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Letteratura Popolare Della Corea Del Sud

Boyang 보양

La leggenda "Boyang" narra la storia di un monaco del tempio di Unmunseonsa alla fine di Silla (실라) e all'inizio di Goryeo, che ha ordinato al mostro sotto forma di serpente, Imugi, di portare la pioggia e proteggere il drago dalla furia dell'imperatore celeste Cheonje.

Quando il monaco Boyang tornò da Chin, il Re Dragone del Mar Ovest, Seohaeyongwang gli diede una tunica di seta dorata e ordinò a suo figlio Imok (Imugi) di accompagnare Boyang. All'arrivo, Boyang, in base all'ordine del Re Dragone, costruì un tempio chiamato Jakgapsa dove le gazzelle lo stavano pungendo. Al calar della notte, Boyang ordinò a Imok di portare la pioggia, ma l'imperatore celeste cercò di uccidere Imok dicendo che aveva fatto ciò che era oltre i limiti. Boyang, allora, lo nascose sotto il tavolo e quando il messaggero celeste cercò Imok, Boyang indicò con il dito un pero che in caratteri cinesi è l'omonimo di Imok. Il messaggero celeste colpì il pero con fulmini prima di ascendere al cielo, e Imok accarezzò il pero per riportarlo in vita. Le versioni della leggenda su Boyang e Imok sono state trasmesse oralmente nelle zone di Miryang e nei templi di Umunsa e Daebisa di Cheongdo della provincia di Gyeongsang-do.

Le varie versioni a volte includono altri motivi, ma la maggior parte di loro girano intorno a un tema "il serpente Imugi che non riesce a diventare un drago".

La versione più conosciuta è quella di Cheongdo sul serpente Imugi che si crede viva nel pozzo di Sirae Hobakso (호박소). Un monaco si insospettì quando vide un monaco superiore sparire ogni singola notte, così lo seguì al serbatoio Daebiji dove si scosse e si trasformò in un drago. Quel mostro a forma di serpente salì in cielo quando si rivelò il suo vero aspetto e colpì la roccia Eoksan, situata nel sud del tempio, con la sua coda, perché la roccia aveva una punta acuta.

Il pozzo, dove il mostro a forma di serpente Imugi si crede viva, si chiama Hobakso che significa "pozzo di mortaio". Secondo la ricerca dettagliata della geografia del Regno Orientale “Donggukyeojiseungnam” (동국여지승람), mettere la testa di una tigre nel pozzo porta la pioggia, il che significa che il pozzo serviva come il luogo dove i riti di richiesta di pioggia hanno avuto luogo. La versione della leggenda trasmessa oggi anche racconta che il serpente ha vissuto in Hobakso anche dopo che la sua vera identità è stata rivelata.

Tuttavia, le leggende relative a questa narrazione sono diventate sempre più distanti dall'influenza del buddismo, che ha cambiato il personaggio del serpente come una creatura che non può diventare un drago, nonostante la sua capacità di portare la pioggia.


Dokdo 독도

Le leggende di Dokdo raccontano le storie che circondano le 89 isole situate a Dokdo-ri, parte del villaggio Ulleung (울릉) della provincia di Gyeongsangnamdo (경상남도).

Una delle leggende relative a Dokdo è Gumeongbawi (구명바위), che significa "roccia di buco". Gumeongbawi si trova sulla riva del villaggio Cheonbu-ri (천부리) che era originariamente nelle acque vicine al villaggio Heyonpo-ri.

Un vecchio saggio di un villaggio più grande che possedeva i poteri soprannaturali legò la roccia ad una nave e cercò di lasciarla in mezzo al mare. Ma la roccia non si mosse, quindi il vecchio era così arrabbiato che sollevò una delle rocce vicine e la gettò su quella legata alla nave, in questo modo si creò un buco nella roccia. Quando la barca arrivò alle acque vicine al villaggio Cheonbu-ri, la corda venne tagliata lasciando la roccia nella posizione attuale, da qui il nome Gumeongseon (isola di foro) o Gongam (roccia di buco), a causa del buco fatto dall'uomo anziano.

Il drago asceso al cielo è una leggenda che narra l'origine dell'isola chiamata Dokdo: esistevano numerose isole nel Mare Est, e il drago che viveva sull'isola più grande tra loro ha distrutto tutte le isole vicine con la sua coda prima di ascendere al cielo lasciando soltanto due isole, Ulleungdo e Dokdo. Il Segreto dell'Isola di Gasando (가산도) è la storia di tre pescatori dell'isola di Ulleungdo che sono andati a pescare su una piccola barca, ma la barca è arrivata su un'isola deserta, coperta di pietre. Essi poterono tornare a casa con l'aiuto di un anziano eremita taoista che diede loro frutta e insegnò la strada, ma i pescatori non riuscirono più a trovare quell'isola.

La maggior parte delle leggende di Dokdo sono mantenute entro i limiti della sua geografia, e l'unica narrazione archetipica che si osserva qui è la leggenda di "Roccia di Buco", basata sulla leggenda, “Montagna che si muove”, spiegando l'origine di un'isola formata da una roccia gigantesca accanto a Dokdo.

L'uomo anziano che muove la roccia in questa storia sembra basarsi sul creatore che riorganizza le formazioni geografiche, più specificamente la deità creatrice gigante nella mitologia coreana. Nel corso dello spostamento della roccia, il vecchio perde i suoi poteri soprannaturali, ciò che può essere interpretato come la frammentazione e secolarizzazione del dio creatore, che è un fenomeno comune nelle narrazioni popolari coreane.


Fonti:

1) https://folkency.nfm.go.kr/en/topic/detail/5529

2) https://folkency.nfm.go.kr/en/topic/detail/5490


Il Corvo A Tre Zampe 삼족오

La leggenda "Samjogo" racconta la storia di un uccello immaginario con tre zampe che vive nel sole o simboleggia il sole. Secondo i registri cinesi, il concetto del corvo a tre zampe deriva dalla credenza popolare che il punto nero nel sole assomigli ad un corvo; il numero di zampe nella cosmologia tradizionale indica la luce o l'energia dello yang; inoltre si pensa che il numero tre indichi il sole. In Corea, l'immagine del corvo a tre zampe è stata trovata sui murales della tomba numero uno di Goguryeo del villaggio Jinpa-ri e la tomba numero uno del villaggio Deokhwa.

Ci sono due leggende coreane che rappresentano il corvo a tre zampe.

La prima è la leggenda trasmessa oralmente dal monte Geumo, situato a Gumi, nella provincia di Gyeongsangbuk-do. Un inviato della dinastia Tang seguì un uccello iridescente e si ritrovo su questa montagna dove è sparì. Da allora, la montagna è stata chiamata il monte Geumo, che significa "corvo dorato".

La seconda è la leggenda di una coppia sposata, Yeono e Seo, che viveva sulla costa est di Silla. Durante il quarto anno del regno del re Adalla (157), la coppia si mise su una roccia fluttuante e andò in Giappone, dove furono introdotti come re e regina, mentre su Silla, la luce della luna e i brillanti raggi del sole scomparvero. Un funzionario che ha esaminato questo fenomeno ha dichiarato che questo successe grazie al movimento delle energie del sole e della luna del Giappone. Il re Adalla mandò un messaggero in Giappone e chiese a Yeono e Seo di tornare a Silla, ma Yeono rispose che il problema poteva essere risolto se i tessuti di seta elaborati da Seo fossero stati portati a Silla per essere utilizzati in un rituale di adorazione al cielo. Quando fecero quello che Yeono disse loro, la luce della luna e i raggi del sole furono ripristinati.

Nella leggenda del monte Geumo l'uccello del sole, ovvero il corvo, è raffigurato come un elemento centrale nel nome geografico, mentre nella leggenda di Yeono e Seo appare il corvo personificato e riflesso nei nomi dello sposo e della moglie che possono essere trascritti in un carattere cinese 烏 (che significa "corvo"). Considerato che il sole è un essere celeste che si riferisce anche al re del mondo terrestre, il significato del corvo rappresentato nella leggenda del monte Geumo è stato ridotto da un simbolo di poteri politici ad un mero oggetto divino.

Il corvo a tre zampe è un simbolo importante del patrimonio culturale di Goguryeo che serve da riferimento nel rapporto tra il culto del sole di Goguryeo e il simbolismo mitologico.


Pagoda Del Fratello E Della Sorella 남매탑

"Nammaetap" è la leggenda che narra la storia della “Pagoda del Fratello e della Sorella”, chiamata “Nammaetap”, un edificio sacro eretto per commemorare un monaco buddista e una fanciulla che divennero fratelli giurati e seguirono le rigide discipline religiose fino a quando non morirono insieme quello stesso giorno.

Secondo la versione trasmessa oralmente, il protagonista della leggenda è il monaco Sangwon che visse alla fine di Silla. Mentre Sangwon stava praticando le discipline religiose in una tenda vicino alla posizione attuale della Pagoda “Nammaetap”, venne trovata una fanciulla. Così i due iniziarono a praticare la devozione religiosa insieme fino a quando ottennero l'illuminazione ed entrarono nel nirvana eterno. La narrazione può essere classificata come un racconto di disciplina religiosa che mira a propagare il buddismo.

La storia più dettagliata racconta di una tigre con una spina in gola che andò a chiedere aiuto a un monaco che stava meditando. Il monaco gli ha tolse la spina dalla gola e la tigre se ne andò. Diversi giorni dopo, la tigre gli portò un cinghiale e quando lo vide il monaco disse: "Questo è il luogo della disciplina religiosa, dove non è accettabile sacrificare vite" e lo rimandò indietro. Pochi giorni dopo, la tigre lo portò da una donna priva di sensi e scomparve. Il monaco si prese cura di lei finché non si fosse ripresa e le disse di tornare a casa, ma lei gli offrì di servirla in cambio dei suoi sforzi per salvarla. Il monaco rispose che era entrato nel sacerdozio, allora non aveva bisogno di essere servito. Ascoltando la risposta del monaco, la donna decise di dedicarsi al sacerdozio come espressione di gratitudine. Il monaco e la donna divennero fratelli giurati e cominciarono a praticare discipline religiose insieme per il resto della loro vita. Entrarono nel nirvana eterno lo stesso giorno, e si diceva che moltissime reliquie buddiste chiamate “sarira” furono trovate nei loro resti inceneriti, quelle che erano considerate come segni della loro illuminazione.

Durante il regno del Re Seongdeok di Sedia, il Maestro Hoeui restaurò il luogo di meditazione (tempio di Cheongnyangsa, oggi) e costruì una pagoda in suo onore dandogli il nome di “Nammaetap” che significava "Pagoda del Fratello e della Sorella". Un’altra versione di questa leggenda sostituisce la spina incastrata nella gola della tigre con un gancio per capelli; il monaco rimprovera la tigre per aver ucciso una donna dopo aver tirato fuori il gancio per capelli, posto nella gola di questo animale. I dettagli relativi alla donna variano anche: in alcune versioni, la donna incontra la tigre per strada per caso, mentre in altre versioni, lei viene rapita dalla tigre alla vigilia del suo matrimonio. La leggenda può essere classificata come un racconto sull'origine del tempio di Cheongnyangsa o un racconto del raggiungimento di illuminazione con la storia in cui il monaco è coinvolto con una donna, ma non è distratto, e alla fine entra nel nirvana.


Fonti:

1) https://folkency.nfm.go.kr/en/topic/detail/5550

2) https://folkency.nfm.go.kr/en/topic/detail/5468