20 ANNI UNIKA Ispirazione ed entusiasmo INIZI L’artigianato artistico gardenese era ancora legato in gran parte alla produzione di arte sacra quando nel 1994 si festeggiò il 25 ̊ anniversario dell’introduzione ufficiale del marchio di garanzia, un’iniziativa creata in collabora- zione con la Camera di Commercio per valorizzare ope- re scolpite esclusivamente a mano e contraddistinguerle nettamente dall’incalzante concorrenza della produzione a macchina. Gli anni 1970 continuarono ad essere positivi dal punto di vista economico, invece nel decennio seguente diven- nero percepibili chiari segnali di crisi nell’ambiente del- le botteghe. Ovviamente non si era rimasti con le mani in mano e l’Associazione degli Artigiani si dette da fare anche in senso pubblicitario con l’invio di migliaia di ca- lendari a mezzo mondo. Tuttavia nemmeno ciò produsse grandi effetti, l’immagine romantica del valente intaglia- tore del legno che si era creata nei secoli risultava pe- santemente scalfita dalla produzione industriale, al punto che un eventuale cliente doveva dubitare se stesse per caso comprando una scultura dovuta al macchinario di un pantografo invece che alla bravura manuale di uno scul- tore. L’autentica immagine professionale dell’intagliatore fi- gurativo oppure ornamentale doveva dunque essere ristabilita offrendo alle giovani generazioni un tracciato formativo improntato all’autenticità, lontano da quello industriale. SPIRITO D’INIZIATIVA Per realizzare ciò venne istituito nel 1994 un simposio dedicato all’”Arte Sacra”. Per la prima volta vennero esposte nelle piazze di alcune località della vallata grandi sculture scolpite all’aperto. L’iniziativa ebbe successo. Fu la dimostrazione che era possibile affrancare dalla medio- crità una gloriosa tradizione artigianale e rinnovarla per il futuro, se soltanto non mancavano le idee, e più di ogni altra cosa il coraggio di metterle in atto. L’entusiasmo c’era, già si pensava all’anno seguente, mancava però una visione chiara di come rendere il tut- to più vivace ed accattivante. La proposta dell’esperto di marketing tedesco, con il quale si era in contatto per allestire piccoli stand in piazza durante la prossima edizio- ne ad Ortisei non prometteva bene, la si ritenne troppo commerciale, e poco artistica! a cura di Georg Demetz

 Madre Teresa di Calcutta (Giuseppe Rumerio)
Con colazione (Hubert Mussner)

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        L‘idea prende forma modellando.

34 unika storia PRONTI A RISCHIARE Un primo invito a partecipare alla manifestazione che si sarebbe chiamata “Giornate Gardenesi dell’Arte” andò dunque a vuoto. Ma per Ewald Demetz, presidente del gruppo professionale “Artigianato Artistico Gardenese” non era il caso di gettare la spugna. Memore di ben altre situazioni critiche nella storia dell’artigianato artistico, per esempio di quando nel Sette/Ottocento molte famiglie gardenesi riuscirono a piazzare filiali in diverse cit- tà europee – egli propose di allestire per tre giorni un grande spazio espositivo nel padiglione del tennis di Roncadizza. Si trattava dunque di mostrare come lavorano i vari scultori, intaglia- tori ornamentali, pittori e indoratori in modo che il pubblico potesse ammirare dal vivo come nasce un’opera. Abituati agli ambienti piuttosto ridotti dei loro laboratori questi lavoravano secondo modalità tecniche e stilistiche molto diverse. Come adattarsi dunque ad uno spazio che sembrava enorme al punto da non poterlo riempire? Ma Ewald Demetz aveva le idee chiare, ponderava le differenti proposte e ne traeva le conclu- sioni. Ad un secondo invito scritto seguirono 23 adesioni. Divergenze d’opinione sul da farsi non mancarono, però le discussioni risultarono positive e così il progetto prese forma in tutta la sua coralità. AZIONE Lo scultore Franz Canins, membro dell’esecutivo di quegli anni, si ricorda: ”Ai partecipanti ven- ne assegnato uno spazio predefinito. Una riduzione numerica delle opere da esporre a favore della qualità accese gli animi. Ci si accordò, infine, sul limite di cinque pezzi da mostrare. Ma il problema principale di come allestire lo spazio espositivo era la disposizione dei vari banchi e tavoli di lavoro. C’era chi voleva gestirli come delle nicchie, ognuno per conto suo, cioè come a casa propria. Il nostro esperto di marketing però consigliava di aprire gli spazi, non di chiudersi in un guscio. Nuova discussione sul come fare per non vedere confusa la propria opera, perché talvolta lo stile può essere simile, e quindi scambiata con il lavoro di un altro o peggio, copiata da qualcuno. No – si esclamò – questo no..! Infine, il nostro strategico consigliere riuscì nell’intento di tracciare un percorso espositivo or- ganico. Da seguire per ore - bello!” “Tre giorni dopo si trattava di smontare il tutto, rimuovere i tavoli, riporre gli attrezzi e traspor- tare i pannelli. L’entusiasmo aleggiava ancora nell’aria mentre ci si guardava in faccia e – come asserisce Ewald Demetz – era già avvertibile in ognuno un senso di smarrimento dovuto a crisi d’astinenza.” La manifestazione era stata molto apprezzata. Erano intervenuti oltre al Governatore della Pro- vincia con gli Assessori, i sindaci della Val Gardena e di Castelrotto, nonché il rappresentante

        ecclesiastico con la benedizione. Ma quello che era oltremodo importante in quei giorni: tanta gente, più di quanta se ne potesse aspettare, aveva visitato la mostra rimanendo entusiasta e meravigliata dal fatto che l’artigianato artistico era così attivo e vivace! Infine, però era arrivato il tempo delle questioni pragmatiche, cioè ricordarsi in primo luogo di come finanziare le proprie attività. I ricavi dalle vendite dei singoli espositori permettevano senz’altro di ideare nuovi progetti, ma bisognava anche tentare di coinvol- gere il più possibile la mano pubblica e privata, vale a dire le istituzioni e l’imprenditoria aziendale. A questo scopo fu costituita nel 1999 una cooperativa, presieduta da Ewald Demetz. Presidenti successori erano Giuseppe Rumerio e Filip Moroder Doss.

RINNOVARSI Per queste riflessioni pratiche, già trattate e discusse tante volte, si poteva anche prende- re spunto leggendo il libro “L’Artigianato Artistico Gardenese” presentato per l’occasio- ne dal signor Othmar Moroder, in cui sono descritti gli aspetti storici, tecnici ed estetici, oltre che economici dello sviluppo nel settore artigianale. Un altro contributo in tal senso era dato dalla presenza dello scultore Tone da Cudan, ar- tista di Ortisei invitato alla mostra, le cui opere coniugano in modo esemplare la valenza artigianale con quella artistica. A riprova del fatto che la sottile linea che separa i due con- cetti non va intesa come una cesura tra due campi del tutto diversi bensì come strumento d’interpretazione dello stesso impulso creativo ci si poteva chiedere: se l’artista è comun- que un artigiano – perché gli artigiani a Roncadizza non dovrebbero essere degli artisti? Era sintomatico, infatti, che negli anni ‘90 l’arte figurativa stava tornando in auge nello stesso ambiente artistico internazionale. Essendo maestri consacrati nella rappresenta- zione naturalistica di figure umane, animali e vegetali, gli scultori, intagliatori e pittori gardenesi lasciavano trasparire l’esigenza di un nuovo indirizzo stilistico. Almeno nelle opere di alcuni tra di loro era percepibile un accenno di autonomia, un nuovo “sentire” a cavallo tra tradizione e innovazione. Nel 1996 ci si era preparati per la terza edizione, entusiasmandosi all’idea di mettere alla prova la propria bravura in piena libertà. Certo, i soggetti vertevano ancora in massima parte sull’arte sacra, giacché era stata questa a fornire negli anni gli spunti che avevano reso famoso nel mondo l’artigianato gardenese con i suoi altari, le madonne e i crocefissi. Un vero e proprio retaggio culturale che però nel frattempo era stato ridimensionato dal- la Chiesa stessa con il Concilio Vaticano II per darsi un’immagine più moderna e consona ai tempi. Le commissioni d’arte sacra calarono pesantemente, aumentò invece la produzione di articoli profani e con essa anche l’esigenza di qualità. Presentazione dei „fans“. 35

        Opera di Gregor Mussner

ENTUSIASMARSI L’intagliatore ornamentale Egon Stuflesser racconta di quei tempi: ”Ci sentivamo costantemente spinti a cerca- re nuove forme. Cosa che venne anche criticata perché le nostre idee essendo ambiziose rischiavano di risulta- re troppo costose – e quindi spaventare un potenziale acquirente. Malgrado ciò ci preparavamo al meglio per l’appuntamento annuale e sottoponevamo i lavori ad un coscienzioso esame estetico prima di esporli. Eravamo semplicemente entusiasti di poter presentare al pubblico ciò che avevamo appreso dai nostri maestri ed elaborato in proprio. Naturalmente vi era anche qualche rischio di emulazione, poiché ci si influenzava a vicenda ed infatti alcune opere si assomigliavano in modo quasi “sospet- to” nello stile e nella tecnica. Tuttora può succedere che pur partendo da ispirazioni diverse si arrivi ad un comu- ne denominatore, dovuto magari ad una affine scuola o mentalità. Una solida conoscenza della storia dell’arte è di grande importanza in questo senso. Più la si conosce e più facil- mente si trovano vie d’espressione originali. In primo luo- go però intendevamo differenziarci dalla produzione in serie delle sculture fatte a pantografo, dovevamo quindi valorizzare al massimo la ricerca qualitativa, in direzione di un arricchimento artistico e culturale.” Già più di un secolo prima si erano registrati impulsi de- terminanti per l’innovazione dell’artigianato gardenese, dovuti all’insediamento di scuole professionali e di dise- gno – si pensi alla Scuola d’Arte e Professionale “Cade- mia” che ancora oggi ne è testimone. La scultura su legno era poi sopravissuta alle guerre mondiali, aveva saputo adattarsi e superare con successo due radicali cambia- menti stilistici e culturali – ed ora? “ ...mai fino ad ora – scrive Othmar Moroder nel suo li- bro del 1995 – così tanti studenti, artigiani ed apprendi- sti avevano frequentato corsi formativi in Scuole d’Arte e Accademie europee, e mai fino ad ora l’interesse per le correnti culturali del tempo era così vivo, mai si era così aperti e ricettivi verso differenti possibilità stilistiche ed espressive...”. Altro che crisi, dunque! IDENTITÀ Rendendosi conto di questo gli artigiani della Val Gar- dena hanno acquisito una maggiore consapevolezza del proprio valore e di conseguenza sviluppato la volontà di presentare in modo più efficace l’immagine professiona- le della categoria, anche dal punto di vista della comu- nicazione visiva, cioè come gruppo con una sua identità ben distinta e con un “logo” inconfondibile. Ciò avvenne nell’occasione della terza manifestazione. Il titolo poco incisivo “Giornate Gardenesi dell’Arte” fu ribattezzato con la dicitura “Unika” accompagnata da una “G” maiu- scola, un emblema storico geografico, seguendo un’ idea di Franz Canins che intendeva con ciò evidenziare il carat- tere di unicità delle opere e la loro autenticità legata alla produzione artigianale in Val Gardena. L’organizzazione crebbe in modo costante e già un decennio dopo poté

Gregor Prugger
Via Crucis (Filip Moroder Doss)

36 unika storia

        annoverare 64 membri attivi. Il tutto aveva assunto un piglio quasi aziendale con l’in- troduzione di progetti da realizzare in gruppo, vere e proprie imprese “dialettiche” con proposte e innumerevoli sedute oltre che difficoltà logistiche. Va rimarcato l’apporto indi- spensabile per la messa in opera delle varie iniziative del gruppo professionale “Artigia- nato Gardenese” facente parte dell’Associazione Provinciale Artigianato con i presidenti Ewald Demetz, Peter Demetz, Paul Moroder Doss e Norbert Insam, che negli anni hanno contribuito in modo determinante. Essenziale rimaneva però fin dall’inizio l’impronta al tempo stesso individuale e collettiva, che tuttora contraddistingue l’”Unika”.

PROGETTI ”Teste” e ”Fans“ Egon Stuflesser, nominato presidente dall’esecutivo dell’Unika nel 1999 rammenta: ”Il primo progetto, quello delle “Teste”, risultò indicativo per il nostro modo di procedere. Ogni scultore era libero di creare una testa – realistica o di fantasia – da riunire poi in un assemblaggio come un’opera unica simboleggiante la diversità dei caratteri umani. Nel suo insieme rappresentava altresì l’importanza della cooperazione tra gli individui. Met- tere in sintonia tante teste e farle lavorare per uno scopo comune non è proprio facile ed anche se si tratta pur sempre del nostro mestiere eravamo rimasti affascinati da come ha funzionato bene. Così ci sembrò quasi un miracolo essere riusciti a completare il progetto dei “Tifosi – Fans” per “Unika 2004”! Un’impresa gigantesca a ripensarci adesso, scolpire a grandezza naturale 50 figure in legno a tutto tondo. Un’allegoria della passione per lo sport che evoca scene di tripudio e scoramento generale in tutte le sfaccettature possibili! Questo “quadro d’insieme” ottenne oltre ad un grande successo di pubblico anche il pre- mio Alto Adige Marketing Award e venne esibito in varie edizioni in diverse città europee. Un tale incremento di popolarità rafforzò l’esigenza di aprire in Val Gardena una sede stabile per l’associazione degli artisti artigiani, uno spazio dove poter esporre durante l’anno ed eventualmente contattare la clientela. Sempre con la certezza che qualsiasi ac- quisto era garantito dal marchio di tutela, riguardava cioè un lavoro fatto completamente a mano.” Il percorso espositivo du- rante la mostra del 2007. 37

        Progetto „Wings“

38 unika storia Galaria Unika La possibilità di allestire uno spazio espositivo permanente come una galleria d’arte fu trovata nel 2005 non lontano dal padiglione del tennis di Roncadizza dove si svolge la manifestazione annuale. Lì si possono ammirare su 500 metri quadri le molteplici opere nella loro varietà stilistica, un vasto panorama di sculture e pitture – tradizionali e moder- ne – che vengono alternate periodicamente. In questo modo è data al visitatore l’occa- sione di toccare con mano la vitalità dell’artigianato artistico gardenese di cui emerge particolarmente l’aspetto creativo dell’innovazione. Ingegnosità e manualità vi risiedono intimamente collegate, cosicché trascorrervi qualche ora diventa un’esperienza estetica affascinante, wings Un altro progetto in grande stile chiamato “Ali – volooltrefrontiera” fu visibile lungo il tratto autostradale nei pressi di Vipiteno nel 2008. Si trattava di una serie di ali in metallo che collocate a intervalli regolari riproducevano l’illusione di un volo d’uccello percepito come in una sequenza di fotogrammi. Quest’opera fu realizzata in collaborazione con Leitner Technologies in occasione dell’evento artistico internazionale “manifesta07” e aumentò notevolmente il grado di notorietà dell’associazione. Certo l’entusiasmo non basta sempre per mettere in pratica le idee, bisogna anche trovare i contatti economici necessari. In questo senso l’Unika possiede una sua forza proprio in quanto gruppo. movemënt Un progetto letteralmente monumentale è stato realizzato con l’enorme testa alta 6,12 metri e scolpita in 50 segmenti di legno. Il tema “movemënt” simboleggia il dinamismo di gruppo espresso fin dalla prima edizione delle “Teste” di dieci anni prima e sta ad indicare l’ormai collaudata capacità dell’Unika di reinterpretare la sua creatività – la te- sta, si sa – è la sede centrale delle idee e dell’ispirazione. In questo caso i vari segmenti simboleggiano la molteplicità ricompattata dei membri dell’associazione. Ed è proprio questo l’atteggiamento di cui il presidente dell’artigianato artistico gardenese facente parte dell’Associazione Provinciale mette in evidenza l’importanza. Un gruppo sociale che si presenta compatto con una tale storia alle spalle va senz’altro sostenuto per i suoi progetti dal mondo economico e politico. LA STORIA CONTINUA La storia ventennale dell’Unika è costellata da tanti sviluppi positivi, non ultimo il fatto di aver saputo offrire a diversi giovani scultori una “rampa di lancio” per la loro evoluzione creativa personale. Questi, infatti, si ricordano con gratitudine del periodo in cui erano membri dell’associazione. Con la loro maturazione artistica individuale valorizzano altresì l’artigianato artistico. In generale però è all’apporto collettivo, alla collaborazione di tutti che va riconosciuto il merito di aver costruito un storia di successo. Questa non sarebbe, infatti, stata possibile senza l’apporto entusiastico dei collaboratori interni ed esterni che hanno contribuito alla riuscita di mostre, fiere, progetti, convegni culturali e viaggi.

       Altri progetti e concorsi

Tra le varie iniziative svolte nei vent’anni vanno segnalate inoltre:

2000
“Insieme siamo forti”, mostra nella sede dell’APA a Bolzano.
2000/2001/2003

“The art of sculpture”. I contatti pluriennali con due galleriste di Vail/Colorado permisero a rispettivi undici scultori di esporre i loro lavori negli Stati Uniti. 2004

“L’arte applicata al camino”. Concorso Art Fence - Verona
“Dio si è fatto uomo per noi”, opera commissionata dalla Parrocchia e dal Comune di Bolzano e dalla diocesi Bolzano – Bressanone.
“Alpinisti”, rappresentazione di numerose figure a grandezza naturale di alpinisti conosciuti. Lavoro che continua negli anni commissionato da Sportler di Bolzano.

2006

“Prego prenda posto”, concorso per lo stand della società Alto Adige Marketing (SMG).
2007

“60 anni Fiera di Bolzano”, Concorso in occasione della 60a edizione della Fiera di Bolzano. 2008

“Espressioni di un paesaggio”, concorso per il centro visite del Parco Naturale Puez-Odle a Funes.
2009

“San Francesco”, concorso per la realizzazione di una scultura dedicata a San Francesco d’Assisi per la chiesa omonima all’Alpe di Siusi”.

”Il lettore di giornali”, concorso della casa editrice Huss, Monaco di Baviera.
2011

“Papa Giovanni Paolo II”, concorso di una scultura dedicata alla beatificazione di Papa Giovanni Paolo II – in collaborazione con Fercam. 2013

“Cavalcata Oswald von Wolkenstein”, concorso per lo stendardo nuovo dell’omonima cavalcata a Castelrotto.
“Troi Unika”, concorso per una rappresentazione artistica del sentiero naturale a Cendevaves, Monte Pane a S. Cristina/Val Gardena.
               Espositori „Unika“ (2013)

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       Statistiga cumëmbri Unika