Utente:Patafisik/Mostra etnografica Cavana di Lugagnano

Mostra etnografica Cavana
L'esterno del museo.
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Caratteristiche
TipoMuseo della civiltà contadina e di reperti della Grande Guerra
FondatoriPaolo Cavana

La Mostra etnografica Cavana di Lugagnano è situata a Lugagnano inferiore, frazione di Monchio delle Corti, al limitare del Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano e del Parco regionale delle Valli del Cedra e del Parma.

La mostra è ospitata in un piccolo fabbricato che Paolo Cavana (1948-), originario della zona, ha riempito con strumenti di lavoro e oggetti legati alla vita quotidiana della civiltà contadina; materiale scolastico della prima metà del Novecento; reperti relativi alla Grande Guerra e all'utilizzo della sua memoria in epoca successiva, come un piccolo “canzoniere del soldato” di epoca fascista.

Alla mostra sono organizzate visite scolastiche dalle scuole locali.[1]

Strumenti di lavoro e oggetti della vita quotidiana modifica

All'interno della mostra si possono osservare: un aratro di legno, un giunto per battere il grano, un attrezzo per tagliare il fieno e un altro per abbrustolire l'orzo, alcune raspe per la pulitura delle vacche, museruole e gioghi risalenti all'Ottocento, un portatore (utensile per trasportare il latte al caseificio), un'imbottigliatrice per il vino, un telaio per la tessitura, un campione di tessuto di canapa utilizzata per gli indumenti e le lenzuola, attrezzi da falegnameria, una morsa, una stampatrice, un'oliatrice per la macchina a vapore, una saldatrice a gas, una lampada utilizzata nelle ferrovie nell'Ottocento, un mantice utilizzato nelle fucine dei fabbri, utensili da cucina - come macinini da caffè o il coperchio del testo in rame per contenere il sangue del maiale - .

Si possono inoltre osservare oggetti personali, come un lavabo da camera, antiche calzature in legno - con suola chiodata perché si consumasse di meno - , ciaspole e sci di legno, una slitta col volante, una bambola di pezza, un seggiolino per bambini, due fisarmoniche, vecchie banconote, fotografie, cartoline, libretti di lavoro.

Materiale scolastico della prima metà del Novecento modifica

Tra il materiale scolastico si possono osservare un certificato di studio e una pagella scolastica degli anni Venti del Novecento, quando i voti erano espressi in numeri ordinali (da primo a quarto), c'erano materie insolite come "igiene e cura della persona" - nelle pagelle delle bambine anche "lavori donneschi" - e la scuola era definita “santuario consacrato all'istruzione della mente e all'educazione del cuore". Si possono inoltre sfogliare quaderni e libri, alcuni dei quali conservano al loro interno tracce delle impronte del calamaio. Sono inoltre esposti un pallottoliere e dei bigliettini natalizi realizzati a scuola tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Reperti relativi alla Grande Guerra e all'utilizzo della sua memoria in epoca successiva modifica

Tra gli oggetti legati alla memoria della Grande Guerra figurano: una mantella, una medaglia - recante la dicitura "coniata nel bronzo nemico" - e un attestato conferito a Freddi Anselmo, combattente sul Carso, dal Ministro della Guerra Giulio Rodinò; un attestato, una medaglia e una fotografia del cippo funerario del cimitero austriaco di Marchtrenk in cui è sepolto, assieme ad altri 1392 soldati italiani, Freddi Paolo, prigioniero in Austria dopo Caporetto.[2]

Il canzoniere del soldato modifica

 
Copertina del canzoniere del soldato.

Il “canzoniere del soldato” - che al suo interno contiene un “calendario 1942-1943 – XX-XXI” (vale a dire il 20º-21º anno dell'era fascista) – appare come un piccolo ma efficace strumento della propaganda di regime: le motivazioni elencate dal fascismo in merito all'entrata in guerra dell'Italia, corredate di immagini; alcune “massime” di comportamento rivolte ai soldati, circa il dovere di combattere (e di vincere), nonché il dovere della riservatezza in merito alle notizie di carattere militare, da intendersi nei confronti degli amici e dei familiari; il repertorio musicale vero e proprio, fatto di canzoni che inneggiano al re, al duce, all'impero romano, di brani tipici della prima guerra mondiale, un'operazione di appropriazione della memoria della Grande Guerra simile a quella condotta a proposito dei sacrari e dei cimiteri militari.

Note modifica

  1. ^ Visita alla mostra, I. C. di Corniglio, 12 dicembre 2014, consultato il 9 maggio 2020.
  2. ^ In questo documento Freddi Paolo è al n.548.

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