Albertfalva

castrum romano in Pannonia

Albertfalva era un fortino romano di truppe ausiliarie che faceva parte della catena di postazioni militari presenti lungo il limes danubiano nel settore pannonico. Si trova a 13 km a sud della capitale dell'Ungheria, Budapest, una volta fortezza legionaria e capitale della provincia romana di Pannonia inferiore (l'antica Aquincum).

Albertfalva
Il forte romano di Albertfalva.
Periodo di attività a) forte ausiliario in terra/legno sotto Vespasiano;
b) trasformato in pietra a partire da Traiano, fino al 260 circa;
Località moderna Budapest (Albertfalva)
Unità presenti a) auxilia sconosciuta;
b) Ala I Thracum veterana sagittaria (83-92[1]);
c) Cohors I. Montanorum ? (dal 92 al 106);
d) auxilia sconosciuta (106-113);
e) Ala I. Flavia Gaetulorum ? (113-119);
f) sconosciuta (119-180)
g) Cohors milliaria Numidarum ? (dopo il 180).
Dimensioni castrum a) forte in legno e terra alare di 167 x 190 metri (pari a 3,2 ettari);[2]
b) ricostruito sotto Traiano di 186 x 210 metri (pari a 3,9 ettari);[2]
Provincia romana Pannonia inferiore

Forte modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Limes pannonicus, Aquincum e Castrum.

Il forte ausiliario di Albertfalva fu insediato tra la fortezza legionaria di Óbuda ed il forte ausiliario di Campona. Fu di grande importanza strategica lungo questo tratto di limes danubiano. Il forte fu distrutto dagli attacchi dei vicini sarmati Iazigi, ma ricostruito più volte.

Struttura in legno modifica

Tibor Nagy durante i suoi scavi poté scoprire il forte in legno e terra, che datò al periodo di Claudio. Si trattava di un forte di 166,5 × 190 metri (pari a circa 3,2 ettari). Recenti ricerche, però, hanno spostato la datazione del primo forte di Albertfalva all'imperatore Vespasiano (69-79).[3] Il forte agli inizi era circondato da due fossati, dove la fossa interna era larga 4,5 metri e 3,34 metri profondo, mentre il fossato esterno era largo 4,2 metri e 3,26 metri profondo.[3] Erano pure di legno i Principia, i baraccamenti dei soldati, la palizzata del vallum e le porte dell'accampamento. Tra ciò la palizzata del lato meridionale si era conservata assai bene.

Durante l'attacco degli Iazigi degli anni 91/92, sembra che la legio XXI Rapax sia stata distrutta non molto distante da dove era stata posizionata (a Brigetio).[4] In questa circostanza anche il forte di Albertfalva subì un attacco e venne danneggiato da un incendio. La pace conclusa dall'imperatore Domiziano (nel 92) portò ad una prima ricostruzione di parte degli edifici in pietra.[5] Non cambiava nulla riguardo alle dimensioni del forte.[3]

Struttura in pietra modifica

Verso la fine del principato dell'imperatore Traiano (98-117) o all'inizio di quello del successore Adriano (117-138) il forte venne interamente ricostruito in pietra, oltreché ampliato, per soddisfare le esigenze delle truppe qui di guarnigione che ora sembra comprendessero, non più una ma due unità di cavalleria. Si trattava ora di un forte molto ampio che raggiungeva i 186 × 210 metri (pari a circa 3,90 ettari), di forma rettangolare con angoli arrotondati. Le mura in pietra erano ora spesse tra gli 1,35 e gli 1,4 metri. E poiché il fronte orientale dell'accampamento lungo il fronte orientale è stato distrutto dal Danubio, possiamo solo supporre come fosse sulla base di altri campi similari del periodo lungo il limes pannonicus.

Nel 178 alcuni suoi edifici edifici furono distrutti a causa delle guerre marcomanniche e poi ricostruiti sotto Commodo. Tra il 259 ed il 260 il forte fu devastato da un incendio, a causa dei continui attacchi degli Iazigi e non fu più ricostruito, certamente per considerazioni strategico-militari che riguardavano l'intero settore del limes pannonicus.[6] Nei suoi pressi è stato trovato un cimitero di un'Ala di cavalleria ricco di lapidi e statue. Alcune parti del forte e dell'insediamento civile sono stati scavati dagli archeologi ungheresi, anche se rimane ancora molto da portare alla luce. Vi è da aggiungere che nel 1990, parte dell'antico campo fu scavato e distrutto, per far posto ad un grande deposito di vagoni ferroviari.

Porte e torri

Nagy non fu in grado di scoprire se vi fossero delle torri intermedie o negli angoli del forte. Ciò che risultò evidente è che vi erano per tutte e tre le porte rimaste, due torri rettangolari ai loro lati. Le torri non sporgevano verso l'esterno, ma verso l'interno del forte, per la larghezza del vallum (rampa di terra che si trovava dietro il muro difensivo). La rampa era inclinata verso l'interno del campo.

La porta nord (la Porta principalis) fu indagata dal Nagy e sembra che avesse una doppia apertura. Nel 2008 un nuovo scavo ha potuto misurare la torre ovest in 6 × 4,5 metri e la torre est in 6,2 × 4,1 metri. La distanza totale tra le due torri era di circa 7 metri. Il lato meglio conservato era quello orientale. Identica struttura deveva avere la porta sud lungo la strada che univa le due porte lungo la via principalis. La Porta Decumana era invece progettata con una sola apertura, quindi ad una sola corsia che conduceva attraverso la via Decumana al centro della fortificazione.

Fossato

Sempre durante gli scavi del 2008, si è potuto accertare che il fossato del forte pietra era costituito in alcune zona da ben quattro fossi. Grazie al ritrovamento di frammenti di terra sigillata proveniente da Tabernae (oggi Rheinzabern) si è scoperto che alcuni furono creati a partire dall'inizio del III secolo. Furono anche scoperti parti di tegulae rotte oltre a grandi oggetti rotondi, forse proiettili di catapulta. Fino ad oggi i ricercatori hanno potuto constatare vi fossero due doppi fossati: quello interno aveva una larghezza complessiva di 4,6 metri e profondità massima di tre metri, quello più esterno aveva una larghezza esterna di 2,9 metri e 2,8 metri di profondità.[7]

Principia

Nagy è stato in grado di completare qualche edificio interno al forte, o almeno parzialmente. Ha scoperto l'edificio dei Principia che misuravano 35 × 36 metri, munito di un cortile interno su cui si affacciavano gli uffici amministrativi (ai lati) e sul lato posteriore la basilica. Il lato anteriore era invece aperto sulla via Principalis che collegava le due porte, la principalis dextra e sinistra. Si trattava del quartier generale del forte.[8] Nella basilica vi era poi una stanza centrale dove erano conservate le insegne delle unità ausiliarie (Aedes principiorum). La tipologia della costruzione è tipica, con l'abside semicircolare, al periodo della prima metà del II secolo.[9]

Valetudinarium?

Un altro edificio di forma rettangolare è stato scavato, situato al centro del forte, a nord dei Principia, che Nagy ha identificato come l'ospedale dell'accampamento (valetudinarium).[8] La parte scavata è quella meridionale, che risulta composta da quattro stanze di uguali dimensioni, raggruppate intorno ad un cortile. È possibile che possa invece trattarsi non tanto dell'ospedale del forte, ma del suo granaio (horreum), come ipotizza Hoftypus.

Praetorium

Altro edificio conosciuto potrebbe identificarsi con il Praetorium (l'abitazione del comandante dell'unità ausiliaria). Si trattava di un edificio in pietra a sud dei Principia.[8]

Baraccamenti?

L'edificio scoperto nella parte centrale del campo, sul lato opposto della via Principalis, aveva una larghezza superiore rispetto ai Principia. Ora, poiché gran parte del lato orientale del forte, che dava sulla Porta Praetoria, è stato spazzato via dal Danubio, risulta difficile capire quale funzione avesse questo edificio.

Vicus modifica

Vi era poi un vicino Vicus dell'epoca dei Flavi, che copriva un'area di 720.000 m², e si estendeva attorno al forte romano lungo i lati nord, sud ed ovest.[10] Era sorto lungo il limes, nell'antico territorio della popolazione celtica degli Eravisci, per alimentare i commerci con le limitrofe popolazioni sarmatiche degli Iazigi e dei vicini Quadi (più a nord).[11]

Note modifica

  1. ^ CIL XVI, 175.
  2. ^ a b The Ripa Pannonica in Hungary, Budapest 2003, p.147.
  3. ^ a b c Krisztina Szirmai, Auxiliarkastell und Vicus in Albertfalva, in Paula Zsidi Forschungen in Aquincum, 1969–2002, p. 93 (e relative note).
  4. ^ Marcelo Tilman Schmitt, Die römische Außenpolitik des 2. Jahrhunderts n. Chr, a cura di Franz Steiner, Stuttgart 1997, pp. 84–85, ISBN 3-515-07106-7.
  5. ^ Zsolt Visy, Der pannonische Limes in Ungarn, a cura di Konrad Theiss, Stuttgart 1988, p. 87.
  6. ^ Kurt Genser, Entstehung und Entwicklung des mittleren Donaulimes, Nordico-Museum der Stadt Linz, 2001, p. 28.
  7. ^ Jenő Fitz, Der Römische Limes in Ungarn, Fejér Megyei Múzeumok Igazgatósága, 1976, p. 91.
  8. ^ a b c Zsolt Visy, Der pannonische Limes in Ungarn, p. 88.
  9. ^ Anne Johnson, Römische Kastelle, a cura di Philipp von Zabern, Mainz 1987, ISBN 3-8053-0868-X, p. 152.
  10. ^ Kristina Szirmai, New archaeological Data to the Research of the Albertfalva vicus (1990–1991), in Communicationes archeologicae Hungariae 1994, Népművelési Propaganda Iroda, Budapest 2005, p. 50.
  11. ^ Zsolt Visy, Der pannonische Limes in Ungarn, p. 89.

Bibliografia modifica

  • AAVV, a cura di M. Buora e W. Jobst, Roma sul Danubio, Roma 2002.
  • Alice Mathea Choyke, Animal Bones from the Albertfalva vicus (Excavations years 1990–91), in Communicationes archeologicae Hungariae 1994, Népművelési Propaganda Iroda, Budapest 2005, pp. 51–60.
  • Ulrich Brandl, Karte 6: Ziegelstempeldistribution der Legio II Adiutrix, in Untersuchungen zu den Ziegelstempeln römischer Legionen in den nordwestlichen Provinzen des Imperium Romanum. Katalog der Sammlung Julius B. Fritzemeier, p. 68. Nr. 14.
  • J.M.Carrié, Eserciti e strategie, in Storia dei Greci e dei Romani, vol.18, La Roma tardo-antica, per una preistoria dell'idea di Europa, Milano 2008.
  • Dénes Gabler, Terra sigillata im Westteil des vicus von Albertfalva, in Budapest régiségei, Bd. 40, Budapest 2006, pp. 71–93.
  • Dénes Gabler, Samian vare from the vicus of Albertfalva, in Communicationes archeologicae Hungariae 1994 Népművelési Propaganda Iroda, Budapest 2005, pp. 61–79.
  • Friderika Horváth, Albertfalva, bennszülött durva kerámia (Handgemachte Gefäße aus Albertfalva), in Budapest Régiségei 33, Budapest 1999, pp. 367–379.
  • László Kocsis, A cavalry sports helmet find from Albertfalva, in Antaeus, Bd. 24. (1997), Budapest 1998, pp. 242–246.
  • (EN) András Mócsy, Pannonia and Upper Moesia, Londra, 1974.
  • (EN) Pavel Oliva, Pannonia and the onset of crisis in the roman empire, Praga, 1962.
  • Tibor Nagy, Einige wichtigere Ergebnisse der Ausgrabung der Eravisker-Siedlung von Albertfalva, Archäologische Konferenz der Ungarischen Akademie der Wissenschaften, Budapest, 3–6 ottobre 1955, Budapest 1955, pp. 192–204.
  • Tibor Nagy, The military diploma of Albertfalva, in Acta Archaeologica Academiae Scientiarum Hungaricae, vol. 7, 1956, pp. 17–71.
  • Kristina Szirmai, New archaeological Data to the Research of the Albertfalva vicus (1990–1991), in Communicationes archeologicae Hungariae 1994, Népművelési Propaganda Iroda, Budapest 2005, pp. 50–51.
  • Krisztina Szirmai, Auxiliarkastell und Vicus in Albertfalva, in Paula Zsidi Forschungen in Aquincum, 1969–2002. Zu Ehren von Klára Póczy, Budapesti Történeti Múzeum 2003, ISBN 963-9340-23-5, pp. 93 segg.
  • Krisztina Szirmai, Römerzeitliche Metallfunde aus dem Vicus von Albertfalva, in Budapest Régiségei 35, A Fövárosi Múzeum Kiadása, Budapest 2002, pp. 303 segg.
  • Krisztina Szirmai, New Metal Finds from Albertfalva, in Kölner Jahrbuch, vol. 33, Berlin 2000, pp. 375–382.
  • Krisztina Szirmai, Der vicus von Alberfalva (1994, 1996). Vorläufige Zusammenfassung, a cura di Attila Gaál, Pannoniai kutatások. A Soproni Sándor emlékkonferencia előadásai (Bölcske, 7 ottobre 1998), Szekszárd 1999, pp. 225–241.
  • Krisztina Szirmai, A new find from the Military Vicus of Budapest/Albertfalva, in Roman Frontier Studies 17/1997, Zalău 1999, pp. 691–697.
  • Krisztina Szirmai, Small bronze and iron finds from the vicus of the military fort Budapest-Albertfalva, in Acta of the 12th International Congress on Ancient Bronzes, Nijmegen 1992 (1995), pp. 427–433
  • J.R.Whittaker, Le frontiere imperiali, in Storia dei Greci e dei Romani, vol.18, La Roma tardo-antica, per una preistoria dell'idea di Europa, Milano 2008.
  • Zsolt Visy, Der pannonische Limes in Ungarn, Theiss, Stuttgart 1988, ISBN 3-8062-0488-8.
  • Z.Visy, The Ripa Pannonica in Hungary, Budapest 2003.

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