Utente:SziklaRock/Museo Ospedale nella roccia

Il Museo Ospedale nella roccia e bunker antiatomico (vecchio nome: Ospedale Chirurgico d'Urgenza della Capitale, a volte in modo errato Ospedale Rifugio Antiaereo d'Emergenza) si trova sotto il Castello di Buda è una struttura di piú di 2300 mq, la quale è stata usata sia durante la seconda guerra mondiale sia durante la rivoluzione del 1956. Nel periodo della guerra fredda è stato considerato un obiettivo segreto con il nome in codice LOSK 0101/1, svolgendo il ruolo di ospedale e rifugio antiaereo d’emergenza. Qualche anno dopo la desecretazione, nel 2008 è stato aperto al pubblico come museo[1]

La piú grande mostra di statue di cera d’Ungheria ci presenta la storia dell’ospedale, lo sviluppo della medicina militare e gli strumenti e la dotazione della protezione civile. La mostra e stata realizzata sotto la supervisione dell’ Istituto e Museo della Storia Militare, la Direzione Nazionale di Gestione delle Catastrofi, la Direzione della Protezione Civile della Capitale e l’Ospedale San Giovanni.

1939-1945

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L’Ospedale nella Roccia si trova sotto il Castello di Buda. All’ interno della collina del castello si trova un tortuoso sistema di grotte lungo circa 10 km, usato della gente del posto ingrandindolo e trasformandolo continuamente. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, i percorsi sono stati rinforzati, il numero degli ingressi limitato e molti tunnel separati sono stati uniti. Tutto ció per far sí che le gallerie situate a 10-15 m sottoterra possano servire da rifugio antiaereo in caso di bombardamenti.

Il I° quartiere e il castello costituivano all’epoca il distretto governativo. Per questo motivo il sindaco della capitale, Dr. Károly Szendi, per ragioni di sicurezza antiaerea e sanitaria, ordinó la costruzione di un ospedale chirurgico d’urgenza – nominato „ospedale e rifugio antiaereo” – sotto il castello. La costruzione, a ritmo serrato si é sviluppato tra 1939-1944 e nel febbraio del 1944 ha aperto i battenti l’Ospedale Chirurgico d’Emergenza della Capitale. Il suo compito era l’assistenza sanitaria d’urgenza:  cosí riceveva sia personale civile che militare ferito durante i bombardamenti. All’ inaugurazione era presente, lavorando dopo nella struttura la vedova Istvánné Horthy (Ilona Edelsheim- Gyulai) l’infermiera capo della Croce Rossa Ungherese. L’ospedale svolgeva la sua attivitá sotto la supervisione dell’ Ospedale San Giovanni, come dirigente é stato nominato il chirurgo docente universitario Dr. István Kovács. Lui e altri quaranta medici, lavoravano a turni nella struttura. L’ assistenza sanitaria é stata appoggiata da numerose infermiere volontarie della Croce Rossa, e tra loro anche le contesse Sziráki e Andrássy. L’ospedale é stato progettato per accogliere 300 persone. Durante l’assedio di Budapest, secondo i testimoni i saloni  erano affollate di 650-700 feriti. Chi non trovava posto nell’ospedale, venne portato nelle grotte, corricati su barelle e sacchi ripieni di paglia. Il tasso di mortalitá era molto alto a causa dell’epidemie e la mancanza di strumenti e medicinali.

L’ospedale curava sia civili che militari e per le donne era riservato un salone apposito. Qui sono stati curati anche militari tedeschi, ma loro in genere, andavano nelle gallerie riservate. Molti soldati tedeschi di origine ungherese – arruolati forzatamente nel Waffen-SS – sono stati curati lo stesso. Dato che l’ospedale disponeva di generatore di corrente propria, durante l’assedio qui potevano eseguire diversi interventi mediche compreso le radiografie, mentre in molti altri ospedali questo non era piú possibile. Nell’ospedale ci lavoravano piú di 30 condannati ai lavori forzati, ma il capo della polizia del quartiere ha impedito che siano portati via dai crocefrecciati cambiandoli dagli i vestiti con la divisa dei medici militari ungheresi e cosí potevano lavorare in tranquillitá. Per questo suo gesta, il nome del capo della polizia Dr. Kálmán Imre Koppány é stato inciso sul „Muro dei Gusti”.  I medici hanno salvato migliaia di vite di civili e militari. Durante la tentata eruzione dei tedeschi dal Castello, i malati in grado di camminare hanno lasciato l’ospedale. Gli altri dall’ospedale che ha funzionato fino a maggio 1945, sono stati portati a casa o in altri ospedali di superficie.

Falsitá: L’ospedale non é stato „lanciafiammato” dai russi. Questo malinteso ha l’origine nel fatto che i tedeschi feriti avevano uno spazio riservato con funzione di ospedale, ma non era alestito. I tedeschi feriti non instare di camminare sono stati uccisi con le lanciafiamme dai sovietici perché anche sdraiati per terra lottarono con le armi e granati. La pretesa dei sovietici era che nell’ospedale non ci fossero militari, quindi tutti i feriti sono stati cambiati in abiti civili. Cosí nessuno é rimasto danneggiato.

1946-1952

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Una buona parte dell’impiantistica nell’ospedale é stata portata via e cosí una ditta privata ha affittato alcuni saloni fino al 1949 funzionando come Istituto di Produzione Vaccini contro il tifo, esportando i prodotti in Yugoslavia. All’inizio degli anni 50, la struttua é stata segretata. L’ospedale, oltre la qualifica „top-secret” ha ricevuto il nome in codice LOSK 0101/1. La crittografia dell’ospedale é stata sciolta soltanto nel 2002. Durante la guerra fredda si é deciso l’ampliamento dell’ospedale e cosí nel 1952 é stato realizzato un nuovo salone, cominciando riatrezzare tutta la struttura.

1956-1957

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Ache se ancora non era pronto per funzionare durante la Rivoluzione del 1956 il 25 ottobre l’ospedale ha aperto i battenti per curare i feriti civili e militari.  In questi tempi bui sono nati qui sei maschi ed una femmina. Dopo la sconfitta della rivoluzione, per un breve periodo ha funzionato come ospedale prigione. A fine anno i malati sono stati portati via ( tranne Endre Bácskai che é evaso) e sono stati condannati a prigione. Loro sono stati poi graziati nel 1963 grazie ad una amnistia.

1958-1962

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Tra il 1958-1962 l’ospedale é stato riadeguato per essere operativo anche in caso di un’ attacco chimico o nucleare. In questo periodo é stato costruito un sistema di aerazione interno e il trattamento dell’acqua. É stato ultimato anche un sistema di tubatura idrica e di pompe collegato direttamente al Danubio, un sistema di filtraggio contro i gas tossici ed un generatore d’energia elettrica. Il cuore di quest’ ultimo sono i due motori diesel di locomotiva (ancora oggi funzionanti) di fabbricazione GANZ ed i generatori collegati. In questo modo l’ospedale poteva funzionare in caso di guasto nel rifornimento esterno di energia elettrica. Il montaggio di questi impianti é stato realizzato da operai compromessi durante la rivoluzione del 1956, perhcé lavorare al interno della collina era molto duro. Il capo cantiere, da parte della capitale era István Bakonyi. Il custode dell’ospedale era „lo zio Szabó”, ex capitano della polizia segreta.

1962-2007

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L’ospedale ultimato, ai tempi molto moderno, continuava essere gestito dall’Ospedale San Giovanni. Secondo i piani, medici ed infermieri scelti dovevano raggiungere la struttura per sovravivere ad un attacco chimico o nucleare. Dopo 72 ore di blocco totale e tre settimane di blocco parziale, dovevano aprire l’ospedale per ricevere e curare i feriti. Ma a causa dello sviluppo delle technice militare alla fine degli anni 60 la struttura é diventata obsoleta. Siccome nessuno ha mai osato abolirlo, l’ospedale San Giovanni ha continuato la gestione e la Protezione Civile lo usava come magazzino. I medici e gli infermieri continuavano, fino agli anni 80 gli esercitazioni, provando i ruoli in caso di conflitto. Fino il 2004 una famiglia di custodi, che abitava nell’appartamento di servizio situato nella parte anteriore dell’ospedale con la dovuta riservatezza badava alla manutenzione dell’ospedale. Lo zio Mohácsi aerava tutti i giorni la struttura e si impegnava per la malutenzione degli impianti elettrici e meccanici e sua moglie, la zia Mohácsi, si occupava delle pulizie, sterilizzare e di rifare i letti ogni due settimane. Dopo 2004, la manutenzione periodica veniva fatta dai tecnici dell’Ospedale San Giovanni. Tra il 2004-2006 il Teatro „Krétakör” usava occasionalmente l’ospedale per spettacoli. Nel 2006 con l’occasione del Giorno del Lascitto Culturale l’ospedale é stato aperto per il pubblico. Fino il 2007 l’ospedale non é stato né modernizzato né sirtrutturato.

L’Ospedale nella Roccia oggi

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Nel 2007, all’iniziativa dell’Istituto e Museo della Storia Militare, con il concorso di molti organizzazioni professionali, la societá non profit „Ospedale nella Roccia” ha deciso di far visitabile dal pubblico l’intera struttura, autofinanziandosi. Nel 2007 con l’occasione della Notte dei Musei la struttura é giá stata aperta parzialmente per il pubblico. Dopo altri lavori eseguiti, dal marzo 2008 la struttura é aperta per il pubblico con una mostra in continua espansione, anno per anno, in titolata Ospedale Rifugio e Bunker Antiatomico. Nel 2014, ricevuto il rango  di museo a tema da parte del Ministero delle Risorse Umane, il museo e la mostra hanno cambiato nome: Museo Ospedale nella Roccia e Bunker Antiatomico.

Strumenti medicali

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  •   Mostra di ospedale militare e assistenza sanitaria (1944-1945, 1956)
  •   Centro allarme incursione antiaerea (1940)
  •   Mostra di bunker antiatomico e protezione civile (guerra fredda 1950-1970)
  •   Strumenti di assistenza medica di guerra (1944-1980)
  •   Mostra memoriale Friedrich Born
  •   Mostra delle Forze Speciali
  1. ^ [1]