Utente:Silva49/Sandbox

Giovanni Alessandrini
NascitaFermo, 4 maggio 1886
MorteModena, 6 giugno 1954
Dati militari
Paese servitoItalia
ArmaGenio Militare
CorpoBattaglione aerostieri
SpecialitàAerostieri
UnitàIII Rgt Genio
Anni di servizio1906 - 1944
GradoTenente colonnello
GuerrePrima guerra mondiale
DecorazioniDecorato con due medaglie di bronzo al Valor Militare:
- gennaio 1918, Lio Maggiore (Burano -Venezia); 
- 8 maggio 1918, Ca’ Le Motte (Venezia).

Croce al Merito di Guerra. Medaglia commemorativa della Guerra nazionale. Medaglia interalleata della Vittoria. Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.

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Giovanni Alessandrini (Fermo, 4 maggio 1886 – Modena, 6 giugno 1954), è stato capitano del Genio aerostieri, durante la prima guerra mondiale.

Biografia modifica

Il 4 maggio 1886 nasce, a Fermo, Giovanni Alessandrini, figlio del Cav. Prof. Serafino Alessandrini, professore di greco e latino presso il Regio Ginnasio Annibal Caro di Fermo e della gentildonna Luisa De Angelis, nipote dal lato materno dell’insigne Federico Arcidiacono Fagotti, decoro del clero Fermano e del Prof. Enrico Fagotti.[1]

Secondo di 5 figli, frequenta il ginnasio Annibal Caro di Fermo, completa il suo percorso di studi il 16 luglio 1906, dopo aver frequentato il triennio presso l’istituto Montani, primo Istituto tecnico industriale di tutta Italia.

Soldato di leva nel 1906, l’anno successivo viene assegnato al II Reggimento Genio Ferrovieri presso il quale, dopo aver effettuato il Corso Allievi Ufficiali di complemento, ottiene la promozione a   sottotenente. Presta servizio presso il III Reggimento Genio-Compagnia Treno a Pavia.

Inviato in congedo è   richiamato in servizio   presso   il IX Reggimento Genio col grado di tenente.

 
Genio militare, brigata specialisti

La grande guerra modifica

 
Foto di Guglielmo Marconi scattata da Giovanni Alessandrini, presente alla cerimonia
 
Retro della foto di Guglielmo Marconi scattata da Giovanni Alessandrini, presente alla cerimonia
 
Costruzione di un hangar per draken a San Pietro di Castello, Venezia
 
Draken

Mobilitato nel marzo 1915 è trasferito presso il Battaglione Aerostieri, cessando di appartenere alla specialità Treno.

L’11 ottobre giunge in territorio dichiarato “zona di guerra”, come comandante di plotone. Promosso capitano in data 3 febbraio 1916, assume il comando della XI Sezione Aerostatica (poi ridefinita XXVII) da Fortezza di Venezia - Lido.  Tale unità faceva parte di un Gruppo da combattimento al comando del maggiore Tito Signorini.          .

Nominato, in seguito, Comandante della LV sezione autocampale da Marina lungo il litorale del Cavallino in località Ca’ Pasquali.

Con l’evolvere del conflitto (1917) “per provvedere alle speciali esigenze del personale aerostatico della piazza marittima di Venezia, il Comando supremo diede disposizioni […] per la costituzione di una Direzione dei servizi aerostatici, alla diretta dipendenza del Comando in capo della piazza, con il compito di dirigere tutti i servizi costituiti e da costituirsi nel territorio di giurisdizione del Comando stesso. [2]

Da tale Direzione vennero a dipendere il V Gruppo di sezioni aerostatiche speciali per costruzioni aeree, il quale ebbe le sezioni I, già costituita, e II e III di nuova formazione.

E’ inoltre da notare come nel corso del 1917, venne abbandonato il tipo “Draken-ballon” di fabbricazione tedesca e adottato in sua vece il pallone osservatorio italiano modello AP (Avorio-Prassone)" [3]

Il 19 giugno, durante la Battaglia del Solstizio, il capitano pilota austriaco Godwin Brumowski colpisce e incendia presso la località di Ca’ Costantini, vicino al litorale del Cavallino, il Draken.[4] del capitano Alessandrini, impegnato a guidare l’azione “di alcune batterie del Raggruppamento Marina. Il comandante si salvò con il paracadute e per tornare al più presto in azione." [5]

 
Tuta di pelle per l'osservazione da alta quota

Il 15 ottobre 1918 il Capitano Alessandrini viene trasferito presso il XXV Gruppo Aerostieri dove rimane fino alla fine del conflitto.

Nel gennaio del 1919 viene trasferito nel Raggruppamento Aerostieri di Venezia.

Il 12 febbraio 1928 è nominato   maggiore e assegnato alla forza in congedo del Comando Divisione di Padova, e, successivamente, presso il Comando Divisione di Chieti, e presso il Comando Zona Militare di Ravenna.

Il 29 luglio 1937 viene dispensato dal richiamo alle armi in quanto Primo Ispettore Metrico del Ministero delle Corporazioni. Viene in seguito nominato tenente colonnello.

Il primo giugno 1940 viene richiamato in servizio presso il Regio Ufficio Metrico di Rovigo.

Il 14 febbraio 1944 viene assegnato alla forza in congedo presso il Distretto Militare di Modena dove muore il 6 giugno 1954.[6]       

                                   




 
Il pallone Avorio Prassone che il 19 giugno 1918 fu attaccato e incendiato da capitano austro - ungarico Brumowski

Onorificenze modifica

Decorato con due medaglie di bronzo al Valor Militare:

gennaio 1918, Lio Maggiore (Burano -Venezia);

8 maggio 1918, Ca’ Le Motte (Venezia).

Croce al Merito di Guerra.

Medaglia commemorativa della Guerra nazionale.

Medaglia interalleata della Vittoria.

Medaglia a ricordo dell’Unità d’Italia.

Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.  


 Breve cronologia del Gruppo aerostieri

6 novembre 1884: costituzione a Roma del Servizio Aeronautico (Brigata mista del 3° Reggimento Genio di Firenze, al comando del tenente pilota di “sferico” Alessandro Pecori Giraldi, presso il Forte Tiburtino).

1885: Il Servizio diviene Sezione aerostatica, con la dotazione di due palloni frenati

 
Biglietto autografo del Capitano Giovanni Alesandrini

Il Nucleo aeronautico venne aggregato alla Compagnia specialisti del Genio (Comando presso Castel Sant’Angelo) ed impegnato, nel 1887, in Eritrea.

1889: la Compagnia è aggregata ad una neocostituita Brigata mista.

1893: Il capitano Maurizio Moris è al comando della Compagnia.

1894: Formazione della Brigata Specialisti del Genio, articolata in tre Compagnie.

1902: Un Draken viene importato dalla Germania, allora alleata.

1904: Costruito, sotto la supervisione del maggiore Moris, il prototipo del Dirigibile italiano.

1905: Realizzato il Dirigibile Italia

1907. Costituite, all’interno della Brigata, le Sezioni Radiotelegrafica e Topografica

1909: La Brigata specialisti diviene autonoma.

1910: A Roma viene fondata la Scuola militare di Aviazione.

1910: L’Unità incorpora una Sezione s’aviazione.

1911-12: Durante la Guerra Italo-Turca il Battaglione specialisti (nuova denominazione dell’Unità) è distaccato in Libia, dotato di palloni frenati, dirigibili e di aeroplani.  

1915: costituito il Corpo Aeronautico Militare, articolato in un Battaglione Specialisti e un Battaglione Aviatori, come specialità del Genio, al comando del maggiore generale Leone Andrea Maggiorotti.

Fine 1915: Le Sezioni aerostatiche vengono divise in 5 Gruppi assegnati rispettivamente alla 1^, 2^ e 3^ Armata, alla piazza di Gorizia e a quella di Venezia.

1920: Il Corpo Aeronautico diviene Arma Aeronautica del Regio Esercito. Gli aerostieri vengono inquadrati in Gruppo Aerostieri su due Compagnie e in Gruppo Dirigibilisti. I due Gruppi, nel 1922, vengono unificati nel Raggruppamento Aerostieri e Dirigibilisti.

1923: è costituita la Regia Aeronautica come Forza Armata autonoma. Il Gruppo Aerostieri, per un breve periodo posto agli ordini dell’Artiglieria, torna all’Arma del Genio.

1925: il Gruppo viene inglobato, successivamente a quello dei Dirigibilisti, dalla Regia Aeronautica, dando luogo allo Stormo Aerostieri.

1926: lo Stormo è riunificato nell’8° Reggimento Genio.

Note sulla famiglia modifica

Il fratello maggiore Francesco (1884 – 1952) va a studiare in Belgio per conseguire la laurea di Ingegnere saccarifero; nel 1888 nasce Maria Anna e nel 1893 Nella, entrambe le sorelle frequentano le magistrali.  Il fratello minore  Giuseppe (1896 - 1984) che si laurea a Roma in medicina dopo aver partecipato anche lui alla Prima guerra mondiale; cura in un ospedale da campo il capitano Cavallo che diventerà il marito di Nella.

Nella seconda metà degli anni Venti Giuseppe Alessandrini, fonda, a Roma, il primo laboratorio di analisi cliniche, all’avanguardia delle tecnologie, tuttora attivo.

Il Laboratorio Alessandrini è diventato un punto di riferimento per la classe medica romana.[7]

Bibliografia modifica

Di Martino B., L’avventura del Drachen. Gli aerostieri italiani nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico Aeronautica Militare, 2003

Garello G., Dall’Album del Capitano Aerostiere Giovanni Alessandrini in Storia Militare, n. 309, 2019

Gualtieri A., L’aviazione della Grande Guerra, Fidenza, Mattioli, 2015

Magrin G., I palloni della guerra, Udine, Gaspari Ed., 1999

Scroccaro M., I forti alla guerra, Venezia, Biblion Edizioni, 2011

Note modifica

  1. ^ La Voce delle Marche, Necrologio, 29/12/1927
  2. ^ Di Martino B., L'avventura del Drachen. Gli aerostieri italiani nella grande guerra.
  3. ^ (G. Magrin, I palloni della guerra, Udine, 1999, p.32).
  4. ^ Nei testi consultati si trova sia la grafia "Draken" che "Drachen"
  5. ^ B. Di Martino, L'avventura del Drachen, Roma, 2003, p.186
  6. ^ Informazioni desunte dal Foglio Matricolare di Giovanni Alessandrini.
  7. ^ Testimonianza della nipote, prof.ssa Silvana Alessandrini.