Alfonso Badini Confalonieri (politico)

avvocato e politico italiano

Alfonso Badini Confalonieri (Caselle Torinese, 19 dicembre 1843Torino, 26 aprile 1920) è stato un avvocato e politico italiano, sindaco di Torino dal 1902 al 1903, deputato dal 1886 al 1897, senatore dal 1901 alla propria morte, nel 1920.

Alfonso Badini Confalonieri

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato21 novembre 1901 –
26 aprile 1920
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaureato in Giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Biografia modifica

Figlio di Vittorio e di Felicita Flandinet, Alfonso sposò la contessa Bianca de la Forest de Divonne, figlia del generale Alberto Carlo Gilberto De la Foreste de Divonne, dalla quale ebbe i figli Maria e Alberto.

Fu consigliere provinciale e comunale di Torino, assessore dal 1898 al 1902. Nel 1902, dopo la rinuncia di Ernesto Balbo Bertone di Sambuy, che al primo scrutinio era stato eletto a larghissima maggioranza, diventò sindaco di Torino. Il suo mandato rappresentò la transizione dal gruppo dirigente che aveva governato la trasformazione di Torino da capitale politica a centro industriale alla nuova alleanza tra liberali e cattolici che avrebbe dovuto contenere l'avanzata dei socialisti e gestire l'ulteriore sviluppo industriale della città e la mediazione degli scontri sociali[1].

Fu deputato per il gruppo della Sinistra storica dalla XVI alla XIX legislatura. Nel 1901 fu nominato senatore a vita.

Fu anche presidente della Cassa di Risparmio di Torino e Presidente dell'Opera pia e Ospedale San Luigi Gonzaga[2].

Morì nella sua abitazione di Torino il 26 aprile 1920[3].

Il municipio di Torino gli ha intitolato una via nel quartiere Madonna di Campagna.

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ AA. VV., Storia di Torino, Vol. 7, Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), a cura di Umberto Levra, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2001
  2. ^ Badini Confalonieri, Alfonso, su notes9.senato.it. URL consultato il 2 maggio 2012.
  3. ^ "La morte del sen. Badini-Confalonieri", La Stampa, 27 aprile 1920, http://www.archiviolastampa.it

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