Utente:Zanagoria/Sandbox2

Premessa

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Lo stesso argomento in dettaglio: Primato di Pietro.
San Pietro ritratto come un papa nelle Cronache di Norimberga.

Sia i cattolici che gli ortodossi riconoscono nel Papa il successore di Pietro,[1][2] considerato il primo vescovo di Roma.[2] Dichiarazioni ufficiali della Chiesa cattolica descrivono la posizione dei papi all'interno del collegio dei vescovi come analoga a quella tenuta da Pietro all'interno del "collegio" degli apostoli (ossia quello di Principe degli Apostoli), del quale il collegio dei vescovi è considerato il successore.[3][4]

Dalla fondazione della Chiesa di Roma fino alle persecuzioni

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Della vita dell'apostolo Pietro dopo quanto narrato negli Atti degli Apostoli non si sa nulla di certo e non si conosce con certezza se egli abbia effettivamente soggiornato a Roma[5] seppur altri autori ritengono sicuri la permanenza e il martirio di Pietro a Roma.[6] A supporto di quest'ultima ipotesi sono presenti diverse testimonianze archeologiche risalenti ai primi secoli del cristianesimo (fino al IV secolo d.C.) che attestano la fede dei cristiani del tempo nel passaggio o sosta di Pietro in specifici luoghi della città.[7] Poiché nelle lettere di san Paolo, in particolare quella ai Romani e quella ai Filippesi, ritenuta scritta mentre l'apostolo si trovava a Roma, non si trova una citazione a Pietro né una possibilità rivalità o altra azione evangelizzatrice, ciò ha portato gli storici a porre l'arrivo di Pietro a Roma dopo il 55 d.C.,[5] ma della sua attività in città, tranne che del martirio subito, nulla si sa.[5][8]

Con Prima lettera di Clemente si identifica una lettera scritta intorno al 96 d.C. dalla comunità di Roma alla comunità di Corinto. L'autore non è noto, ma una tradizione antica[9][10] lo identifica in papa Clemente I.[11] Dionigi di Corinto scrivendo a papa Sotero intorno al 170 d.C. menziona diverse lettere ricevute dalla comunità di Roma tra cui

«anche la precedente scritta a noi per mezzo di Clemente.[12]»

Altre testimonianze a favore di Clemente autore della lettera le si ritrovano negli scritti di Egesippo, di Clemente di Alessandria, di Ireneo e nel Pastore di Erma che fa menzione di un Clemente di Roma incaricato di comunicare per iscritto con le altre comunità.[13] La Lettera di Clemente fu scritta in seguito ad un episodio avvenuto in Corinto in cui a causa di discordie interne alla comunità fu deciso di destituire tutti i presbiteri.[14] Non si sa se a provocare la risposta di Roma furono i Corinti stessi, i presbiteri caduti in disgrazia oppure intervenne di sua volontà, fatto sta che dalla lettera traspare una «coscienza di autorità» a cui la chiesa di Corinto si sottomise per risolvere il proprio problema.[15] Rimane comunque erroneo attribuire a Clemente che redasse la lettera l'unica e la sola volontà di agire perché dal testo appare chiaro come la chiesa di Roma era al tempo governata da un collegio presbiterale[16] e che l'autore vero sia in realtà tutto il gruppo dei presbiteri romani.[17] Alla fine del I secolo la Chiesa di Roma risulta, dal contenuto del testo della Prima lettera di Clemente, essere caratterizzata da una radicata tradizione giudaica, il martirio di Pietro e Paolo e la possibilità di intervenire per la salvaguardia della concordia nelle altre Chiese cristiane.[18]

Questa lettera nota fin dai tempi antichi fu di particolare importanza e ricevette molta attenzione quando i Padri della Chiesa dei secoli successivi iniziarono a conferire alla sede di Roma un'importanza superiore rispetto alle altre sedi e alle altre chiese particolari.

Bibliografia

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Monografie

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  • Umberto Dell'Orto e Saverio Xeres (a cura di), L'antichità cristiana, in Manuale di Storia della Chiesa, vol. 1, 1ª ed., Brescia, Morcelliana, 2018, ISBN 978-88-372-3165-1.
  • Claudio Moreschini e Enrico Norelli, Storia della letteratura cristiana antica greca e latina. Da Paolo all'età costantiniana, vol. 1, 2ª ed., Brescia, Morcelliana, 2019 [1995], ISBN 978-88-372-3122-4.
  • Claudio Moreschini e Enrico Norelli, Antologia della letteratura cristiana antica greca e latina. Da Paolo all'Età costantiniana, vol. 1, 2ª ed., Brescia, Morcelliana, 2021 [1999], ISBN 978-8837235826.
  • Giulio Lebreton e Giacomo Zeiller, La Chiesa primitiva [L'Eglise primitive], in Amato P. Frutaz (a cura di), Storia della Chiesa, 3ª ed., Cinisello Balsamo, S.A.I.E, 1958 [1934].
  • Bernhard Schimmelpfennig, Il papato. Antichità, medioevo, rinascimento [Das Papsttum. Von der Antike bis zur Reinassance], a cura di Franco Cardini, collana Corriere della Sera. Medioevo, traduzione di Roberto Paciocco, Milano, RCS Mediagroup, 2021 [2006], SBN IT\ICCU\BA1\0141425.
  • (EN) The Catholic University of America (a cura di), New Catholic Encyclopedia, vol. 11, 2ª ed., Gale, 2003, ISBN 0-7876-4015-8.

Documenti magisteriali

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  1. ^ CCC, §880–887, pp. 263–265.
  2. ^ a b J. J. Castelot, Peter, Apostle, St., pp. 173–176.
  3. ^ Dulles, p. 140.
  4. ^ Cfr. Lumen Gentium, § 22, pp. 88–89.
  5. ^ a b c Schimmelpfennig, p. 12.
  6. ^ Lebreton & Zeiller, p. 284.
  7. ^ Una lista esaustiva di questi ritrovamenti archeologici, con spiegazione da parte degli autori del testo, si trova in Lebreton & Zeiller, pp. 288–290.
  8. ^ Lebreton & Zeiller, p. 295.
  9. ^ Lebreton & Zeiller, p. 401.
  10. ^ Lebreton & Zeiller, p. 401, nota 6.
  11. ^ Moreschini & Norelli 2019, p. 173.
  12. ^ Eusebio di Cesarea, Storia della Chiesa, IV 23, 11. citato in Moreschini & Norelli 2019, p. 173.
  13. ^ Moreschini & Norelli 2019, pp. 173–174.
  14. ^ Lebreton & Zeiller, p. 402.
  15. ^ Lebreton & Zeiller, p. 404.
  16. ^ Nel testo infatti non si fa menzione di un singolo autore, bensì si parla di un noi inteso come comunità. Per maggiori informazioni e un commento teologico-filologico si rimanda all'introduzione commentata dai curatori in Moreschini & Norelli 2021, pp. 73–77.
  17. ^ Moreschini & Norelli 2019, pp. 174.
  18. ^ Giuseppe Laiti, Gli inizi della chiesa, pp. 70–72.