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Piazza d'armi (Torino)

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Piazza d'Armi a Torino è stata una delle piazze destinate, nella storia della città sabauda, ai raduni delle truppe e alle loro parate. Nel corso della sua storia, la capitale sabauda ha sempre avuto l'esigenza di disporre di grandi spazi per radunare l'esercito, necessità immancabile per tutte le città durante i secoli passati. Essa ha cambiato più volte la sua ubicazione nel corso dei secoli per l'espansione urbanistica.

Indice 1 Storia 1.1 XIX secolo 1.2 XX secolo 1.2.1 Incontri sportivi ufficiali 1.2.2 Dalla piazza al parco 1.3 XXI secolo 2 Note 3 Voci correlate 4 Collegamenti esterni Storia La città medievale e quella di antico regime non fu mai dotata di uno spazio monofunzionale destinato alle esercitazioni e alle manovre militari. Sebbene aree di questo tipo fossero diffusamente utilizzate (si pensi alle cittadelle quattrocentesche o ai «campi di marte» diffusi sin dal primo Cinquecento), Torino, sino all'epoca napoleonica, non risulta però esserne dotata. Nei secoli XVII e XVIII, invece, si preferì "militarizzare" la città stessa, assegnando funzioni logistiche per l'esercito alle piazze che andavano prendendo forma entro le aree di ampliamento urbano, le quali assunsero così, assai spesso, un connotato polifunzionale. Appartennero a questa categoria di spazi pubblici non solo l'area di rispetto che precedeva la cittadella – formalizzatosi, anche attraverso demolizioni, all'atto stesso della sua costruzione a partire dal 1564 –, ma anche la piazza del castello, la piazza reale (oggi San Carlo) sull'asse della contrada nuova (1646) e la piazza Susina (oggi Savoia) alle spalle dei Quartieri Militari juvarriani (1729). E, nel contesto della progettazione della città sei-settecentesca, assumeva dunque un'importanza prioritaria anche garantire il collegamento organico tra questi spazi e i sistemi deputati alla difesa, cittadella e capisaldi del fronte bastionato in primis.[1]

XIX secolo Di nuova piazza d'armi si può parlare a partire dal 1817, quando a svolgere questa funzione fu adibita la zona a sud-ovest della città, nell'area oggi compresa tra le attuali direttrici di corso Giacomo Matteotti, via Alessandro Volta e la sua continuazione, via Giovanni Camerana, via Assietta e corso Galileo Ferraris (un'altra piazza d'armi, ora di San Secondo). Nel 1850, sotto la spinta dell'aumento demografico, la piazza d'armi di San Secondo venne dismessa e il terreno lottizzato ed edificato. Per qualche anno fu adibita a tale funzione la zona compresa tra gli attuali corsi Matteotti, re Umberto, Stati Uniti e Vinzaglio, finché nel 1872 la nuova piazza d'armi divenne la zona compresa tra gli attuali corsi Galileo Ferraris, Peschiera (ora Luigi Einaudi), Castelfidardo e Montevecchio. Questa collocazione esistette fino agli anni 1930.

XX secolo A seguito dell'urbanizzazione che portò al completamento del quartiere Crocetta, dello storico Stadium e dell'attuale isola pedonale in corso Duca degli Abruzzi (all'epoca corso Vinzaglio), la piazza d'armi venne nuovamente spostata in una zona periferica dove, negli anni 1930, sorse il quartiere di Santa Rita. Qui, davanti all'ampia spianata, sorse il nuovo Stadio Municipale Benito Mussolini[2] (1933-1945), poi Stadio Comunale (1945-1986) e Stadio Comunale Vittorio Pozzo (1986-2005), in seguito Stadio Olimpico (2005-2016) e oggi Stadio Olimpico Grande Torino. La piazza ha geometria quasi rettangolare (in realtà leggermente trapezoidale) con i lati minori allineati con la direzione del "decumano massimo", cioè est-ovest, e quelli maggiori allineati con il "cardine massimo", cioè direzione nord-sud. Il lati minori sono fiancheggiati a nord da corso Monte Lungo e a sud da corso Sebastopoli (oggi piazzale Grande Torino), mentre a quelli maggiori, a ovest, da corso IV Novembre, e a est da corso Galileo Ferraris.

Tuttavia, la nuova piazza d'armi fu scarsamente utilizzata a questo scopo e le consuete adunate militari del periodo fascista vennero svolte in ubicazioni più centrali della città, come piazza Vittorio Veneto, piazza Carlo Alberto e l'attuale piazza Galimberti, all'epoca popolarmente denominata piazza Balilla Incontri sportivi ufficiali In Piazza d'Armi, nei primi anni del Novecento, la Juventus (dal 1897 al 1899 in gare non ufficiali; poi, dal 1900 al 1902, nel 1904 e nel 1907, in gare ufficiali) e il Torino (dal 1910 al 1913) disputarono le loro partite casalinghe.

Prima partita Juventus (Campionato Italiano di Football 1900) Torino 11 marzo 1900, ore 15:30 Eliminatoria piemontese - 2ª giornata Juventus Juventus 0 – 1 referto Torinese Torinese Piazza d'Armi Arbitro: Jourdan (Torino) Marcatori Gol Colongo Ultima partita (casalinga) Juventus (Prima Categoria 1907) Torino 3 febbraio 1907[3], ore 15:10 CET[4] Eliminatorie regionali Piemonte - Ritorno Juventus Nero e Bianco (Strisce).png 1 – 4 referto Flag maroon HEX-7B1C20.svg Torino Piazza d'Armi Arbitro: Inghilterra James Spensley Borel Gol (rig.) Marcatori Gol, Gol, Gol, Gol Kämpfer Prima partita (casalinga) Torino (Prima Categoria 1909-1910) Torino 6 febbraio 1910, ore 15:15 CET 9ª giornata Torino Torino 2 – 4 referto Pro Vercelli Pro Vercelli Piazza d'Armi Arbitro: Meazza (Milano) Lang Gol 51’, Gol 59’ (rig.) Marcatori Gol 13’, Gol 84’, Gol 77’, Gol 39’ Rampini I Ultima partita Torino (Ultimo incontro ufficiale) (Prima Categoria 1912-1913) Torino 23 febbraio 1913 10ª giornata Torino Torino 11 – 1 referto Piemonte Piemonte Piazza d'Armi Arbitro: Scamoni (Torino) Goggio Gol 40’ Debernardi II Gol 41’, Gol 70’, Gol 87’ Mosso I Gol 62’, Gol 68’, Gol 78’, Gol 81’, Gol 83’, Gol 90’ Morelli di Popolo Gol 88’ Marcatori Gol 23’ Marchisio Dalla piazza al parco Attualmente, Piazza d'Armi è diventato solo un toponimo a retaggio della propria storia e nome popolare, in quanto la zona in cui sorgeva è stata adibita a parco: in essa sorse per breve tempo anche un eliporto, per cui l'area divenne nota come parco dell'Eliporto fino alla fine degli anni settanta,[senza fonte] quando assunse il corrente nome di "parco Cavalieri di Vittorio Veneto".[5] Per molti anni il suo quadrilatero (2 152 metri il perimetro della cancellata) è stato il luogo di allenamento di numerosi atleti mezzofondisti e podisti.

XXI secolo Dal 2005 quest'area è stata profondamente trasformata in occasione dei XX Giochi olimpici invernali del 10-26 febbraio 2006, vedendo la sua completa ristrutturazione, la riorganizzazione del parco e rendendo pedonale un tratto di corso Sebastopoli che è il viale d'accesso all'attuale Stadio Olimpico Grande Torino, il quale è stato sede delle cerimonie di apertura e di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali e della cerimonia di apertura dei IX Giochi paralimpici invernali tenutasi il 10 marzo 2006, nonché al Palasport Olimpico. La sua forma rettangolare (con esclusione dell'area dello stadio) ha il lato minore lungo 400 metri e il lato maggiore lungo 755 metri. Inaugurata l'11 gennaio 2006,[6] la piazzetta pedonale, che è stata creata al fine di unire le strutture olimpiche al parco Cavalieri di Vittorio Veneto (ex Piazza d'Armi),[5] rappresenta una sorta di "giardino olimpico",[6] dove è collocata una fontana a specchi, somigliante a un canale d'acqua di 150 m che esalta la monumentalità dell'adiacente Torre Maratona;[5] non a caso la piazzetta è sita proprio all'esterno della torre.

Descrizione

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Quattro edifici militari, costruiti tra il 1906 e il 1913, fanno da cornice all’area compresa tra corso Lepanto sul lato Nord, corso Sebastopoli lato Sud, corso Galileo Ferraris lato Est e corso IV Novembre lato Ovest: la caserma “Lamarmora”, ora “Monte Grappa” situata in corso 4 Novembre angolo corso Lepanto, le caserme “Morelli di Popolo” e “Dabormida” affacciate sul lato del corso Galileo Ferraris e l’ospedale militare presente nel sito compreso tra corso IV Novembre, corso Sebastopoli e corso Orbassano


bibliografia

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  1. ^ Paolo Cadeddu, Le Caserme di Piazza d'Armi a Torino.