Yolanda Becerra Vega (Barrancabermeja, 19 Marzo 1959) è un'attivista e pacifista colombiana.

È la fondatrice della Direzione Nazionale dell'Organizzazione Femminile Popolare (in spagnolo Organización Femenina Popular; OFP), un'entità creata nel 1972 nel Ministero Pastorale della Diocesi, che nel 1988 divenne un'organizzazione autonoma con sede a Barrancabermeja per sostenere le donne nella resistenza pacifica contro la violenza e per difendere il dialogo pacifico. Attualmente è impegnata nella creazione di organismi per le donne, come ad esempio la costruzione di un Museo della Memoria e dei Diritti Umani per le donne.[1]

In oltre quattro decenni di difesa delle donne vittime del conflitto a Barrancabermeja e Magdalena Medio, ha subito persecuzioni e assedi da parte di gruppi paramilitari ed è stata minacciata di morte in diverse occasioni.[2] La Procura Generale ha denunciato il piano dell'Autodefensas Unidas de Colombia di assassinarla.[3] L'Organizzazione Popolare delle Donne ed altri gruppi sociali che si opponevano alla violenza sono stati dichiarati obiettivi militari ed obbligati ad adottare misure di protezione forzate.[3]

Biografia modifica

Yolanda Becerra è la maggiore di sette figli e appartiene a una famiglia operaia della zona nord-orientale di Barrancabermeja. Suo padre Gustavo Becerra morì quando lei aveva 17 anni. La sua coscienza sociale iniziò a svilupparsi alla scuola Camilo Torres, dove entrò a far parte del movimento studentesco e delle iniziative di letteratura della parrocchia Señor de los Milagros.[4]

A 20 anni, terminate le scuole superiori, iniziò a lavorare come segretaria della parrocchia del settore nord-orientale della sua città, e due anni più tardi iniziò a lavorare nel Ministero Pastorale della Diocesi, un ambiente particolarmente influenzato dalla teologia della liberazione, e iniziò il suo percorso nell'OFP. In un'intervista Becerra ha spiegato che non capiva perché le donne dovessero organizzarsi separatamente quando esistevano già forti movimenti sociali: "Mi sembrava uno spreco e ho fatto i capricci. In seguito ho capito perché era importante avere un'organizzazione femminile".[5]

Le donne di Barrancabermeja-Magdalena Medio andavamo in giro in branco. Ci chiamavano e ci dicevano: stanno per uccidere una persona da quella parte; abbiamo portato lì 100 donne e hanno dovuto arrendersi. Abbiamo salvato molte persone. Era il modo di gestire la paura e di proteggersi senza essere complici della morte. - Yolanda Becerra in Humanas Colombia[5]

L'organizzazione Femminile Popolare modifica

Nel 1988 Yolanda Becerra e Rosalba Meriño si impegnarono per l'autonomia dell'OFP nei confronti del ministero pastorale.

Il 23 dicembre 2000, i paramilitari entrarono in città e imposero la loro legge alla popolazione civile. Fu allora che l'OFP assunse una posizione di resistenza in difesa dei diritti civili e politici e cercò sostegno a livello nazionale e internazionale. Molti dei suoi membri sono stati uccisi: Esperanza Amaris nell'ottobre 2003, Diafanol Sierra Vargas nel 2002 e Yamile Agudelo fu torturata e uccisa nel marzo 2006. La stessa Yolanda Becerra è stata aggredita, minacciata e torturata nella sua casa nel 2007.[2]

Nel 2005, Yolanda Becerra fu candidata al Premio Nobel per la pace insieme ad altre 1.000 donne di 155 Paesi.[6]

Nel 2007, poco dopo l'annuncio da parte del governo svedese del conferimento del Premio Per Anger, subì un'aggressione nella sua abitazione.[2] A distanza di anni, Becerra continua a lottare per difendere il dialogo e la pace.

Premi e riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) Yolanda Becerra Vega, su KAIROS Canada. URL consultato il 6 aprile 2024.
  2. ^ a b (ES) Redacción El Tiempo, Amenazan a Yolanda Becerra Vega, una mujer premiada por el gobierno de Suecia, su El Tiempo, 5 novembre 2007. URL consultato il 6 aprile 2024.
  3. ^ a b DIANA ZULEY BERNAL CUELLAR, HISTORIA DE LA ORGANIZACIÓN FEMENINA POPULAR EN BARRANCABERMEJA: 1998-2008.
  4. ^ Lisu, Fonseca, Una Colombia que nos queda, ISBN 9789584416155.
  5. ^ a b Pioneras de la paz: Humanas Colombia - Centro regional de Derechos Humanos y justicia de genero, su humanas.org.co, 22 giugno 2016. URL consultato il 6 aprile 2024 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2016).
  6. ^ a b (ES) Redacción El Tiempo, DOCE COLOMBIANAS, POR EL NOBEL, su El Tiempo, 1º luglio 2005. URL consultato il 6 aprile 2024.
  7. ^ (ES) Caracol Radio, Mujeres colombianas ganan premio de derechos humanos, su Caracol Radio, 5 novembre 2007. URL consultato il 6 aprile 2024.
  8. ^ (EN) The Ginetta Sagan Award, su Amnesty International USA. URL consultato il 6 aprile 2024.