DŪR KURIGALZŪ modifica

(Moderna ‘Aqar Qūf,) Città e residenza reale degli ultimi re Cassiti, situata novanta chilometri anord di  Babilonia,  nella Mesopotamia meridionale (Iraq). Fu fondata dal re Kurigalzū I (c. 1400-c.1375 a.C.) o da Kurigalzū II (c.1332-1308 a.C.), rivestendo il ruolo di capitale babilonese; rimase un importante città per tutto il periodo successivo,  e fu abitata fino alla caduta  della dinastia,  nelXII secolo a.C., quando venne del tutto abbandonata.1Il prefisso Dūr- è un termine  accadico  che significa “fortezza di”2, mentre il nome reale cassita Kurigalzu è un epiteto, dal significato di “ pastore delle genti”, o anche “dei Cassiti”.3
Contenuti  
Storia 
 
Scavi e ricerche
Ziqqurat
Templi  
Palazzi
Bibliografia
STORIA:I Cassiti conquistarono la Babilonia per più di quattrocento anni, ma è sorprendente quanto poco le loro caratteristiche nazionali si riflettano nei resti della loro occupazione. È invece evidente che nelle pratiche religiose, amministrative e tecnologiche adottarono e mantennero in complesso  le millenarie   tradizioni   mesopotamiche,   restaurando   templi   e   onorando   santuari   delle   divinità sumeriche. A Ur i templi già esistenti furono restaurati e ricostruiti, e lo stesso fu fatto altrove. La nuova capitale, fondata dagli stessi Cassiti e chiamata Dūr Kurigalzū, si distingue dalle città babilonesi soltanto per la natura del sito prescelto; fu infatti edificata sopra un basso strato di morbida roccia sedimentaria, all’estremità settentrionale della pianura alluvionale a nord-ovest della moderna Baghdad, dove i resti contorti ed   erosi della sua grande  ziqqurat  (oggi parzialmente restaurata) dominano ancora la piatta campagna alla periferia della città. 4La città venne edificata a protezione di un’importante rotta commerciale che raggiungeva l’ orienteattraverso l’altopiano iranico, fino all’Afghanistan, sede di provenienza del lapislazzuli. La città copre 225 ettari e include l’Egal-kišarra, il  “Palazzo del mondo intero”, una vasta area palatina  e complesso amministrativo. La distanza tra i santuari principali e la ziqqurat, ed il grande complesso del palazzo reale nella zona sud-occidentale misura un chilometro. 5Le campagne di scavo dell’Iraq Government nel 1942-45 portarono alla luce un complesso templare ai piedi della ziqqurat e, all’esterno, su  una penisola estesa all’interno del bacino fluviale limitrofofe,le rovine di  almeno quattro strutture, tre templi ed un palazzo,  solo parzialmente scavati.6  La caratteristica principale  dell’area templare consiste in piattaforme rettangolari rivestite in mattoni cotti, sulle quali sono situati  i templi principali. Stele di fondazione inscritte e tavolette trovate inquest’area sono datate in gran parte nel regno di un re denominato Kurigalzu, ma la stratificazionedei palazzi, che sono stati ricostruiti in più periodi, suggerisce l’esistenza di due re con questo nome.
SCAVI E RICERCHE:Il sito fu descritto per la prima volta da Claudius James Rich  nel 18117. Aqar Quf fu visitata ed esaminata nel 1837 da Francis Rawdon Chesney 8. Per primo sir  Henry Rawlinson 9  identificò il sito con Dur Kurigalzu nel 1861 da iscrizioni su mattone. Gli scavi furono condotti   nel 1942-45 da  Seton Lloyd  e  Taha Baqir  in una missione congiunta dal Direttorato Generale Iracheno delle Antichità e la British School of Archaeology in Iraq10. Furono portate alla luce più di 100 tavolette cuneiformi di età cassita, ora conservate nelNational Museum dell’Iraq. Gli scavi includevano la ziqqurat, tre templi e parte del palazzo di Kurigalzu II. Il DirettoratoGenerale Iracheno delle Antichità ha continuato le attività di scavo intorno alla ziqqurat come parte di un progetto di restauro nel 1970 sotto Saddam Hussein, con ricostruzione degli strati più bassi della struttura11. Le tre aree scavate sono la collina di Aqar Quf (che include la ziqqurat e il tempiogrande), un edificio pubblico (approssimativamente 100 metri a ovest), e Tell al-Abyad, dove ungrande palazzo è stato parzialmente scavato (circa un chilometro a sud-ovest). Un’altra area all’interno di Dur-Kurigalzu, Tell Abu Shijar, è stata scavata dagli archeologi iracheni e i risultati sono stati recentemente pubblicati12.L’area archeologica di Aqar Quf presenta un alto potenziale futuro di ricerca, data l’esiguità dellezone scavate al suo interno. Particolarmente importante, se l’area continuerà ad essere scavata,  è la possibilità di ottenere una stratigrafia che attraversi tutto il periodo cassita. 
ZIQQURAT I primi viaggiatori attribuirono le rovine alla Torre di Babele. In realtà la ziqqurat fu costruita dal re Kurigalzu nel XIV secolo a.C13. Il re dimostrò la sua venerazione e il suo rispetto per la tradizione religiosa   babilonese   innalzando   il   tipo   di   costruzione   cultuale   più   significativo   dell’ideologia sumerica, che egli dedicò al sommo dio del pantheon sumerico,  Enlil.   La sua pianta, quadrata(69mx67,60), era quella tipica della Mesopotamia meridionale, con tre scalinate che conducevano al piano alto, entro una serie di cortili circondati da un insieme di locali. Nella ziqqurat, costruita in mattoni cotti e  alta 57 metri e ben conservata, sono ancora visibili nella parte alta sia gli strati di canne inseriti ogni otto o nove  file di mattoni per rinforzare la costruzione (linee orizzontali), sia le corde di canna ritorte di 10 cm di diametro che attraversavano la struttura.
TEMPLI I templi bassi antistanti la ziqqurat sul lato est si sottraggono fino ad oggi ad ogni interpretazione su quale possa essere stata la loro funzione, in parte a causa del loro stato di conservazione, poiché gli edifici  posti in luce sono  in   realtà   costituiti   soltanto  di   numerosi   grandi   cortili   rettangolari 14, circondati da un anello di stretti vani, ma non esiste, o quanto meno non è stata identificata la cella, quella che costituisce il nucleo di ogni edificio di culto. Dei quattro templi, due erano dedicati a Enlil, gli altri rispettivamente a Ninlil e a Ninurta 15; le mura hanno la larghezza media di 3,5 metri e nella loro costruzione a 14 strati di mattoni piani seguono quattro strati di mattoni posti in taglio, e così avanti. La grande massicciata in mattoni a pianta quadrata, da cui si diparte sul lato occidentale la rampa centrale di accesso alla ziqqurat  e sul cui lato nord-orientale una porta monumentale consentiva l’accesso a quest’area interna, può essere interpretato come il basamento per uno o più templi dei quali non è più visibile la pianta. Questa ipotesi acquistò verosimiglianza con la scoperta ,sul Mound A, a circa centoventicinque metri ad ovest della ziqqurat, di un altro tempio16, che era sistemato su un possente basamento di mattoni, dedicato al dio Enlil e alla sua sposa Ninlil, e aveva il nome di E-gašan-antagal. Qui le fondamenta erano conservate ancora tanto da poter ricostruire lapianta   del   tempio   e   dedurre   che   probabilmente   rientrava   nell’ideologia   religiosa   dei   Cassiti l’innalzare i loro templi isolandoli dalle strutture circostanti con l’aiuto di un’alta sostruzione. Il tempio E-gašan-antagal, di cui non è conservato molto più delle sostruzioni, ricorda molto nella su forma rettangolare allungata e nella sequenza degli ambienti 3-4-5, il tempio di Enlil a Nippurdell’età della III Dinastia di Ur, la cui funzione è stata determinata  in quanto cucina della divinità17.
PALAZZI  Novecento metri circa a sud-ovest della ziqqurat, sorge, su un gruppo di collinette dette  Tell el-Abiad, la struttura palatina che si estende su un’area quasi quadrata di circa 300 metri di lato  (9ettari), comprendente  numerosi complessi di edifici amministrativi, e grandi vani scalari che danno accesso ai bastioni angolari strutturati come torri. In tutti questi complessi è presente un cortile molto grande, rettangolare o quadrato, circondato da una serie di piccoli vani, che possono in alcuni casi essere sostituiti con gallerie lunghe anche 45 metri, come nel caso della costruzione centrale A, l’edificio principale. Caratteristica è inoltre la netta separazione dei diversi complessi gli uni dagli altri mediante un ampio disimpegno. Questo sistema di ambienti e cortili non rispecchia le consuete planimetrie mesopotamiche. Il palazzo che fu utilizzato come residenza reale per oltre due secoli, non fu costruito in una sola ripresa,  ma vi contribuirono  diversi   sovrani   Cassiti,   costruendone  parti   nuove,  ampliandolo   o restaurandolo. Esso fu sicuramente distrutto una volta nella seconda metà del XIII secolo dal sovrano medio assiro Tukulti-Ninurta I, dopodiché fu ricostruito nuovamente. A questa ultima fase si riferisce anche il Palazzo H nell’area settentrionale, una costruzione nuova, senza precedenti, diventata poi famosa   per le sue pitture murali figurate18. In questo i sovrani cassiti seguivano un’antica tradizione, tuttavia il tema delle rappresentazioni, così come la disposizione delle scene figurate sono del tutto nuovi; sulle pareti degli ampi vani delle porte I-IV sono rappresentate sui due lati da otto a dieci figure maschili gradienti di ranghi diversi: impiegati, alti dignitari, ufficiali, che sul lato sinistro sono in atto di entrare nel palazzo, sul lato destro in atto di uscirne. La spiegazione è evidente:  tali  processioni  rispecchiano   situazioni  quali  si  dovettero   presentare veramente  nelle diverse occasioni, ricevimenti e udienze del sovrano. Sulla base di numerosi indizi, non ultima anche la struttura fisica rigida e goffa  del personale di corte, il palazzo H con le pitture parietali , nel quale non fu trovata nessuna iscrizione, si dovrebbe datare proprio alla fine del periodo cassita in Babilonia, all’incirca al tempo di Marduk-apal-iddin I(1176-1164 a.C.), oppure ancora più tardi.Stato attuale del sitoIl sito attualmente soffre dei danni ambientali  e dell’espansione urbana di Baghdad, oltre a fattori naturali come le precipitazioni e il ristagno delle acque sotterranee che  contribuiscono all’erosione della ziqqurat e al deteriorarsi delle rovine, in particolar modo nel lato sud-occidentale. Si  rischiano pertanto   ulteriori   danni   alla   ziqqurat,   che   potrebbe   collassare   se   non   verranno   prese   misure preventive. Le aree periferiche e le zone industriali di Baghdad sono in continuo sviluppo vicino al sito, ed attualmente si verifica  un’invasione di costruzioni e di aree coltivate  lungo alcuni tratti del muro di cinta, in particolare nel lato sud-occidentale. Le esercitazioni militari irachene , incluse delle trincee, hanno danneggiato il sito negli anni ’80.In particolare, la ziqqurat ha subito dei danni durante l’invasione americana dell’Iraq, quando il sito è stato abbandonato e depredato a causa del caos seguito alla caduta del regime di Saddam Hussein, e sebbene  dalla metà del 2008 sia stata  pianificata la ricostruzione del sito storico, è mancato il supporto del Ministero Iracheno Storico-Archeologico.
BIBLIOGRAFIA  Baqir, T.,  Iraq Government Excavations at ‘Aqar Quf, 1942-43, Iraq Supplement, 1944; SecondPreliminary Report, Iraq Supplement, 1945; Third Interim Report, Iraq 8, 1946a.Frankfort, H., Arte e architettura nell’Antico Oriente, 1970. Lloyd, S., The Archaeology of Mesopotamia, 1978.Roaf, M., Atlante della Mesopotamia, 1992.Moortgat-Correns, U., La Mesopotamia, 1989. Gurney, O.R, Texts from Dur-Kurigalzu, Iraq, vol.11, n.1, 131-149, 1949.Gurney, O.R., Further Texts from Dur-Kurigalzu, Sumer, vol.9, 21-34, 1953.Tomabechi, Y., Wall paintings from Dur Kurigalzu, JNES 42, 123-131, 1983.Kühne, H., Aqar Quf, The Oxford Encyclopedia of Archaeology in the Near East, vol. I, 156-157,1997.Al-Khayyat, A., Aqar Quf. Capitale des Cassites, Dossiers d’Archéologie, 103, 59-61, 1996.Clayden, T., Moulded Mud-Brick at Dur Kurigalzu, Al-Rafidan, vol.21, 71-83, 2000.Veldhuis, N., Kuriglzu’s Statue Inscription, JCS, vol.60, 25-51, 2008.Sommerfield, W., The Kassites of Ancient Mesopotamian: Origin, Politics and Culture, vol.2, inJ.M.Sasson ed. Cvilizations of the Ancient Near East, C. Scribner’s Sons, 1995.Richardson, S. dissertation, The collapse of a Complex State. A Reappraisal of the End of the FirstDynasty of Babylon 1683-1597 B.C., Columbia University, 2002.
1 Clayden, T., Kurigalzu I and the Restoration of Babylonia, Iraq, vol.58, 1996, 109-121.2 Von Soden, W., Akkadisches Handwörterbuch, 1985, Dūr(um)I,2) ummauerter Ort, Fort, Festung. 3 Il nome ricorre solo in riferimento o in relazione ad un sovrano: Brinkman, J.A., Materials and Studies for Kassite History I (University of Chicago),1976, 245 e riferimenti; Finkel,I. L.,  “The Dream of Kurigalzu and the Tablet of Sins”, Anatolian Studies 3, 1983, 75-80.Normalmente scritto ku-ri-gal-zu. Galzu, la cui pronuncia originaria era probabilmente gal-du o gal-šu, era il nome con il quale i Cassiti chiamavano se stessi (riga 23. Ku-ur-gal-zu = Ri-‘-i-bi-ši-i, in una lista di nomi babilonese, Tablet EA 11, “Proper escort for a bertrothed princess”, VAT 151 in Vorderasiatisches Museum Berlin, CDLI, ORACC Transliteration, righe 19-20)4 Baqir, T.,  Iraq Supplement, 1945, tav.1.5 Iraq Supplement, 1944.6 Baqir, T.,  Iraq Government Excavations at ‘Aqar Quf, 1942-43, Iraq, Supplement, 1944;  Second Preliminary Report, Iraq Supplement, 1945; Third Interim Report, Iraq, 8, 1946a.7 Rich, C.J., Narrative of a journey of the site of Babylon in 1811, Duncan and Malcom, 1839.8 Chesney, F.R., Narrative of the Euphrates Expedition…1835, 1836 and 1837, 1868. Iraq10. Furono portate alla luce più di 100 tavolette cuneiformi di età cassita, ora conservate nelNational Museum dell’Iraq. Gli scavi includevano la ziqqurat, tre templi e parte del palazzo di Kurigalzu II. Il DirettoratoGenerale Iracheno delle Antichità ha continuato le attività di scavo intorno alla ziqqurat come partedi un progetto di restauro nel 1970 sotto Saddam Hussein, con ricostruzione degli strati più bassidella struttura11. Le tre aree scavate sono la collina di Aqar Quf (che include la ziqqurat e il tempiogrande), un edificio pubblico (approssimativamente 100 metri a ovest), e Tell al-Abyad, dove ungrande palazzo è stato parzialmente scavato (circa un chilometro a sud-ovest). Un’altra area all’interno di Dur-Kurigalzu, Tell Abu Shijar, è stata scavata dagli archeologi irachenie i risultati sono stati recentemente pubblicati12.L’area archeologica di Aqar Quf presenta un alto potenziale futuro di ricerca, data l’esiguità dellezone scavate al suo interno. Particolarmente importante, se l’area continuerà ad essere scavata,  è lapossibilità di ottenere una stratigrafia che attraversi tutto il periodo cassita. ZiqquratI primi viaggiatori attribuirono le rovine alla Torre di Babele. In realtà la ziqqurat fu costruita dal reKurigalzu nel XIV secolo a.C13. Il re dimostrò la sua venerazione e il suo rispetto per la tradizionereligiosa   babilonese   innalzando   il   tipo   di   costruzione   cultuale   più   significativo   dell’ideologiasumerica, che egli dedicò al sommo dio del pantheon sumerico,  Enlil.   La sua pianta, quadrata(69mx67,60), era quella tipica della Mesopotamia meridionale, con tre scalinate che conducevano alpiano alto, entro una serie di cortili circondati da un insieme di locali. Nella ziqqurat, costruita inmattoni cotti e  alta 57 metri e ben conservata, sono ancora visibili nella parte alta sia gli strati dicanne inseriti ogni otto o nove  file di mattoni per rinforzare la costruzione (linee orizzontali), sia lecorde di canna ritorte di 10 cm di diametro che attraversavano la struttura.  9 Chisholm, H., Rawlinson, Sir Henry Creswicke, Encyclopaedia Britannica, 22, 1  ed, 1911,  928-929.10 Cfr. Note 4, 5 e 6.11 Orchard, J., Recent Restoration Work in Iraq, Iraq, vol.24, n.2, 73-77, 1962.12 Jasim, A.K. et al., Tell Abu Shijar, near ‘Aqar Quf: Summary of excavations, vol. 127, n.2, 155-166, 2006. URL: http://discovery.ucl.ac.uk/1239451/13 Brinkman, J.A., Materials and Studies for Kassite History, vol.1: A Catalogue of Cuneiform Sources Pertaining to Specific Monarchs of the Kassite Dynasty, Oriental institute of the University of Chicago, 1976, (ISBN 0-918986-00-1) 14 Probabilmente si trattava soltanto di vestiboli (antecorti).15 Grazie ad iscrizioni rinvenute nei sistemi di cortili è possibile chiarire che in questi edifici si celebra il culto di Enlil, della sua consorte Ninlil  e di suo figlio Ninurta.16 Iraq Supplement, 1945, Tav. II17 Moortgat-Correns, U., La Mesopotamia, 1989. 18 Iraq VIII (1946), Tav. XI-XIV; Iraq Supplement 1945, p. 9 ss.; Iraq VIII (1946), p.80.