Variazioni territoriali e amministrative delle Marche

Questa pagina riassume le variazioni territoriali e amministrative[1][2] delle Marche dal 1852.

Variazioni territoriali delle Marche dal 1831 al 2009
1831
1850
1852
1860
1860 dopo le cessioni all'Umbria
1923
1927
1939
2009

Viene fatto cenno anche alle proposte di distacco-aggregazione di comuni che interessano o hanno interessato le Marche.

Antecedenti storici modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia delle Marche.

Al pari delle altre regioni italiane a statuto ordinario, le Marche esistono come regione politica solo dal 1970. In età pontificia l'area geografica fu organizzata in diverse entità amministrative autonome dello Stato della Chiesa. Con l'avvento della Repubblica Romana prima e del Regno d'Italia napoleonico poi, la regione fu suddivisa nei dipartimenti del Metauro a nord, del Musone al centro e del Tronto a sud, ricevendo un assetto territoriale simile a quello definitivo, con l'importante eccezione del vasto territorio di Gubbio incluso nel dipartimento del Metauro. La Restaurazione e le riorganizzazione amministrative di Pio VII (1816)[3][4] e Gregorio XVI (1831)[5] diedero alle Marche la conformazione con la quale il 19 settembre 1860 entrarono per plebiscito nell'Italia unita. In particolare il motu proprio di Pio VII del 6 luglio 1816 aveva aggregato alla regione l'Alta Valmarecchia, scorporandola dalla Romagna e dandole una collocazione amministrativa che sarebbe venuta meno solo nel 2009. Il 22 novembre 1850, infine, un editto di Pio IX riunì le province marchigiane nella II Legazione pontificia[6] (Legazione delle Marche).[7]

1852 modifica

Il territorio delle Marche preunitarie subì ancora una variazione il 5 aprile 1852, in esecuzione di un trattato di ridefinizione dei confini stipulato anni prima (26 settembre 1840) fra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. La modifica più importante fu la cessione del comune di Ancarano,[8] trasferito dalla delegazione di Ascoli alla provincia napoletana d'Abruzzo Ulteriore I.

1860 modifica

Al momento del loro ingresso nel Regno d'Italia le Marche si presentavano suddivise in sei delegazioni apostoliche: Ancona, Ascoli Piceno, Camerino, Fermo, Macerata, Urbino e Pesaro.[3][5] Il governo piemontese dispose alcune notevoli variazioni, regolando i confini con la vicina Umbria e riorganizzando le province, che furono ridotte a quattro. Le modifiche più significative furono la cessione di Gubbio, giustificata dalla posizione geografica transappenninica e dalla breve distanza da Perugia, e la soppressione della provincia di Fermo nella prospettiva di un'unione (mai realizzata) con l'Abruzzo settentrionale. Nel complesso il decreto Minghetti (22 dicembre 1860) puntò a un riequilibrio delle dimensioni delle circoscrizioni provinciali, attuato tramite diversi scambi di territorio. Al posto delle province soppresse furono mantenuti due circondari (circondario di Camerino e circondario di Fermo), cui si aggiunse quello di Urbino creato ex novo.[9]

Variazioni territoriali modifica

Territorio Comune Superficie Dalla regione Alla regione
Eugubino[10] Costacciaro 630 km² Marche
Urbino e Pesaro
Umbria
Perugia
  Gubbio
Pascelupo
Scheggia
Vissano[11]   Visso
Castelsantangelo sul Nera[12]
Ussita[12]
226 km² Umbria
Perugia
Marche
Macerata

Variazioni amministrative modifica

Territorio Comune o provincia Superficie Dalla provincia di Alla provincia di
Camerte[11] Provincia di Camerino 834 km² Camerino Macerata
Fabrianese[11]   Fabriano 547 km Macerata Ancona
  Cerreto d'Esi
  Genga
  Sassoferrato
  Serra San Quirico
Fermano[13] Provincia di Fermo 880 km² Fermo Ascoli
Filottranese[11]   Filottrano 70 km² Macerata Ancona
Lauretano[11]   Loreto 18 km² Macerata Ancona
Senigalliese[10]   Castel Colonna 154 km² Urbino e Pesaro Ancona
  Monterado
  Ripe
  Senigallia

1927 modifica

Nonostante le vaste riforme amministrative del ventennio fascista, il territorio marchigiano subì poche variazioni, tra cui l'abolizione delle sottoprefetture che spazzò via l'ultimo residuo delle antiche province di Camerino e di Fermo.[14] Inoltre, nel 1927 il comune di Visso venne assegnato alla provincia di Perugia[14], ma nel 1929 tornò a quella di Macerata[15].

2004 modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della provincia di Fermo § Unità d’Italia.

La soppressione della provincia di Fermo diede luogo a una lunga questione politica, sfociata anche in tensioni fra la popolazione negli anni immediatamente successivi alla formazione dello Stato italiano. Soltanto nel 2004 i parlamentari fermani riuscirono a ottenere la ricostituzione dell'ente soppresso unitamente alle nuove province di Monza e Brianza e di Barletta-Andria-Trani. Le province marchigiane divennero pertanto cinque.[16]

2009 modifica

Nell'anno dell'entrata in funzione effettiva della nuova provincia di Fermo, stabilita in coincidenza delle prime elezioni (6 e 7 giugno 2009), si è verificata in agosto un'altra importante variazione, questa volta territoriale. Le Marche hanno ceduto infatti all'Emilia-Romagna l'Alta Valmarecchia, secondo la volontà popolare espressa con referendum dagli abitanti dei comuni interessati. La consultazione si è svolta nei sette comuni il 17 e 18 dicembre 2006 e ha visto l'affermazione del sì (56,13% degli aventi diritto[17] e 83,91% dei votanti).[18]

Territorio Comune Superficie Dalla regione Alla regione
Alta Valmarecchia[19]   Casteldelci 328 km² Marche
(Pesaro e Urbino)
Emilia-Romagna
(Rimini)
  Maiolo
  Novafeltria
  Pennabilli
  San Leo
  Sant'Agata Feltria
  Talamello

Quello dell'Alta Valmarecchia è il primo caso – seguito il 16 dicembre 2017 dal caso del comune di Sappada (UD) – di distacco-aggregazione di comuni fra due regioni nella storia dell'Italia repubblicana, in attuazione del dettato dell'art. 132 della Costituzione. La variazione ha interessato un'area di 328 km² nella quale vivevano all'epoca 18 160 abitanti.[20] La norma è entrata in vigore il 15 agosto 2009.[19] Il processo di transizione dei sette comuni verso l'Emilia-Romagna è iniziato con la nomina di un commissario governativo incaricato di sovrintendere al passaggio delle competenze fra le province di Pesaro e Urbino e di Rimini.[21] Le Marche hanno proposto ricorso alla Corte costituzionale il 13 ottobre 2009, ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della regione;[22][23] nel luglio 2010 la Corte si è pronunciata sul ricorso giudicandolo infondato, e confermando così il distacco-aggregazione della valle.[24]

2014 modifica

Al 1º gennaio 2014 sono divenute operative le seguenti variazioni amministrative. Non vi sono state invece variazioni territoriali.

In provincia di Ancona:

In provincia di Pesaro e Urbino:

2017 modifica

Al 1º gennaio 2017 sono divenute operative le seguenti variazioni amministrative. Non vi sono state invece variazioni territoriali.

In provincia di Macerata:

In provincia di Pesaro e Urbino:

2019 modifica

Al 1º gennaio 2019 è avvenuta la fusione dei comuni di Sassocorvaro ed Auditore nel nuovo comune di Sassocorvaro Auditore, in provincia di Pesaro e Urbino. Non vi sono state variazioni territoriali.

2020 modifica

Al 1º luglio 2020 è divenuta operativa la seguente variazione amministrativa. Non vi sono state invece variazioni territoriali.

In provincia di Pesaro e Urbino:

2021 modifica

Il 17 giugno 2021 è avvenuto il distacco dalla regione Marche e l'aggregazione alla regione Emilia-Romagna dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio, in seguito a un referendum.[25]

Comune Superficie Dalla regione Alla regione
  Montecopiolo 57 km² Marche
(Pesaro e Urbino)
Emilia-Romagna
(Rimini)
  Sassofeltrio

Il 24 e 25 giugno 2007 nei comuni interessati di Montecopiolo e Sassofeltrio, si tenne un referendum volto a consultare la popolazione sul distacco dei comuni dalla regione Marche e la contestuale aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'art. 132 della Costituzione[26].

A Montecopiolo si recarono alle urne 793 cittadini (70,55%) dei 1 124 aventi diritto[27][28]; in 651 votarono per il sì[28] (57,92% degli aventi diritto[27]; 82,09% dei votanti). A Sassofeltrio si recarono alle urne 739 cittadini (58,05%) dei 1 273 aventi diritto[27][29]; in 645 votarono per il sì[29] (50,67% degli aventi diritto[27]; 87,28% dei votanti). L'esito referendario venne approvato a norma dell'art. 45 della legge n. 352 del 25 maggio 1970[30] e fu regolarmente pubblicato in Gazzetta ufficiale[31].

L'art. 132 della Costituzione, che regola il distacco-aggregazione di comuni da una regione a un'altra, prevede inoltre che sia raccolto il parere dei consigli regionali interessati[26]. Dopo la delibera unanime del consiglio provinciale di Rimini a favore della richiesta dei cittadini di Montecopiolo e Sassofeltrio, l'8 luglio 2008 fu la I commissione bilancio e affari istituzionali della regione Emilia-Romagna ad approvare la richiesta di parere favorevole avanzata da alcuni consiglieri[32]. Il 17 aprile 2012 giunse anche il consenso del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna[33][34]. Invece la regione Marche, nonostante ripetutamente interpellata dalla commissione affari costituzionali della Camera tra il 2014 e il 2015, si riservò di non dare il proprio parere[26]. L'iter legis continuò nonostante il mancato parere della regione Marche[26].

Il disegno di legge di distacco-aggregazione dei due comuni è stato approvato alla Camera il 12 marzo 2019[35]. Un mese dopo, il 16 aprile 2019, il consiglio regionale delle Marche ha emesso il proprio parere contrario[36].

Dopo 14 anni dal referendum, il 25 maggio 2021 il disegno di legge di distacco-aggregazione è stato approvato definitivamente al Senato[37][38]. Secondo l'art. 3 della legge 28 maggio 2021 n. 84, il distaccamento dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla provincia di Pesaro e Urbino, nella regione Marche, e la contestuale aggregazione alla provincia di Rimini, nella regione Emilia-Romagna, sono avvenuti il 17 giugno 2021, giorno successivo a quello di pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale.[39]

Variazioni di superficie modifica

Di seguito sono indicate in km² le variazioni di superficie della regione e delle province.

Provincia 1852 1860 2009 2021
Ancona 1 204 1 940 1 940 1 940
Ascoli Piceno 1 208 2 088 1 228 1 228
Camerino 834 0 0 0
Fermo 880 0 860 860
Macerata 2 296 2 774 2 774 2 774
Pesaro e Urbino 3 677 2 892 2 564 2 507
Marche 10 099 9 694 9 366 9 309

Proposte di distacco-aggregazione modifica

Istanze analoghe a quelle dell'Alta Valmarecchia e dei comuni limitrofi di Montecopiolo, Sassofeltrio si sono manifestate a Mercatino Conca e a Monte Grimano Terme, dove si sono svolti i referendum previsti dalla Costituzione ma la consultazione è stata respinta per mancato raggiungimento del quorum.[17] Si registrano anche spinte di segno opposto, soprattutto dal 2010, verso la provincia di Ascoli Piceno. Interessati al distacco-aggregazione si sono mostrati in questo caso i comuni di Amatrice e Accumoli (Lazio),[40] e un movimento di cittadini della Val Vibrata (Alba Adriatica, Ancarano, Civitella del Tronto, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Martinsicuro, Nereto, Sant'Omero, Torano Nuovo, Tortoreto, Sant'Egidio alla Vibrata) e di Valle Castellana (Abruzzo).[41]

Note modifica

  1. ^ Variazione territoriale di un ente è la modifica del suo territorio. Si prendono quindi in considerazione gli acquisti e le cessioni di comuni o province da parte della regione. Variazioni amministrative sono invece l'istituzione, la soppressione, la ridenominazione, la modifica dell'appartenenza all'ente di livello amministrativo superiore. Si prendono quindi in considerazione le variazioni di questo tipo che interessano comuni e province nell'ambito della regione.
  2. ^ Variazioni amministrative e territoriali dei comuni nella definizione dell'ISTAT, su istat.it. URL consultato il 10 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2011).
  3. ^ a b Papal States e Catholic Church Pope (1800-1823 : Pius VII), Moto proprio della santità di nostro signore papa Pio settimo in data de 6. luglio 1816: sulla organizzazione dell'amministrazione pubblica esibito negli atti del nardi segretario di camera nel di 14. del mese ed anno suddetto, Presso Vincenzo Poggioli stampatore della Rev. Cam. Apost., 1816. URL consultato il 31 agosto 2021.
  4. ^ Si può notare che il motu proprio di Pio VII non chiama ancora Marche l'insieme delle sei province, ma solo la Marca d'Ancona, escludendo il Ducato di Camerino e lo Stato di Urbino. Mostra comunque di considerare la regione, a diversi fini, un'entità territoriale unitaria.
  5. ^ a b Papal States, Raccolta delle leggi e disposizioni di pubblica amministrazione nello stato pontificio, Stabilimento governativo, 1838. URL consultato il 31 agosto 2021.
  6. ^ Pope Pius IX, Moto-proprio emanato dalla santità di n. signore papa Pio IX a dì 12 settembre 1849 in Portici: coi successivi, e relativi ordinamenti pubblicati a tutto l'anno 1850, Tip. Camerale, 1851. URL consultato il 28 marzo 2022.
  7. ^ Notizie per l'anno ..., Nella Stamparia del Chracas., 1859. URL consultato il 28 marzo 2022.
  8. ^ Atto sovrano n. 3242 del 7 agosto 1852 di Ferdinando II.
  9. ^ Italy, Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari, Stamperia reale, 1861. URL consultato il 31 agosto 2021.
  10. ^ a b Archivio di Stato di Pesaro
  11. ^ a b c d e Archivio di Stato di Macerata
  12. ^ a b I comuni di Castelsantangelo sul Nera e Ussita furono istituiti successivamente.
  13. ^ Archivio di Stato di Ascoli Piceno
  14. ^ a b R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1 - Riordinamento delle circoscrizioni provinciali - Wikisource, su it.wikisource.org. URL consultato il 31 agosto 2021.
  15. ^ R.D.L. 24 gennaio 1929, n. 106 - Modifiche alla circoscrizione di alcune Provincie - Wikisource, su it.wikisource.org. URL consultato il 31 agosto 2021.
  16. ^ L 147/2004, su parlamento.it. URL consultato il 31 agosto 2021.
  17. ^ a b Risultati dei referendum ex art. 132 Cost. promossi in Italia Archiviato il 18 ottobre 2016 in Internet Archive.
  18. ^ Referendum. Trionfano i SÌ: 83,9%[collegamento interrotto]
  19. ^ a b L 117/2009, su parlamento.it. URL consultato il 31 agosto 2021.
  20. ^ Bilancio demografico mensile ISTAT del 31 luglio 2009, su demo.istat.it.
  21. ^ Valmarecchia, eletto il Commissario per il distacco
  22. ^ Estremi del ricorso delle Marche alla Corte costituzionale[collegamento interrotto]
  23. ^ Le violazioni della Costituzione eccepite dalla Regione Marche (documento Word)
  24. ^ La Valmarecchia rimane in Romagna, su ilrestodelcarlino.it. URL consultato il 13 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2016).
  25. ^ Serie Generale n. 142 del 16-6-2021, su gazzettaufficiale.it.
  26. ^ a b c d I due comuni che 10 anni fa votarono l’uscita dalle Marche stanno ancora aspettando, in il Post, 31 marzo 2017. URL consultato il 28 maggio 2021 (archiviato l'11 novembre 2020).
  27. ^ a b c d Referendum consultivo del 24 e 25 giugno 2007, su prefettura.it, Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Pesaro-Urbino, 16 ottobre 2008. URL consultato il 28 maggio 2021 (archiviato il 27 maggio 2021).
  28. ^ a b Disegno di legge d'iniziativa del senatore Berselli, n. 1785, XV legislatura (PDF), su senato.it, Tipografia del Senato, 12 settembre 2007, p. 3. URL consultato il 28 maggio 2021.
  29. ^ a b Disegno di legge d'iniziativa del senatore Berselli, n. 1784, XV legislatura (PDF), su senato.it, Tipografia del Senato, 12 settembre 2007, p. 2. URL consultato il 28 maggio 2021.
  30. ^ I referendum di distacco-aggregazione previsti dall'art. 132 della costituzione sono approvati qualora voti in senso favorevole un numero non inferiore alla maggioranza degli aventi diritto. (Legge 25 maggio 1970, n. 352, articolo 45)
  31. ^ Serie generale n. 158 del 10 luglio 2007, Comunicato della presidenza del consiglio dei ministri, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 28 maggio 2021 (archiviato il 6 giugno 2021).
  32. ^ Fu presentata dal consigliere Lombardi e sottoscritta anche dai consiglieri Renzi, Piva, Pironi e Parma.
  33. ^ Proposta di legge d'iniziativa dei deputati Gianluca Pini, Giancarlo Giorgetti, Caparini, Molteni, Matteo Bragantini, Fedriga, n. 915, XVII legislatura (PDF), su camera.it, Camera dei Deputati, 9 maggio 2013, pp. 1-2. URL consultato il 28 maggio 2021 (archiviato il 6 giugno 2021).
  34. ^ Relazione della 1ª commissione permanente del Senato della Repubblica (PDF), su senato.it, Tipografia del Senato, 23 luglio 2020, p. 4. URL consultato il 28 maggio 2021.
  35. ^ il Resto del Carlino, Pesaro, Montecopiolo e Sassofeltrio a Rimini. Il sì della Camera, su il Resto del Carlino, 13 marzo 2019. URL consultato il 13 marzo 2019 (archiviato il 27 marzo 2019).
  36. ^ Contrarietà alla prosecuzione dell’iter di legge su Distacco dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla Regione Marche e aggregazione alla Regione Emilia-Romagna, mozione n. 492 (PDF), su consiglio.marche.it, 16 aprile 2019, p. 4. URL consultato il 28 maggio 2021 (archiviato il 6 giugno 2021).
  37. ^ Montecopiolo e Sassofeltrio, è secessione. Il Senato ha approvato il cambio di regione verso l’Emilia-Romagna. Il referendum consultivo era stato fatto ben 14 anni fa, su Il Resto del Carlino, 26 maggio 2021. URL consultato il 28 maggio 2021 (archiviato il 6 giugno 2021).
  38. ^ Disegno di legge. Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell’ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell’articolo 132, secondo comma, della Costituzione (PDF), su senato.it, Tipografia del Senato. URL consultato il 25 maggio 2021 (archiviato il 25 maggio 2021).
  39. ^ Serie Generale n. 142 del 16-6-2021, su gazzettaufficiale.it.
  40. ^ Il Resto del Carlino, Amatrice in provincia di Ascoli? Si punta al referendum Archiviato il 13 giugno 2010 in Internet Archive., 9 giugno 2010
  41. ^ In Val Vibrata c'è aria di secessione, 12 comuni sognano le Marche

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Collegamenti esterni modifica