{{S|linguistica}} {{S|lingua latina}} La proposizione comparativa è la subordinata circostanziale che svolge la funzione del complemento di paragone in relazione alla sua reggente.

In Latino esse si distinguono in due gruppi: le comparative reali e quelle ipotetiche. Le prime hanno il verbo principalmente all'indicativo e possono essere di uguaglianza, di minoranza, di maggioranza o di identità o differenza. Le ipotetiche indicano un paragone fra la loro reggente e un' azione ipotetica.

Le comparative reali

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Una proposizione comparativa reale mette a confronto due fatti sicuramente veri e per questo motivo, in genere, ha il verbo all'indicativo, mentre un eventuale congiuntivo potrebbe essere usato con alcune espressioni particolari.

Le comparative di uguaglianza

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Le comparative reali di uguaglianza in Latino sono introdotte dalle seguenti particelle correlative: tam... quam, tantus... quantus, tantum... quantum, tanto... quanto, tamquam... sic, ita... ut, sic... ut, talis... qualis, tot... quot, quemadmodum... eodem modo, eo... quo (con i comparativi di aggettivi e avverbi)

«Ut bona natura appetimus, sic a malis natura declinamus.» (Cicerone)
«Come per natura ricerchiamo la felicità, così per natura evitiamo le sofferenze.»

Le comparative di identità o differenza

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Le comparative di identità o differenza sono introdotte dalle congiunzioni ac e atque e contengono espressioni come:aequus ac..., uguale a...; alius ac..., diverso da...; contrarius ac..., contrario a...; idem ac... o idem + pronome relativo, il medesimo che...; par ac..., pari a...; similis ac..., simile a...; dissimilis ac..., dissimile da...; aliter ac..., diversamente da...; aeque, pariter, perinde ac..., ugualmente a...; contra ac..., contrariamente a...; similiter ac..., similmente a...; secus ac..., diversamente da...

Le comparative di maggioranza e minoranza

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Nelle proposizioni che reggono le comparative di maggioranza e minoranza è presente un aggettivo o un avverbio al grado comparativo o un verbo che indichi un confronto. Le comparative introdotte da potius quam... (piuttosto che...) hanno il verbo all'indicativo quando questo indica un fatto che non si avvera, mentre quando mettono a confronto due fatti entrambi possibili richiedono il verbo al congiuntivo, cosa che fanno anche le proposizioni introdotte da maior quam ut... (troppo grande per...).

Le comparative ipotetiche

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Voci correlate

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