Localizzazione

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La localizzazione (eng. localisation, spesso abbreviato come L10n, dove 10 rappresenta il numero di lettere compreso tra la L e la N[1]) è il processo di adattamento di un prodotto o, più specificamente, l'adattamento linguistico, culturale e tecnico di contenuti per un particolare mercato locale[1][2]. Il termine "localizzazione" è stato introdotto originariamente tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso per indicare il processo di traduzione di applicativi software. Oggi i contenuti localizzati sono spesso multimodali, quindi possono includere testi, immagini, video e audio.

La localizzazione è stata fondamentale per stabilire l’industria della traduzione, all’interno della quale lavorano oltre ai traduttori professionisti, anche altre figure specializzate, come ad esempio il responsabile del progetto o project manager, che coordina e assiste le squadre di traduttori[1].

Il processo di localizzazione comprende, oltre alla traduzione, una serie di fasi specifiche e ben distinte[3]:

  1. analisi del contenuto e del mercato di riferimento;
  2. preparazione del kit di localizzazione che include il materiale originale, una descrizione di tutti i prodotti da consegnare, le responsabilità delle parti interessate e tutti i recapiti, e il materiale di riferimento come database terminologici, memorie di traduzione (TM) e guide di stile;
  3. traduzione svolta da traduttori con l'ausilio di tecnologie di traduzione assistita e sistemi di traduzione automatica;
  4. controllo della qualità della traduzione e adattamento al layout;
  5. revisione da parte del team di localizzazione, che include sia il fornitore che il cliente.

La localizzazione è funzionale all'offerta di servizi e tecnologie e al flusso di informazioni a livello globale[2] ed è quindi uno strumento adottato dalle aziende per aprirsi a nuove opportunità di mercato. La scelta di localizzare i propri prodotti non è basata sul numero di parlanti di una lingua specifica, bensì sul Prodotto Interno Lordo (PIL) del mercato in cui vogliono immettersi[2]. Ad esempio, un'azienda può scegliere di localizzare i propri contenuti in danese (circa 5 milioni di parlanti), ma non in amarico, nonostante conti oltre 55 milioni di parlanti.

Il processo di localizzazione può essere molto costoso a causa della complessità tecnica dei testi multimodali, che richiedono grossi investimenti per l'acquisizione di appositi strumenti di ausilio alla traduzione. Per questo motivo, oggi molte aziende optano per un approccio diverso, detto internazionalizzazione, che permette una riduzione dei costi e dei tempi di produzione. Al momento, la lingua di partenza più utilizzata nell’industria della localizzazione rimane l’inglese. Tuttavia, la diffusione globale di internet e la crescita esponenziale del numero di utenti in paesi come la Cina indicano possibili cambiamenti a venire[2].

  1. ^ a b c Henri Bloemen, Palumbo, Giuseppe. 2009. Key Terms in Translation Studies, in Target. International Journal of Translation Studies, vol. 25, n. 2, 17 maggio 2013, pp. 277–280, DOI:10.1075/target.25.2.06blo. URL consultato il 28 aprile 2022.
  2. ^ a b c d Reinhard Schäler, Localization and translation, John Benjamins Publishing Company, 28 ottobre 2010, pp. 209–214. URL consultato il 28 aprile 2022.
  3. ^ Yves Gambier; Luc van Doorslaer (a cura di), Handbook of Translation Studies, Volume 1, John Benjamins Publishing Company, 2010.