Accordo di Charkiv

trattato bilaterale russo-ucraino

L’accordo russo-ucraino sulla Flotta del Mar Nero (spesso indicato come patto di Charkiv, in ucraino Харківський пакт?[1][2], o accordi di Char'kov, in russo Харьковские соглашения?[3][4]) fu un trattato tra i due paesi est-europei in base al quale la locazione alla Russia da parte ucraina delle sue strutture militari marittime ubicate in Crimea venne estesa oltre la scadenza del 2017 fino al 2042, con un'ulteriore opzione di rinnovo di cinque anni in cambio di un contratto pluriennale scontato per la fornitura di gas naturale russo all'Ucraina.[5]

Accordo russo-ucraino sulla Flotta del Mar Nero
Da sinistra a destra: firma dell'accordo raggiunto al vertice di Charkiv il 21 aprile 2010 da Aleksej Miller (Gazprom) e Jevhen Bakulin (Naftogaz) con Dimitrij Medvedev e Viktor Janukovyč in piedi alle loro spalle
Tipotrattato bilaterale
ContestoDissoluzione dell'Unione Sovietica
Firma21 aprile 2010
LuogoCharkiv
Efficacia27 aprile 2010
Scadenza31 marzo 2014
PartiBandiera della Russia Russia
Bandiera dell'Ucraina Ucraina
FirmatariDmitrij Medvedev
Viktor Janukovyč
Linguerusso e ucraino
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L'accordo, firmato il 21 aprile 2010 a Charkiv dal presidente ucraino Viktor Janukovyč e dal presidente russo Dmitrij Medvedev, fu ratificato dai parlamenti dei due Paesi il 27 aprile 2010 suscitando molte polemiche in Ucraina. Il trattato era di fatto una continuazione delle disposizioni di locazione che facevano parte del trattato del 1997 per la spartizione della flotta del Mar Nero tra i due Paesi. Poco dopo l'annessione della Crimea da parte della Federazione Russa nel marzo 2014,[6] quest'ultima ha rescisso unilateralmente il trattato il 31 marzo 2014.[7][8]

Storia modifica

Nel 1997, Russia e Ucraina firmarono il trattato di partizione, stabilendo due flotte nazionali indipendenti e dividendosi gli armamenti e le basi.[9] L'Ucraina acconsentì inoltre a noleggiare grandi parti delle sue nuove basi a Sebastopoli alla flotta del Mar Nero russa. La fine del noleggio fu dichiarata dal governo ucraino durante la presidenza di Viktor Juščenko (gennaio 2005 – febbraio 2010), così la flotta avrebbe dovuto lasciare Sebastopoli entro il 2017.[10]

Nel corso di varie contese sul gas tra Russia e Ucraina, compreso un arresto alle forniture di gas alle nazioni europee, il prezzo che l'Ucraina dovette pagare per il gas russo fu alzato nel 2006 e poi nel 2009.[11][12]

Negoziati modifica

Alla fine del marzo 2010, il primo ministro dell'Ucraina, Mykola Azarov, e il ministro dell'energia, Jurij Anatolijovyč Bojko, andarono in visita a Mosca per negoziare un abbassamento dei prezzi del gas; nessuno dei due spiegò chiaramente cosa l'Ucraina avrebbe offerto in cambio.[13] A seguito di questa discussione, il primo ministro della Russia, Vladimir Putin, affermo che la nazione era disposta a valutare la revisione del prezzo del gas naturale in vendita all'Ucraina.[14] A metà aprile, funzionari ucraini dichiararono che cercavano di ottenere un prezzo medio di 240–260 $ per 1000 metri cubi.[15] Ukraine aveva pagato in media 305 $ nel primo trimestre del 2010 e 330 $ nel secondo.[15]

Il 21 agosto 2010, il presidente russo Dmitrij Medvedev e il presidente ucraino Viktor Janukovyč firmarono un accordo[16] secondo cui la Russia acconsentì a un crollo del 30% del prezzo del gas venduto all'Ucraina; in cambio di questo fu permessa alla Russia l'estensione del noleggio di una grande base navale nel porto di Sebastopoli per altri 25 anni (fino al 2042) con la possibilità di un ulteriore rinnovo quinquennale (al 2047).[17] L'accordo pose un tetto alla scala dei picchi del prezzo; tuttavia i termini del contratto del 2009, sfavorevoli per l'Ucraina, rimasero in vigore.[18]

Note modifica

  1. ^ (EN) Ukrainian sovereignty withstands Medvedev, in Kyiv Post, 20 maggio 2010. URL consultato il 16 aprile 2023.
  2. ^ (UK) "Харківський пакт" не гарантує, що з ЧФ РФ не буде проблем, in Ukraïns'ka pravda, 14 maggio 2010. URL consultato il 16 aprile 2023 (archiviato il 19 giugno 2010).
  3. ^ (RU) Большинство украинцев поддерживают Харьковские соглашения, in Segodnya.Ua, 2 giugno 2010. URL consultato il 16 aprile 2023 (archiviato il 5 giugno 2010).
  4. ^ (RU) Янукович коснулся истории, in Rossiyskaya Gazeta, 28 aprile 2010. URL consultato il 16 aprile 2023 (archiviato il 1º maggio 2010).
  5. ^ (EN) Alexander Astrov, The Great Power (mis)Management, Ashgate Publishing, 2011, pp. 82-83, ISBN 1409424677.
  6. ^ (EN) Ukraine: Speaker Oleksandr Turchynov named interim president, in BBC News, 23 febbraio 2014. URL consultato il 16 aprile 2023.
    (EN) Ukraine protests timeline, in BBC News, 23 febbraio 2014. URL consultato il 16 aprile 2023.
  7. ^ (EN) Putin submits proposals on denouncing some Russia-Ukraine agreements on Black Sea Fleet, in ITAR-TASS, 29 marzo 2014. URL consultato il 16 aprile 2023.
  8. ^ (EN) State Duma approves denunciation of Russian-Ukrainian agreements on Black Sea Fleet, in ITAR-TASS, 31 marzo 2014. URL consultato il 16 aprile 2023.
  9. ^ Orest Subtelny, Ukraine: A History, University of Toronto Press, 2000, p. p. 600, ISBN 0-8020-8390-0.
  10. ^ No Russian fleet in Ukraine beyond 2017 -Ukrainian PM, su unian.net.
  11. ^ Q&A: Ukraine gas row, BBC News (4 gennaio 2006)
  12. ^ Q&A: Russia-Ukraine gas row, BBC News (20 gennaio 2009)
  13. ^ Big plant on sale block for small price, in Kyiv Post, 2 aprile 2010.
  14. ^ Azarov: Ukraine to continue working to amend gas agreements with Russia, in Kyiv Post, 26 marzo 2009.
  15. ^ a b Russia, Ukraine voice optimism at new gas deal, in Kyiv Post, 20 aprile 2010.
  16. ^ Russia, Ukraine agree on naval-base-for-gas deal, in CNN, 21 aprile 2010.
  17. ^ Deal Struck on Gas, Black Sea Fleet, in The Moscow Times, 21 aprile 2010. URL consultato il 15 ottobre 2023 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2010).
  18. ^ Kyiv's gas strategy: closer cooperation with Gazprom or a genuine diversification, in Centre for Eastern Studies, 15 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2013).

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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