Utente:Erikaroggi/Sandbox

Sviluppo urbanistico

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Varano sorge sulla riva orientale del lago di Comabbio, divenne comune autonomo, staccandosi da Ternate, nel 1808; fino al 1927 fece parte della provincia di Como, ora appartiene alla provincia di Varese. Nel 1906 assunse il nome di Varano Borghi assimilando il nome della famiglia che rinnovò il tessuto sociale ed urbanistico dell'insediamento, primariamente agricolo, avviandolo a una vocazione industriale. L'organizzazione del borgo prima dell'avvio del processo industriale era essenzialmente rurale, strutturato su un accorpamento di corti agricole. Lo sviluppo urbanistico di Varano non seguì, a differenza di altre esperienze di borghi industriali sviluppati sul modello di Company Town, un asse prospettico centralizzato sulla fabbrica, ma ebbe una crescita più naturale: a valle del paese sorse la grande industria e sulla sommità della collina l'insediamento urbano; tra le due parti faceva da cesura la villa padronale, circondata da un vasto parco all'inglese. Questo impianto non incombente, a detta degli storici, favorì una maggior serenità sociale tra la classe dirigente e gli operai. Lo sviluppo della cittadina tra la seconda metà dell'Ottocento e il primo Novecento avvenne così in modo organico. La forma urbana venne concepita con rigore geometrico e un centro compatto con palazzi multipiano. Sul lato della villa, che nella forma attuale venne progettata nel 1860 dall'architetto Paolo Cesa Bianchi, passa la via principale che, con l'allora carreggiata in pietra, confluiva nella piazza, orientata verso est dove sorge la chiesa. Sui lati della piazza si fronteggiavano due edifici di identica struttura della tipologia definita “in linea” con mensole agli angoli, fregi, lesene dipinte e un frontone decorato al centro della facciata. Il repertorio, di genere eclettico, era adottato per tutti gli edifici del paese con continue varianti: mantovane in legno di pregevole fattura poste sulle gronde, mensole sottogronda, cornici marcapiano, abbaini, cantonali dipinti, mattoni a vista e portali decorati che nel complesso evidenziavano una raffinata ricercatezza. Si assistette durante lo sviluppo industriale del borgo a un incremento delle tipologie edilizie: strutture assistenziali per i dipendenti, il Convitto e la scuola; le case ”in linea” che presentavano la medesima cura stilistica su tutti i lati, con i tre corpi di scala e alloggi dotati di un doppio affaccio contrapposto; i Palazzi nuovi con il loggiato centrale per la distribuzione degli alloggi; la Casa Comunale con una torre-scala esterna che permetteva di utilizzare il volume principale completamente per gli appartamenti; i villini a schiera per impiegati e dirigenti. Questi ultimi erano singoli o bifamiliari, collocati ai margini del centro e distribuiti in spazi verdi rappresentavano un armonico passaggio tra il costruito e la campagna. Dopo la fine dell'era dei Borghi con la scomparsa della gestione centralizzata del patrimonio si assistette ad un radicale cambiamento del contesto cittadino con trasformazioni degli edifici per l'aggiunta di volumi incongrui e perdita del raffinato apparato decorativo che caratterizzava con un linguaggio stilisticamente omogeneo il tessuto edilizio.