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Pierluigi ROSSI FERRINI (Sarteano (SI) 09 Aprile 1930 – Firenze, 21 Gennaio 2021) è stato medico ematologo Italiano, il primo Professore Ordinario di Ematologia presso l’Università di Firenze, Presidente della Società Italiana di Ematologia e Vice Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Indice 1. Biografia e carriera 2. Attività accademica e professionale 3. Ruolo di PRF come ematologo 4. Pubblicazioni 5. Note e Fonti
1. Biografia e Carriera Pierluigi Rossi Ferrini (di seguito “PRF”) nasce a Sarteano (SI) il 9 aprile 1930. Figlio di Carlo Rossi Ferrini, medico condotto a Sarteano e Giulia Galgani, figlia di proprietari terrieri locali. Il nonno paterno, Romolo, era medico condotto a Panicale (PG). Il nonno e il padre erano stimati e amati da tutto il paese, dediti alla professione sino al sacrificio. La storia racconta che il nonno, Romolo, pur non sentendosi bene, comunque accorse una notte ad aiutare una partoriente. Quando la mattina dopo se ne tornava al domicilio ebbe un malore, sembra quasi una parabola Pascoliana, il calesse tornò a casa col corpo del medico. Quest’approccio ha sicuramente dato al Prof. Rossi Ferrini quella etica, quell’approccio professionale, di empatia e di vicinanza con le famiglie, i pazienti, e i colleghi che lo hanno contraddistinto per l’eccellenza. Pierluigi nasce settimino e malato di morbillo. Appena la nonna lo vede così piccolo e malato, sviene facendolo cadere sul letto. Viene messo in una scatola di scarpe e battezzato dal padre articulo mortis. Invece sopravvive e cresce forte e determinato per poi morire a 90 anni. Compie i suoi primi studi a Sarteano per poi trasferirsi a Firenze per frequentare il liceo classico “Galileo”. A seguito del bombardamento della propria casa a Firenze è costretto a tornare a Sarteano e proseguire il liceo a Montepulciano. Studia Medicina e Chirurgia all’Università di Firenze dove si laurea cum laude nel 1954 con il Professor Ugo Teodori. Nel 1961 sposa Patrizia Cateni che resta al suo fianco per tutta la vita. Hanno tre figli: Francesco (1962), Carlo (1964) e Federico (1966).
2. Attività Accademica e professionale Da giovane laureato, Rossi Ferrini è uno dei pochi che si dedica all’ematologia con l’entusiasmo che lo ha accompagnato per circa settanta anni di ricerca, cura e insegnamento. Nel 1970 viene aperto il primo reparto per pazienti con malattie del sangue nell’allora Arcispedale di Santa Maria Nuova, attuale azienda ospedaliera universitaria di Careggi (FI). Rossi Ferrini viene chiamato a dirigere il primo reparto dell’Arcispedale a soli 40 anni, dando inizio al primo centro di ematologia a Firenze. Divenne poi Professore di Ematologia. In particolare, subito dopo la laurea comincia a lavorare come assistente all’interno della Clinica Medica di Firenze diretta da un illustre cattedratico, il Prof. Ugo Teodori. Inizialmente il Prof. Teodori assegna a lui lo studio della genetica e ad un altro ricercatore l’ematologia. Si viene a scoprire però che questo suo collega era daltonico, quindi con grandi difficoltà nel valutare gli strisci di sangue e di midollo colorati, pertanto si scambiano i ricercatori e Rossi Ferrini viene spostato agli studi e ricerca di ematologia. Negli Anni 50’ i tumori del sangue erano considerati malattie inguaribili e i primi medici che si dedicavano alla ricerca e alla cura di leucemie, linfomi e mielomi erano dei pionieri con pochi mezzi a disposizione e prospettive limitate. Era una materia misteriosa, poco compresa, nessuno voleva soffermarsi perché erano malattie rare e sconosciute e il medico si sentiva largamente impotente, la prognosi era rapidamente infausta e non c’era un approccio terapeutico che potesse dare ragione di un intervento medico. PRF accetta e sceglie di interessarsi di questa famiglia di malattie sconosciute del sangue, studiarle e farne la missione della propria vita professionale. Nel 1967 si reca a Parigi dove lavora come stagista con il Professor Jean Bernard, Accademico di Francia, fisiatra e ematologo, direttore dell’Istituto delle malattie del sangue a Parigi, dove approfondisce i propri studi in ematologia e scopre gli effetti clinici della daunorubicina. Il Prof. Bernard è la prima persona importante che ha segnato il percorso di Rossi Ferrini nel suo divenire scienziato e grande clinico. Rossi Ferrini aveva da poco iniziato ad affrontare le malattie del sangue e, grazie alla sua esperienza a Parigi, ha affinato il suo approccio clinico e terapeutico a queste malattie, esperienza che si è poi trovato a dover mettere in atto con la seconda persona importante per la sua vita professionale, il Cavalier Vito Materi. Il Cavalier Materi, un importante industriale dell’area fiorentina, lo chiama per curare la figlia Diletta affetta da malattie ematiche. E qui riesce a creare a casa un mini ospedale, un ambiente il meno contaminabile possibile e comincia una lunga lotta contro la malattia della ragazza. Inizia anche un rapporto di fiducia, durato fino alla scomparsa del Cav. Materi, assieme al quale fonderà, nel 1970, la sezione fiorentina dell’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, linfomi e mieloma). Con il contributo finanziario dell’ AIL e del Cavalier Materi, nel 1988 vengono costruite e inaugurate le camere sterili del reparto di Ematologia del Careggi, facendo di Firenze uno dei primi centri italiani per il trapianto del midollo osseo. Porta avanti, al contempo, anche le sue ricerche sperimentali che si concentravano su una proteina del plasma, l’urochinasi, importante per la coagulazione, di cui si sapeva poco, se non che si trovava in abbondanza nelle urine. Non potendo acquistare preparazioni pronte della proteina per mancanza di fondi, mette a punto un efficiente sistema di purificazione in laboratorio. Si trattava di un complesso e faticoso sistema di purificazione dalle urine e PRF passava giornate e nottate intere a versare litri e litri di urine nelle colonne per ottenere pochi milligrammi della proteina. Questa esperienza è stata sicuramente importante per PRF facendogli comprendere che, per promuovere lo sviluppo dell’ematologia, era necessario adoperarsi in ogni modo per reperire i fondi necessari alla ricerca e promuovere, al contempo, l’eccellenza nell’assistenza. E nell’immaginario era diventato un Fra Galdino e lavora sodo chiedendo a tutti i fondi per finanziare la ricerca. Riesce a mettere insieme eventi incredibili. Tra le tantissime iniziative, riesce a convincere il Direttore Riccardo Muti a fare un concerto al Teatro Comunale per devolvere i ricavati all’AIL. Anche tutti gli orchestrali decisero di devolvere il loro cachet ad AIL. Convince i componenti del corpo di ballo russo e li porta al Comunale, ottenendo un successo incredibile per la raccolta di fondi. Pur di raccogliere i fondi va a parlare ai giovani del Tenax, una discoteca storica di Firenze. Un aneddoto: quando si mise d’accordo con i responsabili del Tenax sull’organizzazione della serata, gli fu consigliato di arrivare tardi “perché i ragazzi arrivano tardi”. RF arriva con la moglie alle 10.30pm ma trova tutto deserto, era troppo presto e così deve attendere fino alle 1 di notte. Si è trovato così a parlare tardissimo ma c’era anche un grande caos, i ragazzi erano eccitati e volevano ballare subito, dunque erano poco propensi ad ascoltarlo. Ad un certo punto, si rese conto che alle sue spalle era apparsa una persona avvolta in un mantello nero, che lui non conosceva. Questi era il famoso DJ Il Principe della Notte, che appoggiando la mano sulla spalla di PRF tuonò: “Adesso Lei parli e Voi ascoltate”. Parlò così nel silenzio e nell’attenzione massima dei giovani per 15 minuti spiegando le ragioni della sua presenza lì, e finì per raccogliere raccolse moltissimi fondi, primo dell’inizio del DJ set. Era talmente coinvolgente, semplice ed empatico, che riusciva a parlare di ematologia ma anche di arte e di cose di tutti i giorni, con una capacità unica di parlare ed essere compreso. Primus inter pares. Aveva sempre un modo di porsi avendo presente con chi parlava: parlava preciso scientifico e puntuale se parlava ad un convegno, e più semplice e schietto se parlava a non colleghi. Questa sua capacità di comunicare conquistava tutti. Grazie alla sua forza comunicativa e al grande amore per l’ematologia, contribuisce alla nascita ufficiale della prima divisione di ematologia a Firenze in quello che era allora il reparto paganti del padiglione di San Luca, il 27 Luglio 1970. Questo è solo l’inizio di una parabola esponenziale di progetti. Continua a impegnarsi a tutto tondo per raccoglie fondi e grazie all’AIL e alla convinzione precisa del Cav. Materi, finalizza nel 1976 l’inaugurazione del primo reparto di ematologia. E’ la pietra fondante di quella che nel corso degli anni si è perfezionata come l’attuale struttura della ematologia di Firenze. Passano solo 2 anni, duranti i quali si reca a Houston, dove c’era il centro trapianti più importante a livello mondiale, studia e capisce come devono essere fatti i trapianti di midollo. Comprende l’importanza dell’ambiente e della qualificazione del personale, che deve acquisire conoscenze ed un livello di specializzazione ben al di sopra di quello presente al momento. Quando torna inizia i lavori per il trapianto di midollo osseo affidato al Prof. Alberto Bosi. Allo stesso tempo attiva un processo di sviluppo, educazione e formazione del personale di assistenza, che si concretizza con il primo Corso per infermieri dei trapianti di midollo. Il primo centro trapianti aveva 5 stanze e presto diviene piccolo, così dopo appena 3 anni si inizia a costruisce un nuovo centro trapianti con 10 stanze sterili: tutti questi risultati e opere realizzate per l’assistenza del paziente ematologico riflettono il rapporto di fiducia e di condivisa visione tra PRF, AIL e le Istituzioni Ospedaliere, e si traducono in un importantissimo riconoscimento accademico che RF riceve, quando nel Novembre 1992, viene a chiamato a tenere la Lectio Magistralis dell’inaugurazione dell’Anno Accademico intitolata “Il Trapianto di Midollo Osseo realtà”. Nel 2012 vengono inaugurate altre 14 stanze di degenza ematologia sterili e nel 2019 la prima divisione di Ematologia a San Luca viene ristrutturata e vengono creati nuovi ambienti dedicati per il day hospital e degenza ematologia. Continuano a crescere le sedi dell’AIL e la Casa dell’AIL. Quest’ultimo è un progetto che PRF ha voluto fortemente perché ha ritenuto, ed è stato antesignano in questo, che non tutti i pazienti e non in tutte le fasi della malattia dovessero essere curati in ospedale, e quindi ha voluto creare un ambiente familiare, sotto l’egida di AIL, così da offrire una sorta di casa per lunghi soggiorni durante la gestione della malattia, ma in stretta vicinanza all’ospedale di cura. Le case di accoglienza, con persone che vengono da tutta l’Italia, possono accogliere i pazienti non solo adulti ma anche pediatrici. Anche l’Ente Cassa di Firenze è stata protagonista e ha dato sempre un forte sostegno ai progetti del PRF.
3. Ruolo di PRF come ematologo: Due storie per tutte: nel 2001 PRF viene eletto Presidente della Società Italiana di Ematologia, e nello stesso anno organizza il congresso nazionale di ematologia proprio a Firenze. Nel Congresso venne presentato per la prima volta un farmaco rivoluzionario che si chiama “Imatinib” che ha cambiato la storia di una malattia, la leucemia mieloide cronica. Era una malattia definita cronica perché concedeva alcuni anni di vita ma poi invariabilmente portava a morte, per una trasformazione acuta, nell’arco di pochi mesi. Medico e paziente attendevano l’ineluttabile destino. Solo rassegnazione e disperazione, finché due ricercatori di Philadelphia, Dr. Peter Nowell e Dr. David Hungerford, scoprirono un piccolo cromosoma, assente nelle cellule normali, che compariva sono con la malattia. Venne chiamato cromosoma Philadelphia (Ph1), ed è stato anche il primo esempio di associazione tra un’anomalia acquisita dei cromosomi del DNA e un tumore. Passa ancora una decina d’anni quando una grande ricercatrice Americana, Dr. Janette Rowely, scopre che questo cromosoma Ph1 nasce dalla rottura di due cromosomi, il cromosoma 9 e 22 che si rompono per errore in un punto preciso e i due pezzi si riuniscono in questo cromosoma Philadelphia che non è altro che un piccolo cromosoma 22. La porzione terminale però è tutta nuova. E questa nuova parte terminale codifica la sintesi di una proteina che esiste solo nelle cellule tumorali leucemiche, non in quelle sane. E’ proteina tumorale che funziona da enzima, la cui iperattività trasforma una cellula normale in una cellula leucemica. Compreso il meccanismo, si riuscì poi a identificare una molecola “Imatinib” che si inserisce come una sorta di tappo nella porzione attiva dell’enzima e blocca la funzione della proteina tumorale. Questo è il primo esempio di quella che oggi tutti stanno inseguendo che è la terapia target, cioè una molecola che va a colpire solo le cellule tumorali senza toccare le cellule sane, prevenendo tutta la tossicità. Tanto importante fu la scoperta che il 28 Maggio del 2021 il Time usci con una copertina nella quale scriveva “c’è una nuova arma contro il cancro e questi sono i proiettili specifici”, riferendosi alle pillole di imatinib. E quindi quale è stato il contributo di PRF? La sopravvivenza dei pazienti prima del 1980 era bassissima, e adesso più del 95% dei pazienti è vivo e cominciamo a pensare che possa essere guarito. RF ha avuto la capacità e la fortuna al tempo stesso di essere testimonial e di accompagnare questo entusiasmante percorso della storia della medicina. RF ha sempre accettato il rischio, la sfida difficile di questa malattia. Ha sempre avuto uno sguardo al futuro. La sfida più difficile è forse quella dei pazienti malati di leucemia mieloide acuta. Negli anni 80 la sopravvivenza di questa malattia era molto bassa, inferiore a 1-2 anni. A Parigi nel 1976 impara, assieme a Bernard, ad utilizzare la daunorubicina, che è un nuovo chemioterapico, che inizia a cambiare la storia del trattamento delle leucemie acute. Ed è una molecola così importante che continua ad essere il cardine della cura della leucemia acuta ancor oggi, e ne esiste anche una preparazione più recente inserita in una bolla di lipidi per veicolarla al meglio nelle cellule leucemiche. Se adesso i pazienti con leucemia acuta possono cominciare ad avere una prospettiva di lunga vita lo devono anche all’esperienza e al contributo di PRF. Diceva sempre ai medici più giovani, Voi dovete andare tra i pazienti ma a fine serata dovete avere le dita sporche di colorante. Perché l’ematologia si fa anche in laboratorio. E questo approccio del laboratorio associato all’ematologia ha permesso di arrivare sino a dove siamo adesso. Adesso ci sono le mappe del DNA sui computer che possono catalogare i pazienti in base alla loro prognosi permettendo di essere curati in maniera diversa e più adeguata per l’individuo. Questo RF lo ha capito molto bene sin dall’inzio della sua carriera e ha contribuito a creare uno dei più importanti laboratori di biologia molecolare applicato all’ematologia che è parte della Ematologia di Firenze. PRF ha veramente incarnato l’Etica della Professione medica. “Il Prof non salta un Natale”, dicevano in reparto perché Lui andava sempre tra i pazienti in reparto anche il giorno di Natale. Oppure si diceva, quando si rapportava ad un paziente, “ci ha parlato e gli ha dato il ganascino”, volendo significare che, pur essendo sempre molto franco ed onesto circa lo stato di salute, riusciva a trasmettere una energia positiva che aiutava i pazienti ad avere fiducia e “a tenere duro”. Ha operato delle rivoluzioni funzionali nella sua semplicità. Si attribuiscono a RF i soggiorni estivi per i pazienti affetti da emofilia, una malattia ereditaria che espone al rischio di gravi emorragie. Nel 1972, insieme al Comitato Regionale Toscano della Fondazione per l’Emofilia, organizza una vacanza per emofilici al mare dove, per la prima volta, i malati di emofilia potevano avere una vacanza con la dedicata assistenza di un’equipe medica specializzata e operativa in loco. RF capisce che bisogna dare un segno. Il segno è trovare una tenda per fare una sorta di ospedale da campo e portare questi ragazzi al mare per un paio di settimane assistiti al meglio, con medicinali e personale medico permettendo loro una vacanza “normale”. Un atto di profondo significato etico e terapeutico. E questo è diventato il seme fondante di una attuale pratica terapeutica che è la auto medicazione. Questi pazienti sono stati per anni dipendenti dal centro trasfusionale, dal centro medico per le manifestazioni della malattia, dovendosi recare in ospedale per effettuare la terapia contro le emorragie. Era difficile, se non impossibile, frequentare le scuole, lavorare o dedicarsi varie attività. Dando loro la consapevolezza della malattia, mettendoli nelle condizioni di autogestirla attraverso la automedicazione, RF ha contribuito a facilitare la loro reintroduzione come membri attivi nella società. Un’altra iniziativa di PRF significativa è il libretto “Le parole dei medici per tutti”. Ideò e scrisse largamente con i medici dell’ematologia un breve testo contenente un messaggio chiaro e veritiero sulle malattie ematologiche, per facilitare la comprensione di termini medici difficili evitando incomprensioni e facilitando l’approccio e la gestione personale della malattia. E poi, con la sua consueta disponibilità, in calce aveva voluto delle pagine bianche affinché i pazienti potessero scrivere appunti, domande, e per chiedere ai medici informazioni ulteriori. Sempre al suo fianco la moglie Patrizia Cateni, di cui aveva grande affetto e stima. Per concludere, c’è questo suo scritto che riassume la sua filosofia di vita: Medicina e Umanità ma anche più genericamente Scienza e Amore. Nell’architrave che sovrasta l’ingresso della Cornell University è impresso il baconiano “Conoscenza è potere”. Il mio augurio è che per ciascuno di quanti fanno della ricerca professione di vita, la conoscenza rimanga soprattutto amore. Prof. Pierluigi Rossi Ferrini.
Muore a Firenze il 21 Gennaio 2021 all’improvviso mentre si stava preparando a partecipare ad una riunione della Commissione Scientifica della Fondazione CR Firenze.
BIBLIOGRAFIA https://scholar.google.com/scholar?hl=en&as_sdt=0%2C5&q=Rossi+Ferrini+&btnG=
NOTE E FONTI https://fondazionecrfirenze.it/lectio-magistralis-in-onore-del-professor-pierluigi-rossi-ferrini/ Prof. Vannucchi Medicina in lutto, è morto a Firenze l'ematologo Rossi Ferrini - la Repubblica https://firenze.repubblica.it/cronaca/2021/01/21/news/e_morto_l_ematologo_rossi_ferrini-283658889 https://www.lanazione.it/cronaca/firenze-e-morto-il-professor-pierluigi-rossi-ferrini-ematologo-di-fama-internazionale-im04jbzs https://www.fisimematologia.it/in-ricordo-del-prof-pierluigi-rossi-ferrini/ https://fondazionecrfirenze.it/addio-al-professor-pierluigi-rossi-ferrini-ematologo-di-fama-internazionale/ https://www.firenzetoday.it/cronaca/morto-professor-pierluigi-rossi-ferrini.html https://cgiltoscana.it/2021/01/22/sanita-morto-ematologo-rossi-ferrini-a-91-anni-tra-fondatori-disciplina/ https://www.gimema.it/un-saluto-al-prof-pierluigi-rossi-ferrini-ematologo/ https://www.ailfirenze.it/iniziative/il-ricordo-del-prof-rossi-ferrini/ https://www.unifi.it/art-5124-cordoglio-in-ateneo.html https://www.osservatorelibero.it/2021/01/21/firenze-lutto-scomparsa-pierluigi-rossi-ferrini/ https://www.osservatoriomestieridarte.it/addio-al-professor-pierluigi-rossi-ferrini-ematologo-di-fama-internazionale/ https://www.youtube.com/watch?v=4VxsY07S8YE "Incontrare la disabilità": l'intervento del Prof. Rossi Ferrini http://www.montepiesi.it/4-5-6%2013/Scienziati.htm