Utente:Luigi V. Prato/Sandbox Milhaud Le bœuf sur le Toit

Le bœuf sur le Toit
CompositoreDarius Milhaud
Tipo di composizioneballetto
Numero d'operaop.58
Epoca di composizione1920
Prima esecuzioneParigi, 21 febbraio 1920
Durata media16 min.

Altre notizie

Storia della composizione

modifica

Paul Collaer ha osservato ha osservato come un carattere peculiare dell’arte musicale di Darius Milhaud sia stato, accanto alla sua natura prettamente lirica e mediterranea, il senso della grandezza che traeva ispirazione da un’intensa vita spirituale. Tali aspetti della sua personalità di artista sembravano collocarlo lontano dagli ideali dei compositori del Gruppo dei Sei; tuttavia, nel musicista provenzale vi era anche amore per gli umili nonché il retaggio delle tradizioni popolari, vissute non come un semplice elemento di colore locale, bensì quale componente importante della propria sensibilità. Questi ulteriori lati del temperamento di Milhaud rivelavano una sua apertura nei riguardi dell’arte di Erik Satie e Francis Poulenc [1].

A favorire l’avvicinamento di Milhaud al Gruppo dei Sei fu la sua esperienza di segretario dell’ambasciatore Paul Claudel a Rio de Janeiro durante la quale, pur così lontano dall’ambiente musicale parigino, iniziò ad avvicinarsi ad alcuni degli aspetti dei “Sei”, derivati soprattutto da Parade. Nel mese di febbraio 1919, Milhaud fece ritorno a Parigi, portando con sé gli elementi essenziali di un’opera che sarebbe poi divenutauna delle maggiormente rappresentative dello spirito del “Gruppo dei Sei”: il balletto “Le bœuf sur le Toit”, una fantasia in forma di rondò su temi musicali brasiliani [2]. Si tratta di una delle più riuscite invenzioni di Milhaud, concepita originariamente come un pot-pourridi motivi sudamericani per accompagnare un film di Charlot dal titolo non precisato [3].

A chiarire l’origine e lo spirito di “Le bœuf sur le Toit” valgono, più di qualsiasi altro commento le seguenti osservazioni del suo autore: «Avevamo l’abitudine di riunirci in casa mia ogni sabato sera. Preso un cocktail che preparava Paul Morand, andavamo a cenare in un piccolo ristorante della rue Blanche. Non eravamo soltanto dei compositori. C’erano interpreti: Juliette Meerovitch, Marcelle Meyer, Andrée Vaurabourg, Koubitzky; pittori: Marie Laurencin, Valentine Cross, Irène Lagut, Guy - Pierre Fauconnet… Dopo cena andavamo alla fiera di Montmartre dove giravamo tra i baracconi di tiro a segno, lotterie, giostre, organetti, oppure al Circo Medrano. Si terminava la serata in casa mia. I poeti leggevano le loro poesie, noi suonavamo le nostre più recenti composizioni. Alcune come ''Adieu, New York''' di Georges Auric, ''Cocardes''» di Francis Poulenc,Le bœuf sur le Toit, furono suonate e risuonate. Serate gaie, spensierate, ma feconde di collaborazioni, di scambi di idee» [4]. Veramente, osserva Eduardo Rescigno, «non può stupire l’esecuzione di Le bœuf sur le Toit in casa tra amici, dopo un’allegra serata trascorsa al circo: perché la partitura non vuole essere che questo» [2].

Struttura della composizione

modifica

L’idea di fare del Bœuf sur le Toit un balletto pantomima fu di Jean Cocteau, come ha annotato Milhaud, che (cita Rescigno) osservò: «Cocteau ambientò la scena in America, all’interno di un bar, all’epoca del proibizionismo. Vi si muovevano personaggi fortemente caratterizzanti: un Boxeur, un Nano nero, una Donna elegante, una Rossa acconciata alla garçonne, un Bookmaker, un Signore in marsina. Il Barista dalla testa di Antinoo serve cocktail a tutti. Dopo alcuni incidenti e varie danze, entra un Poliziotto. Di colpo il locale si trasforma in latteria. Gli avventori danno vita ad una scena bucolica e interpretano una pastorale bevendo bicchieri di latte. Il Barista mette in azione il grande ventilatore che porta via la testa al Poliziotto. La Rossa esegue una danza con la testa del Poliziotto e la termina reggendosi sulle mani come la “Salomè” della Cattedrale di Rouen. I personaggi si allontanano alla spicciolata dal locale e il Barista presenta un conto che non finisce più al Poliziotto risuscitato. Jean (Cocteau) aveva scritturato per i vari ruoli i clown del Circo Medrano e i Fratellini: tutti eseguivano a puntino i suoi ordini di regista estremamente scrupoloso. Alberto Fratellini, che era acrobata, poté persino girare intorno alla testa del poliziotto camminando sulle mani; per far da contrasto alla rapidità della musica, Jean regolò i movimenti secondo un ritmo disteso, come in una pellicola proiettata al rallentatore, il che dava all’insieme un carattere di irrealtà, quasi di sogno. Maschere enormi - disegnate, come i bozzetti dei costumi, da Guy - Pierre Fauconnet, -conferivano ad ogni gesto un rilievo particolare e rendevano quasi impercettibili mani e piedi» [2].

Alla elaborata e raffinata scenografia di Cocteau, Milhaud ha saputo mirabilmente accompagnare una musica scritta con mano maestra, fortemente ritmata, ben definita dal punto di vista formale, bitonale dal punto di vista armonico, trasparente e chiara in linea con i dettami del “Gruppo dei Sei” [5] e caratterizzata dal linguaggio che si sovrappone in maniera intellettualistica alle semplici melodie popolari e ai ritmi di danza brasiliani. Tuttavia, nonostante si trattasse di un’opera pienamente riuscita, Milhaud non fu soddisfatto dell’accoglienza ricevuta dal balletto. Egli osservò: «Pubblico e critica decisero che ero un compositore buffo, da parco dei divertimenti … proprio io che avevo sempre avuto orrore della comicità e non avevo avuto altra mira, nel comporre Le Bœuf sur le Toit, che quella descrivere un divertimento gaio e leggero, senza pretese, ispirato ai ritmi brasiliani che mi avevano affascinato, sì, ma - santi numi! - senza mai suscitare in me voglia di ridere» [2].

Discografia parziale

modifica
  • Minneapolis Symphony Orchestra, Dimitri Mitropoulos (Dante Lys)
  • Orchestra of Radio Luxembourg, Louis de Froment (Vox)
  • Orchestre de L’Opéra de Lyon, Kent Nagano (Erato Disques)
  • Orchestre National de France, Leonard Bernstein (Warner Classics)
  • Orchestre de Paris, Semyon Byghkov (Philips)
  • Orchestre du Théâtre des Champs-Elysees, Darius Milhaud (Nonesuch)
  1. ^ Paul Collaer: Il “Gruppo dei Sei”; in La musica moderna, vol. III - Neoclassicismo, pagg. 17 - 26 (Fratelli Fabbri Editori, 1967)
  2. ^ a b c d Eduardo Rescigno: Darius Milhaud; Le bœuf sur le Toit, in La musica moderna, vol. III - Neoclassicismo, pagg. 30 - 32 (Fratelli Fabbri Editori, 1967)
  3. ^ Storia della musica (a cura di Eduardo Rescigno): vol. IX - La musica contemporanea, pagg. 60 - 61 (Fratelli Fabbri Editori, 1964)
  4. ^ Romano Sistu: Ricordi al tempo dei Sei (L’Approdo Musicale, Torino, 1965).
  5. ^ Giacomo Manzoni: Guida all’ascolto della musica sinfonica, XVII edizione, pag. 289 (Feltrinelli, 1987)

Bibliografia

modifica
  • Paul Collaer: Il “Gruppo dei Sei”; in La musica moderna, vol. III - Neoclassicismo (Fratelli Fabbri Editori, 1967)
  • Giacomo Manzoni: Guida all’ascolto della musica sinfonica, XVII edizione (Feltrinelli, 1987)
  • Eduardo Rescigno: Darius Milhaud; Le bœuf sur le Toit, in La musica moderna, vol. III - Neoclassicismo (Fratelli Fabbri Editori, 1967)
  • Romano Sistu: Ricordi al tempo dei Sei (L’Approdo Musicale, Torino, 1965)
  • Storia della musica (a cura di Eduardo Rescigno): vol. IX - La musica contemporanea (Fratelli Fabbri Editori, 1964)