Utente:Manuelarosi/Sandbox11bozza

Fortini Nasce agli inizi del XVI secolo da Lorenzo di Fortino e Eufrasia Ballati, famiglia legata al Monte del Popolo[1]. Documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Siena indicano il 1496 come anno del matrimonio dei genitori e ci informano dell'esistenza di altri quattro figli: Fortino, morto nel 1512; Niccolò e Francesco, morti nel 1523 e nel 1544, e Francesca. Secondo alcune fonti, Pietro ebbe due mogli: Amelia o Aurelia di Calisto Fungai e Laura Nicolai de Sermonis sposata il 28 giugno 1556. Nel gennaio del 1561 fece testamento e dispose che la moglie Laura fosse usufruttuaria dei suoi beni fino alla morte[2].

In realtà in archivio sono custoditi sette suoi testamenti, di cui tre olografi. Quello datato 1551 è l'unico che contiene accenni alla sua attività letteraria, vi si legge infatti l'espressa volontà di nominare erede di tutti i suoi scritti il concittadino Alfonso Capacci.

Altre lettere autografe documentano la sua vita privata e pubblica: intorno all'anno 1546 lavora come artigiano in una cartiera; nel 1552 viene nominato vicario di Batignano per un anno, incarico che gli consente di avere poteri giudiziari e militari, e di contribuire attivamente alla guerra di Siena.

Dopo la resa incondizionata di Siena nel 1558, scrive a Cosimo I de' Medici, a cui aveva dedicato anni prima una commedia dal titolo Fortunio[3], e gli offre la possibilità di impadronirsi della fortezza di Montalcino, dove alcuni irriducibili senesi erano rimasti asserragliati. Probabilmente la conseguenza di tale inopportuno gesto, malvisto dai suoi concittadini, è la causa del suo temporaneo allontanamento da Siena. Si ritira nei suoi possedimenti di Monaciano, presso la Certosa di Pontignano.

Muore a Siena il 24 gennaio 1562 e viene sepolto nella chiesa di San Domenico.

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Note modifica

  1. ^ Nel Medioevo Siena era politicamente divisa in Monti: il Monte dei Gentiluomini, il Monte dei Riformatori e il Monte del Popolo, sempre in lotta fra loro per la supremazia nel Governo della Città
  2. ^ Carlo Milanesi, Notizie di Pietro Fortini e di Giacomo Pacchiarotto, in L'Eccitamento: giornale di filologia, di letteratura e di amenità, Bologna, 1858, p. 621.
  3. ^ Il manoscritto è conservato nella Biblioteca nazionale di Firenze (cl. VII 171)

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