Advanced Satellite for Cosmology and Astrophysics

missione spaziale giapponese

Advanced Satellite for Cosmology and Astrophysics (ASCA, precedentemente denominato ASTRO-D) è stata la quarta missione nel campo dell'astronomia a raggi X da parte della JAXA e la seconda per la quale gli Stati Uniti abbiano fornito parte del carico scientifico. Il satellite è stato lanciato con successo il 20 febbraio 1993 dal centro spaziale di Uchinoura. I primi otto mesi della missione ASCA sono stati dedicati alla verifica e controllo delle prestazioni del telescopio: dopo aver stabilito la qualità e l'integrità di tutti gli strumenti, la navicella ha fornito osservazioni scientifiche per il resto della missione. In questa fase il programma di osservazione era aperto agli astronomi di istituzioni giapponesi e statunitensi, nonché a quelli situati negli stati membri dell'Agenzia spaziale europea.[1]

ASCA
Immagine del veicolo
Dati della missione
OperatoreBandiera del Giappone JAXA/Bandiera degli Stati Uniti NASA
NSSDC ID1993-011A
SCN22521
DestinazioneTelescopio spaziale a raggi-X
Satellite diTerra
EsitoSuccesso
VettoreDelta
Lancio20 febbraio 1993, 02:20 UTC
Luogo lancioCentro spaziale di Uchinoura, Giappone
Rientro2 marzo 2001, 14:20 UTC
Durata11416 giorni e 12 ore
Proprietà del veicolo spaziale
Massa420 kg
CostruttoreISAS
Strumentazione
  • Quattro telescopi per i raggi-X
  • Un GIS (Gas Imaging Spectrometer)
  • Un SIS (Solid-state Imaging Spectrometer)
Parametri orbitali
OrbitaOrbita terrestre bassa
Apoapside615.3 km
Periapside523.6 km
Periodo96.09 minuti
Inclinazione31.1°
Sito ufficiale

Missione di astronomia a raggi X

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ASCA è stata la prima missione astronomica a raggi X a combinare capacità di imaging con un'ampia banda passante, una buona risoluzione spettrale e un ampio campo di osservazione. La missione ha visto anche il primo satellite ad utilizzare i CCD per l'astronomia a raggi X. Con queste proprietà, lo scopo scientifico primario di ASCA era la spettroscopia a raggi X del plasma, in particolare l'analisi delle sue linee di emissione e di assorbimento.

ASCA trasportava quattro telescopi a raggi X; i primi due erano equipaggiati con uno spettrometro ad immagini per gas (GIS), mentre gli altri due con uno spettrometro ad immagini a stato solido (SIS).[1][2] Il GIS è un contatore proporzionale a scintillazione per l'imaging di gas e si basa sullo strumento GSPC, a bordo nella seconda missione astronomica a raggi X giapponese, Tenma. Le due telecamere identiche, equipaggiate di dispositivi ad accoppiamento di carica (CCD) sono state fornite per i due SIS da un team con personale operante presso il Massachusetts Institute of Technology, l'Università di Osaka e l'ISAS (Institute of Space and Astronautical Science).[3]

Contributi significativi

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L'ASCA è stato lanciato dall'ISAS il 20 febbraio 1993 dal centro spaziale di Uchinoura, in Giappone.

La sensibilità degli strumenti dell'ASCA ha consentito di osservare i primi spettri dettagliati a banda larga di quasar molto distanti. Inoltre, la suite di strumenti dell'ASCA forniva all'epoca la migliore opportunità per identificare le sorgenti la cui emissione combinata costituisce la radiazione di fondo a raggi X.[4]

Grazie alle sue immagini, sono state effettuate oltre 3.000 osservazioni e pubblicati oltre 1.000 articoli su riviste scientifiche. L'archivio ASCA contiene quantità significative di dati per analisi future. Inoltre, la missione è stata definita di grande successo sulla base di ciò che gli scienziati di molti paesi hanno potuto scoprire utilizzando i dati ASCA.

Gli Stati Uniti hanno contribuito in modo significativo al carico scientifico dell'ASCA. In cambio, il 40% del tempo di osservazione ASCA è stato messo a disposizione degli scienziati statunitensi. Inoltre, tutti i dati ASCA sono stati resi di dominio pubblico dopo un certo periodo (1 anno per i dati statunitensi, 18 mesi per i dati giapponesi) e messi a disposizione degli scienziati di tutto il mondo. Il progetto di ASCA è stato ottimizzato per la spettroscopia a raggi X; ha integrato ROSAT (ottimizzato per l'imaging a raggi X) e RXTE (ottimizzato per studio della variazione della radiazione X nel tempo). Infine, i risultati ASCA coprono quasi l’intera gamma di oggetti, dalle stelle vicine agli oggetti più distanti nell’universo.[5]

Fine della missione

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La missione ha operato con successo per oltre 7 anni fino alla perdita del controllo dell'assetto il 14 luglio 2000 durante una tempesta geomagnetica, dopo la quale non sono state effettuate osservazioni scientifiche. ASCA rientrò nell'atmosfera il 2 marzo 2001, dopo più di 8 anni in orbita.[6][7]

Lo scopo principale del GOF ASCA statunitense era quella di consentire agli astronomi statunitensi di utilizzare al meglio la missione ASCA, in stretta collaborazione con il team ASCA giapponese.[8]

  1. ^ a b (EN) Yasuo Tanaka, Hajime Inoue e Stephen S. Holt, The X-Ray Astronomy Satellite ASCA, in Publications of the Astronomical Society of Japan, vol. 46, giugno 1994, pp. 37-41. URL consultato il 6 giugno 2024.
  2. ^ (EN) ASCA, su isas.jaxa.jp, JAXA. URL consultato il 6 giugno 2024.
  3. ^ (EN) Japan World-Leading X-ray astronomy, su global.jaxa.jp, JAXA. URL consultato il 6 giugno 2024.
  4. ^ (EN) Characterization of the Advanced Satellite for Cosmology and Astrophysics x-ray telescope: preflight calibration and ray tracing, in Applied Optics, vol. 34, n. 22, 1º agosto 1995, pp. 4848-4856, Bibcode:1995ApOpt..34.4848T, DOI:10.1364/AO.34.004848, PMID 21052325. URL consultato il 6 giugno 2024.
  5. ^ (EN) Goddard Space Flight Center, ASCA's Significant Contributions to Astrophysics, su heasarc.gsfc.nasa.gov, NASA. URL consultato il 6 giugno 2024.
  6. ^ (EN) About the descent of ASCA, su isas.jaxa.jp, JAXA, 3 luglio 2001. URL consultato il 6 giugno 2024.
  7. ^ (EN) Astro D (ASCA, Asuka), su Gunter's Space Page. URL consultato il 6 giugno 2024.
  8. ^ (EN) Goddard Space Flight Center, The ASCA Mission (1993-2000), su heasarc.gsfc.nasa.gov, NASA. URL consultato il 6 giugno 2024.

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