Utente:MassimilianoTurco/Sandbox

Il Forestiero "Biografia di un ignorante".

modifica

E' un libro del poeta e scrittore Massimiliano Turco, pubblicato anel 2023 da EBS Print edizioni.

L'autore

modifica

Nasce a metà degli anni ottanta a Lentini in provincia di Siracusa, un piccolo paese della Sicilia, da madre insegnante e padre pittore d'arte. Sin dalla sua giovane età la sua sensibilità lo avvicina al mondo della scrittura e della poesia e della scrittura e ben presto ne diventa un amante, fino a scriverne delle proprie in italiano, ma in particolare in vernacolo, ricevendo anche gli apprezzamenti della giuria del 15° premio di poesia "Carmelo Pitrolino" con la poesia in vernacolo "Sicilia amuri miu", dedicata alla propria terra.

Affascinato dalla divisa fin da piccolo, appena terminati gli studi, decide di intraprendere la carriera militare arruolandosi in Esercito, dove presterà servizio per sei anni, ricevendo diverse onorificenze, tra cui un elogio e un encomio per meriti svolti durante l'espletamento dei servizi a lui affidati. Nel 2011 dopo aver vinto il concorso in Guardia di Finanza, sulla base delle proprie esperienze di vita, si rende conto che la divisa inizia a stargli piuttosto stretta e decide di riporla nell'armadio, abbandonando definitivamente la carriera militaree cambiare percorso lavorativo. Attualmente vive e lavora a Parma(PR), ha un fratello di nome Antonio e un cane di nome Billy.

Nei primi anni del Novecento in un paese di poche anime vive Naser, un giovane dall'animo buono, sensibile, ma soprattutto molto profondo, che fin da piccolo ama l'arte, la pittura, la scrittura e la poesia, diventando nel tempo anch'egli uno scrittore, poeta e pittore. Durante la sua giovinezza si troverà a imbattersi in una disgrazia che lo segnerà nel profondo dell'anima, fino a chiudersi in sè stesso, nel suo mondo interiore e non interagire più con nessuno, dichiarando guerra a Dio e imbattendosi anche in alcuni casi con delle entità che cercheranno di fuorviargli la mente. È estremamente convinto che le persone, soprattutto quelle che vivono nel suo paese, siano persone dalla mentalità chiusa, gente che non si domanda niente sul perché della vita e lui proprio non sopporta questa superficialità. Ma a distanza di qualche anno, in quel paese di poche anime, entrerà qualcuno, un forestiero. Quest'uomo misterioso infatti aprirà la mente di Naser su alcuni aspetti della vita, soprattutto basandosi sulla fede che Naser aveva perso parecchi anni fa, facendo scattare qualcosa dentro di lui che lo porterà a tornare a vivere in una nuova luce.

Scelta del titolo

modifica

L'autore ha voluto utilizzare l’aggettivo "Forestiero", poiché ritiene che tutti siamo forestieri e non in altri luoghi dove ci rechiamo e dove pensiamo di essere nella zona comfort, ma soprattutto, anche se sembrerebbe paradossale, ma proprio nel nostro paese, nella nostra città, spesso è ci sentiamo ancora più forestieri, più fuori luogo. Questo accade perché non ci sentiamo capiti, apprezzati o perché si è evitati per ignoranza o perchè "diversi". Mentre quando si va in altri paesi e non si è conosciuti, si ha proprio quella voglia, quel desiderio, quella curiosità di conoscere quell’individuo quindi si pongono domande, ci si confronta , ci si conosce e questo ci rende meno forestieri, poiché spesso bisogna confrontarsi con persone lontane da noi, dalla nostra quotidianità, per aprire il cuore e la mente, per farci ragionare su alcune cose e su alcuni aspetti della vita. Poiché la maggior parte delle volte, magari i consigli o le critiche impartite da un familiare ,da un parente, o da qualcuno troppo vicino a noi, ci sembrano scontati e di parte,o non ci consentono di crescere, perchè non ci fanno guardare dentro con autocritica. Spesso accade invece che le stesse cose, pronunciate da qualcuno che non ci conosce, magari dette con un atteggiamento critico, anche ascoltando quello che non vorremmo sentirci dire e che ci tocca nel profondo dell''anima, ci apre la mente all'autocritica e ci fa riconoscere alcune aspetti che non vediamo, di cui non ci rendiamo conto, sia dentro di noi, sia nell'ambiente circostante.

"Biografia di un ignorante"

modifica

Nasce per tre motivi...

Il primo è che ovviamente dentro ogni libro c’è sempre qualcosa di autobiografico, già la forma di pensiero che si utilizza nello scrivere il libro determina in un certo senso ciò che siamo e quindi autobiografia del nostro pensiero che viene poi messo nero su bianco e lin questo caso lo scrittore, ritenendosi una persona ignorante, ha voluto puntualizzare questo pensiero.

Il secondo perché lo stesso autore vorrebbe dimostrare che anche una persona ignorante, come in questo caso uno dei personaggi di questo libro, il forestiero, nonostante abbia vissuto prima una vita da pastore tra le montagne e dopo da viandante, girando in lungo e in largo luoghi e popoli sconosciuti, nonostante non possiede una cultura dal punto di vista scolastico, ma una cultura di vita, ,anch’egli  può essere colmo di pensieri e ragionamenti che lo attraversano, dettati da esperienze di vita ,sia dall’interagire con altri popoli, sia con la natura, spesso anche devastato dai pensieri e da entità estranee che hanno contribuito nell’arco della sua vita a fargli passare le notti insonne e che lo hanno costretto a mettersi faccia a faccia con se stesso, con le sue interiorità, con le proprie paure e emozioni e a interagire con anime e luoghi e luoghi dell’anima, poichè sostiene che è il pensiero che ci eleva e ci mette a parità di linguaggio con qualcosa di divino di soprannaturale.

La terza motivazione ,quella dettata dal pessimismo leopardiano dell'autore e dall’auto critica dettata dalla sindrome dell’impostore, è dettata dal fatto che l'autore spera che dal titolo lo leggiate senza tante aspettative e magari se non dovesse piacervi, possiate dire, cosa mi aspettavo da un titolo del genere? Invece magari se vi dovesse piacere possiate pensare che lo avevate sottovalutato e la sorpresa potrebbe essere più gratificante.

E' stata posta una domanda all'autore...

modifica

Come ha fatto a scrivere questo libro?

modifica

La risposta che ci ha dato è stata :

Ognuno di noi, ogni individuo è un luogo di ospitalità di forze estranee, che spesso ci gestiscono in determinati momenti, queste forze possiamo averle dentro di noi o posso venire da qualcosa di exstra terraneo. Durante la scrittura mi fermavo spesso a pensare, a volte perché ero a corto di idee, altre perché cercavo di vivere le emozioni del libro e di immedesimarmi dentro di esso. Facendo ciò mi sono reso conto che il pensiero non appartiene all’essere parlante, poiché il pensiero è qualcosa che nasce dentro di noi , ma si manifesta al di fuori di noi e non dentro di noi. Forse mi sono collegato a quell'iperuranio di cui parlava Platone, quel mondo delle idee che attende solo che proiettiamo il nostro pensiero su di esso e per far si che l'idea si manifesti nel  mondo terreno, ha bisogno di due cose, pensiero e azione, quindi per far si che l’idea prenda forma scendendo dall'iperuranio e entrando in modo "definitivo" nel mondo terreno, deve essere messa in atto, quindi senza pensiero e senza azione l’idea non prende forma e resta qualcosa di inesistente sulla terra. Il vuoto!

Quindi lei pensa che qualcuno o qualcosa di non terreno tramite i pensieri le abbia potuto suggerire buona parte del libro?

modifica

Non lo so, potrebbe essere... Ma di una cosa sono certo, che se così' fosse stato ,in ogni caso, in quei determinati momenti non me ne sarei potuto accorgere, poichè ero proiettato in altri luoghi.