Utente:Pierangelorossi/Sandbox

Una storia partigiana Val d'Ossola 1943-1945

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Luigi Rossi 1922-1988

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La cronaca

8 settembre 43 - Tutti a casa

  • Sergente al 1° Reggimento Artiglieria d’Armata ad Albenga in Liguria, l’8 settembre 1943, il giorno della resa dell'Italia agli Alleati Angloamericani, rifiuta la decisione degli ufficiali di arrendersi ai tedeschi, che la guerra la continuavano occupando l'Italia, e con due commilitoni raggiunge le montagne cuneesi per poi proseguire verso la Val d'Ossola.
  • Subito gli abitanti di quelle zone diedero il loro aiuto ai tre giovani, e ad altri come loro, che tornavano a casa nell'incertezza del futuro. Come quella madre di Ceva che diede a Luigi l’abito civile con la speranza che qualche altra madre avesse fatto lo stesso con suo figlio che combatteva in Jugoslavia. Un grande aiuto venne anche dai ferrovieri che aiutarono in ogni modo i giovani a raggiungere le loro case.
  • Quindi, non senza peripezie per evitare la cattura, riescono a raggiungere l’Ossola e, quando il 20 settembre arrivano i tedeschi nel loro programma di occupazione del nord Italia, Luigi che aveva la famiglia presso la centrale idroelettrica della Pianezza in val Bognanco, si rifugia con altri due compagni presso un alpeggio di Monteossolano, a pochi chilometri da Domodossola.
  • Grazie agli abitanti del posto che fornivano i viveri e le informazioni sugli avvenimenti in corso dopo qualche giorno sono contattati da una staffetta partigiana, Flavia Tosi, che arruolava i giovani in età di leva e i militari sbandati per attivare la resistenza contro i tedeschi e i fascisti che nel frattempo avevano costituito la Repubblica di Salò.
  • Inizia l'avventura
  • Flavia ed il fratello Erasmo Tosi , in accordo con il prof. Ettore Tibaldi, il prof. Luigi Zoppetti , don Gaudenzio Cabalà, l’avv. Paolo Ferraris, De Stefani, Alberto Nobili, Giacomo Roberti, l’ing. Giorgio Ballarini, il cap.Carlo Lightowler ed altri, gestivano il movimento antifascista a Domodossola.
  • Nei primi giorni di ottobre del 43 Erasmo Tosi chiede al gruppo di cui Luigi faceva parte, di spostarsi assieme altri giovani, sette in tutto, a Goglio da dove si doveva organizzare la sorveglianza delle centrali idroelettriche delle valli Antigorio e Formazza che potevano essere oggetto di sabotaggio da parte dei tedeschi. Di quel gruppo facevano parte oltre allo stesso Erasmo Tosi, Raggi Giuseppe, Fanni Mario, Uttinacci Augusto, Boghi Luigi, Ganora Luigi.
  • I partigiani di Goglio erano formalmente dipendenti della soc. Edison e potevano quindi muoversi con regolare lasciapassare di lavoro che permise a Rossi, fino al termine della guerra, di muoversi nella valle Antigorio, e ovviamente con le dovute precauzioni, per recarsi a Domodossola e tenere i collegamenti con gli altri gruppi.
  • In quel periodo fu fondamentale il tacito aiuto degli operai delle centrali che, grazie anche alla rete telefonica interna, fornivano informazioni sulla situazione tenendo presente che anche i fascisti avevano la loro rete di informatori e una mossa sbagliata voleva dire arresto, processo a Novara e fucilazione per diserzione o se andava bene deportazione in Germania nei campi di lavoro. Furono molto importanti l’aiuto e l’appoggio del geom.Guido Novaresi, responsabile Edison, l’arciprete di Baceno don Giuseppe Rossi, Giulio Lani, Giovanni Sgaria, Serafino Lani e quanti a Croveo, Baceno e Premia aiutarono e permisero di organizzare un sistema di aiuti con uomini e materiali alle varie formazioni che operavano in zona.
  • In particolare l’aiuto di una quindicina di giovani di Croveo che parteciparono alle azioni contro i tedeschi per poi ritornare a mimetizzarsi in paese.
  • Nel mese di novembre 43, parte del Gruppo scende a Domodossola per effettuare azioni di disturbo e per recuperare armi e viveri. Tosi lascia il comando della squadra a Luigi e si sposta a Domodossola. Purtroppo poco dopo verrà arrestato e incarcerato a Novara per eversione, anche se non verrà scoperta tutta la sua reale attività partigiana.
  • Lightowler
  • Il riferimento domese per il gruppo di Rossi diventò il Cap. Lightowler, eroe di guerra,reduce dalla Russia dove era rimasto ferito gravemente con lesioni permanenti ad un ginocchio. Intanto anche a Premia si forma un gruppo con Camillo Panighetti e Serafino Zana, Noretta Giovanni, Recli Oreste, Forni Pierino, Gallacci Siro
  • Periodicamente presso il bar Cabalà di Domodossola si avevano incontri con i gruppi di Domo, Vigezzo, Masera, Crevola, Bognanco,valle Antrona. Partecipavano anche un esponente del CLN  e il colon. Attilio Moneta che si occupava anche dei contatti con gli Alleati. Il capitano Carlo Lightowler aveva l'incarico per il coordinamento di tutti i gruppi dell’alta Ossola. In questo periodo, novembre 43, avvengono gli scontri di Villadossola, Caddo e Pontemaglio con arresti fucilazioni e deportazioni in Germania di diversi partigiani dei gruppi di Domodossola. Le azioni comunque proseguono  con il coordinamento dei vari gruppi partigiani da parte di Luigi Epis, Luigi Rota, il maresciallo Ricci.

Alpe Cravariola

  • Nel mese di febbraio 44 viene arrestato anche l’avv. Paolo Ferraris. Il 22 aprile alcuni gruppi partigiani si unirono e fecero esplodere, presso la stazione di Varzo, 64 quintali di tritolo che i tedeschi volevano eventualmente utilizzare per far saltare la linea del Sempione. Nella primavera del 44 all’Alpe Cravariola, sopra Crodo, si forma un consistente nucleo di partigiani e Luigi ha l’incarico di organizzare i rifornimenti da valle e una base stabile per un possibile lancio di materiali da parte degli Alleati Angloamericani.
  • Numerosi gli episodi di scontri con i tedeschi che cercavano di impedire queste attività. Grazie al lasciapassare Edison, Luigi ha comunque la possibilità di muoversi e organizzare azioni di disturbo per facilitare i rifornimenti al Gruppo di Cravariola comandato da Claudio Castelli in cui erano confluiti numerosi partigiani sfuggiti ad un imponente rastrellamento effettuato dai tedeschi in Valgrande. Questo nei mesi di aprile e maggio 44.

Cadarese

  • Purtroppo i rifornimenti aerei da parte degli Alleati non arrivarono mai. In giugno il ten. Carlo Viglio subentra al comando del gruppo di Cravariola e riunisce i gruppi di Goglio e Premia nella nuova brigata chiamata VIII Matteotti. Nel mese di luglio 44 i tedeschi attaccano l’Alpe di Cravariola distruggendo la base e gran parte dei partigiani è costretta a riparare in Svizzera. Ritorneranno solo qualche mese dopo. A questo punto, metà di agosto, Luigi con il suo Gruppo attacca il distaccamento di Milizia Confinaria all’Alpe Devero. I militi fuggono lasciando un prigioniero e un ingente quantitativo di armi e munizioni di ogni tipo, vengono recuperati anche materiali ed armi dei tedeschi che, momentaneamente impegnati nella zona di Crodo, rinunciano a riprendere il controllo dell’Alpe. 
  • Il 28 agosto 44, assieme al gruppo di Premia e con l’aiuto del gruppo di giovani di Croveo, finora nascosti nelle loro abitazioni, si tenta un’azione a Cadarese per disarmare il presidio tedesco, che fallisce per l’intervento di una colonna corazzata tedesca rinforzata da un reparto georgiano ( prigionieri russo-georgiani contrari a Stalin e passati a combattere con i tedeschi sul fronte occidentale). Nello scontro venne fatto prigioniero un partigiano, Uttinacci Cesare e restò ucciso un civile, Trivelli, coinvolto per caso. L'Uttinacci si salva dalla fucilazione per l'intervento del parroco di Baceno don Giuseppe Rossi. Don Giuseppe Rossi di qualche anno più anziano era omonimo dello sfortunato parroco di Castiglione massacrato dai fascisti per un presunto appoggio ai partigiani, ed era invece un prudente ma attivo antifascista ed operò sempre per aiutare e coprire le attività dei partigiani. Non è escluso che per un equivoco i fascisti abbiano avuto qualche segnalazione e poi scelto la vittima sbagliata.
  • Georgiani
  • Due giorni dopo questo scontro con i partigiani, Kote Lezhava, il comandante del reparto georgiano composto da 75 uomini fa sapere a Luigi di voler avviare una trattativa di resa per un’eventuale passaggio in Svizzera. Si era ai primi di settembre 44 e dopo qualche giorno di trattative all’alpe Devero e al passo dell’Arbola con i gendarmi svizzeri, i georgiani scelgono di restare e Luigi restituisce loro le armi. Subito i tedeschi che speravano di riprenderli furono costretti a rinunciare non solo all’attacco del Devero, ma devono abbandonare anche Baceno per l’intervento congiunto della Matteotti da Cravariola e dei garibaldini della Brigata Redi che avevano base a Mozzio. A questo punto i georgiani si dividono e vanno a rinforzare i due gruppi partigiani, parteciperanno poi a tutti gli scontri per la difesa dell’Ossola e in particolare nella battaglia di Gravellona.

La Repubblica Ossolana

  • Il 9 settembre 44, contemporaneamente alle azioni congiunte di tutte le formazioni partigiane coordinate da Dionigi Superti, l’Ossola viene liberata ed inizia il periodo glorioso dei 40 giorni della Repubblica dell’Ossola. Il prof.Ettore Tibaldi fu nominato Presidente della Giunta di Governo. Nonostante la breve durata questo governo fu uno dei primi e più importanti esempi di rinnovo e ricostruzione di una struttura democratica in Italia.
  • Luigi rimane con pochi uomini al presidio della valle Antigorio con compiti di collegamento tra la Giunta di Governo e le autorità civili.

La reazione

  • Nei primi giorni di ottobre 44 un numeroso nucleo di uomini e mezzi sia tedeschi che fascisti iniziò l’attacco al confine meridionale della Val d'Ossola e a partire da Ornavasso riprese gradualmente il controllo del territorio. Dal 15 ottobre 44 inizia la ritirata delle forze partigiane verso la Svizzera, in particolare la brigata Valdossola scelse la via del Devero. Il maggiore Dionigi Superti comandante, consultò Luigi, per valutare la possibilità di organizzare una linea di difesa dell’Alpe, che diede un parere sostanzialmente favorevole. Anche l’alta Formazza era abbastanza ben difendibile perchè tutta l’area era priva di boschi. La decisione finale fu di non resistere al contrattacco, sembra per la difficoltà di difendere il Devero da un aggiramento tedesco sia dalla valle del Bondolero che dal Veglia ma sopratutto per la mancanza di sufficienti armamenti.
  • Ritirata
  • Rossi quindi accompagna il cap.Lightowler, a dorso di mulo per i suoi problemi alla gamba, al confine dell’Arbola e sulla via del  ritorno incontra il fratello Angelo ed altri partigiani che espatriano con un ferito e viene informato che i tedeschi avevano attaccato la funivia a Goglio e c’erano stati morti e feriti tra i partigiani del Valdossola. Arrivato al Devero scopre che tutti gli altri partigiani rimasti erano riparati in Svizzera dal passo della Rossa. Luigi, rimasto solo, allora scende a Goglio per un sopralluogo sul luogo dello scontro presso la funivia poi rientra al Devero mentre i tedeschi  intanto effettuano un rastrellamento fino a Crampiolo per recuperare i materiali portati dai partigiani e poi rientrano a Baceno. Incontra alcuni partigiani che si erano dispersi durante gli scontri e li accompagna al confine e rientra. Si ricorda che la maggioranza dei partigiani arrivata per espatriare proveniva dalle province di Novara Milano e Varese e non conosceva la zona né il percorso da fare. In quei giorni ormai di imminente inverno con le prime abbondanti nevicate, Luigi effettua un controllo per verificare se c'erano altri partigiani dispersi, prima verso l’alpe Aleccio, poi nella zona di Crodo dove trova dei garibaldini che si preparavano a rientrare nella loro base in Val Sesia. Anche loro erano in gran parte originari del vercellese e dipendevano da Cino Moscatelli.
  • Resistenza
  • Dopo il contrattacco da parte dei tedeschi e fascisti quasi tutte le formazioni partigiane riparano quindi in Svizzera assieme a circa seimila civili che, essendo coinvolti a vario titolo nell’organizzazione della Repubblica dell’Ossola, temevano rappresaglie. L’attività di Resistenza, anche per le difficoltà operative nel periodo invernale si riduce al minimo in tutta l’Ossola. Luigi,dalla casermetta della finanza di Devero e punti di rifugio a Crampiolo e Goglio, alterna rientri a Domodossola nella base che aveva col fratello in un appartamento di Piazza Fontana, ai sopralluoghi in valle, evitando ripetuti rastrellamenti tedeschi e fascisti della X° MAS. Rimane in contatto con i suoi compagni e alcuni capi della resistenza come l'ing.Ballarini, distribuiti nei centri di raccolta svizzeri di Rohrbach e Ursenbach, vicino a Berna, fornendo notizie sulla situazione in Ossola, con scambi di corrispondenze su indirizzi d’appoggio.
  • Nei primi di aprile del 45 Luigi viene fermato dai fascisti ad un posto di blocco presso Masera e portato al Comando di S.Maria Maggiore. Non sapendo chi fosse esattamente ci fu una trattativa che, condizionata dall'imminente arrivo degli Alleati, li convinse a rilasciarlo dopo otto giorni, per cui Luigi rientra al Devero.

Liberazione

  • In quei giorni di metà aprile 45,intanto, in seguito al positivo andamento della guerra favorevole agli Alleati che stavano per arrivare a Milano, numerosi  partigiani internati erano rientrati, avevano ricostituito i gruppi e si preparavano ad intervenire ma i tedeschi dopo le prime avvisaglie di ripresa dei combattimenti trattano con il Comitato di Liberazione Nazionale e lasciano la zona ritirandosi dall’Italia.
  • Rossi, croce di guerra al v.m., Comandante di Distaccamento col grado di sottotenente, rimane al Comando militare per le valli Antigorio e Formazza fino al 5 giugno 45, giorno in cui vengono consegnate le armi alle ricostituite Forze dell'Ordine. Resta come rappresentante dei Comuni della Valle presso l'Ente di Collegamento dei Comuni dell'Ossola fino al 15 luglio 45.

Attività

  • Nel 1947 entra nella SIDO Società Elettrica dell'Ossola, ENEL dal 1962, dove già avevano lavorato il padre ed un fratello. Negli anni seguenti si occupa di Sindacato fino a livello provinciale, diventa consigliere di amministrazione in alcuni enti locali. Verso fine degli anni 70 riorganizza e diventa presidente della sezione domese dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani, operò per la costruzione del monumento alla Resistenza di Domodossola. Restò in carica fino al 1980, pochi anni prima della sua prematura scomparsa all'età di 66 anni.