Utente:Ismaele luigi/sandbox

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Padre Ludovico Barbangelo S.A.C.===

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"UNA VITA CON GLI ULTIMI AL PRIMO POSTO"==
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CRONISTORIA

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	Ludovico BARBANGELO nasce a Minervino Murge (Ba) il 10 febbraio 1949 da una famiglia di  contadini. Ultimo di sette fratelli, a soli 17 mesi diventa orfano di madre. Tale evento segna profondamente la sua vita.
	All’età di 6/7 anni, tramite uno zio sacerdote nella Congregazione dei Padri Rogazionisti, viene affidato ad un istituto dello stesso ordine presso  Firenze dove si trattiene 2 anni (1^ e 2^ elementare). Dopo essere sopravvissuto ad una virulenta epidemia influenzale – la tristemente famosa ”asiatica” -, frequenta la 3^ elementare a Desenzano sul Garda.
	Quivi organizza una fuga dal collegio seguito dal altri sei ragazzi. Al suo ritorno, troverà ad attenderlo l’espulsione dal corpo degli Scout di cui era Lupetto.
	Per “indisciplinatezza”, viene trasferito a Padova, sempre presso lo stesso istituto religioso (collegio) dove completa le scuole elementari.

In questo periodo viene chiamato a cantare nella trasmissione televisiva ‘Mago Zurlì il mago del giovedì” (Cino Tortorella), manifestazione canora per bambini, antesignana del più famoso ‘Zecchino d’oro’. Nel 1961/62, ad Assisi, durante le vacanze estive, vive una suggestiva esperienza musicale con un musicista cieco (il Maestro Veniero) di cui sarà accompagnatore e frequentatore assiduo e affettuoso e che accentua la già presente passione per musica. Trasferimento a Napoli. Costretto dalla famiglia a ritornare in collegio per continuare gli studi indirizzati all'avviamento professionale, afferma di voler diventare prete e, quindi, viene inviato a Napoli per frequentare la scuola media. L’esperienza musicale con un allievo di Cilea gli suggerisce l’idea di intraprendere in futuro la carriera musicale. Idea subito accantonata, pur continuando come autodidatta. Prima a Firenze poi a Napoli poi ancora a Firenze conclude la licenza media (1963).

	Assente il padre, torna a Roma da una zia, che non lo accoglie. Ribadisce allora l’intenzione  di diventare prete, presso i Padri Pallottini, a Rocca Priora, dove frequenta il ginnasio e, quindi, entra nel noviziato; ma non si diploma e abbandona il seminario. (1966)
	Tornato dalla zia di Roma costei non vuole più accoglierlo; chiede ‘asilo’ presso la sorella più grande che ha visto una sola volta in diciotto nni. Si trasferisce presso di lei, domiciliata in una borgata popolare romana (Monte del Gallo alle Fornaci).
	In questo periodo svolge i lavori più disparati: commesso in una libreria giuridica, cameriere in casa privata, lavapiatti in un noto ristorante romano (Taverna Ulpia al Foro Adriano), comparsa a Cinecittà.

	Nel frattempo studia canto, si esibisce in diverse piazze di Roma, fa parte del complesso radiofonico del Maestro Del Cupola e Isa di Marzio, frequenta un biennio serale di ragioneria (ben presto abbandonato per ... idiosincrasia verso i numeri e l’ordine).
	Nel 1969/70 presta servizio militare presso la Cecchignola (Roma) dove acquisisce la specializzazione come operatore di ponti radio, quindi a Firenze, Parma e, successivamente, a Bologna nella Compagnia atleti dove, tra l’altro, conosce numerosi calciatori della Nazionale.
	Congedatosi, in  collaborazione con il fratello, assume la gestione di un bar di proprietà del capitano della Roma (Losi), ma ben presto il Bar fallisce. Il tentativo viene ripetuto con l’acquisto di un altro locale, sempre a Roma (Via Veronesi a P.le della Radio),  ma anche questa impresa non va a buon fine.
	Nel frattempo (1970) ha conosciuto un noto Avvocato napoletano che,  apprezzandone vitalità e intraprendenza, lo assume come collaboratore. Acquisita ben presto fiducia e stima con questi fonda una Compagnia di Assicurazioni (“Italiae Progressio” in Via C. Poma a Roma) che, però,  fallisce per causa di un altro socio. Il professionista, allora,  lo raccomanda al noto “Cafè de Paris”, in Via Veneto,  dove inizia a lavorare come cassiere (1973).
	Questa attività lo mette in contatto con i più variegati ambienti e, tra l’altro, con il mondo dello sfruttamento e della prostituzione.
	Quando è in procinto di diventare vice-direttore del locale repentinamente abbandona il lavoro e ritorna (1976) nel seminario dai P.P. Pallottini a Rocca Priora, questa volta per sua libera scelta. Riprende e completa gli studi e si specializza in “Scienza dell’Educazione“ presso l’Università Pontificia  Salesiana.
	“Maestri di spirito e di vita”, durante il periodo di formazione al sacerdozio sono alcuni tra i più illustri rappresentanti che la Chiesa post-conciliare di quegli anni può annoverare: Fratel Carlo CARRETTO (maestro di spiritualità e di fraternità), Padre Ernesto BALDUCCI (teologo di grande spessore), Padre Arturo PAOLI (esponente di rilievo della teologia della liberazione) tutti conosciuti personalmente.
	Nel 1979 viene ordinato Diacono presso la Parrocchia “Regina Apostolorum” tenuta dai PP.Pallottini nel centro di Roma. In questa Parrocchia vive le sue prime esperienze pastorali. Periodicamente frequenta la Parrocchia S. Vincenzo Pallotti di Pietralata, sempre tenuta dai PP. Pallottini, dove si sente attratto dalle problematiche che il quartiere – notoriamente disagiato – presenta alla sua già definita vocazione per “gli ultimi”.
	Ed è proprio a Pietralata, in locali commerciali adibiti a culto, che il 20 giugno 1981 viene ordinato Sacerdote dal Vescovo Ausiliare Mons. Alessandro Plotti,  allora alla sua prima ordinazione.
	Viene, comunque, assegnato alla Chiesa dei Padri Pallottini a Rocca Priora “Madonna della Neve”,  dove ha l’occasione di sperimentare le sue capacità nell’ambito pastorale creando dei gruppi di famiglie con le quali intraprende un cammino di fede ispirato alla semplicità ed alla carità (l’influenza della “Famiglia, piccola Chiesa” di Fratel Carlo Carretto è inconfondibile).
	Nel 1984 viene nominato Vice-Parroco a Pietralata.  In questa sede, nell’ambito della normale attività pastorale prevalentemente orientata alla formazione dei giovani, si verifica  l’incontro con la drammatica esperienza di una giovane, disperata per la morte del suo ragazzo a causa  della droga, che risulterà determinante per le scelte successive della sua vita di sacerdote.
	E’ proprio dall’idea di un ragazzo tossicodipendente che si profila l’intenzione di dare una risposta concreta ad un problema concreto del territorio.
	Ma bisogna conoscere il problema, e Don Ludovico comincia a girare per il quartiere, nei luoghi più malfamati, incontra tossicodipendenti e spacciatori. Gli incontri, soprattutto con questi ultimi, diventano spesso scontri: subisce anche delle aggressioni che lo portano a passare la notte di capodanno 1985 al pronto soccorso.
	L’idea iniziale si sviluppa finché, Il 21maggio 1986, prende corpo con la fondazione di una Associazione che viene denominata “L’Arcobaleno”. Lo slogan che la accompagna, scelto dai giovani che la compongono, è: “Un’idea, un progetto, un impegno”. Don Ludovico ne è il Presidente e l’animatore.
	Dai sei soci fondatori, l’Associazione “L’Arcobaleno” conterà ben presto nel suo albo 120 iscritti che nei 20 anni di vita del sodalizio hanno accolto l’idea, aderito al progetto, profuso il loro impegno, ciascuno secondo le proprie possibilità, ma tutti, certamente, “coinvolti” dal carisma di Don Ludovico.
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PROFILO DELLA PERSONALITA’" ===

Quando, all’età di 10 anni circa, Ludovico decise di scappare dal collegio dei Rogazionisti, probabilmente non aveva ancora la consapevolezza di quale sarebbe stato il suo ruolo nel mondo; non conosceva la speranza che lui, un semplice bambino abbandonato in un istituto, riusciva a infondere nei suoi compagni. Egli sapeva solo della disperazione delle sere senza amore, di una carezza mai ricevuta e della sorda rabbia per la soffocante solitudine interrotta solo da qualche sevizia o qualche punizione violenta. La storia ci racconta come si concluse l’episodio della fuga dal collegio: dopo due giorni, febbricitante fu ricondotto al collegio insieme ai suoi compagni d’avventura. Dal momento che Ludovico faceva parte di un gruppo di Lupetti (i piccoli della Associazione dei Boy Scout), per lui fu scelta una punizione esemplare: fu degradato sul campo, ovvero gli furono strappate le insegne di appartenenza ai Lupetti. La riuscita di questa punizione è dimostrata dal lucido ricordo che egli ne conserva insieme al profondo dolore. Da sempre, per chiunque, è più doloroso vedersi togliere la dignità che qualsiasi altra cosa. La Dignità dell’Uomo: questo è stato il fondamento di una vita. Inizialmente c’è stata ovviamente la conquista della propria dignità personale. Non è cosa da poco per tutti coloro che non hanno avuto la naturale esperienza di un amore familiare assolutamente scontato e gratuito. Per costoro spesso l'amore è qualcosa che bisogna “meritare” con indicibili fatiche, circondati da un mondo che continua come sempre a volerci delegittimare. Le reazioni a questo possono essere di segno opposto e presenti contemporaneamente: in Ludovico era presente un morboso attaccamento a chi gratuitamente gli dava un po’ di considerazione e la difesa ribelle da un mondo di cui conosceva già i morsi. In questa estenuante ricostruzione della propria autostima sono accaduti eventi che vengono ora compresi alla luce di una sensibilità personale di assoluta particolarità. Tale particolarità si manifesta quando, ancora bambino, viene rapito dal fascino della musica nei significativi incontri con quei musicisti che a loro volta rimangono colpiti da tanto trasporto. Per il giovane Ludovico solo la musica, insieme alla poesia di tipo ermetico – che andava sviluppando nel frattempo -, potevano oggettivamente rappresentare la prima forma di sublimazione del senso di solitudine che stava vivendo. La sostanziale indifferenza se non rifiuto dei vari componenti della famiglia (lascia il padre a quattro anni e mezzo e lo ritrova a trentatre), preposti a farsi carico di lui ha fatto sì che sviluppasse un cinico senso di opportunismo che lo ha portato, di volta in volta, a scegliere tra le scarse opportunità che gli venivano offerte. Non escluse quelle derivanti dalle relazioni di amicizia con ambienti della sinistra politica, del cattolicesimo di sinistra, comitati di quartiere, Comunità di Base (Don Franzoni a S. Paolo). Contesti in cui poteva sperimentare relazioni, amicizie, confronti ideologici ed esistenziali. Fu per puro opportunismo infatti che si “inventò” una vocazione al sacerdozio per continuare gli studi del liceo dai Padri Pallottini a Rocca Priora. Grazie a questo opportunismo conobbe alcune figure che in seguito furono determinanti per le scelte future. Altrettanto determinanti risultarono le avventurose esperienze lavorative svolte con quelle caratteristiche di spregiudicatezza e di creatività che oggi farebbero la fortuna di molti manager. Ma è proprio negli ambienti dominati dal denaro e dallo sfruttamento dell’uomo che Ludovico comincia gradualmente a riconoscersi “diverso”: la ricerca del successo economico diventa sempre meno importante rispetto al valore di un incontro. Nonostante la frequentazione di persone di “rango“, di gran lunga superiori al suo status, egli continuava a essere affascinato dagli “ultimi”, gli unici in grado di esprimere autenticità nei loro fallimenti e nelle loro frustrazioni. A contatto con tutti i tipi di emarginazione (prostituzione, piccola criminalità ect.), ricorda egli stesso, con incredibile lucidità, l’incontro, determinante per la sua futura vocazione, con una prostituta – “la principessa” di Via Veneto dove lavorava – che lo aveva eletto confidente non solo delle sue esperienze notturne, ma soprattutto dei suoi drammi familiari, ammirandone la sua capacità di ascolto ed il rispetto del suo vissuto. Quando “l’attrazione” verso gli ultimi diventa un incontenibile spinta interiore, la vocazione sacerdotale si manifesta come naturale unica risposta a tale spinta. Viene fuori imperioso e tormentato il desiderio di essere per gli altri, per coloro che sono afflitti da una così grande disperazione da non saperla neanche raccontare, ciò che lui aveva sempre cercato. Quella esperienza con i padri Pallottini scelta inizialmente solo per opportunismo diventa la scelta dei poveri, del superamento delle differenze sociali, di ogni pregiudiziale moralistica, della possibilità di dare speranza a chi come lui in questo mondo era partito svantaggiato. Non solo un semplice gesto di solidarismo di maniera ma la condivisione delle proprie esistenze imparando e insegnando a sporcarsi le mani di persona. Con la stessa determinazione del bambino che aveva organizzato la fuga dal collegio Ludovico decideva ancora di mettersi in gioco gratuitamente per la realizzazione di un progetto che avesse al centro l’uomo e la sua edificazione. IL PROGETTO Il progetto operativo, conseguente all’idea così “semplicemente” suggerita dal giovane tossicodipendente di cui si è parlato in precedenza, e le ragioni dell’impegno che tale progetto richiede poggiano su una base assai solida che trova, nelle parole della Costituzione pastorale su “La Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et Spes” del Concilio Vaticano II la più limpida e sintetica descrizione: “..diventare prossimi di ogni uomo” e rendere “ servizio con i fatti a colui che ci passa a fianco.. “ e la Chiesa “.. può, anzi deve, suscitare opere destinate al servizio di tutti ma specialmente dei bisognosi..” (cfr. GS 1-4) L’Associazione, quindi , rappresenta non solo lo strumento operativo per la realizzazione del progetto ma anche, e sopratutto, il luogo di crescita nel servizio per le persone che vi partecipano con il loro impegno. Progetto ed impegno che, nell’articolo 3 dello Statuto, sono tracciati con estrema chiarezza: “L’Associazione si costituisce allo scopo di promuovere e realizzare interventi finalizzati all’orientamento, prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento nel tessuto sociale degli emarginati: handicappati, anziani, malati, detenuti e svantaggiati in genere, sia sotto il profilo collettivo (sociale, legislativo, religioso, psicologico, giuridico, politico e di costume) sia sotto il profilo umano ed individuale, concreto e contingente. L’Associazione si ispira ai più alti valori umani nella promozione integrale della persona. Il miglioramento della qualità della vita per coloro ai quali si rivolge ogni iniziativa dell’Associazione dovrà intendersi innanzi tutto come una proposta di liberazione dell’uomo affinché la persona diventi consapevole del senso profondo della propria esistenza nel rifiuto di ogni possibile strumentalizzazione ideologica che faccia perno su una condizione di deprivazione sociale ed economica.

L’Associazione rifiuta ogni forma di filantropia populista e demagogica che nasconda, dietro un equivoco senso di elevazione sociale, una filosofia massificante o comunque priva di quel pluralismo di pensiero che è alla base di ogni crescita spirituale e civica. 

Per modificare i comportamenti sociali occorre cambiare gli uomini. E’ necessario quindi operare in profondità e capillarmente. Solo un cambiamento culturale genera cambiamento nei comportamenti. L’azione sarà quindi orientata alla formazione culturale e, parallelamente, all’operatività. Il profilo culturale ha la funzione di operare il passaggio dall’etica individualistica all’etica della responsabilità, dalla cultura dell’avere o dell’apparire a quella dell’essere e dell’essere con gli altri instaurando un rapporto relazionale io-tu capace di strutturare una relazione umana di interscambio sul modello di quella Dio-uomo. A questo proposito si rimanda, per una più completa informazione, al manuale di formazione “Crescere è difficile” di Don Ludovico Barbangelo che si allega alla documentazione. Solo la nascita della capacità relazionale può consolidare il concetto di comunità umana. La sopravvivenza di rapporti di potere (dell’uomo sull’uomo) è lo scacco della realizzazione dell’unità degli uomini nel Cristo. Il progetto è aperto a tutti coloro che cercano una risposta al senso dell’uomo ed al significato dell’esistenza; a coloro che, trovata una risposta, vogliono condividerla con gli altri. E’ il progetto di una comunità che “inventa” le soluzioni ai problemi drammatici che vengono posti dalla società. Dall’Associazione nascono i singoli servizi operativi che rispondono sul terreno sociale alle istanze di aiuto.

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Breve excursus storico===

• 1976 – 1979: Baccellierato in Filosofia (Università Lateranense – Roma). • 1979–1982: Baccellierato in Teologia (Università Lateranense – Roma). • 20.06.1981: Ordinazione sacerdotale nella Parrocchia di S. Vincenzo Pallotti – Roma. • 1981 – 1983: Addetto al Santuario “Madonna della neve” – Rocca Priora (Roma). • 1984: Vicario Parrocchiale nella Parrocchia S. Vincenzo Pallotti a Pietralata (Roma). • 21 maggio 1986: Fonda l’Associazione “L’Arcobaleno”si costituisce in Roma – Via del Cottanello 2 – Apertura del Centro con caratteristiche di Preaccoglienza – Orientamento dei giovani e delle famiglie.

• maggio 1988: Acquista una tenuta in Abruzzo (Atessa), la chiamerà “La Ginestrella”e sarà il futuro Centro terapeutico residenziale.

• Dicembre 1988: Incontro-dibattito “Droga che fare” - Comune di Rocca Priora (Roma).

• 27-30 dicembre 1988: L’Assemblea Ordinaria Provinciale dei Padri Pallottini approva ed inserisce tra le sue “Decisioni” la mozione che l’Opera in questione (l’Associazione L’Arcobaleno “venga riconosciuta come opera valida di apostolato pallottino; venga incoraggiata come ‘finestra aperta’ sul mondo delle nuove miserie sociali...”

• Febbraio 1989: Incontro con autorità e cittadini “ Droga - AIDS - Famiglie “ - Comune di Montebuono (Rieti).

• 1 luglio 1989: Prima pubblicazione del periodico “ L’AltraCITTA’ ”, Reg. Trib. Roma 20.07.89 n. 450/89.

• Marzo 1989: Tavola rotonda: “Droga e AIDS” - Protomoteca del Campidoglio (ROMA).

• Maggio 1989: “Scuola e Famiglia” - Incontro scuole e famiglie nel quartiere di S. Basilio (Roma).

• Agosto 1989: “Pietralata ‘89” - Manifestazione popolare per sensibilizzare il quartiere sul disagio giovanile delle periferie romane, che si conclude con una partita di calcio tra l’Associazione nazionale Cantanti/Attori e una rappresentanza di giovani di Pietralata

• Don Ludovico è già da diversi anni Assistente (Ex art. 17) al Carcere di Rebibbia; Ruolo che gli ha permesso l’ingresso in quasi tutte le carceri d’Italia.

• 27.05.1989: Targa riconoscimento “Per l’impegno umano” dalla Presidenza della RAI TV GR2 per il lavoro promosso dalla sua associazione “L’Arcobaleno”.

• 1989/1990: Fonda e dirige il “Centro Famiglia” di Via Galati in Roma: ascolto e intervento.

• 1989/1990: Promotore e coordinatore con l’Istituto Dermosifilopatico di S. Maria e S. Gallicano in Roma nell’ambito delle ricerche sulle Malattie Sessualmente Trasmissibili e sull’AIDS.

• Febbraio/Maggio 1990: Promozione e Docenza in sei incontri di formazione-informazione sulle tossicodipendenze con esperti di medicina, psicologia, sociologia, pedagogia, morale.

• 1 Agosto 1991:Dopo aver acquistato una proprietà in Abruzzo, fonda e dirige il Centro di Accoglienza residenziale “La Ginestrella” in Atessa (CH) per tossicodipendenti ed emarginati.

• 1991: nasce il Centro Culturale “L’Altracittà” con lo scopo di promuovere una cultura della solidarietà attraverso attività socioculturali come cineforum, dibattiti ed iniziative sulle varie forme di emarginazione, incontri formativi su tossicodipendenze e AIDS.

• Ottobre 1991: Docente al Corso di formazione al Volontariato - sei incontri con partecipazione di specialisti del settore, nel Centro di prima Accoglienza in Via Pescosolido (Roma).

• 1991: Promuove e coordina il Dibattito pubblico “Tossicodipendenze e Comunità” promosso dal Rotary Club Medio Val Sangro Atessa (Chieti).

• 1992/1993: Corsi di Informatica e allestimento Banca Dati dei Centri Anziani, commissionata dal Comune di Roma - V^ Circoscrizione.

• 1 gennaio 1992:. Apertura in Colli Aniene del “Centro Famiglia”: Ascolto e intervento con la collaborazione dell’Istituto Andreia (psicoterapia analitica integrale) di Roma.

Il Centro di Roma si distingue in questi anni per attività di formazione, prevenzione con dibattiti e incontri di vario tipo, oltre ad attività ludiche e culturali finalizzati alla sensibilizzazione dei giovani ai problemi inerenti l’emarginazione. Spesso in collaborazione con le scuole, SERT e tutte le istituzioni pubbliche e private.

• Dicembre/gennaio 1992: Incontro sulle politiche d’intervento sulla droga - Comune di Pollutri (Chieti).

• 17 ottobre 1992: Apertura del Centro di Accoglienza residenziale “La Ginestrella” in Atessa (CH).

• 23 maggio 1998: Relatore al Convegno “Droga che fare?” al Comune di Atessa (CH).

• Agosto 1993: Dibattito pubblico “Tossicodipendenze e Comunità” promosso dal Rotary Club Atessa (Chieti).

• 8.10.1993: Relatore al convegno “Droga che fare?” – Comune di Archi (CH).

• Ottobre/dicembre 1993: Corso di aggiornamento sulla prevenzione della trasmissione delle infezioni HIV e dell’AIDS in collaborazione con l’Unità Operativa AIDS USL/RM3.

• 1994 – 1997: Rettore ed Economo della Comunità religiosa pallottina presso a Parrocchia “S. Vincenzo Pallotti” in Roma.

• 1995: Promuove e dirige il Corso di formazione al Volontariato – sei mesi di incontri con specialisti del settore.

• Aprile 1995: Docente al I° Corso di formazione annuale per operatori “Conduzione dei gruppi familiari” promosso dall’Associazione “L’Arcobaleno”.

• Ottobre 1995: Docente al II° Corso di formazione annuale per operatori “Conduzione dei gruppi familiari – un intervento con la famiglia promosso dall’Associazione “L’Arcobaleno”.

• Novembre 1995: il Sindaco di Roma Francesco Rutelli visita il Centro di Accoglienza Diurno di Via G. Michelotti, apprezzandone il lavoro svolto dai volontari dell’Associazione.

• Gennaio 1997: L’Associazione diventa socio FICT (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche).

• Ottobre 1996 - Marzo 1997: 1^ Corso di formazione annuale per operatori: ”Conduzione dei gruppi familiari”

• Ottobre 1997– Marzo 1998: 2^ Corso di formazione annuale per operatori: Conduzione dei gruppi familiari - Un intervento con la famiglia dei Tossicodipendenti”.

• 8 Marzo 1998: Relatore al Convegno Dibattito al Comune di Scerni (CH): “Giovani, famiglie e istituzioni”

• 13 Marzo 1998: Scuola di Cavalleria di Montelibretti (ROMA): Formazione alle tossicodipendenze.

• 23 maggio 1998: Convegno al Comune di Atessa (CH): “Droga che fare – Giovani e territorio”.

• 29 Giugno 1998: Relatore al 1° Convegno Società Italiana Tossicodipendenze – Sezione Abruzzese: “Organizzazione dei Servizi e Nuovi Stili Comportamentali” – Centro Servizi Culturali Via Michetti – Vasto (CH).

• Novembre 1998: Docente al Corso di formazione per operatori: “L’intervento familiare parallelo nella prima fase di trattamento” (prima parte).

• Dicembre 1998: Apre il Centro diurno di Accoglienza “S. Vincenzo Pallotti” – Via delle Milizie 26 – 00192 – Roma.

• 1999: Partecipazione al Seminario: “Accesso alle risorse comunitarie rivolto alle imprese sociali che operano per la riduzione del disagio giovanile.

• 1999: Nominato Socio Onorario del Rotary International Club Atessa Media Val Sangro.

• Febbraio/marzo 1999: Docente al Corso di formazione per operatori: “L’intervento familiare parallelo nella prima fase di trattamento” (seconda parte).

• Giugno 2000: Fonda la Cooperativa Sociale a.r.l. “La Ginestrella” per intervenire nell’ambito della disoccupazione giovanile disagiata.

• 2001: Candidato al Premio interdistrettuale Rotariano “D’Andrea” per la solidarietà.

• Una nutrita rassegna stampa, interventi a trasmissioni radiofoniche e televisive nazionali e private (RAI 1 Mattina, Tele Europa ecc.), testimoniano un impegno ininterrotto.

• 2001: Addetto alle pubbliche relazioni dell’Associazione “Ministri della Misericordia”- Un progetto intercongregazionale per Sacerdoti e consacrati in difficoltà.

• 1.08.2003: E’ nominato Vicario Parrocchiale della Parrocchia “Regina Pacis” in Roma – Ostia Lido.

• 25. 03. 2005/25.03.2010: Vicario Provinciale della Provincia Italiana dei Padri Pallottini

• Maggio 2005: Membro della Commissione Internazionale per la Formazione U.A.C. (Unione dell’Apostolato Cattolico.

• 18 settembre 2005: Nominato Parroco della Parrocchia Regina Pacis in Roma – Ostia Lido.

• 10/2008 – 9/ 2011: Rettore della Comunità SAC di Ostia Lido.

• 2009: presidente dell’Associazione di Volontariato S. Vincenzo Pallotti in Ostia Lido.

• 1 aprile 2012: nominato Economo della Comunità SAC di Ostia Lido.

• 28/10/2013: nominato Presidente della Cooperativa Socio-Sanitaria “Grimaldi” di Ostia.