L’opera e il pensiero della «musicista dei poveri», Giornale di Brescia, 24 luglio 2004. RAFFINETTI Giuseppe, Vincenza Cerati Rivolta, Una maestra indimenticabile, la Provincia pavese, 24 gennaio 2003. RIVOLTA Gian Carlo M., Vita di mia madre, in Ritratti di famiglia, Sugarcoedizioni, Milano, 2008, p. 63 ss. SCHIAVI Giangiacomo, La musicista dei poveri e la voglia di fare del bene, Corriere della Sera, 19 dicembre 2007. TRAZZA Fabio, «Messa degli Artisti» per Vincenza Cerati Rivolta, Il Narratario, 15 febbraio 2001.