Utente:Spawnerman/Sandbox

Amalia Sola Nizzoli

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Livorno nata nel 1805 morta nel 1845

Amalia è una delle pochissime donne italiane del XIX secolo a poter vantare di esser vissuta (1819-1828) in un paese musulmano e, soprattutto, di avercene lasciato abbondante traccia tramite un suo memoriale. La giovanissima Amalia si rende conto che la differenza fra il suo sguardo e quello degli innumerevoli viaggiatori che danno vita alla cospicua letteratura d’esotismo inventandosi esperienze nei due favolosi topoi dell’islam (harem e hammam) consiste sia nel suo essere donna, e quindi potere avere esperienza diretta (e prolungata) di ginecei (parti di casa riservate alle donne)e bagni femminili, sia nel suo aver appreso la lingua araba, cosa che le permette un contatto con la popolazione egiziana non filtrato e privilegiato. Grazie ad Amalia finalmente abbiamo dei ritratti di donne musulmane non solo occupate ad agghindarsi o a litigare con le “rivali” dell’harem, ma altresìprostrate nella preghiera, occupate ad impreziosire di ricami i loro fazzoletti, attente a quanto stanno facendo i figlioletti pur intrattenendo l’ospite straniera con conversazioni e rinfreschi.Le descrizioni di Amalia ci restituiscono tanto vividi ritratti della vita delle donne dell’élite egiziana e turca. Amalia ribalta spesso gli stereotipi diffusi dagli occidentali sulle popolazioni musulmane, soprattutto sul loro segmento femminile: nonostante ciò ella rimane figlia del suo tempo e delle sue convinzioni. Amalia, ad esempio, ha ribrezzo della danza del ventre, che considera uno spettacolo indecentee riprovevole anziché coglierne l’aspetto artistico e culturale; così come, da cattolica convinta, giudica la conversione all’islam da parte di alcuni cristiani «residenti in Egitto come una “disgrazia”, un gesto effettuato insanamente per impeto sconsigliato di disperazione» (p. 343).Nonostante quindi Amalia metta in discussione alcuni degli stereotipi più comuni riguardo alle donne musulmane, ella non è esente dall’impronta della cultura romanticaeuropea, che non manifesta nell’accezione “esotica”benché in quella “eroica”. Fin dall’inizio del suo soggiorno, infatti, si rivela consapevole dell’eccezionalità della sua posizione: è una giovanissima donna che si trova in un paese straniero del quale parla la lingua, frequenta vari strati sociali e in cui dirige uno scavo archeologico.Amalia resta comunque unica nella storia della letteratura di viaggio italiana, nel suo riflettere sul rapporto tra due culture distanti tra loro in prospettiva femminile e acuta.

o:

  • # Amalia Nizzoli e la sua tomba perduta
  • # Memorie sull'Egitto

approfondimento qui[[1]]