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Archeoparc è un parco archeologico situato a Madonna di Senales, nel Trentino – Alto Adige, a un’altezza di 1.500 m.

Il museo, il cui progetto è stato realizzato dall’Associazione culturale di Senales, dal Comune di Senales e dal programma Interregio II della Provincia Autonoma di Bolzano, fu inaugurato il 16 settembre del 2001. Esso è concepito come un museo interattivo con area all´aperto, dove far rivivere il contesto culturale e ambientale in cui visse Ötzi, nome moderno dato alla mummia naturale di un uomo vissuto intorno al 3300 a.C. , il cui ritrovamento è avvenuto il 19 settembre del 1991 sul Giogo di Tisa in Val Senales e attualmente conservato nel Museo Archeologico dell´Alto Adige a Bolzano.

Edificio

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La struttura che ospita il museo è stata progettata secondo i canoni della bio-edilizia da Erich Erlacher, coadiuvato dall´antropologa Silvia Renhart. Essa si articola su tre livelli attraverso un percorso a volute, a forma di spirale ellittica. L´involucro esterno è caratterizzato da un tetto a spiovente, dotato di una struttura portante in legno su cui poggia una coibentazione in truciolato di legno dello spessore di 30 cm. La stessa coibentazione è stata usata nelle pareti dove è stato realizzato un rivestimento esterno in tavolati di legno d´abete, colorato con pigmenti rossi e protetto da un trattamento tradizionale con olio di lino. Le vetrate e le finestre, in vetro termico e isolante, sono posizionate in modo da inquadrare gli scorci di paesaggio piú suggestivi mentre quelle nel soffitto permettono una piacevole luce diffusa. La scelta della coibentazione, dell´isolamento e del tipo di struttura permette un consumo energetico incredibilmente basso.

Esposizione

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Al suo interno l´Archeoparc presenta un´esposizione permanente che ripercorre la storia piú antica della Val Senales, dalle prime tracce di vita dell´uomo sulle Alpi, fino alla fine del Neolitico. Il percorso ellittico in salita, virtualmente inteso come il passaggio che dalla valle di Tisa porta all´omonimo giogo, luogo del ritrovamento di Ötzi, è scandito dalla presenza di ricostruzioni in scala 1:1 dell´abbigliamento e dell´equipaggiamento dell´uomo del Similaun, da pannelli descrittivi in tre lingue (italiano, tedesco e inglese) e filmati multimediali.

Mostre temporanee

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Oltre all´esposizione permanente, periodicamente all´interno del museo vengono allestite delle mostre temporanee su tematiche inerenti al mondo della preistoria. Dal mese di giugno 2012 è allestita la mostra dal titolo “Filo e fuso. La storia della filatura“.

Negli anni scorsi le mostre temporanee sono state:

  • 2011:
Tiro con l'arco ieri ed oggi
Memoires Mostra fotografica di Claire Artemyz (F)
Steinzeit hautnah (mostra scolaresca)
  • 2010:
Il fuoco - buon servitore e cattivo padrone
Un viaggio nel tempo (mostra scolaresca)
  • 2009:
Raffie, ortiche e giuncacee
  • 2008:
I contadini nel neolitico
  • 2007:
Judith Wieser
  • 2006:
Sakrale Bauten
  • 2004:
Piante coltivate nelle alpi
  • 2002:
La selce
  • 2001:
Gletscher, Mythos und Oper

Area all´aperto

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L´area all´aperto, con un´estensione di circa 4000 m², presenta la ricostruzione di un villaggio del Tardo Neolitico, dotato di capanne in legno a grandezza naturale e alcuni campi archeobotanici. Vi è ricostruito l´ambiente naturale conosciuto da Ötzi, con tutti gli alberi e arbusti da lui utilizzati per la realizzazione del suo equipaggiamento. Si caratterizza per la presenza di un laghetto artificiale, un´area destinata alla dimostrazione al pubblico della fusione del rame e un´altra al tiro con l´arco. La ricostruzione delle abitazioni neolitiche, gli steccati che circondano il complesso e il laghetto sono stati affidati all’ispettorato forestale di Merano.

Campi archeobotanici

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Nell´area all´aperto alcuni terreni sono destinati alla coltivazione sperimentale di alcune varietá di cereali, leguminose e oleose già conosciuti nel neolitico, tra cui l´orzo, il farro grande, il farro piccolo, lenticchie, piselli e lino.

Capanne

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Tre sono le capanne neolitiche ricostruite a grandezza naturale nell´area all´aperto. La più grande è la cosiddetta “Capanna Arbon”, la cui ricostruzione è basata sui resti delle abitazioni di un villaggio neolitico ritrovato a sud del lago di Costanza in Svizzera, risalente a un periodo compreso tra il 3385 e il 3371 a.C (nota metodo dendrocronologico sito) e quindi probabilmente contemporaneo alla mummia del Similaun. Qui le case, che misuravano circa 8 m x 4 m, erano disposte in file molto ordinate congiunte da viottoli. Si tratta di un semplice sistema costruttivo basato su pali, costituito da due file di pali per le pareti ed una fila per la linea di colmo. I pavimenti delle case erano leggermente rialzati dal suolo. Della sovrastruttura si sono conservate estremità dei pali a forcella ed incassate, alberi scala e sottili assi divisorie (scandole di abete bianco lunghe fino a 2,10 m). La ricostruzione è stata realizzata utilizzando legname non scortecciato e congiunzioni di corde di canapa. La porta, ricavata da un’unica asse di abete, è da mettere in relazione con un reperto analogo rinvenuto nello scavo archeologico di Robenhausen (D). Le altre due capanne rappresentano ricostruzioni di analoghi edifici riportati alla luce dagli scavi archeologici effettuati nei pressi del Federsee, nella Svevia superiore, databili tra il 2.900 ed il 2.600 a.C., secondo la datazione al radiocarbonio (C 14). All’interno presentano una pavimentazione a tronchetti caratterizzata dalla presenza del focolare. Grandi quantità di capsule di lino e di frammenti di steli di lino testimoniano la specializzazione degli abitanti dell’insediamento nella coltivazione del lino, nella produzione delle fibre ed in tutti i passaggi conseguenti nella produzione di tessuti.

Visitatori

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Didattica

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L´Archeoparc ha come scopo principale quello di promuovere la divulgazione attiva del mondo della Preistoria e per questo prevede attività di laboratorio e dimostrazioni pratiche giornaliere. Nell´area all´aperto i visitatori possono cimentarsi in prima persona nelle diverse attività che hanno caratterizzato la vita dell´uomo nella preistoria. Rientrano tra le attività di laboratorio la lavorazione della selce, dell´argilla e delle corna di cervo, la realizzazione di monili in pietra e di bracciali in pelle. Inoltre vengono effettuate dimostrazioni dell´accensione del fuoco col metodo a percussione e della fusione del rame col metodo della “cera persa”, oltre a dimostrazioni di tiro con l´arco. Alle classi scolastiche primarie e secondarie sono rivolti programmi speciali di mediazione culturale in cui è possibile approfondire i diversi aspetti della quotidianità della vita nel Neolitico.

Altre immagini

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Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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