Cantiere navale di Ancona

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Il cantiere navale di Ancona le cui origini si perdono nei secoli passati, costituisce un importante stabilimento di costruzione e riparazioni navali della città che insieme agli stabilimenti CRN S.p.A. del Gruppo Ferretti fanno di Ancona un centro importante della cantieristica italiana.

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Cantiere navale di Ancona
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1843 a Ancona
Sede principaleAncona
GruppoFincantieri

Le origini modifica

 
Cantiere navale di Ancona

Nella città di Ancona sin dall'epoca dell'imperatore Traiano si costruivano navi e poi, dopo l'interruzione dell'alto Medioevo, le realizzazioni proseguirono per tutto il periodo della repubblica marinara di Ancona.

La valentìa dell'arsenale dorico è testimoniata dal fatto che, quando, nel 1367, papa Urbano V, allora residente ad Avignone, decise di rientrare in Italia e il 30 aprile prese la via di Marsiglia, qui trovò 23 galee inviate dalla regina Giovanna di Napoli, dai Veneziani, dai Genovesi, dai Pisani e dagli Anconitani per fargli da scorta nel suo rientro a Roma. Tra le tante navi delle città marinare andate ad incontrarlo, il pontefice scelse di imbarcarsi proprio sulla galea di Ancona e a bordo di questa intraprese il suo viaggio, approdando il 3 giugno, con tutto il suo seguito (solo tre cardinali francesi si rifiutarono di accompagnarlo), a Corneto, sulla costa laziale, accolto dal cardinale Albornoz[1], da tutti i Grandi dello Stato Pontificio e da una moltitudine di popolo esultante, che da giorni aveva dormito in spiaggia per non perdersi lo storico avvenimento.

Narra il cronista anconitano Oddo di Biagio[2]. nel 1367[3]:

«Et per la sua venuta fo facta in Ancona per comandamento del dicto legato (il cardinale Egidio Albornoz – N.d.E.) una grande Galea de tale, et tanta longheza et grandeza, quale mai fo veduta la simile. Con celle et Camere depente ordenate, sotto coverta, como fossero stantie de palazi: et fo armata de Marinari et vogatori de Ancona. Fornita et armata la dicta Galea fonno electi, per parte del comune de Ancona, Cittadini in Ambasciatori al dicto Papa Urbano V, che doveva venire. Li nomi de li quali sono questi cioè, El Nobile Cavaliero Meser NICOLO' DA LA SCALA, el quale fu electo per Capitano dela Galea, ancora li Nobili homeni FRANCESCO DE FACCIOLO DE RANALDO, LEONARDO DE MARCELLINO. Et PENZARELLO DE GUIDONE DE BONOVALDI. Li quali ancora forono electi per Conseglieri del dicto Capitano – Et preparata la dicta Galea de tutte le cose necessarie se partì dal dicto porto de Ancona per andare ad Marsilia con cinque Galee de Genovesi, et altre tante de Venetiani, Sei galee della Regina de Puglia. Quatro galee de Fiorentini. Doi galee del Magno Tempio de Rhodo. Et una galea de Meser Gomitio Spagnolo Vicario per la Chiesa Romana de la Cità de Foligni...

Il 5 settembre 1370, papa Urbano V, in quello stesso porto di Corneto dov'era approdato tre anni prima, s'imbarcò nuovamente sulla galea anconetana, scortato dalle navi inviategli dai re di Francia e d'Aragona, dalla regina di Napoli e di Pisa. Il 16 dello stesso mese sbarcò a Marsiglia, il 24 fece il suo solenne ingresso in Avignone. Ma nemmeno due mesi dopo si ammalò gravemente e il 19 dicembre dello stesso anno morì[4].

Nel 1377 l'onorifica preferenza venne accordata anche ad un'altra galea, comandata dall'anconetano Nicolò di Bartolomeo Torriglioni, quando papa Gregorio XI riportò definitivamente la corte pontificia dalla Francia in Italia.

L'età moderna modifica

 
La corazzata austriaca Erzherzog Franz Ferdinand fu tra le navi che bombardarono la città all'inizio della prima guerra mondiale e che furono poi demolite ad Ancona

Il cantiere navale moderno nacque nel 1843, quando la città di Ancona faceva parte dello Stato Pontificio. La città, insieme al resto delle Marche e all'Umbria, in seguito ad un plebiscito tenutosi nel novembre 1860, entrò a far parte del Regno d'Italia costituitosi il 17 marzo 1861 ed assunse un ruolo militare notevole nella compagine difensiva del giovane regno: fu una delle cinque piazzeforti di prima classe, insieme a Torino, La Spezia, Taranto e Bologna. In quel periodo i cantieri navali dorici vissero un momento di grande sviluppo, essendo la città la principale base navale in Adriatico, in quanto Venezia e Trieste facevano ancora parte dell'Impero austriaco.

Nel 1866, in seguito alla terza guerra di indipendenza, il Veneto entrò a far parte del Regno d'Italia e molte delle attività cantieristiche vennero trasferite all'Arsenale di Venezia, sito in posizione più strategica rispetto ad Ancona, per i cui cantieri iniziò una fase di declino.

Dalle Officine e Cantieri Liguri-Anconetani ai Cantieri Navali Riuniti modifica

Nel 1897 Rodolfo Hofer, uno dei componenti del consiglio d'amministrazione della società Navigazione Generale Italiana, una compagnia di navigazione che andava affermandosi sul finire del secolo, acquisì il cantiere navale del Muggiano, che aveva chiuso la sua attività nel 1893, costituendo la "Società Anonima Cantiere Navale Del Muggiano", che, nel 1899, acquisendo il Cantiere navale di Ancona darà vita alle Officine e Cantieri Liguri-Anconetani.

 
Il varo della Narenta nei Cantieri Navali Riuniti di Ancona

Il 21 gennaio 1906 venne costituita la società Cantieri Navali Riuniti, primo grande raggruppamento del settore cantieristico in Italia, che raggruppava i cantieri di Palermo, Muggiano e Ancona.

 
Incrociatore ausiliario Città di Bengasi in allestimento ad Ancona

Il 24 maggio 1915, giorno dell'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, la città di Ancona venne cannoneggiata dalle corazzate della Marina asburgica; per ironia della sorte alcune di quelle corazzate al termine del conflitto vennero acquisite dall'Italia come risarcimento di guerra e demolite proprio nel cantiere di Ancona. Gran parte del metallo di queste venne poi impiegato per costruire nel 1926 la struttura portante del Mercato delle Erbe cittadino. Il bombardamento austriaco causò la distruzione di tre magazzini, della sede dell'Ufficio Marittimo, di un deposito di gas e di un serbatoio d'acqua.

Durante il ventennio fascista la città di Ancona ebbe un notevole sviluppo urbanistico ed economico; anche i cantieri navali, entrati a far parte del Gruppo Piaggio, ebbero un notevole impulso, garantito dalle commesse militari per la costruzione di diverse imbarcazioni per la Regia Marina, tra cui i cacciatorpediniere Grecale e Maestrale appartenenti alla classe Maestrale, alcuni cacciatorpediniere della classe Camicia Nera e della classe Navigatori, ed inoltre gli incrociatori leggeri Pompeo Magno ed Ottaviano Augusto della classe Capitani Romani, di cui solamente il primo entrò in servizio, mentre il secondo l'8 settembre 1943 alla proclamazione dell'armistizio era ancora in costruzione.

Nel corso della seconda guerra mondiale Ancona, dopo l'armistizio, fu occupata dalle truppe tedesche e, a causa dell'importanza strategica del suo porto, subì numerosissimi bombardamenti da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte. In particolare, il 1º novembre 1943, durante un bombardamento, in pochi minuti duemilacinquecento persone persero la vita. Nell'occasione fu affondato l’Ottaviano Augusto in costruzione (che era stato requisito dagli occupanti tedeschi). Nel dopoguerra il Pompeo Magno, sopravvissuto al conflitto, sarebbe stato invece ricostruito come conduttore di flottiglia nei Cantieri del Tirreno di Genova e ribattezzato San Giorgio con distintivo ottico D 562. Fu in servizio nella Marina Militare fino al 1980.

L'occupazione tedesca ebbe termine il 18 luglio 1944, quando le truppe della II armata polacca del generale Władysław Anders, preceduta da alcuni esploratori delle locali milizie partigiane e del Corpo Italiano di Liberazione entrarono in città[5]

Nel dopoguerra i cantieri e il porto gravemente danneggiati durante il conflitto vennero ricostruiti.

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Veduta del cantiere navale di Ancona dal Belvedere prospiciente il duomo di San Ciriaco, sul Colle Guasco

Nel 1966, nelle pieghe dei provvedimenti emanati a metà degli anni sessanta per la riorganizzazione della navalmeccanica pubblica, il gruppo Piaggio, approfittando dei benefici fiscali per gli accorpamenti industriali previsti dalla legge n° 170/1965, diede vita a una nuova società per azioni, i Cantieri Navali del Tirreno Riuniti fondendo i Cantieri Navali Riuniti, con gli stabilimenti di Palermo e Ancona e i Cantieri del Tirreno con gli stabilimenti di Genova Le Grazie.

Nel 1973 in seguito alla crisi che alla fine degli anni sessanta colpì i cantieri Piaggio la società Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti venne assorbita dall'IRI e nel 1984 da Fincantieri, che società finanziaria della cantieristica si trasforma in società operativa assumendo la denominazione di Fincantieri - Cantieri Navali Italiani S.p.A., e il controllo del settore.

 
La fregata venezuelana General Urdaneta in costruzione

Tra la fine degli anni settanta e la prima metà degli anni ottanta, importanti realizzazioni sono state le fregate tipo Lupo General Urdaneta e General Salóm, costruite per la Marina venezuelana e tre delle quattro fregate dello stesso tipo ordinate dall'Iraq, che però non entrarono mai in servizio per il committente originario a causa dell'embargo, dovuto prima alla guerra Iran-Iraq e poi alla prima guerra del Golfo, e finirono per essere acquistate dalla Marina Militare nel 1994, dove sono in servizio impiegate e ufficialmente classificate come pattugliatori di squadra e costituiscono la classe Artigliere.

L'11 settembre 2011 si è tenuta nell'area dei cantieri navali la messa conclusiva del XXV congresso eucaristico nazionale celebrata da papa Benedetto XVI. A causa della forte crisi, già da alcuni mesi il cantiere non aveva più commesse e la maggior parte dei lavoratori era in cassa integrazione.[6]

Navi modifica

Elenco delle principali navi realizzate nello stabilimento:

Foto Nome Tipo Impostata Varata Completata Operatore originario Note
  Marechiaro Piroscafo passeggeri 1912 1912 Società Trasporti Golfo di Napoli Convertita in nave ambulanza per la Regia Marina
  Santa Lucia Piroscafo passeggeri 1912 1912 Compagnia Napoletana di Navigazione a Vapore Convertita in nave ambulanza per la Regia Marina
Città di Tripoli Piroscafo passeggeri 1915 1916 Tirrenia di Navigazione Convertita in incrociatore ausiliario per la Regia Marina
  Città di Bengasi Piroscafo passeggeri 1916 1917 Ferrovie dello Stato Convertita in incrociatore ausiliario per la Regia Marina
  Legnano Posamine 1926 1927 Regia Marina
  Lepanto posamine - cannoniera 1925 1927 1928 Regia Marina
  Azio posamine 1925 1927 1928 Regia Marina
  Emanuele Pessagno Cacciatorpediniere 1929 1930 Regia Marina
  Nicoloso da Recco Cacciatorpediniere 1930 1930 Regia Marina
  Grecale Cacciatorpediniere 1931 1934 1934 Regia Marina
  Maestrale Cacciatorpediniere 1931 1934 1934 Regia Marina
  Narenta Motonave mista 1934 Compagnia Adriatica di Navigazione Convertita in incrociatore ausiliario per la Regia Marina
  Centauro torpediniera 1934 1936 1936 Regia Marina
  Climene torpediniera 1934 1936 1936 Regia Marina
  Cigno torpediniera 1936 1936 1937 Regia Marina
  Castore torpediniera 1936 1936 1937 Regia Marina
  Fuciliere Cacciatorpediniere 1937 1938 1939 Regia Marina
  Alpino Cacciatorpediniere 1937 1938 1939 Regia Marina
  Pompeo Magno Incrociatore 1939 1941 1943 Regia Marina
  Ottaviano Augusto Incrociatore 1939 1942 Regia Marina Nave non completata e affondata per vicende belliche
  Bombardiere Cacciatorpediniere 1940 1942 1942 Regia Marina
  Mitragliere Cacciatorpediniere 1940 1941 1942 Regia Marina
  MZ 737 Motozattera 1942 Regia Marina
  Erling Jarl Nave passeggeri 1949 Det Nordenfjeldske Dampskibsselskab
  Midnatsol Nave passeggeri 1949 Det Bergenske Dampskibsselskab
  Vesterålen Nave passeggeri 1950 Vesteraalens Dampskibsselskab
  Sanct Svithun Nave passeggeri 1950 Det Stavangerske Dampskibsselskap
  Proteo nave salvataggio 1951 Marina Militare
  Torres Nave passeggeri 1955 1955 1957 Tirrenia di Navigazione
  Ilice Nave mercantile 1960 Società Ligure di Armamento
  Gennargentu traghetto ferroviario 1965 Ferrovie dello Stato
  Gallura traghetto ferroviario 1968 Ferrovie dello Stato
  Iginia Traghetto ferroviario 1969 Ferrovie dello Stato
  Rosalia Traghetto ferroviario 1973 Ferrovie dello Stato
  ARV General Urdaneta Fregata lanciamissili 1979 Armada Bolivariana
  Staffetta Mediterranea Ro/Ro Cargo 1979 Tirrenia di Navigazione
  ARV General Salóm Fregata lanciamissili 1980 Armada Bolivariana
  Adria Ro/Ro Cargo 1981 Lloyd Triestino
  El Oro corvetta 1981 Armada del Ecuador
  Manabi corvetta 1981 Armada del Ecuador
  Capo Sandalo Ro/Ro Cargo 1982 Lloyd Triestino
  Artigliere Pattugliatore 1983 Marina Militare
  Bersagliere Pattugliatore 1985 Marina Militare
  Aviere Pattugliatore 1985 Marina Militare
  Palladio traghetto Ro/Ro 1989 Adriatica di Navigazione
  Sansovino traghetto Ro/Ro 1989 Adriatica di Navigazione
  Selandia Seaways traghetto Ro/Ro 1998 DFDS
  Suecia Seaways traghetto Ro/Ro 1999 DFDS
Tor Britannia traghetto Ro/Ro 2000 DFDS
  Danielle Casanova traghetto Ro/Ro 2002 SNCM
  Grande Nigeria Multipurpose Ro/Ro 2003 Gruppo Grimaldi
  Grande Buenos Aires Multipurpose Ro/Ro 2004 Gruppo Grimaldi
  Moby Aki traghetto Ro/Ro 2005 Moby Lines
  Finnmaid traghetto Ro/Ro 2006 Finnlines
  Finnlady traghetto Ro/Ro 2007 Finnlines
  Nordlink traghetto Ro/Ro 2007 Finnlines
  Superstar traghetto Ro/Ro 2008 Tallink
  Superstar nave da crociera 2009 Silversea Cruises
  Le Boreal nave da crociera 2010 Compagnie du Ponant
  L'Austral nave da crociera 2011 Compagnie du Ponant
  Le Soleal nave da crociera 2012 Compagnie du Ponant
  Viking Sky nave da crociera 2016 Viking Cruises

Note modifica

  1. ^ Il cardinale Albornoz, braccio destro di papa Urbano V in Italia, dopo quattordici anni passati nella penisola con lo scopo di rimettere un papa sulla cattedra di San Pietro, non riuscì a vedere il compimento della sua opera. Infatti, forse colpito dalla peste o da una febbre malarica, morì a Viterbo il 24 agosto 1367. Il papa si trattenne quindi a Viterbo per assisterlo e, poi, per celebrarne le esequie, ripartendo per Roma solo il 16 ottobre. Cfr. quanto riporta l'Abate Leoni: Il Legato Egidio erasi già portato con molti Nobili Anconitani a Viterbo per venerare Sua Santità, e preparargli gli alloggi in Roma, e Viterbo. Prima per altro partire, nella nostra Rocca Papale, alla presenza d'Enrico Vescovo di Brescia, ed Alfonso Vescovo di Fermo (che in quell'epoca non era Arcivescovile quella Sede) fece il 29 Settembre 1364 il testamento, lasciando molti Legati per Ancona, in testimonianza di quel parziale affetto, che per lei meritatamente nutriva.... Fu presago il suo cuore, poiché al 24 Agosto 1367 morì in Viterbo senza grave sospetto di veleno.., in "Istoria d'Ancona capitale della marca anconitana dell'abate Leoni", Tip. Baluffi, Ancona, 1812, vol. 3, pag.304, leggibile in books.google.it
  2. ^ Oddo di Biagio fu inviato come ambasciatore della Repubblica di Ancona a Viterbo e a Montefiascone, dove papa Urbano V era giunto da Avignone. Cfr. "Istoria d'Ancona capitale della marca anconitana dell'abate Leoni", Tip. Baluffi, Ancona, 1812, vol. 3, pag.304: Montato sopra l'Anconitana Galera giunse il Papa in Italia dell'1367: ed il Comune di Ancona per interessanti affari della Città spedì in Viterbo il surriferito Dottor Oddo di Biagio degli Agli, che per essere erudito, e di molto spirito fu ben accolto dal S. Padre, e con lode disimpegnò l'onorevole incarico..., leggibile in books.google.it, e la voce "Oddo di Biagio" di Francesca Viola, in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 79 (2013)
  3. ^ cfr. Oddo di Biagio, "Atti consiliari del Comune di Ancona del 1378-91", in Archivio di Stato di Ancona, testo riportato in "Istoria d'Ancona capitale della marca anconitana dell'abate Leoni", Tip. Baluffi, Ancona, 1812, vol. 3, pagg.303-304, leggibile in books.google.it.
  4. ^ cfr. "Istoria d'Ancona capitale della marca anconitana dell'abate Leoni", Tip. Baluffi, Ancona, 1812, vol. 3, pag.305: Urbano V. poi … sebbene con intenzione di tornare stabilmente a Roma, navigando come al venire da Corneto a Marsiglia, scortato da sontuoso stuolo di Galere speditegli dal Re di Francia, d'Avignone, dalla Regina Giovanna, ec. li 5 di Settembre 1370 salita l'Anconitana Galera fè ritorno alle delizie d'Avignone. Ma poco poté goderne, mentre dopo il ritorno in Avignone passò all'altra vita nel Decembre dell'anno istesso ed allora pianger dovette la sua debolezza nel cedere alle premure dei Porporati Galli., leggibile in books.google.it
  5. ^ R. Muti, "Storia popolare di un borgo di periferia", Circolo Operaio "P. Ranieri", Ancona 1984; AA.VV. "I luoghi della memoria", Il lavoro editoriale, Ancona 2007.
  6. ^ Papa, messa in Fincantieri:«Superare il precariato»., Il Secolo XIX, 11 settembre 2011. URL consultato il 20 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

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