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MARIO TOMMASO GARGALLO modifica

 
Primo Piano Mario Tommaso Gargallo

Mario Tommaso Gargallo dei marchesi di Castel Lentini (Firenze ,5 marzo 1886 – Roma, 1 novembre 1958)

è stato l’ideatore delle Rappresentazioni Classiche a Teatro Greco di Siracusa e fondatore dell’INDA (Istituto Nazionale Dramma Antico). Geniale creatore degli Spettacoli Classici al Teatro Greco di Siracusa, è stata una delle figure più insigni del movimento culturale siciliano dei primi anni cinquanta del novecento. Erede di una tradizione culturale, di cui andò legittimamente orgoglioso; tradizione che ebbe il merito di incrementare con un entusiasmo che trovava la radice nella sua educazione umanistica, fondendosi in lui la genialità e il gusto classico del poeta Tommaso Gargallo e la passione erudita dell’archeologo Filippo, che allo studio dell’antichità aveva volto il suo vivido ingegno.

 
Mario Tommaso Gargallo al Teatro Antico di Siracusa

BIOGRAFIA modifica

Mario Tommaso Gargallo dei marchesi di Castel Lentini, nasce a Firenze il 5 marzo 1886 da Gioacchino e Annunziata Gualandi . I primi anni della sua infanzia li passa a Treppio (Pistoia) paese di origine della madre, in seguito la famiglia si trasferì a Firenze dove era nato il padre e dove aveva vissuto il nonno Conte Filippo. Il padre, Gioacchino, era cresciuto in Francia, all’età di 14 anni subì il lutto del padre; lo zio, il marchese Francesco, mandò lui e i suoi fratelli a Chambery , a studiare nel Collegio di Saint-Etienne. Il nonno, il conte Filippo, archeologo, era uno studioso come il padre Tommaso Gargallo (1) , membro e socio di vari Istituti ed Accademie (Reale Accademia Peloritana, Società Economica Netinese, Royal Society of Literature, Istituto di Archeologia Kaiser Wilhelm Institute di Teodoro Mommsen). Mario Tommaso compie, come il fratello, gli studi classici a Firenze. E’ appassionato di arte. Un geniale autodidatta che affinò il suo gusto e il suo temperamento artistico con quella ricca esperienza che gli derivò dall’ambiente fiorentino dove trascorse la sua giovinezza. Appassionato di scultura che studiò con Antonio Garella (2) , varie sono le sue opere in pietra, ceramica e bronzo. Nel 1889 va per la prima volta con la famiglia a Siracusa, sua patria, dove tornerà spesso. Dal 1891 cominciano i viaggi all’estero con la famiglia (Francia, Svizzera, Italia.) viaggi che nella sua fanciullezza si ripeteranno spesso e che allargarono il suo orizzonte visivo. Nel 1893, muore il padre Gioacchino, uomo di grande dirittura morale, colto e generoso. Negli anni successivi la vita della famiglia Gargallo si alterna tra Firenze e Siracusa e viaggi in varie località. Nel 1905 il fratello Filippo si sposa. Il 7 gennaio 1908, Filippo e Mario Tommaso, elessero domicilio a Siracusa. Quando ci fu il terremoto a Messina il 28 dicembre, i due fratelli Gargallo si trovavano a Siracusa, approntarono subito degli alloggi per i feriti in casa loro e fecero venire una squadra di medici da Firenze.

 
Poster teatro antico siracusa

Nel 1912, Mario Tommaso ebbe l’idea di far recitare dei lavori classici al teatro greco di Siracusa. Il 6 aprile 1913 il Comitato da lui formato si riuniva nella sala della Camera di Commercio di Siracusa, per dar vita alle rappresentazioni classiche al Teatro Greco. Il 16 aprile 1914 misero in scena la prima dell’Agamennone.

 
IACP.1913

Già da qualche anno aveva in mente di realizzare a Siracusa delle case popolari. Nel 1913 il 28 giugno un comitato promotore di privati cittadini sotto l’egida di Mario Tommaso Gargallo e del fratello Filippo, presso la loro abitazione, costituirono l’Istituto Autonomo Case popolari di Siracusa. Il patrimonio iniziale di lire 10.000 fu donato dai fratelli Gargallo. Lo Statuto fu in seguito approvato con Regio Decreto nel 1921. (3)

 
Mostra Teatro Argentina 1920
 
Manifesto Baccanti ed Edipo Re

Nell’estate del 1914, mentre ritornava a Firenze, ci fu l’annuncio della guerra. Essendo iscritto nel Distretto di Firenze, Mario Tommaso fu nominato ufficiale di fanteria a Firenze, mentre il fratello Filippo, ufficiale territoriale di artiglieria, a Pistoia. Si arruolarono così nel 1915. In guerra i due fratelli ebbero un servizio lungo, disagiato e pieno di pericoli. Ma pur restando lontani da Siracusa per ben tre anni, sia loro che la famiglia, non dimenticarono di prodigarsi per la loro città in opere di beneficenza e di assistenza. Crollato il tetto della chiesa di San Tommaso, diedero una somma per la ricostruzione. Nel 1918 ci fu l’armistizio e Mario Tommaso Gargallo tornando a Siracusa riprese ad amministrare l’azienda di famiglia. Nel 1920, dopo la guerra e la pandemia di spagnola, dopo più di sei anni, Mario Tommaso riprende l’opera interrotta, riunendo un Comitato Generale di cittadini il quale nominò un Comitato Esecutivo sotto la sua Presidenza. Le riunioni, invece che alla Camera di Commercio, si fecero nei locali della Biblioteca di palazzo Gargallo al Carmine. In una di queste riunioni egli ebbe l’idea di voler assicurare a Siracusa la continuità di questa iniziativa (rappresentazioni classiche) con la fondazione di un apposito Istituto come Ente Morale Mario Tommaso nell’estate del 1921 si fidanza con la contessa Ada Euridice Sdrin Conemenos, che sposa il 27 luglio 1922 a Napoli. Matrimonio celebrato dall’allora arcivescovo di Siracusa, Mons. Giacomo Carabelli. In quegli anni vive a Siracusa con la madre, mentre il fratello fa la spola con Firenze. Nell’aprile del 1922 si rappresentano al teatro greco di Siracusa le Baccanti di Euripide e l’Edipo re di Sofocle.

L’11 dicembre 1923 nasce il primo figlio, Gioacchino Diego Giorgio, a Siracusa. Nello stesso anno uscì la monografia di G.E. Rizzo “Il Teatro greco di Siracusa”, voluta dai fratelli Gargallo, soprattutto dal fratello Filippo; monografia premiata dalla Regia Accademia dei Lincei. Pubblicato dalla Casa Editrice D’Arte Bestetti e Tuminelli – Milano –Roma 1923 Prima della guerra il conte Gargallo si fece promotore insieme al Comitato delle Rappresentazioni Classiche impegnandosi nella creazione di una passeggiata archeologica all’interno del parco nella zona detta il Paradiso. Progetto che mandò a Roma. Nel 1923 , dopo la guerra, riprese questo progetto, ampliandolo, volendo creare un Parco delle Rimembranze, in cui fossero piantati degli alberi, ognuno dei quali ricordasse un caduto della guerra mondiale. Voleva unire il concetto di una passeggiata archeologica con quello di Parco delle Rimembranze. Il 1 aprile 1924 avviene la fusione del Circolo Sportivo Tommaso Gargallo con altri club della città ad opera dei due fratelli Gargallo con uno stanziamento di lire 5000 per costruire le basi economiche della neonata società di calcio aretusea che debutterà nel 1929 nella Prima Divisione. Nel 1924 si rappresentano I sette a Tebe di Eschilo e l’Antigone di Sofocle. In quell’occasione furono presenti il Re, Vittorio Emanuele II e l’allora capo del Governo, Benito Mussolini, il quale propose di dare la qualifica di Nazionale all’erigendo Istituto del Dramma Antico in Ente Morale.

 
Mussolini al teatro greco

Infatti con Regio Decreto del 7 agosto 1925, viene riconosciuto Ente Morale l’Istituto del Dramma Antico, voluto fortemente dal Conte Gargallo. Nel 1925 Mario Tommaso si traferisce con la famiglia a Roma. Nel 1927 vengono rappresentate la Medea e il Ciclope di Euripide, le nuvole di Aristofane e i Satiri alla Caccia di Sofocle. Anche in questo anno assiste alle rappresentazioni il Re Vittorio Emanuele II. Per l’occasione i due palazzi Gargallo, al Carmine e a Piazza Archimede furono illuminati su disegno dell’arch. Fichera.(foto) Sempre nel 1927 fu fatta una elargizione, dai due fratelli, alle donne che avessero riconosciuto i loro figli naturali, destinandogli la somma dovuta per la concessione enfiteutica del terreno dove sorse il brefotrofio. Nel 1928 nasce il secondo figlio di Mario Tommaso, il 24 giugno, Pier Nicola a Roma. Nel 1929 con l’avvento del fascismo, il capo del governo Mussolini volle portare la sede dell’Istituto del Dramma Antico, divenuto Nazionale, a Roma. Mario Tommaso Gargallo si oppose a questa decisione poiché la sede dell’istituto da lui fondato doveva rimanere a Siracusa. Fece allora volontariamente un passo indietro, decidendo di lasciare la presidenza, rimanendo neutrale. Mussolini mise allora a capo dell’istituto Biagio Pace, archeologo e gerarca fascista. Dal 1929 in poi Mario Tommaso Gargallo continua a seguire le vicende dell’istituto del dramma antico e le rappresentazioni, e lo fa con articoli, memoriali, pubblicazioni e corrispondenze con Duilio Cambellotti e Ettore Romagnoli. In questi anni viene nominato Presidente del Consiglio di Amministrazione della Regia Scuola d’Arte di Siracusa. Il 17 luglio del 1930 muore la madre Annunziata. Per lui e suo fratello fu un dolore enorme. La contessa Annunziata era una donna molto buona e molto religiosa. Educò i figli alla bontà e al rispetto. A Siracusa si adoprò molto nella carità verso i bisognosi e durante la guerra fu di conforto alle famiglie e ai soldati. Nel 1934 Mario Tommaso scrive “Per il Teatro Greco” una pubblicazione sulle rappresentazioni .(3) Nel 1940 entra a far parte dell’Accademia del Parnaso Nel 1943 cade il fascismo e nel 1944 il Ministro della Pubblica Istruzione di allora nominò Commissario Straordinario dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico lo stesso conte Gargallo, ma il Sottosegretario agli Spettacoli nominò di autorità un nuovo presidente nella persona del prof. Cantarella. Il 7 novembre 1944 fonda il Circolo di Cultura Tommaso Gargallo e ne novembre 1946 pubblica la rivista Tripode. Nel 1946 la Giunta Comunale di Siracusa, invocò il ritorno del Conte Gargallo alla Presidenza dell’Istituto del Dramma Antico, il ritorno di questo a forme democratiche, e che la sede ne fosse riportata a Siracusa. Inoltre nelle elezioni del 1946, fu eletto Sindaco di Siracusa , primo Sindaco della Repubblica Italiana del dopoguerra eletto dal popolo, mandato che svolse dal 16 maggio 1946 al 26 febbraio 1948. Nel 1950 fonda il Rotary club di Siracusa di cui è il primo Presidente.

 
Cena di Gala 1950

Nel 1953 alcuni studiosi siracusani ebbero l’idea di costituire a Siracusa un Istituto di studi storici, nacque dunque la Società Siracusana di Storia Patria. Soci fondatori furono Mario Tommaso Gargallo, Santi Luigi Agnello, Luigi Bernabò Brea, Sebastiano Capodieci, Corrado Piccione, e altri. Primo presidente fu proprio Mario Tommaso Gargallo, nobile mecenate della città di Siracusa. In quegli anni molte furono le sue iniziative di carattere culturale alle quali diede vita ed impulso, dalla Società degli amici della musica, che nel Teatro Comunale realizzò concerti di musica da camera, alla realizzazione di un ciclo di conferenze di letterati, scrittori e artisti di chiara fama, da Luigi Pirandello ad Ettore Pais, da Innocenzo Cappa ad Ettore Romagnoli, a Guido Manacorda, a Roberto Papini. Fu sua, e del fratello, la fondazione dell’Associazione Italo-Britannica, con varie iniziative, soprattutto cicli di conferenze tenute da illustri scrittori stranieri. Sempre sua fu la proposta di costituire a Siracusa una sezione dell’Associazione degli Amici della Grecia. Nella stessa città di Roma fu uno dei maggiori esponenti della Società Amici delle Catacombe, perché comprese l’importanza che, sia dal punto di vista monumentale come da quello storico, riveste il mondo cimiteriale sotterraneo. Muore a Roma il 1 novembre 1958

NASCITA DELLE RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE modifica

L’esperimento del 1911 dell’Edipo Re al Teatro Romano di Fiesole, fu la scintilla da cui doveva scaturire la realizzazione di uno dei più grandi avvenimenti d’arte del secolo. Mario Tommaso Gargallo, cominciò così a pensare di fare delle rappresentazioni classiche a Siracusa. Come scrisse: “...quando nel 1911 decisi di tradurre in realtà il progetto, lungamente accarezzato, di ridar vita al grande teatro Siracusano da ventitrè secoli inciso nella balza rocciosa sacra ad Apollo Temenite, le mie più ardite speranze erano di giungere a riportare su quelle antichissime scene la Tragedia Eschilea per una rievocazione magnifica.” Nell’autunno del 1912 lanciò l’idea di far recitare dei lavori classici al Teatro Greco di Siracusa. Decise di formare un Comitato e per ciò si rivolse agli amici più cari. Oltre al fratello Filippo, suo cugino Mario Corvaja e il fratello Marcello, il marchese Ignazio Specchi, l’avvocato Francesco Mauceri (allora Presidente dell’Associazione per il Movimento dei Forestieri), il barone Ugo Bonanno, il dott. Francesco Randone e il barone Aldo Arezzo della Targia. Il 6 Aprile 1913 si riuniva nella sala della Camera di Commercio di Siracusa, eletta a sede, per dar vita alle Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco. L’inverno del 1913 fu “l’incubazione” delle rappresentazioni classiche. A giugno Mario Tommaso assistette alle Baccanti di Euripide al teatro di Fiesole. In quella occasione conobbe in casa di Giosuè Borsi (Direttore del Nuovo Giornale e attore), Ettore Romagnoli che in seguito il prof. Paolo Orsi consigliò quale direttore Artistico e traduttore. Nell’estate si recò con il fratello Filippo a Padova per parlare con Ettore Romagnoli e a Milano, dove vide Renato Simoni, in cerca di attori per il futuro spettacolo e per il bozzetto del pittore Metlicovitz , al quale aveva commissionato il cartellone .(foto) Nell’autunno cominciarono i lavori per la realizzazione delle Rappresentazioni. Il fratello Filippo, studioso di letteratura (faceva parte dell’Accademia dei Lincei e della Crusca), partecipò attivamente scrivendo articoli e collaborando alla propaganda (fece l’opuscolo che doveva servire da invito, illustrazione e guida “teatro greco di Siracusa – rappresentazioni Classiche- primavera MCMXIV” con l’emblema di una riproduzione di una moneta siracusana, col tripode e la dicitura SiraKosion).

Per realizzare tutto ciò la Provincia di Siracusa offrì un contributo di L.2000 a fondo perduto, e furono emesse dal Comitato delle quote di concorso di L.50, che furono rimborsate alla fine degli spettacoli. Ma i veri Mecenati furono, Mario Tommaso Gargallo e suo fratello Filippo. Si decise di rappresentare l’Agamennone di Eschilo (inizialmente Mario Tommaso avrebbe voluto rappresentare i Persiani) con la direzione artistica e la traduzione di Ettore Romagnoli, le scene disegnate da Duilio Cambellotti e realizzate dalla Regia Scuola D’Arte di Siracusa sotto la guida dell’ing. Carlo Broggi e del Prof. Fusero. Gli stessi ragazzi della scuola fecero le comparse così come i cori furono eseguiti dai ragazzi del Liceo Classico Tommaso Gargallo di Siracusa. La compagnia scritturata fu quella dei Grandi Spettacoli diretta da Gualtiero Tumiati e dal Masi. Gli attori, Berti Masi, Mariani, i signori Tumiati, Tempesta e Savini, e Giosuè Borsi.

Il 16 Aprile 1914 ci fu la prima dell’Agamennone, tragedia scelta per la rappresentazione. Molte personalità dell’epoca vi parteciparono: S.E. On. Giovanni Rosadi, l’On. Giarracà, prof. Paolo Orsi, prof. Corrado Ricci, On. Libertini e molti altri, giornalisti delle più importanti testate nazionale ed internazionali e le città consorelle dell’isola inviarono i loro magistrati. L’esercito proteggeva gli accessi e la Regia Marina aveva mandato due navi, era presente naturalmente la popolazione di Siracusa. L’Agamennone ebbe un successo eccezionale. Vi fu pure un apposito ufficio postale, con relativo bollo, per spedire le innumerevoli cartoline illustrate.

Il successo fu enorme, assistettero ben più di 15.000 persone. Accordi furono presi con le Ferrovie delle Stato e con le Compagnie di Navigazione e naturalmente con gli alberghi.

Anche la città di Venezia, che doveva in quei giorni ospitare la Biennale, spostò la data dell’inaugurazione proprio per consentire la prima dell’Agamennone al Teatro Greco di Siracusa.

Agli inizi del 1914, la “Lucarelli Film” contattò Mario Tommaso Gargallo per avviare una trattativa per poter fare una riproduzione cinematografica delle Rappresentazioni Classiche, contemporaneamente anche “L’Etna Film” di proprietà di Alfredo Alonzo, faceva anch’essa richiesta di poter riprendere gli spettacoli classici. Queste proposte vi furono anche negli anni successivi, ma per diversi motivi non si giunse ad una realizzazione.(3) Iniziò quindi a preparare le seconde rappresentazioni classiche a Siracusa. In principio Mario Tommaso voleva rappresentare il Prometeo di Eschilo, ma su consiglio di Ettore Romagnoli decisero per le Coefore di Eschilo. Le stesse Coefore di Eschilo furono rappresentate il 16,17,20,24,28 Aprile 1921 dalla Compagnia Berti Masi, con musiche di Giuseppe Mulè e le scene di Duilio Cambellotti e i costumi di Manrico Bonetti. Come per l’Agamennone le scene furono realizzate dalla Regia Scuola d’Arte diretta dal prof. Fusero e sotto la direzione dell’ing. Broggi, i giovani siracusani presero parte agli spettacoli nelle masse e nel coro. Gli interpreti principali furono: Teresa Franchini (Elettra), Emilia Varini (Clitemnestra), Bice Lanni (Corifea) e Ettore Berti (Oreste). Questa opera ottenne un grande successo grazie alla fusione perfetta della parte letteraria e drammatica con la musica, con i movimenti delle masse, con lo sfondo della scena e i colori del vestiario. Tutti questi elementi furono ad arte combinati insieme tanto che l’opera ebbe la caratteristica del capolavoro. Al Teatro Comunale Argentina di Roma furono esposti nel Foyer i bozzetti di Duilio Cambellotti della scena e i costumi delle Coefore di Eschilo il 16 dicembre 1920. In occasione della rappresentazione del 17 aprile delle Coefore fu pregata S.E. Vittorio Emanuele Orlando, di dare l’annuncio del progettato Istituto alla “ attenta, innumerevole folla raccolta nel Teatro greco di Siracusa”, con queste parole “Che un Istituto apposito sorga qui, su questo suolo sacro a questi ricordi, che esso non viva della vita breve e contingente dei comitati d’occasione, ma sia focolare perenne alimentatore di una specialissima cultura, che questa sia fatta di erudizione, ma anche di attività vitale..” Anche il Maestro del Futurismo, Marinetti, riconoscendo l’energia geniale degli organizzatori delle rappresentazioni greche si adoperò affinché venisse bandito un concorso fra i giovani siciliani per un dramma moderno. Nel 1922 furono rappresentate le Baccanti di Euripide (22,26,29 aprile) e l’Edipo Re di Sofocle (23,27,30 aprile e 4 maggio). Nelle Baccanti, tragedia dove la danza è predominante, Mario Tommaso Gargallo, aveva visto in uno spettacolo alla Pergola di Firenze, le danzatrici sorelle Braun della scuola del Dalcroze, pensò subito di affidare a loro le danze sia delle Baccanti che dell’Edipo Re. La Direzione artistica e la traduzione di Ettore Romagnoli, la scenografia di Duilio Cambellotti e la musica di Giuseppe Mulè. I costumi furono invece di Caramba, Piccione e Bruno di Siracusa. Gli interpreti principali furono: Teresa Franchini (Agave), Linda Torsi (Giocasta), Annibale Ninchi (Dioniso e Edipo), Giulio Lacchini (Penteo e Creonte). Il 29 e il 30 aprile assistette agli spettacoli S.M. il Re, Vittorio Emanuele III. Il 1924 furono rappresentate in un unico spettacolo “I sette a Tebe” di Eschilo e ”Antigone” di Sofocle (il 1,3,4,7,8 maggio).

La Direzione Artistica di Ettore Romagnoli, scene e costumi di Duilio Cambellotti e musiche di Giuseppe Mulè. I costumi furono eseguiti dalle signorine Lerche e Scalero di Roma, e le armature dalla Casa Gentili pure di Roma. Gli interpreti furono: Maria Laetitia Celli (Antigone), Ester Zeni (Ismene), Gualtiero Tumiati (Creonte) e Fulvio Bernini (Eteocle e Tiresia). La danza conservò parte importante eseguita dal Gruppo di Danza diretto da Valerie Kratina di Hellerau. (il conte Gargallo aveva progettato di creare in Siracusa una scuola apposita di danza). All’ultima recita assistette S.E. il Presidente del Consiglio, Benito Mussolini.(foto)

In un manoscritto così viene descritto il finale delle rappresentazioni:”… Succede una breve pausa, poi una vasta acclamazione scrosciante e lunghissima: appaiono ritti sui gradini della cavea, le due figure di Ettore Romagnoli e del conte Mario Tommaso Gargallo. La moltitudine si fa greca e si accomuna alla scena. E’ il popolo che nel delirio espressivo dell’interno tumulto di passioni tragiche ringrazia e saluta trionfalmente i rievocatori del prodigio. Per ciò, vadano ad essi i sensi dell’alta ammirazione sentita, di tutto quel popolo che si sente iniziato ai misteri dell’arte che ravviva i cuori e gli intelletti.”

Nel 1927 le rappresentazioni si arricchiscono di una commedia.

 
Rappresentazioni classiche primavera

Infatti furono rappresentate oltre alla Medea di Euripide, le Nuvole di Aristofane, Il Ciclope di Euripide ed i Satiri alla Caccia di Sofocle (20,21,23,24,27,28 e 30 aprile, 4,5,7, e 8 maggio).

 
Manifesto Rappresentazioni Classiche

Traduttore delle tragedie e Direttore Artistico è Ettore Romagnoli. Per la parte musicale il maestro Giuseppe Mulè. Per la messa in scena dei lavori, Duilio Cambellotti. “…Il maestro Mulè quest’anno ha superato se stesso sia nelle musiche tragiche della Medea sia nelle danze del Ciclope e dei Satiri alla Caccia, ha segnato una vera impronta, ha trovato uno stile che non resterà senza influssi sull’arte moderna. Meraviglioso è Cambellotti che attraverso vari tentativi è giunto a creare un tipo di scena all’aria aperta classico e, insieme, moderno, fedele ai dati archeologici e fantasioso.” (da il Giornale dell’Isola – 19 aprile 1927) Poi gli artisti, Maria Laetitia Celli nella parte di Medea, l’attore Fulvio Bernini nella parte di Creonte, il Soliani nella parte di Giasone e il Briamfini in quella di Egeo. I bellissimi cori e le brevissime danzatrici di Valerie Kratina della Scuola di Hellerau. Nel Ciclope l’attore Gualtiero Tumiati sostenne meravigliosamente la parte di Polifemo, così come l’attore Giachetti nella parte di Ulisse e l’attore Gemmo in quella di Sileno . “…Insomma, della vera arte, in quel massimo tempio dell’antichità, arricchito ora dalle gioie intellettuali a cui il pubblico è destinato a partecipare.” (da La voce dell’arte- Catania- 23 aprile 1927) . Anche in questa occasione assistette alle rappresentazioni il Re Vittorio Emanuele III.

BIBLIOGRAFIA modifica

Pubblicazioni di Mario Tommaso Gargallo 1 . Per il Teatro Greco, A. F. Formiggini Editore , Roma 1934. Raccolta di discorsi e scritti precedentemente editi in varie riviste. Il volume comprende : Le vicende di una celebre statua (da Rassegna Nazionale, 1932); Discorso del 7 aprile 1913 (da Aretusa, 1913); Discorso del 28 luglio 1914 (da Aretusa , 1914); Discorso del 16 ottobre 1921 (da Bollettino del Comitato del Comitato per le Rappresentazioni Classiche, 1921); Relazione sul Parco delle Rimembranze (da Bollettino del Comitato per le rappresentazioni Classiche, 1923); Discorso del 25 marzo 1923 , (da Bollettino del Comitato per le Rappresentazioni Classiche, 1923); Verso una nuova forma di arte teatrale (da Siciliana, 1923); Un invidiabile primato della Sicilia ( da Giornale di dell’Isola, 1923); Come si fecero e come si fanno le Rappresentazioni siracusane (da Perseo, 1934); I miti, le tragedie e Siracusa (da Quadrivio, 1934). 2. Convegno Volta e Teatro di Stato , in “Il Nuovo Stato”, 20 novembre 1934. 3. Una lezione al Gentz a proposito di una medaglia bilingue, in Rassegna Numismatica, XXXI 1934. 4. L’Architettura sveva in Sicilia, in ”Giornale di Sicilia”, 2 novembre 1935. 5. Augusto Platen nel centenario della morte, in “Tevere”, 3 dicembre 1935. 6. Ospitalità Siciliana: Von Platen Siracusa, in “Il Giornale di Sicilia”, 5 dicembre 1935. 7. L’Arte negli epigrammi di Augusto Platen, in “Perseo”, 15 gennaio 1936. 8. L’architettura siracusana del ‘400, in “Quadrivio”, 2 maggio 1943 9. Quali dovevano essere le future rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, in “Tripode”, 1 novembre 1946. 10. Agli inizi delle rappresentazioni classiche, in “Tripode”, febbraio 1948. 11. Tommaso Gargallo e un napoleonide riformatore della prosodia francese, in”Tripode”, IV gennaio 1949. 12. Due sonetti di Angelo Maria Ricci sul ritratto di T. Gargallo dipinto da Vincenzo Camuccini, in Tripode, agosto 1949 13. Un episodio di amore per l’arte e la Sicilia, in “Tripode”, novembre 1949. 14. La situazione geografica di Siracusa in rapporto alla Spagna, nel vol. “Spagna in Sicilia”, Madrid s.d. 1950. 15. Tombe di Marinai Americani nell’Antica Siracusa, in “The Hartford Bulletin”, 30 ottobre 1953. 16. Alessandro Dumas a Siracusa, in “La Voce di Siracusa”, 5 dicembre 1954. 17. Una veduta del teatro greco di Siracusa, in Archivio Storico Siracusano, 1956. 18. Recensione a B. De Martinez La Restia, Saverio Landolina-Nava fondatore del Museo archeologico di Siracusa, in Archivio Storico Siracusano, 1957. 19. La lirica al Teatro Greco ?, in “La voce di Siracusa”,30 marzo 1958. 20. Collaborazione al “Dizionario Biografico degli Italiani” con le voci : Abela Concetta, Abela Ferdinando, Arancio Diego, Arezzo Prado Vincenzo e Avolio Francesco Di Paola. OPERE DI SCULTURA Il Gargallo conobbe a Firenze gli ultimi macchiaioli : Fattori, Cannicci, Gualandi ecc…dai quali e dall’affreschista Bellandi ebbe ancora aumentato il naturale amore per l’arte. Avendo però maggiore tendenza alla forma e meno sentendo il colore, studiò scultura con Antonio Garella ed alla scultura si dedicò con passione, anche se saltuariamente preso come fu da molteplici interessi (collaborò fra l’altro in maniera fattiva all’attività del Circolo Artistico di Siracusa). Delle sue opere ricordiamo: Madonna (bassorilievo in marmo): Priolo Gargallo, cappella di S. Maria del Fico; Ritratto di donna (bassorilievo in marmo), collezione privata. La Vergine (bassorilievo in marmo), collezione privata. Testa di Baccante, Siracusa, già nel Circolo Artistico. Il “ Mugellano”, ritratto di contadino toscano (busto in terracotta), collezione privata. Ritratto della madre (busto in marmo), collezione privata. Ritratto della madre, (medaglione in bronzo), collezione privata. Ritratto di vecchia contadina, (busto in terracotta), collezione privata. Bassorilievi in ceramica con figure allegoriche, (la Prudenza e la Perseveranza) L’Annunciazione (altorilievo in cemento), Treppio (Pistoia), località Collina, fonte dell’Annunziata. S. Giorgio , (bassorilievo in cemento), Treppio (Pistoia)

1) Tommaso Gargallo , Poeta- (1760-1843) (Wikipedia) 2) Antonio Garella, Scultore – (1863-1919) (Wikipedia) 3) Sebastiano Gesù, “L’Arte del Silenzio – Le origini del cinema in Sicilia” – Edizioni 40due, 2018 - Palermo 4) I.A.C.P. della Provincia di Siracusa “Dal sobborgo di Santa Lucia alla Giudecca” ,cento anni di edilizia sociale nel siracusano 1913-2013, Edizioni Verbavolant, 2013, Palermo. 5) Foto Cartellone (1914) 6) Foto libretto (1914) 7) Foto Mostra al Teatro Argentina (1920) 8) Foto locandina (1924) 9) Foto Re e Mussolini al Teatro Greco (1924) 10) Regio Decreto INDA, Gazzetta Ufficiale 1925 11) Locandina Rappresentazioni (1927) 12) Foto Palazzo Gargallo illuminato per la visita del Re (1927) 13) Mario Tommaso Gargallo ,”Per il Teatro Greco” , Edizioni A.E. Formiggini , 1934- Roma 14) Foto Rotary Club Siracusa 1950