Émile Gaston Chassinat

egittologo francese

Émile Gaston Chassinat (Parigi, 5 maggio 1868Saint-Germain-en-Laye, 26 maggio 1948) è stato un egittologo e archeologo francese, allievo di Gaston Maspero e Eugène Revillout lavorò presso il dipartimento di egittologia del Museo del Louvre, e dal 1895 divenne membro dell’Istituto francese di archeologia orientale (IFAO) a Il Cairo , di cui fu direttore, in sostituzione di Urbain Bouriat,[1] dal 1898 al 1912.

Émile Gaston Chassinat

Biografia modifica

 
Veduta della Piramide di Djedefra che fu studiata sistematicamente da Chassinat a partire dal 1901.
 
Iscrizione ritrovata nel Grande Tempio di Dendera, sala A, prima fila di colonne a destra.

Nacque nel V arrondissement di Parigi il 5 maggio 1848, all’interno di una famiglia di modeste possibilità,[2] e all’età di quattordici anni andò a lavorare presso l’Imprimerie nationale. Per migliorare le sue abilità tipografiche iniziò a studiare le lingue antiche, seguendo dapprima i corsi di Paul Pierret e Eugène Revillout[2] alla Scuola del Louvre e quindi quelli di Gaston Maspero[3] all’École pratique des hautes études.[2] Maspero gli consiglio di ottenere il diploma di maturità e di imparare le lingue classiche ed egli seguì il suo consiglio, conseguendo contemporaneamente anche la laurea presso l’École pratique des haute études con un tesi sulla religione nel periodo tolemaico[2] intitolata Livre de protéger la barque divine.[4]

Tra il 1892 al 1895 fu segretario della rivista Revue de l’Histoire des Religions, e dal 1894 andò a lavorate presso il dipartimento delle Antichità egiziane[2] del Museo del Louvre. Nel 1895 andò a lavorare presso l’Istituto francese di archeologia orientale (IFAO)[5] a Il Cairo, dove nel 1898 sostituì Urbain Bouriant,[2] molto malato, nella carica di direttore[5] dell’istituto.[2] Uno dei primi atti fu di vendere la vecchia sede per acquistare, nel maggio 1907, il Palazzo Mounira,[6] ricavando un buon profitto per le casse dell’istituto. Subito dopo creò la tipografia, comprensiva di oltre settemila caratteri geroglifici, per pubblicare in proprio le opere sull’egittologia,[6] realizzando nel 1907 il monumentale Catalogue général du Musée du Caire.[7]

Meno nota è la sua attività di archeologo sul campo, dove eseguì scavi ad Abu Rawash[5] (Antico Regno), Meir, Asyūṭ e Qattah (Medio Regno), Valle dei Re (Nuovo Regno), Fayyum e Tehneh (periodo greco-romano), Monastero di Baouit (periodo copto). Realizzò anche, insieme a Gustave Jéquier, un grande dizionario archeologico rimasto inedito a causa della mancanza di editore.

Si dimise dalla carica di direttore dell’IFAO nel 1912, sostituito brevemente da Louis Duchesne, dopo una diffamante campagna di stampa, a causa di uno scandalo dovuto all’incauto acquisto, tramite un mercante, di un lotto di manoscritti copti rivelatisi poi rubati. La sua carriera di archeologo terminò qui, ma egli continuò a scrivere e pubblicare numerosi testi sull’egittologia. Rientrò in Francia[6] nel 1935, dopo la pubblicazione dei primi quattro volumi sul Tempio di Dendera,[N 1][6] vivendo in gravi ristrettezze economiche. Si spense a Saint-Germain-en-Laye il 26 maggio 1948, e in quello stesso anno era divenuto membro dell'Institut d'Égypte. L’ultimo libro da lui realizzato fu Le Mystère d'Osiris au mois de Khoïak,[6] fu pubblicato postumo in due volumi tra il 1966 e il 1968.[6]

Noto è il suo lavoro sui testi tolemaici del tempio di Edfu,[8] sotto la direzione di Maxence de Chalvet,[8] pubblicato tra il 1897 e il 1918, dopo la morte di Chalvet, che gli valse l’assegnazione del Premio Maspero.[9]

Onorificenze modifica

Pubblicazioni modifica

 
Statua del dignitario Wepwawetemhat, risalente al Medio Regno (2140–1991 A.C.), trovata ad Asyūṭ, tomba 14, da Emile Gaston Chassinat e Charles Palanque entrambi membri dell’Institut francais d'archeologie orientale, nel 1903.
  • Fouilles de Qattah, con H. Gauthier e H. Pieron, Mémoire de Imprimerie de l'Institut français d'archéologie orientale (MIFAO), Il Cairo, 1906.
  • 1881-1909, L'Institut Français d' Archeologie Orientale du Caire, Imprimerie de l'Institut français du Caire (IFAO), Il Cairo, 1909.
  • Le Quatrième livre des entretiens et épîtres de Shenouti, IFAO, Il Cairo, 1911.
  • Le temple d'Edfou, I, fasc. 1, con M. de Rochemonteix, MIFAO, Il Cairo, 1914.
  • Une campagne de fouilles dans la nécropole d'Assiout, con C. H. Palanque, MIFAO, Il Cairo, 1911.
  • Fouilles à Baouît, IFAO, Il Cairo, 1911.
  • Supplément au catalogue des signes hiéroglyphiques l'imprimerie de l'Institut français du Caire, IFAO, Il Cairo, 1912.
  • Le papyrus médical copte, MIFAO, Il Cairo, 1921.
  • Le Temple de Dendara vol.I, IFAO, Il Cairo, 1934.
  • Le Temple de Dendara vol.II, IFAO, Il Cairo, 1934-1935.
  • Le Temple de Dendara vol.III, IFAO, Il Cairo, 1934-1935.
  • Le Temple de Dendara vol.IV, IFAO, Il Cairo, 1934-1935.
  • La Mammisi d’Edfou, MIFAO, Il Cairo, 1939.
  • Le temple d'Edfou, X, fasc. 2, MIFAO, Il Cairo, 1960.
  • Le temple de Dendara, V, con François Daumas, IFAO, Il Cairo, 1952.
  • Le temple de Dendara, VI, con François Daumas, IFAO, Il Cairo, 1965.
  • Le temple de Dendara, VII, 2 fasc., con François Daumas, IFAO, Il Cairo, 1972.
  • Le temple de Dendara, VIII, 2 fasc., con François Daumas, IFAO, Il Cairo, 1978.
  • Le temple d'Edfou, I, fasc. 1, con Maxence René de Chalvet Marquis de Rochemonteix, MIFAO, Il Cairo, 1984.
  • Le temple d'Edfou, I, fasc. 2, con Maxence René de Chalvet Marquis de Rochemonteix, MIFAO, Il Cairo, 1984.
  • Le temple d'Edfou, I, fasc. 3, con Maxence René de Chalvet Marquis de Rochemonteix, MIFAO, Il Cairo, 1987.
  • Le temple d'Edfou, I, fasc. 4, con Maxence René de Chalvet Marquis de Rochemonteix, MIFAO, Il Cairo, 1984.
  • Le Temple de Dendara, 2 fasc., PIFAO, IFAO, Il Cairo, 1987.
  • Le temple d'Edfou, II, fasc. 1, MIFAO, Il Cairo, 1987.
  • Le temple d'Edfou, II, fasc. 2, MIFAO, Il Cairo, 1990.
  • Le Manuscrit magique copte n° 42573 du musée égyptien du Caire, IFAO, Il Cairo, 1955.
  • Le Mystère d'Osiris au mois de Khoïak, vol. I e II, IFAO, Il Cairo, 1966 e 1968.

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Gli ultimi quattro furono realizzati da François Daumas, ed editi tra il 1952 e il 1978.

Fonti modifica

  1. ^ Pouillon 2008, p. 142.
  2. ^ a b c d e f g Pouillon 2008, p. 201.
  3. ^ Metropolitan Museum of Art 1999, p. XXII.
  4. ^ Livre de protéger la barque divine, in Recueil du Travaux, XVI, 1894.
  5. ^ a b c Metropolitan Museum of Art 1999, p. 135.
  6. ^ a b c d e f Pouillon 2008, p. 202.
  7. ^ Pouillon 2008, p. 545.
  8. ^ a b de Gruyter 2009, p. 321.
  9. ^ Chessinet Emile, su inha.fr, 22 julliet 2010. URL consultato il 24 aprile 2017.

Bibliografia modifica

  • (EN) Dorothea Arnold, Christiane Ziegler e Nicolas Grimal, Egyptian Art in the Age of the Pyramids, New York, Metropolitan Museum of Art, 1999, ISBN 0-87099-907-9.
  • (EN) René Brimo, The Evolution of Taste in American Collecting, New York, Metropolitan Museum of Art, 2016, ISBN 0-271-07784-0.
  • (DE) Walter Gruyter, Jahrbuch der Göttinger Akademie der Wissenschaften zu Göttingen, Berlin, Walter de Gruyter GmbH & Co., 2009, ISBN 3-11-022160-8.
  • (FR) François Pouillon, Dictionnaire des orientalistes de langue française, Paris, Éditions Khartala, 2008, ISBN 2-8111-4105-7.

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Controllo di autoritàVIAF (EN68926934 · ISNI (EN0000 0001 2137 953X · SBN UFIV044111 · BAV 495/167385 · LCCN (ENn87116984 · GND (DE1055176659 · BNF (FRcb11896299f (data) · J9U (ENHE987007272134105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n87116984