Utente:Valerio Gutti/Sandbox
Cura degli ecosistemi ("Hege")
modificaLa cura degli ecosistemi comprende tutti gli interventi su biotopi e biocenosi volti ad assicurare salute e diversità ottimali per gli organismi selvatici, parte della biologia della conservazione. Il concetto di "Hege" deriva dalla pratica e dalla legislazione venatoria tedesca ed austriaca e si inserisce anche nel più ampio contesto della cosiddetta "Weidgerechtigkeit", il rapporto rispettoso con la fauna selvatica. In tali paesi è sancito l'obbligo esplicito ed articolato al mantenimento attivo delle popolazioni di animali e piante selvatiche, in accordo alle leggi di protezione naturale. Tali operazioni avvengono in collaborazione con personale forestale, agricolo, ricercatori ed ambientalisti. Il "Wildheger" è da noi il "responsabile di riserva venatoria", nei paesi citati coincide col cacciatore stesso.
Mentre un tempo la caccia rappresentava la maggiore minaccia per la fauna selvatica, nel secolo scorso in Europa il diritto ambientale ha inquadrato la legislazione venatoria puntando ad assicurare gli obbiettivi di conservazione; nel frattempo i principali antagonisti degli ecosistemi silvestri sono diventati:
- l'agricoltura intensiva (sia per l'impiego di pesticidi sia per la distruzione di habitat)
- il consumo di territorio
- la frammentazione ambientale con conseguenti isolamento ed impoverimento genetico
- l'inquinamento di acque e terreni
- il bracconaggio (inclusi gli avvelenamenti non venatori ed il commercio di specie protette)
- i cambiamenti climatici
- le specie aliene dannose
- le piogge acide (questione uscita dall'attenzione pubblica ma non risolta)
In tale contesto sono indispensabili operazioni di tutela e ripristino degli ecosistemi da parte di tutti gli attori coinvolti ed interessati. D'altra parte è anche evidente che lo stesso interesse venatorio di avere a disposizione popolazioni animali cacciabili in modo sostenibile è messo a rischio dalle dinamiche elencate. Alcuni esempi di interventi conservativi attuati solitamente da cacciatori sono:
- sottrazione di superfici all'agricoltura intensiva, per:
- semina e cura di colture silvestri, boschetti e pascoli
- creazione e manutenzione di siepi campestri, fasce tampone ed altri ambienti ecotoni, macchie arboree, filari e corridoi ecologici.
- prevenzione delle morsicature (soprattuto di capriolo) a tutela del corretto rinnovo boschivo, ad es. tramite colture apposite
- salvataggio dei piccoli di capriolo dalla trebbiatura
- rimozione di cibo avvelenato
- foraggiamento invernale (recentemente criticato ed in diminuzione)
- contenimento delle specie invasive alloctone (nutrie, procioni, scoiattoli grigi...)
- controllo del randagismo
- lotta al bracconaggio
- tutela dei biotopi di pregio
- istituzione di aree protette
- restrizioni all'accesso ricreativo in particolare nei periodi critici: invernale, di accoppiamento e di cura dei piccoli
In tal modo il cacciatore risulta un importante attore nella proteziona ambientale. Compiti legati più al benessere animale ed alla Weidgerechtigkeit che possono o meno essere ascritti alla Hege sono ad es.:
- l'obbligo di ricerca immediata di animali feriti
- l'obbligo di utilizzo esclusivo di cani adatti ed appositamente addestrati a ciascuna modalità di caccia
- l'intervento in caso di incidenti automobilistici
Fra le attività di utilità indiretta rientrano ad esempio le collarizzazioni ed i monitoraggi.
Tali operazioni vanno distinte dalle altre responsabilità venatorie prive di valenza ecologica e di benessere animale, quali ad es. la prevenzione di danni alle colture agricole da parte di animali selvatici. Anche i ripopolamenti sono spesso operazioni critiche e non risolutive, se non fallimentari o dannose, in particolare quando non effettuati da biologi specializzati.
La cultura italiana della cura del territorio e degli ecosistemi è in fase di miglioramento, sulla scia degli esempi esteri. Altrove le responsabilità sono legate al possesso dei territori di pertinenza, un modello analogo deve ancora essere sviluppato ed introdotto per la realtà nostrana. Ciò si rende sempre più necessario via via che gli stanziamenti a supporto dei responsabili di riserva vengono ridotti, di modo che il trasferimento di competenze avvenga effettivamente senza che esse vadano perse.