Utente:Giaccai/auladidattica/soroptimist/allieva tre

Amelia Pincherle Rosselli

Amelia Pincherle Amelia Pincherle (Venezia, 16 gennaio 1870 – Firenze, 26 dicembre 1954) è stata una scrittrice e antifascista italiana.

Biografia

Nata in una famiglia ebrea non praticante e di tradizione liberale, veneziana, figlia di Giacomo Pincherle Moravia e di Emilia Capon, sposa a Roma il 3 aprile 1892 il livornese Giuseppe Emanuele Rosselli; dal matrimonio nascono Aldo, Carlo e Nello. Il matrimonio termina nell'agosto 1903 con la separazione, e nello stesso anno, Amelia Pincherle si trasferisce a Firenze con i figli. Benché separata, assiste il marito malato fino alla sua morte avvenuta a Firenze il 9 settembre 1911. NOTA 1

Suo fratello Carlo Pincherle, architetto e pittore, fu padre di Alberto Moravia, mentre Laura Capon, figlia del cugino, l'ammiraglio Augusto Capon, fu moglie del fisico Enrico Fermi.

Impegno pubblico

Partecipa alla vita pubblica come membro del Comitato esecutivo dell'Esposizione d'arte e di lavori femminili di Roma e socia della cooperativa protofemminista "Industrie Femminili Italiane", presieduta dalla filantropa americana Cora Slocomb. Accanto all'attività letteraria e politica inizia quella giornalistica scrivendo recensioni, articoli e novelle per diverse riviste (Società degli amici del libro, Il Marzocco, Regina. Rivista per le signore e per le signorine, La Lettura). Nel 1908 aderisce al Lyceum Club di Firenze, circolo costituito da sole donne sul modello del Lyceum di Londra, Parigi e Berlino e diviene presidente della sezione letteraria.NOTA 2

Frequenta, negli anni precedenti lo scoppio della Grande Guerra, i circoli del nazionalismo nascente, schierandosi con gli interventisti e profondendo la medesima convinzione nei figli, in una concezione del conflitto come ultimo atto del Risorgimento. C'è, in Amelia e nei figli, la speranza che si tratti dell'ultima guerra, quella che dovrebbe portare al recupero delle città rimaste sotto la dominazione straniera, Trento e Trieste:NOTA 3

Attività antifascista

Dai primi anni venti inizia ad appoggiare l'attività antifascista dei figli Carlo e Nello, raggiungendoli nei luoghi di confino ed esilio. Dopo il loro assassinio (1937), lascia l'Italia e si trasferisce in Francia, poi in Svizzera, in Inghilterra e infine negli Stati Uniti, dove approda nel 1940 insieme alle due nuore e ai sette nipoti (tra i quali la futura poetessa Amelia Rosselli).

Esilio

Durante l'esilio collabora a tener viva la memoria dei figli fornendo documenti ad Aldo Garosci e Gaetano Salvemini, e continua l'attività antifascista come presidente del Committee for Relief to Victims of Nazi-Fascism in Italy e partecipando alle attività della Women's Division della Mazzini Society. Nel 1945, non potendo dall'esilio presenziare al processo per l'assassinio dei figli, scrive lettere a giornali (The Nation) e dà il proprio contributo ad una trasmissione radiofonica di New York, durante la quale vengono intervistate le due nuore e viene letto un suo “messaggio ai patrioti e ai partigiani dell'Italia Settentrionale”, poi pubblicato su La Settimana dei Ragazzi (1º aprile 1945). Il ritorno in Italia

Dopo la liberazione, si batte per il voto alle donne e partecipa alle vicende del Partito d'Azione; rientrata in Italia nel giugno del 1946, scrive per il settimanale ad esso collegato (Non Mollare) il contributo intitolato Costruire (1947).

Opere


Note

  1. Nicola Tranfaglia, Carlo Rosselli dall'interventismo a Giustizia e Libertà, Bari 1968, pp. 12-13
  2. Il Memoriale, scritto nella parte finale della sua vita, è rimasto inedito
  3. M. Calloni, Introduzione, in A. Rosselli, Memorie, Il Mulino, Bologna, 2001, p. 9


nome file immagine Amelia_Rosselli.jpg