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             Sirio Giannini- scrittore. Vita e opere 
    Sirio Giannini(Corvaia di Seravezza 1925- Firenze 1960)era figlio di Gino e di......Il padre per molti anni fu dipendente delle Tranvie Alta Versilia, come addetto al trasporto al piano dei marmi estratti nelle cave della montagna. All'età di quindici anni,abbandonati gli studi regolari dopo la scuola tecnica, intraprese il mestiere di meccanico. Altre esperienze contribuirono a fargli meglio conoscere la fatica del lavoro manuale, come quelle di renaiolo nel fiume Versilia e successivamente, durante la seconda guerra mondiale,di bracciante agricolo nella pianura padana. Tali esperienze,unite all'urgente bisogno di manifestare sentimenti e passioni, lo indussero presto a scrivere, attività che iniziò intorno ai vent'anni. Negli anni '50 esercitò anche l'attività di informatore scientifico per ditte farmaceutiche.Si interessò anche di cinema. Le sue opere, ispirate alle tematiche e ai canoni del neorealismo, gli procurarono presto l'amicizia e la stima di Cesare Zavattini.Morì nel gennaio 1960 a trentacinque anni non ancora compiuti, fra lo sgomento della famiglia e degli amici,in seguito ad una operazione chirurgica per l'asportazione di una cisti nel mediastino,eseguita in una clinica fiorentina. Alla fine del 1959 erano stati pubblicati nella collana La Medusa degli Italiani dell'Editore Mondadori due suoi libri di narrativa: nel 1953 "Prati di fieno", una raccolta di racconti ispirati alla vita dei campi nella pianura padana,nel 1958 "La valle bianca", romanzo ambientato nel bacino marmifero delle Alpi Apuane ed ispirato al duro e pericoloso lavoro dei cavatori. Al momento della scomparsa era in attesa di ricevere dal suo Editore notizie in merito alla pubblicazione di un secondo romanzo,"Dove nasce il fiume", testimonianza  viva e palpitante dello spopolamento della montagna negli anni '50 del Novecento, che non risparmiò neppure l'Alta Versilia e che egli conobbe molto bene come amministratore del suo comune di nascita. Il romanzo, pronto perla pubblicazione,uscirà presso altro Editore.
   Oltre alle opere ricordate,Giannini lasciò numerosi altri racconti e lavori letterari,dei quali molti pubblicati su giornali e riviste, üma anche inediti o appena abbozzati, frutto di un tenace lavoro che andò via via intensificandosi quando ebbe piena coscienza della propria innata predisposizione alle lettere.Alla modesta cultura scolastica sopperì con il forte desiderio di sapere e conoscere, sorretto in ciò da una non comune capacità di osservare gli uomini e le cose e dalle singolari esperienze vissute, in particolare quella di bracciante agricolo durante il soggiorno nella campagna parmense, dove con la famiglia aveva trovato accoglienza fin dal luglio 1944, allorchè i tedeschi ordinarono lo sfollamento della zona apuo-versiliese per organizzarvi la Linea gotica.Importante fu per lui anche la conoscenza dell'ambiente e delle esperienze di vita e di lavoro dei propri amici cavatori di Seravezza, con i quali trascorse tra l'altro una irripetibile stagione culturale ricca di iniziative e intense discussioni di letteratura, cinema e politica. Arricchì inoltre la sua cultura con la lettura delle grandi opere delle letterature mondiali, privilegiando quelle degli scrittori del verismo italiano e del neorealismo italiano e americano.
    Fu pertanto uno scrittore autodidatta, di cui comunque la critica apprezzò subito la qualità del lavoro,che lo fece annoverare fra i giovani narratori italiani più promettenti del suo periodo.Già nel 1949, con il racconto "Binario morto" aveva vinto il secondo premio indetto dalla rivista bolognese Sodalizio; nel 1951 vinse il premio letterario Lavoratori Apuani a Marina di Massa. Ma il successo della sua opera ebbe sicura consacrazione nel 1956,con la vincita di due premi letterari importanti: il Premio Firenze, che gli fu assegnato per "Prati di fieno" ex equo con Paolo Marletta e il Premio Internazionale Hemingway per il romanzo "La valle bianca", allora inedito. Per il cinema, altra sua passione, scrisse soggetti e sceneggiature, che cercò spesso di realizzare con documentari,in collaborazione con amici e cultori del settore. Da ricordare in particolare è il documentario "I cavatori", ispirato ad una poesia dell'amico cavatore-poeta Lorenzo Tarabella, che egli realizzò come sceneggiatore e regista e che fu premiato nel 1961 con il primo premio assoluto nel XII Concorso Nazionale di Montecatini Terme del film a passo ridotto.
     Opere:
    Prati di fieno,Mondadori,Milano,1953;
      "   "   "    ristampa:Biblioteca Comunale,Seravezza,1971 e
                            ETS Editrice, Pisa,1989;
    La valle bianca,Mondadori,Milano,1958;
     "   "     "   ristampa:Massimiliano Boni,Bologna,1981 e
                   edizione tedesca:Das weiβe Tal,Progress Verlag,
                   Düsseldorf,1959;
    I racconti, Biblioteca Comunale, Seravezza, 1971;
    Dove nasce il fiume, Massimiliano Boni, Bologna, 1971 e
                   ristampa: Vallecchi Editore, Firenze, 1993.