Utente:EmaScotto/Sandbox/numero 3

Donna gentile è l'espressione con la quale viene chiamata una giovane donna prima nella Vita nova e poi nel Convivio di Dante Alighieri.

Nella Vita nova modifica

Il rapporto tra la giovane donna e Dante è descritto nei capitoli dal XXXV al XXXIX della Vita nova[1], dove viene detta "gentile" o anche "pietosa".

Nel capitolo XXXIV[2] Dante ricorda il giorno in cui si è ritrovato a disegnare un angelo sopra "certe tavolette", in occasione del primo anniversario della morte di Beatrice avvenuta nel 1290.

Nel capitolo XXXV prosegue quindi raccontando come, "dopo alquanto tempo" dalla morte dell'amata, incontri la Donna gentile. Il poeta sta pensando al passato, si guarda intorno, pensieroso e addolorato, per controllare se qualcuno si è accorto del suo dolore e vede "una gentile donna e bella molto", che da una finestra lo osserva "pietosamente", e se ne innamora. Dopo l'incontro con la "pietosa donna", pensa che il suo sentimento non può che essere "nobilissimo amore".

 
Dante Gabriel Rossetti, Dante disegna un angelo nell'anniversario della morte di Beatrice, 1853, Oxford, Ashmolean Museum

Nel capitoli successivi vengono descritti i suoi incontri con la donna, che alla vista del poeta si fa "pietosa e d’un colore palido quasi come d’amore", ricordandogli il colorito con il quale gli "si mostrava" Beatrice. Si rende conto però di iniziare a provare troppo piacere nel vedere la donna e di pensare a lei troppo spesso, finché un giorno contro questo sentimento, "questo aversario de la ragione", una "forte immaginazione" dell'amata Beatrice, di come era quando l'aveva incontrata la prima volta, lo fa pentire di questo "malvagio desiderio" e tutti i suoi pensieri si rivolgono nuovamente a Beatrice.

Nel Convivio modifica

Dante torna a parlare della Donna gentile nel Convivio. Nel trattato II, capitolo II, dell'opera[3] scrive che, quando incontra "quella gentile donna", sono trascorsi circa tre anni dalla morte di Beatrice e che, per far diventare quell'amore "perfetto", il suo animo ha dovuto affrontare una grande "battaglia". L'amore verso la Donna gentile si è infatti alimentato della sua visione e ha avuto la possibilità di continuare a crescere, mentre questo non è accaduto all'amore verso Beatrice, alimentato solo dalla memoria. Alla fine però ha vinto il "nuovo pensiero", che definisce "virtusissimo", come la "vertù celestiale" e allora, per onorarne la vittoria, ha scritto la canzone Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete.

Nel commento del Convivio, scritto a circa dieci anni di distanza dal componimento della canzone, il poeta sostiene che la Donna gentile, di cui ha raccontato nella Vita nova, e quella di questa canzone siano la stessa persona e che la donna rappresenti in realtà la Filosofia. Nel trattato II, capitolo XII, aggiunge che infatti "secondo quanto gl'insegnavano i filosofi antichi, egli immaginava la filosofia come una donna gentile" e che conclude il trattato II con queste parole: "dico e affermo che la donna di cu'io innamorai appresso lo primo amore fu la bellissima e onestissima figlia de lo Imperadore de lo universo, a la quale Pittagora pose nome Filosofia".

Ipotesi modifica

Note modifica

  1. ^ Dante Alighieri, Vita Nova (PDF), a cura di Michele Barbi, Bemporad, 1932, pp. 56-62. URL consultato il 14 giugno 2021.
  2. ^ Dante Alighieri, Vita Nova (PDF), a cura di Michele Barbi, Bemporad, 1932, pp. 54-55. URL consultato il 14 giugno 2021.
  3. ^ Dante Alighieri, Convivio (PDF), a cura di Cesare Vasoli e Domenico De Robertis, Milano, Ricciardi, 1988, pp. 35-37. URL consultato il 14 giugno 2021.

Bibliografia modifica