Quinta declinazione latina

tipo di variazione morfologica applicata ai nomi latini
Voce principale: Grammatica latina.

La quinta declinazione latina contiene pochissimi nomi con il tema in . La sua origine non è chiara.[1] I nomi di quinta declinazione sono tutti femminili tranne il maschile dies ("giorno", ma solo in alcuni significati). Non sono presenti nomi neutri.

Declinazione dei sostantivi modifica

Sostantivi esemplari di quinta declinazione possono essere res, rei, f., "la cosa" e dies, diei, m., "il giorno", che sono gli unici due sostantivi della quinta declinazione di cui sono attestate tutte le forme dei vari casi.

Declinazione di rēs, rĕī
Casi Singolare Plurale
Nominativo rēs rēs
Genitivo rĕī rērŭm
Dativo rĕī rēbŭs
Accusativo rĕm rēs
Vocativo rēs rēs
Ablativo rē rēbŭs
Declinazione di diēs, diēī
Casi Singolare Plurale
Nominativo diēs diēs
Genitivo diēī diērŭm
Dativo diēī diēbŭs
Accusativo diĕm diēs
Vocativo diēs diēs
Ablativo diē diēbŭs

Nella terminazione "eī" del genitivo e dativo singolare la "e" è breve quando preceduta da consonante (es. fidēs, fidĕī), lunga quando preceduta da vocale (es. diēs, diēī). Perciò occorre porre attenzione nella flessione dei sostantivi trisillabici.

Particolarità modifica

Particolarità del genere modifica

Il sostantivo dies, diei può avere genere sia maschile che femminile; in particolare, è femminile quando indica:

  1. Un giorno prestabilito, fissato (illa dies, quel giorno).
  2. Data di una lettera (dies adscripta, il giorno datato).
  3. Periodo di tempo, quando viene usato nel senso generico.

Particolarità del numero e delle terminazioni modifica

Alcuni sostantivi femminili come facies, -ei, "la faccia"; effigies, -ei, "l'effigie"; species, -ei, "l'aspetto"; spes, -ei, "la speranza"; acies, -ei, "la schiera" al plurale hanno solo i casi diretti (nominativo, accusativo, vocativo).[2] Tutti gli altri nomi della quinta declinazione sono singularia tantum.

Altri nomi della quinta declinazione, che terminano in -ies al nominativo singolare, possono anche presentare forme in -ia appartenenti alla prima declinazione.[3] Tra questi ci sono luxuries e luxuria, "la lussuria"; pigrities e pigritia, "la pigrizia"; mollities e mollitia, "la mollezza"; barbaries e barbaria, "la barbarie"; materies e materia, "la materia"; planities e planitia, "la pianura". Nel genitivo e nel dativo singolare si utilizzano le uscite della prima declinazione, in -ae.[4][5]
Altre volte ci può essere un'oscillazione fra quinta e terza declinazione, come nel sostantivo plebs, plebis o plebes, plebei.

Acies e res modifica

Il nome res, come detto in precedenza, esprime un senso generico di "cosa"; il suo significato, quando è accompagnato da particolari aggettivi o participi, è più specifico:

  1. res divina
  2. res familiaris
  3. res frumentaria
  4. res militaris
  5. res publica
  6. res Romana
  7. res rustica

"il sacrificio";
"i beni famigliari";
"l'approvvigionamento (di grano)";
"la strategia";
"lo Stato" (in epoca classica, anche "la repubblica");
"lo Stato romano"
"l'agricoltura";

Declinato al plurale con aggettivi o participi dà vita ad alcuni pluralia tantum:

  1. res adversae
  2. res futurae
  3. res gestae
  4. res nauticae
  5. res novae
  6. res prosperae
  7. res secundae

"gli insuccessi", "le situazioni sfavorevoli";
"il futuro";
"le gesta", "le imprese";
"la marina", "l'arte navale";
"la rivoluzione", "il sovvertimento politico";
"la prosperità";
"i successi", "le situazioni favorevoli".

Inoltre notevoli sono le locuzioni rerum natura, "la natura", "il mondo", e rerum scriptor, "lo storico".

Anche il nome acies ha vari significati: "schiera", "schieramento", "esercito schierato", "campo di battaglia"... Acies può trovarsi singolarmente, o seguito (o preceduto) dalle seguenti locuzioni:

  1. acie dimicare
  2. acie excedere
  3. aciem instruere
  4. novissima acies
  5. prima acies

"combattere in campo aperto";
"lasciare il campo di battaglia";
"schierare l'esercito in ordine di battaglia";
"la retroguardia";
"l'avanguardia".

Note modifica

  1. ^ "Si discute tuttora se si tratti di un fossile indoeuropeo o di una innovazione latina abortita" (Traina, p.156), tuttavia "l'antichità di essa è riconosciuta e accettata da molti" (Cupaiuolo, p.158)
  2. ^ Tantucci, p.46.
  3. ^ Queste ultime sono le forme preferite dai prosatori classici, mentre i prosatori postclassici e i poeti prediligono le forme di quinta (Cupaiuolo, p.157)
  4. ^ Cupaiuolo, p.157.
  5. ^ Tantucci, p.47.

Bibliografia modifica

  • Vittorio Tantucci, Urbis et orbis lingua, Teoria, Bologna, Poseidonia, 1993 [1946].
  • Alfonso Traina e Giorgio Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, 6ª ed. riveduta e aggiornata a cura di Claudio Marangoni, Bologna, Pàtron, 1998 [1971-72], ISBN 8855524542.
  • Fabio Cupaiuolo, Problemi di lingua latina, Napoli, Loffredo, 1991, ISBN 8880964135.

Voci correlate modifica

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