La battaglia di Cedar Creek è stata combattuta durante la guerra civile americana, il 19 ottobre 1864, presso il fiume Cedar Creek, nella Valle dello Shenandoah.

Antecedente

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Contesto

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Verso la fine dell’estate del 1864, con l’avvicinarsi dell’autunno, l’esercito dell’Unione si apprestava ad affrontare quello della Confederazione in un altro angolo del territorio statunitense; mentre, simultaneamente, il generale Sherman stava rivolgendo interamente la propria attenzione su Atlanta, e l’ammiraglio Farragut riusciva a impadronirsi della rada di Mobile.

Il parziale successo del generale Grant nell’impedire l’avanzamento del generale Lee oltre i confini di Richmond e Petersburg, venne ribaltato dal riposizionamento delle forze confederate, sotto il comando del generale Early, nella valle dello Shenandoah. Questo punto geografico divenne quello più delicato e di maggiore importanza per l’esito positivo della guerra. Con l’appostamento di Early nella rispettiva zona, il generale Lee avrebbe potuto avere pieno controllo sulla possibilità di attuare un’offensiva contro l’esercito avversario. Tuttavia, il rischio risiedeva nel fatto che in caso di annientamento del proprio esercito, egli sarebbe stato immobilizzato dal nemico.

Questo spiega la decisione presa del generale Grant di inviare truppe nella Valle dello Shenandoah in modo da, non solo bloccare e annientare le forze sudiste stabilitesi nella valle, ma anche radere al suolo ogni opportunità di sfruttamento delle risorse ricavate direttamente dall’ area in questione, attraverso una devastazione completa del luogo. Rendendola così inutilizzabile per i futuri scopi bellici della Confederazione.

Preparativi e problemi

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Il generale Sheridan prese con molta serietà tanto la delicatezza della missione quanto la preparazione di un’armata adeguata al compimento dell’incarico ricevuto, implicandosi, dal 7 agosto 1864, personalmente ed attivamente nei preparativi. Il risultato ottenuto constava dei Corpi: VI (generale H. Wright), VIII (generale Crook), e XIX (generale Emory, insieme con le forze provenienti dal New Orleans), completato da un Corpo di cavalleria sotto il comando del generale Torbert composto dalle Divisioni dei rispettivi generali Merritt, Custer e Averell. Il totale di uomini raggiunto fu 42.000, senza considerare la novantina di cannoni a disposizione. [1]

Il generale Lee, nell’organizzazione della propria avanzata per la conquista della valle dello Shenandoah e della possibilità di un eventuale offensiva vittoriosa, intuì l’inferiorità numerica del proprio esercito; perciò, in un colloquio con il presidente Davis venne stabilito un piano di rafforzamento delle truppe coinvolte. L’esercito di Early sarebbe ammontato a poco meno di 16.000 uomini e una cinquantina di cannoni se il generale Lee non avesse mosso altre truppe dispiegate lungo le linee di Petersburg al comando del generale Anderson, portandoli così numericamente a 21.000 uomini e 70 cannoni. [2]

Il problema non era di carattere quantitativo, ma qualitativo. Le truppe sudiste, nonostante fossero in minor numero, possedevano una maggiore omogeneità rispetto a quelle nordiste. Infatti, erano composte da soldati scelti o al massimo provenienti dall’ Armata della Virginia Settentrionale. Mentre i soldati della fazione opposta, escludendo il VI corpo, oltre alla mancata esperienza bellica e alla mancata conoscenza del territorio, del nemico e dei compagni, avevano le più distanti provenienze.

Come se non fossero mai troppi, i problemi continuarono a crescere per via della presenza di minacce provenienti dalle guerriglie partigiane. Le diverse formazioni che presero vita e anche attività partigiana riuscirono a edificarsi diventando sempre più efficienti e numerose. Una tra le tante, considerata l’esemplificazione di questo concetto, fu quella istituita dal colonnello Mosby. Indubbiamente, avrebbe potuto produrre molti danni all’esercito nordista che si apprestava a marciare su per la Valle dello Shenandoah, appartenente al territorio della Virginia settentrionale, in cui operavano appunto questi assemblamenti di “rivoluzionari” al servizio della Confederazione e aventi lo scopo di infiltrarsi dietro le linee nemiche sabotando o intralciando i piani dell’esercito Unionista. La risposta più ragionevole per Sheridan è stata quella di fondare una task force che si occupasse appositamente di questo problema. Decise, in poche parole, di adottare la tattica della controguerriglia. Il reparto fondato venne denominato Scouts o esploratori, i quali avevano l’incarico di infiltrarsi a loro volta dietro le linee sudiste, indossando abiti borghesi o uniformi della confederazione, per sferrare attacchi, disseminare confusione e ottenere informazioni utili. Questi Scouts, “soldati in incognito”, pagati dal Servizio Segreto, furono affidati al maggiore H. K. Young.

Winchester e Strasburg

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Le operazioni necessitavano estrema cautela, ciò che Sheridan cercò di avere essendo consigliato in questa direzione anche dal generale Grant. Early si mosse verso Winchester e successivamente verso Strasburg, mentre Sheridan capendo le intenzioni dell’esercito nemico, deviò, il 15 agosto, in direzione di Harper’s Ferry. La fiducia di Early nel proprio esercito crebbe, specialmente come risultato della deviazione delle truppe di Sheridan, e per questo motivo si lasciò attirare nel conflitto che ebbe luogo il 19 settembre a Winchester. Questa battaglia si concluse con una disastrosa sconfitta dei Confederati e con la perdita, da parte degli Unionisti, di 4680 tra morti e feriti e 338 prigionieri e dispersi. Dal lato dei sudisti invece, ci furono 2103 morti e feriti e all’incirca 1800 prigionieri, con 5 cannoni che finirono nelle mani dei nordisti. Early riuscì a scappare ritirandosi con le truppe rimaste a Fisher’s Hill, presso Strasburg. Dopo che venne raggiunto dall’ esercito vittorioso di Sheridan il 22 settembre, scoppiò una nuova battaglia che cessò con una seconda sconfitta per i confederati. Stavolta le perdite furono 1250 uomini e 12 cannoni che adesso erano nelle mani delle forze federali. [3] Il generale Early fu costretto a ritirarsi, e di conseguenza la valle passo in mano al nemico, perdendo la sua occasione di portare la vittoria dalla parte della confederazione.

Sheridan non si arrestò a inseguire il nemico lungo la valle dello Shenandoah, dando alle fiamme qualsiasi potenziale risorsa che una volta rappresentava l’emblema di quel terreno fertile: i cascinali, le stalle, i mulini, raccolti, fienili, scorte di legna, le abitazioni – anche se non rientravano nei piani – e così via.

Non è stato difficile per il generale Early intuire che i principali obbiettivi strategici dell’Unione si indirizzavano verso Waynesborough e rispettivamente verso i nodi ferroviari di Charlottesville e Lynchburg; perciò, decise di ripiegare in questa direzione. La stessa cosa venne notata dal generale Grant, il quale diede ordine a Sheridan di avanzare su Lynchburg, in modo da circondare l’esercito della Confederazione. Questo avrebbe cambiato l’esito della guerra, se non fosse stato per il fatto che Sheridan ha considerato il piano troppo rischioso dal punto di vista logistico per quanto riguardava il rifornimento delle truppe – essendo a corto di risorse. La sua alternativa fu quella di presidiare la Valle dopo aver devastato ogni cosa, ripiegando all’altezza di Strasburg - Front Royal, con il solo VIII Corpo d’Armata, e inviare gli altri due all’Armata della Potomac. [4]

La situazione, tuttavia, necessitava un chiarimento. Per questo motivo, Sheridan lasciò il comando interinale dell’Armata al generale Wright, e partì per Washington per un briefing sulle prossime destinazioni da raggiungere.

La confederazione, non essendo disposta a rinunciare al controllo sulla valle, si apprestò a rinforzare l’esercito di Early il più possibile conferendogli la Divisone Kershaw, assieme ad una brigata di cavalleria e un battaglione di artiglieria. [5] Per quanto riguardava invece l’esercito Unionista, riuscirono a ritirarsi nella valle, dopo una serie di vittorie preponderanti, oltre Strasburg, nei pressi di Middletown, essendo raggiunti il 13 ottobre dalle avanguardie sudiste che si appostarono sui campi di Fisher’s Hill.

Cedar Creek

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Strategia

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I nordisti riuscirono ad accamparsi presso Middletown, situata in una porzione larghissima, leggermente ondulata, coperta di boschi sparsi e campi coltivati, della valle dello Shenandoah. [6] Il vantaggio di accamparsi in un luogo del genere risiedeva in tutt’altro. Alla loro sinistra avevano assicurata la protezione per via del ramo settentrionale dello Shenandoah che andava a collegarsi alla catena montuosa delle Massanutton Mountains. Mentre di fronte e alla loro destra avevano il fiumicello Cedar Creek, il quale si ramificava lungo la valle, da nord a sud.

L’ultima possibilità per l’esercito confederato di riprendere il controllo sui territori amaramente perduti, portando così un risvolto positivo per loro conto, era questa. Non trovandosi lontani dall’appostamento del nemico, il generale Gordon ed il capitano Hotchkiss riuscirono a stilare una planimetria dettagliata della posizione dell’esercito federale e la condizione del terreno sottostante. Questa rivelò la possibilità, da parte dei sudisti, di raggiungere la riva meridionale dello Shenandoah, marciare poi su un sentiero poco visibile ai piedi delle Massanutton, arrivando alla fine in un altro punto dal quale si poteva passare il fiume e attaccare il nemico dal proprio fianco. L’accuratezza del piano fu talmente convincente che la mobilitazione fu immediata. Questa decisione venne, in parte, indotta anche dalla situazione della valle, ormai devastata ed in fiamme, che non poteva più offrire alcun tipo di risorsa o supporto.

Il pomeriggio del 18 ottobre, il generale Gordon, con il suo corpo d’Armata, insieme alla cavalleria del generale Payne, dovevano percorrere il sentiero ai piedi delle Massanutton, in modo da non essere visti da nessuno con l’aiuto della poca visibilità provocata dal calare della notte. Si sarebbe ritrovato nella prestabilita posizione il mattino del 19 ottobre sferrando l’attacco, con i 10.000 uomini a sua disposizione, sul fianco sinistro dei nordisti, alle 5. Simultaneamente, avrebbero ricevuto sostegno dalla Divisone Kershaw, che aveva il compito di oltrepassare il Cedar Creek e sfiorare un attacco frontale, e dalla Divisone Wharton che l’avrebbe seguita attaccando leggermente sulla sinistra rispetto alla posizione della prima. Tuttavia, questa successione a catena sarebbe cominciata non prima dell’attacco da parte della Divisione di cavalleria del generale Rosser, avente l’incarico di concentrare l’attenzione delle forze federali sul fianco destro, lasciando a Gordon l’occasione di infliggere il colpo di grazia sulla sinistra. La sincronizzazione tra le truppe era necessaria per il compimento di una simile operazione elaborata. A questo si aggiungeva anche l’ingresso della cavalleria sotto il comando del generale Lumax, che avrebbe impiegato le sue forze allo sbocco della Valle di Luray.

Le truppe del generale Gordon riuscirono a raggiungere la posizione verso le 4 del mattino, preparandosi per l’attacco contro gli accampamenti dei nordisti inconsapevoli della minaccia che stava incombendo su loro stessi. Poco prima, il generale Early al comando delle Divisioni Kershaw e Wharton, riuscì a stabilirsi con le truppe appena citate sulla parte occidentale del fiume Cedar Creek, attendendo il segnale di inizio.

Attacco dei Confederati

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La battaglia di Cedar Creek cominciò alle 5 del mattino quando la cavalleria del generale Payne traversò le acque del fiume sfiorando, sul fianco sinistro dei nordisti, l’attacco che ebbe già inizio sulla parte occidentale per mano della cavalleria del generale Rosser. Di conseguenza, le truppe del generale Gordon si misero in movimento per colpire anch’esse il fianco sinistro dell’Unione. Nonostante l’iniziativa venne presa dalle due ali dell’esercito confederato, la prima che entrò in contatto con l’avversario fu la Divisone Kershaw, la quale, sentendo gli spari provenienti dai due margini, si lanciò impetuosamente all’attacco raggiungendo in un tempo relativamente minore il VIII corpo d’Armata delle forze unioniste. Essendo impreparati, i nordisti della Divisione Thoburn non riuscirono a respingere adeguatamente l’offensiva, venendo spazzati via. Non fu la stessa cosa per gli altri reparti del VIII corpo, che cercarono di prendere la più efficace posizione nei confronti della Divisione Kershaw, alla quale si accosto successivamente anche la Divisione Wharton, e tentando di avvertire con la richiesta di sostegno immediato il XIX Corpo. Il colpo di grazia venne inflitto dalle truppe del generale Gordon che, facendosi spazio tra la nebbia mattutina, vennero disposte in formazione d’attacco, e poi spinte in avanti; le Divisioni Evans e Ramseur in prima linea, e la Divisione Pegram di rincalzo. [7] Le ultime Divisioni del VIII Corpo, attive sul fianco sinistro e appartenenti al generale Crook, vennero sconfitte lasciando privo di protezione il fianco del XIX Corpo che venne travolto e disperso.

I fattori che hanno portato la confederazione ad una tempestiva e temporanea vittoria sono stati la sorpresa e l’isolamento delle truppe unioniste. Presi complessivamente il numero di soldati delle forze federali era maggiore, ma separatamente e colti alla sprovvista l’elemento numerico perdeva la sua valenza; il ché fu un’opportunità strabiliante di vittoria per le forze confederate. Quando il sole sorse sulle aride terre dello Shenandoah, due tra i più valorosi Corpi d’Armata dell’Unione erano alla deriva. Il totale dei prigionieri ammontava a 1300, e quasi tutto il traino assieme a 24 cannoni erano in mano sudista. [8]

VI Corpo

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Tra i Corpi che vennero respinti dalla propria posizione durante l’attacco dei confederati, riemerse il VI Corpo d’Armata federale che riuscì a rischierarsi tra le case di Middletown cercando di organizzare una controffensiva, nonostante il numero di soldati nordisti fosse inferiore a quello nemico. Questo diventò, per il generale Early, una ragione in più per continuare l’attacco; perciò, riposizionò la Divisione Wharton sulla destra inviando frontalmente l’artiglieria, seguita successivamente dalla fanteria confederata. I nordisti del VI Corpo risposero disperatamente con una scarica di proiettili, ritirandosi infine, verso le 9, per ordine del generale Getty. Allo stesso tempo, il generale Wright riuscì a radunare quello che rimase del XIX e VIII Corpo, e li aveva schierati oltre Middletown. Ciò che ebbe una ripercussione rimarchevole sull’esito della battaglia, fu la decisione presa, verso le 10, proprio da Wright: ovvero quella di ordinare a Torbert di spostare le sue Divisioni – le quali vennero disperse temporaneamente durante l’offensiva del generale Rosser, che venne in un secondo momento bloccata dallo stesso Torbert – sull’ala sinistra della nuova configurazione di contrattacco unionista, oltre Middletown. Sulla destra rimasero 3 reggimenti e 1 batteria per tenere a bada Rosser. [9]

Le Divisioni di Torbert erano rispettivamente quelle dei generali Merritt e Custer, entrambe impiegate nell’attacco all’ala destra dei confederati. Da non dimenticare che il generale Lomax con le sue truppe minacciavano, secondo l’ordine ricevuto, le spalle e le vie di comunicazione dei federali allo sbocco della Valle di Luray. Per tenergli testa, venne impiegata la 3ª Divisione di cavalleria unionista. Il risultato di queste decisioni si manifestò in una lenta decadenza dell’attacco confederato. Nonostante le perdite che i nordisti subirono, riuscirono gradualmente a ricomporsi superando quantitativamente i sudisti. Il punto forte della confederazione non stava tanto nella cavalleria quanto nell’artiglieria, attraverso la quale riuscirono a respingere la seconda posizione adottata dal VI Corpo d’Armata, allontanandolo oltre Middletown. Si ritrovarono ben presto ad accostarsi ai resti del XIX e VIII Corpo e alle Divisioni di cavalleria Merritt e Custer impegnate sull’ala destra confederata.

Proprio in questo punto della lotta, Early, credendo che ormai il VI Corpo d’Armata unionista fosse sfinito, sconfitto ed incline a ritirarsi, ordinò la sospensione dell’attacco contro l’esercito unionista che stava resistendo con tutte le forze. La sua deduzione fu errata come la spiegazione che esibì per giustificare la decisione presa: gli uomini erano talmente affamati che hanno rinunciato alle armi per scaraventarsi sui viveri del nemico. [10] Non si pone in dubbio la condizione fisica dei soldati confederati; affrontarono direttamente l’VIII e il XIX Corpo, per poi scontrarsi ben due volte con il VI. Inoltre, adesso erano proprio i sudisti ad avere i fianchi minacciati; in special modo quello destro. Oltre a questo, le linee dell’VI Corpo d’Armata spingevano frontalmente contro gli uomini di Early.

Il ritorno di Sheridan

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L’ulteriore impulso verso la vittoria dell’unione fu il ritorno sul campo di battaglia di Sheridan. Le questioni da discutere a Washington vennero concluse la sera del 18 ottobre, cosa che permise al generale di riprendere i propri doveri sul campo di lotta, fermandosi però prima a Winchester per riposare la notte. La mattina del 19 ottobre, sentì in lontananza spari e rumori di cannoni provenire dalla direzione di Middletown, fatto che lo spinse ad affrettarsi durante il suo tragitto. Arrivato nei pressi del luogo di conflitto, si imbatté nei gruppi disordinati e impanicati di uomini che fuggirono in seguito agli scontri succeduti. La vista del proprio leader cavalcare verso di loro alimentò di energia l’animo dei soldati ormai disperati dall’inclinazione negativa che la battaglia stava prendendo. [11] Dopo avergli parlato incoraggiandoli a marciare verso il fronte, si diresse insieme a loro verso il luogo di conflitto, arrivandovi verso mezzogiorno. [12] Ciò che il generale Sheridan vide arrivando sul campo fu una resistenza intenta a respingere il più possibile l’attacco confederato. Non si può dire con certezza che le decisioni di Sheridan siano state le decisive, in quanto la situazione bellica migliorò anche grazie alle iniziative del generale Wright; ma sicuramente la visione del generale ritornato sul fronte, che i soldati ammirarono in quei momenti di profonda tristezza, fu come una dose di energia che rincuorò gli animi infranti delle forze federali.

Contrattacco dell'Unione

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Sheridan riprese il comando ordinando la sostituzione della tattica difensiva con una offensiva, messa immediatamente in pratica dai soldati nordisti contenti di rivedere il loro condottiero. Le sorti della guerra continuavano a svoltare verso un esito sempre più positivo per l’unione. Questo processo di riordinamento non venne messo in atto solo da Sheridan; anche Early stava cercando di fare la stessa cosa con le proprie truppe mentre manteneva le forze federali sotto fuoco continuo di artiglieria. Verso le 13, fece avanzare una delle sue Divisioni in direzione del fianco destro dell’avversario – i confederati essendo quasi completamente immobilizzati sulla propria ala destra dalle Divisioni Merritt e Custer – non avendo comunque successo. La sola alternativa per il generale Early è stata estendere il più possibile la linea di difesa in modo da non permettere al nemico di circondarli, cosa che avrebbe portato ad una disfatta più cruenta di quella a cui si giunse. Malgrado gli sforzi, l’estensione della linea la portò a diventare talmente sottile da farla diventare un punto sensibile; infatti, il contrattacco di Sheridan, messo in atto verso le 16, l’ha ridotta in frantumi. Gli unionisti continuarono a premere sull’ala sinistra sudista fino alle 16:30, momento in cui Sheridan ordinò un attacco frontale contro gli uomini di Early che, se avesse indugiato ancora qualche momento a ordinare la ritirata, avrebbe visto i suoi uomini circondati e completamente distrutti. Non c’era altra soluzione per i confederati che indietreggiare verso il Cedar Creek, essendo coperti nella ritirata dall’artiglieria pesante che continuava a inondare i nordisti con nembi di mitraglia. Ormai la possibilità di successo per i confederati era svanita, ed anche questo tentativo ebbe come effetto un avanzamento della disfatta. Il generale Sheridan spostò dalla propria sinistra sulla destra la Divisione del generale Custer, la quale, dopo aver passato il Cedar Creek, si scagliò impetuosamente sulle rimaste linee confederate, annientandole. La catastrofe raggiunse il suo compimento. Dopo l’attacco l’esercito non sembrava più tale. Custer annotò quello che successe in quegli attimi: “un inseguimento dopo un esercito distrutto e in rotta ora si risolse in un inseguimento emozionante dopo una folla in preda al panico e incontrollabile. Era semplicemente una questione di velocità tra inseguitori e inseguiti...” [13] Il generale Early riuscì a radunare le sue truppe sfinite e sconfitte solamente dopo 50 chilometri di lontananza dal campo di battaglia, nei pressi di New Market, dopo aver passato Fisher’s Hill.

Conseguenze

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Le perdite subite in seguito a questa disastrosa e costosa vittoria, di cui ne valse il terribile prezzo, per l’esercito federale sono state 644 morti, 3.430 feriti gravemente e 1.591 prigionieri e dispersi per un totale di 5.665 vittime. [14][15] I confederati invece avevano riportato come numero di vittime, tra morti e feriti, 1.860; inoltre Sheridan riferì di aver catturato all’incirca 1.600 soldati sudisti. I 24 cannoni appartenenti alle forze unioniste ritornarono in mano ai nordisti, insieme a 19 pezzi di artiglieria confederati. [16][17]

Spiegando al generale Lee come una brillante vittoria si trasformò in una demoralizzante sconfitta, Early incolpò sostanzialmente gli uomini che avevano lasciato i ranghi per saccheggiare, e si lamentò che “la mia sinistra ha ceduto, e il resto delle truppe entrarono nel panico e non potevano più essere radunate, ritirandosi in confusione. Se non fosse stato per la loro cattiva condotta avrei potuto sconfiggere l'intera forza di Sheridan...”. Il giorno successivo Early pubblicò un messaggio lungo e per lo più critico al suo esercito identificando gli uomini che “cedettero a una vergognosa propensione al saccheggio”, per aver abbandonato i loro compagni che “cedettero a un panico inutile fuggendo dal campo confusi, in tal modo da trasformare una splendida vittoria in un disastro”. [18]

Il Sottosegretario alla Guerra Charles Dana comunicò, verso la fine di ottobre, le condizioni disastrose in cui venne lasciata la Valle dello Shenandoah dopo la fine dello scontro fatale che fece tramontare ogni speranza dei confederati di esercitare una strategica pressione sui federali. Dopo tutto, questa fu la missione del generale Sheridan, che lui portò brillantemente a compimento. Il sottosegretario dichiarò, riferendosi al campo di battaglia, che “la devastazione della Valle, che si estende per una distanza di circa cento miglia, rende quasi impossibile che i Confederati o le nostre stesse forze facciano una nuova campagna in quel territorio...” [19]

  1. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1150, ISBN 978-8817028707.
  2. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1150, ISBN 978-8817028707.
  3. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1152, ISBN 978-8817028707.
  4. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1153, ISBN 978-8817028707.
  5. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1154, ISBN 978-8817028707.
  6. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1155, ISBN 978-8817028707.
  7. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1159, ISBN 978-8817028707.
  8. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1159, ISBN 978-8817028707.
  9. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1160, ISBN 978-8817028707.
  10. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1161, ISBN 978-8817028707.
  11. ^ (EN) Jack H. Lepa, The battle of Cedar Creek, su essentialcivilwarcurriculum.com.
  12. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1162, ISBN 978-8817028707.
  13. ^ (EN) Jack H. Lepa, The battle of Cedar Creek, su essentialcivilwarcurriculum.com.
  14. ^ (EN) Jack H. Lepa, The battle of Cedar Creek, su essentialcivilwarcurriculum.com.
  15. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1163, ISBN 978-8817028707.
  16. ^ Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009, p. 1163, ISBN 978-8817028707.
  17. ^ (EN) Jack H. Lepa, The battle of Cedar Creek, su essentialcivilwarcurriculum.com.
  18. ^ (EN) Jack H. Lepa, The battle of Cedar Creek, su essentialcivilwarcurriculum.com.
  19. ^ (EN) Jack H. Lepa, The battle of Cedar Creek, su essentialcivilwarcurriculum.com.

Bibliografia

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