Lauretana64/Sandbox
Dati militari
Paese servitoItalia
CorpoCorpo volontari della libertà
UnitàGruppi di azione patriottica
GuerreResistenza italiana
voci di militari presenti su Wikipedia

Diana Sabbi (Pianoro, 29 luglio 1922Pianoro, 2 febbraio 2005) è stata una partigiana italiana.

Biografia

modifica

Giovinezza

modifica

Guerra partigiana

modifica

Dopoguerra

modifica

Subito dopo la Guerra di liberazione, Diana prosegue il suo impegno in ambito politico e civile, entrando a far parte dell'Unione ragazze italiane[1], sottosezione dell'Unione Donne Italiane, e contestualmente si iscrive al Partito Comunista Italiano. Sempre nel '46 entra a far parte della Camera del Lavoro di Pianoro, occupandosi della contabilità della Lega dei Birocciai[2] e tra il 1948 e il 1949 frequenta un corso di tre mesi presso la scuola del PCI, formandosi e acquisendo competenze che le permetteranno di diventare parte del Comitato Direttivo del Sindacato dei lavoratori dell'abbigliamento di Bologna. Nel 1951 diventa dirigente sindacale della CGIL, segnalandosi nella Federazione lavoratori dell'abbigliamento ove si rende protagonista di numerose battaglie volte a migliorare le condizioni di lavoro delle donne, così da assumere il ruolo di responsabile della Commissione femminile della Confederazione per volontà dell'allora Segretario della Camera del Lavoro di Bologna, Onorato Malaguti[3]. Inoltre, sarà la prima donna eletta nell'amministrazione del suo comune di residenza, e dal 1952 è la prima donna a far parte della Segreteria della Camera del Lavoro di Bologna, mentre dal 1956 è consigliera e assessora alla Provincia di Bologna. Nello stesso anno, viene eletta presidentessa dell'UDI e, a partire dagli anni Settanta si occupa del settore sanitario e dei trasporti, contribuendo alla creazione del processo che produsse la Federazione Italiana dei Lavoratori dei Trasporti. Tra il 1980 e il 1988, è attiva presso il Sindacato Pensionati di Bologna. Si dedica operosamente all'ANPI (di cui occuperà anche la carica di vice-presidente provinciale) nel corso degli anni Novanta, spendendo il resto della propria vita per la difesa della Libertà e della Democrazia, valori per i quali aveva combattuto sotto l'oppressione nazifascista. Diana, nel febbraio del 2005 muore, proprio mentre si preparava a donare al comune di Pianoro la propria medaglia, in prossimità del Sessantesimo anniversario della Liberazione[4].

Onorificenze

modifica
«Mirabile esempio di non comune audacia e di sprezzo del pericolo»
— Pianoro (Bo)

Diana Sabbi, congedata con il grado di capitano, ricevette per Decreto ministeriale[5] del 9 aprile 1949 la Medaglia d'argento al Valore Militare, con la seguente motivazione Giovane e ardita partigiana dei Gruppi d’Azione impugnava le armi contro l’oppressore nazifascista partecipando valorosamente ad un duro combattimento di retroguardia. Incaricata di recapitare al Comando Alleato un importante documento della massima riservatezza, con virile decisione e coraggio, abbatteva a colpi di pistola due sentinelle tedesche che cercavano sbarrarle il passo e proseguiva imperterrita fino al compimento della delicata e rischiosa missione. Non paga di tanto ardire dava ancora prova di indomito spirito combattivo durante un ciclo di sanguinose azioni da lei sostenute con le formazioni di montagna contro preponderanti forze nemiche. Nelle giornate della riscossa restava in prima linea a fianco dei valorosi compagni che ridettero la libertà al Capoluogo della Regione. Mirabile esempio di non comune audacia e di sprezzo del pericolo[6]. Inoltre, dall'anno della sua scomparsa, la Città di Bologna ha istituito un premio di laurea atto a valorizzare le Pari Opportunità e la sua attività, intitolato proprio "Premio Diana Sabbi"[7].


  1. ^ Fondazione Argentina Bonetti Altobelli – Sabbi Diana (1922-2005), su fondazionealtobelli.it. URL consultato il 14 aprile 2020.
  2. ^ Autore Com, ante Lupo, 6 dicembre 1921 i fascisti assaltano la sede delle Leghe a Castel San Pietro, su STORIE DIMENTICATE, 6 dicembre 2013. URL consultato il 14 aprile 2020.
  3. ^ Fondazione Argentina Bonetti Altobelli – Sabbi Diana (1922-2005), su fondazionealtobelli.it. URL consultato il 14 aprile 2020.
  4. ^ alexik65, La resistenza per le vie di Pianoro, su Libri di bordo, 4 marzo 2015. URL consultato il 16 aprile 2020.
  5. ^ Memorie in cammino - La consegna della Medaglia d'Argento al Valor Militare alla partigiana bolognese Diana Sabbi, su www.memorieincammino.it. URL consultato il 14 aprile 2020.
  6. ^ Donne e Uomini della Resistenza: Diana Sabbi, su ANPI. URL consultato il 14 aprile 2020.
  7. ^ e-ntRA- CMS per siti accessibili- http://www internetwork it/- IWH S.R.L, Premio "Diana Sabbi", su www.cittametropolitana.bo.it. URL consultato il 16 aprile 2020.

Bibliografia

modifica
  • Marina Addis Saba, Partigiane. Tutte le donne della Resistenza , Mursia, Varese, 1998;
  • Flavia Pesce, Diana Sabbi, in È brava, ma--: donne nella Cgil, 1944-1962, a cura di Simona Lunadei, Lucia Motti, Maria Luisa Righi, Ediesse, Roma, 1999

Voci correlate

modifica
== Altri progetti == {{interprogetto}} == Collegamenti esterni == * {{Collegamenti esterni}} * {{Partigiani d'Italia|indirizzo=/}} {{GAP}} {{Controllo di autorità}} {{Portale|biografie|seconda guerra mondiale|politica}} [[Categoria:Antifascisti italiani]] [[Categoria:Donne nella Resistenza italiana]]