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Pinacoteca civica Vincenzo Bindi
Pinacoteca Vincenzo Bindi
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàGiulianova (TE)
IndirizzoCorso Giuseppe Garibaldi 14
Caratteristiche
Periodo storico collezioniXIX
Apertura1978
ProprietàComune di Giulianova
GestioneComune di Giulianova
DirettoreSirio Maria Pomante
Visitatori4 250
[pinacotecabindi.it Sito web]

Descrizione

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La Pinacoteca civica Vincenzo Bindi, nonché casa natale dell' omonimo, situata nel centro storico della città di Giulianova, è il luogo in cui sono raccolte ed esposte le opere d'arte donate allo stesso Bindi da diversi artisti. Durante la vita dello stesso, entrando, avremmo avuto la prima stanza, una sorta di disimpegno, con due porte: la prima a destra fungeva da salottino di compagnia, mentre dall’altra si entrava nella sala da pranzo. Varcando la soglia del salottino, in fondo avremmo trovato sulla sinistra la camera da letto coniugale con il giaciglio di Enrico che forse trascorse con i suoi gli ultimi tempi di vita, mentre sulla destra si aprivano l’una dopo l’altra il salone e la biblioteca con lo studio del Professore. Sulle pareti di queste sale, Bindi spiega la sua collezione d’arte collegata com’è all’intero lascito, comprendente il Palazzo, i mobili, le suppellettili, le sculture – e non si tralasci di ricordare che il ritratto in gesso di Giannina Milli di Raffaello Pagliaccetti nella Sala civica di scultura rientra studi e saggi, lettere personali, autografi e fotografie della Biblioteca civica. Il salone con le due luminose finestre su corso Garibaldi, era arredato con due piccoli salotti, le “savonarola” vicino alle tende dalle “mantovane” rosse stile impero e i merletti della ditta Jesurum di Venezia, come d’altronde della stessa manifattura tutti i rivestimenti, un mobile con grande specchiera intagliato dal Cav. Grossi, direttore dell’Istituto artistico di Aversa, sul quale era appoggiato l’orologio tedesco in bronzo e alabastro sormontato dalla figura di Rembrandt; al centro delle pareti laterali, l’una davanti all’altra, sopra i divani intagliati, come anche le porte, con lo stemma di casa Bindi. La Pinacoteca è attualmente sviluppata nelle sei stanze nelle quali visse l'umanista, che sono state allestite tenendo conto di foto e testimonianze d'epoca, e vedono ora la presenza di quadri, mobili e suppellettili che sono testimonianza del lascito di Bindi. Si segnala la stanza dalle pareti blu, nella quale si trovano le opere riferite alla scuola napoletana ottocentesca di Posillipo [1]. Recentemente tra le tante mutazioni si è potuto procedere al ripristino del pavimento con uno simile per tono e materiale all' originale ottocentesco, si è poi pazientemente recuperato la boiserie dipinta a finto marmo che si credeva distrutta, ed è stato modificato l' impianto di illuminazione che occupava al centro le parete espositive; anche il mobilio di pregio, parte della donazione del Bindi e ideato nei motivi degli intagli dal padrone di casa.

 
Interno Pinacoteca civica Vincenzo Bindi
 
Facciata Pinacoteca civica Vincenzo Bindi

Bindi nel 1876 diede alle stampe lo studio critico sulla XII esposizione promotrice di Napoli, una serie di letture relative alle opere di artisti suoi contemporanei che "in tempi in cui non si parla d' altro che imitare il vero" con una fiducia piena nella natura, avevamo perso, a detta del nostro, il legame con la storia delle vicende artistiche. Auspicava invece un equilibrio, basato comunque sull' approccio romantico alla natura e al vero che non può essere di mera imitazione, ma necessita invece dell' interpretazione alla luce dello spirito e della genialità dell' artista [2]. Pochi anni dopo, nel 1883, venne alla luce Artisti Abbruzzesi, una rassegna inedita e, per così dire, neovasariana e antivasariana, composta non solo delle vite e dei documenti relativi a pittori o a scultori, ma anche architetti, maestri di musica, fonditori, cesellatori e figuli, dall' antichità ai suoi giorni; un' opera, che seppure con tutte le limitazioni di metodo, come sarà anche per la titanica raccolta dei monumenti del 1889, propone per la prima volta un paesaggio culturale e la consapevolezza di dover tendere a quella concezione globale, ovvero a quella sedimentazione storica di documenti e di testimonianze che diventa nell' Italia unificata il tesoro dei "padri". Così, nella Prefazione dei monumenti storici ed artistici degli Abruzzi, lo storico tedesco Ferdinando Gregorovius presenta Vincenzo Bindi come il fondatore del ramo abruzzese della storia dell' arte italiana. Alla morte di Bindi, 1928, la casa e la sua vasta collezione furono ereditate dal comune di Giulianova, successivamente aperta al pubblico nel 1978, si restituisce alla città di Giulianova come un luogo d' arte e di cultura, uno spazio appartenente ai cittadini e reso disponibile a turisti e visitatori tutto l'anno. Un' ambiente dove la storia e l' identità diventano centrali e tornano punto di riferimento per l' arte nel meridione italiano, che ha il compito di valorizzare il passato adottando però una concezione moderna.

Collezioni

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Biblioteca di Palazzo Bindi

Il nucleo principale di opere è quello della Scuola di Posillipo, collezionata grazie al matrimonio con la figlia del pittore Gonsalvo Carelli, con quadri di Anton Sminck van Pitloo, Giacinto Gigante, Teodoro Duclère, Consalvo Carelli e Raffaele Carelli. A queste opere si aggiungono quadri di artisti abruzzesi come Pasquale Celommi, Filippo Palizzi, Nicola Palizzi, Giuseppe Bonolis, Teofilo Patini, Raffaello Pagliaccetti, Gennaro Della Monica e Francesco Paolo Michetti.

Altre opere sono attribuite a Domenico Morelli, Vincenzo Gemito, Francesco Solimena, Jusepe de Ribera, Pompeo Batoni, Valerico Laccetti e Vincenzo Camuccini.

La collezione, appartenente al comune, è stata ospitata all'interno del Museo d'arte dello Splendore di Giulianova fino al 17 dicembre 2019[3].

  1. ^ Sirio Maria Pomante, p. 137.
  2. ^ Sirio Maria Pomante, p. 131.
  3. ^ Museo d'Arte Dello Splendore, su facebook.com. URL consultato il 22 maggio 2020.

Bibliografia

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  • Mario Mandalari Arte e Storia. Ricordi di Vincenzo Bindi, Rocco Carabba, 1886
  • Sirio Maria Pomante, Regione d’ingegni gagliardi. Vincenzo Bindi e la costruzione dell’identità d’Abruzzo sul Patrimonio culturale: l’uomo, il legame con gli artisti abruzzesi e la collezione d’arte nella sua casa, Vincenzo *Bindi 1928-2018, 2018.

https://www.beniculturali.it/luogo/pinacoteca-civica-v-bindi-sistema-museale-musei-civici-giulianova