Adventus Augusti è un componimento poetico della letteratura mediolatina[1][2], opera di Marquard von Ried (XIII secolo), giurista a Padova e canonico a Passavia, fervente sostenitore dello scomunicato Federico II di Svevia nella contesa col Papato sull'affermazione dei poteri universali.

Adventus Augusti
Immagine simbolo della sesta crociata: l'incontro pacifico tra Federico II e l'ayyubide al-Malik al-Kāmil
AutoreMarquard von Ried
1ª ed. originaleXIII secolo
GenereLetteratura latina medievale
Lingua originalelatino

Tradizione filologica e contenuti modifica

Il poema è tramandato unicamente nell'ambito degli Annales Scotorum Vindobonensium. Composto da cinquantasette esametri quantitativi, consiste in un inno. L’inno è entusiasticamente dedicato all'ingresso pacifico di Federico II di Svevia a Gerusalemme, il 17 marzo 1229, a conclusione della sesta crociata in Terra santa (la cosiddetta crociata degli scomunicati).

Celebre è la rappresentazione di Federico II, nel suo ingresso trionfale (Adventus) a Gerusalemme, raffigurato iperbolicamente come signore degli elementi naturali, un accostamento comune a una tradizione letteraria che annovera altri due esponenti, Johanet d'Albusson e Terrisio d'Atina.

(LA)

«Adveniente Dei famulo magno Federico
Sol nitet, aura tepet, aqua bullit, terra virescit»

(IT)

«Quando giunge il grande Federico, servo di Dio
il sole riluce, l'aria si fa tiepida, l'acqua ribolle, la terra rinverdisce.»

In un altro passo, Marquard sottolinea la dimensione cristomimetica che, a suo parere, era riconoscibile nella regalità di Federico II:

(LA)

«Hic Deus, ille Dei pius ac prudens imitator»

(IT)

«L'uno è Dio, l'altro l'imitatore pio e prudente di Dio.»

Note modifica

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica