Utente:Federica Lorenzo/Chiesa di S. Lucia (Potenza)

Questa è la pagina di prova nella quale Federica Lorenzo e Luciana Rosati lavoreranno alla bozza della voce enciclopedica dedicata alla Chiesa di S. Lucia (Potenza).

Informazioni di carattere generale:

La Chiesa è collocata fuori dalle antiche mura del centro storico, sul versante occidentale all'estremità di Via Pretoria. Viene definita per la sua collocazione, 'extra moenia'(fuori le mura) in una relazione di visita pastorale del 1571. Vi si venera la santa martire siracusana Lucia, protettrice dei non vedenti, la quale ebbe, come molti altri martiri dei primi secoli, un culto antico nella città. Sede di una Confraternita laicale che ne curava il decoro, la Chiesa danneggiata dal terremoto del 23 novembre 1980, è stata recentemente restaurata. La domenica viene officiata dai frati minori della vicina Chiesa parrocchiale di San Michele.

Architettura:(Dettagli aggiuntivi da inserire nel testo già presente) -Tetto a due spioventi. -Sul lato sinistro si trova un campanile a vela. -Soffitto con plafone ligneo datato 1843, a sagome con doppia cornice ottagonale, nelle quali sono incastonati fioroni centrali a sei petali. -Altare marmoreo a pala datato 1916, lavorato ad intarsio policromo, con due teste di puttini ai lati ed un'alzata al di sopra della mensa. -Addossato alla parete di fondo, dove si trova la nicchia con la statua lignea di Santa Lucia, vi è una scultura di ignoto meridionale del secolo XVII, restaurata da poco tempo. Altra statua lignea era quella raffigurante l'apostolo San Giacomo, ora scomparsa e appartenente forse alla vicina chiesa omonima. -L'acquasantiera in pietra rosata; con tre leoni accovacciati che sostengono lo stelo della vasca decorato a motivi floreali.


Chiesa di San Francesco Storia:(Diverse informazioni da inserire nel paragrafo 'storia') La chiesa di San Francesco nasce quarant'anni dopo la morte del santo. Il biografo del Serafico, Tommaso da Celano, nel 1246 scrive di un episodio accaduto ad un canonico del Duomo, il quale non credendo alle stigmate della passione inflitte a San Francesco, fu a sua volta stigmatizzato in una chiesa della città. -Nel cuore della città di Potenza, i frati dell'Assissiate erigono un luogo di ristoro e di rifugio, una stazione provvisoria lungo gli itinerari di predicazione delle popolazioni meridionali. A sostenerlo è lo storico francescano Bove, secondo il quale il fatto che il primo allogare minoritico (1230-50) sia avvenuto a Potenza, induce a concludere che non si tratta di un'intenzionale fondazione minoritica, ma di una stazione provvisoria per la predicazione itinerante. La stabilità conventuale parte dalla metà del secolo XIII, quando avviene la costruzione dell'intero complesso conventuale. -I secoli XIV-XV furono per la chiesa ed il convento secoli di notevole sviluppo e affermazione, sia sul piano spirituale e culturale, sia sul piano materiale. -Per sei secoli la storia della chiesa è inseparabilmente legata alla storia del convento. Anche oggi le due storie si incrociano: sul fondo, a destra della piazza della Prefettura, intitolata a Mario Pagano, s'intavede la chiesa francescana, mentre la scena è occupata dal palazzo del governo. Addossata alla facciata della chiesa, l'ala dell'ex convento trasformata in tribunale subì un incendio nel 1912; la ricostruzione dell'edificio portò alla conseguente separazione dalla chiesa, creando l'attuale vicolo Branca. -La centralità di Potenza rispetto al territorio circostante e la presenza di strade che si snodavano lungo l'antica rete romana sono state le ragioni principali per cui i religiosi ampliarono il complesso conventuale, anche sulla base delle numerose donazioni documentate che rappresentarono un notevole allegerimento economico per i frati. Quello dei conventuali a Potenza fu uno studio teologico importante. Il numero dei religiosi risulta essere stato numeroso già nella prima metà del '600. Testimonianza di ciò è la planimetria del convento disegnata dall'architetto Ponticelli nel 1809 che documenta l'ampiezza del complesso, la sua articolazione in piani, corridoi e cellette, due cortili interni, orto e grande chiostro, secondo le tradizioni conventuali francescane. Il convento di San Francesco ha conosciuto momenti di splendore per il numero dei religiosi, per l'essere centro di attrazione e punto di riferimento spirituale dei giovani, provenienti dai vari paesi della Basilicata e orientati ad entrare nel chiostro di San Francesco. Questo luogo esercitò soprattutto tra il XVII secolo e il XVIII secolo un notevolte influsso sull'orientamento vocazionale alla vita religiosa e sacerdotale, grazie anche alla presenza della ricca biblioteca del vescovo Bonaventura Claver. Un lavoro dello storico conventuale Pio Iannielli, cita spesso frati potentini o di origine lucana, che hanno ricoperto nell'Ordine e nella Chiesa un ruolo rilevante. Dai santi del '700 come il Beato Bonaventura da Potenza, Domenico Girardelli da Muro Lucano, ai vescovi Bonaventura Claver, pugliese e vescovo di Potenza e Pietro Paolo Caporella, una lunga lista di personalità che hanno avuto come punto di riferimento il convento di San Francesco di Potenza.

Nome:Il contenuto dell'episodio era contenuto in un atto notarile redatto nel marzo del 1279 a Potenza, a cura dei frati, cinque anni dopo l'avvenimento, sulla base delle dichiarazioni di testiomoni oculari. I lavori di scavo furono, dunque, quelli eseguiti nel 1274 per la costruzione della chiesa.

Architettura (Esterno): -Oratorio protoromanico: Durante gli scavi svolti anni fa, sono state rinvenute tracce a circa tre metri di profondità, sotto l'angolo destro della facciata, pietre decorate con motivi di palme a ventaglio, che si possono ora ammirare incastonate sul muro sinistro esterno della chiesa. -La chiesa presenta una facciata in pietra squadrata a vista. -Il porticato a sei arcate dà accesso attraverso una porta lignea del XVI secolo ai locali interni della sacrestia e del convento nuovo. -Sul portale principale della chiesa, alla base d'impianto dell'archivolto, si leggono due date: a sinistra, FUN.CON. 1265; a destra, FUN.ECCL.AE 1274. -Il primo portale raccorda la chiesa col campanile all'ingresso dell'attuale convento, è ad arco a tutto sesto lobato ed ornato da motivi floreali. L'altro portale s'affaccia, invece, sull'attuale sacrestia ed è costituito da una grande fascia in pietra a modanature cilindriche che si sviluppano a sguancio. -Il campanile del '300 è la costruzione più rimaneggiata di tutto il complesso. Gravemente compromesso dai vari terremoti che colpirono la città , ha perduto le colonnine che fino al 1857 ne ornavano le finestre gotiche: attualmente esse sono custodite nel Museo Provinciale di Potenza. Il campanile costituì un grande problema per l'incolumità pubblica a causa della sua instabilità. Già nel 1889 gli impiegati del vicino tribunale si lamentavano del suono delle campane della torre, perchè questa era pericolante. Sin dall'anno precedente, era stata rivelata tale pericolosità in occasione di un progetto di restauro. Il campanile presentava in cima, prima del restauro, una cupoletta di tipo orientale, scomparsa poi nel 1934. Al suo posto era prevista una sistemazione del tetto a terrazza, ma nel 1937 la cupoletta venne eliminata e sull'ultimo ripiano, venne elevata una cuspide esistente attualmente. Sul campanile, nel 1899, vennero collocate "la campana mezzana" e "la campana a squillo". Si trattava di due campane più antiche acquistate dai fedeli, i quali raccolsero i fondi necessari alla spesa, che era circa di 210 lire. La campana mezzana era stata fusa la prima volta nel 1586. La campana a squillo, invece, nell'anno 1741. -All'ingresso principale della chiesa, la porta è datata 1499, costituita da 54 formelle, 27 per ogni battente. Altre tre porte del '500, danno accesso al convento, alla sacrestia ed al fianco laterale sinistro della chiesa all'altezza del presbiterio. La porta maggiore, la più decorata, ha subito le ingiurie del tempo e degli eventi, ed è stata restaurata nel 1963. Vi è poi un monogramma cristologico di San Bernardino da Siena (IHS: Jesus Hominum Salvator), disposto simmetricamente con formelle che, a file di tre, alternano rosoni gotici e altre immagini. La base delle porte principali non è orginale, in quanto, durante il restauro, le formelle non recuperabili sono state sostituite con nuovi pannelli lisci in legno. Nel 1880, i sodali della confraternita verniciarono la porta principale in finto marmo per proteggerla dalle intemperie; con lo stesso gusto erano state verniciate anche le pareti della chiesa. Nel 1902 gli esperti Lucio Mariani e Federico Hermanin avanzarono la richiesta di far rimuovere la porta principale per collocarla all'interno, sottraendola cosi dalle intemperie. Il direttore della Soprintendenza per la conservazione dei monumenti delle provincie meridionali comunicò una risposta pressoché negativa e la porta rimase al suo posto. Tutte le altre porte sono un capolavoro di intaglio; La porta d'accesso alla sacrestia è formata da sei pannelli a festorni fiorati con i simboli delle braccia incrociate. Altri sei pannelli con quattro rosoni e due ricami di foglie, decorano la porta sulla parete nord a sinistra del presbiterio. L'ingresso al convento, il più elegante, si incastona nel portale polibato, costituito da due pannelli fiorati e quattro traforati a grata. -Prima della chiesa e con il convento era sorto il chiostro. Oggi ne sono una testimonianza dei piedicini del duecento murati nel restaurato portico. Per iniziativa dei Guevara, conti di Potenza, nel '500 il chiostro venne ricostruito in stile rinascimentale. Oggi se ne ammira sono un'ala per altro mutila di dell'ultima arcata. Nei lavori del 1940, infatti, crollò quest'ultima parte corrispondente al portichetto esterno verso il campanile, dove vi si trovava il portale cinquecentesco che fu recuperato completamente.

Architettura (Interno): -Molte furono le generose donazioni che consentirono un notevole accrescimento e abbellimento del complesso in generale. Le testimonianze della prosperità di quel periodo sono presenti nelle opere d'arte di stile aragonese e durazzesco. -L'impianto, semplice e schematico, è tipico delle antiche chiese francescane dei primi tempi: una sola navata che chiude ad est con l'abside. -"Nella muratura della parete verso il palazzo di giustizia - è scritto in una deliberazione della confraternita del 1952 menzionata dal D'Acunti - si son rinvenuti affreschi, alcuni in frantumi ed uno con San Sebastiano; di fronte, in un arco, la figura di San Francesco e di Santa Chiara". In realtà le figure dei santi Francesco e Chiara sono attergate, risultano cioè l'uno a fianco all'altra ma sull'infradosso di due diversi archi od incavi affiancati, sulla parete destra. Le due raffigurazioni dono un segno peculiare delle origini francescane dell'edificio sacro. La figura di Santa Chiara è caratterizzata dalla severità del tratto, mentre il disegno della figura del Santo è addolcito da ritocchi successivi con linee più morbide. Il martire San Sebastiano è rappresentato legato e collocato in un accenno di paesaggio campestre, è trafitto da numerose frecce scoccate a breve distanza da un arciere in costume del tardo '400. Nella navata della chiesa, sulla parete destra, è eretto un cenotafio (tomba vuota) datato 1534 in memoria di un benefattore della chiesa, tale Donato De Grasis, raffigurato disteso sul letto e rivestito del vestito cinquecentesco dei borghesi potentini. Accanto al cenotafio del De Grasis, un'edicola custodisce un'icona bizantina del sec.XIII, raffigurante la Madonna che indica col dito il Bambino che tiene sulle braccia come "la via" da seguire. L'immagine sacra fu invocata e venerata come santa "Madonna del terremoto" a seguito del sisma del 16 dicembre 1857. Un secolo dopo la sacra immagine venne incoronata dal cardinale Marcello Mimmi in Piazza Prefettura il 22 settembre 1957. -Oggi sulla parete d'ingresso è collocato l'organo a canne. Nell'antica sistemazione esso era situato nell'abside e le sue canne sovrastavano gli stalli del coro ligneo dove i frati salmodiavano l'ufficio divino. Nell'inventario del 25 ottobre 1944, redatto per la consegna della chiesa ai conventuali che tornavano a Potenza, l'organo è descritto come manufatto del '400. Tra il 1887 e il 1892, l'organo è stato danneggiato diverse volte. nei restauri del 1953, fu, pertanto, necessario sostituirlo con uno strumento moderno. -L'altare maggiore marmoreo ad intarsio, del '700, venne smantellato durante i restauri dwgli anni '70: il palliotto fu donato alla Cattedrale ed oggi è collocato nella cappella dell'Episcopio. Il nuovo altare maggiore presenta un palliotto moderno, scultura di Antonio Masini.