Anil Ambani

imprenditore indiano

Anil Ambani (Aden, 4 giugno 1959) è un imprenditore indiano, a capo del gruppo Reliance Anil Dhirubhai Ambani, (noto anche come "Reliance ADA Group") attivo nei settori delle telecomunicazioni, dei media, della sanità, dell'energia e della finanza. Il Gruppo Reliance è stato creato nel luglio 2006 in seguito ad una scissione da Reliance Industries Limited rimasta in mano al fratello Mukesh. Ha guidato diverse società quotate in borsa, tra cui Reliance Capital,[1] Reliance Infrastructure,[2] Reliance Power e Reliance Communications.[3]

Anil D Ambani
Anil Ambani nel 2012

Membro del Parlamento, Rajya Sabha
Durata mandato2004 –
2006
CircoscrizioneRajasthan

Dati generali
UniversitàKishinchand Chellaram College, Mumbai (BS)
Università della Pennsylvania (MBA)

Ambani, un tempo la sesta persona più ricca del mondo, nel febbraio 2020 ha dichiarato bancarotta davanti a un tribunale del Regno Unito.[4] A marzo 2024 il suo patrimonio netto è di 1 miliardo di dollari (₹ 83 miliardi). Tra il 2004 e il 2006 è stato nel Rajya Sabha, la camera alta del Parlamento indiano dell'Uttar Pradesh, come deputato indipendente[5][6].

Biografia

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Anil, nato in Yemen nel 1959,[7] è il figlio minore del magnate indiano Dhirubhai Ambani, fondatore del conglomerato Reliance Industries Limited, e di sua moglie Kokilaben Ambani, una devota casalinga che ha fondato il Kokilaben Dhirubhai Ambani Hospital nella periferia di Mumbai. Ambani appartiene a una famiglia Gujarati originaria del villaggio di Chorwad vicino a Junagadh nella regione di Kathiawar nel Gujarat, in India.[8] Anil è uno di quattro figli. Ha un fratello maggiore, Mukesh Ambani, e due sorelle, Smt. Nina Kothari (moglie del defunto Bhadra Shyam Kothari) e Smt. Deepti Salgaocar (moglie di Dattaraj Salgoncar).[9]

Esattamente come il fratello Mukesh, si dedicò agli studi in giovane età e in seguito si integrò nell'azienda di famiglia; dopo aver preso un Bachelor in Scienze all'Università di Mumbai andò a studiare negli USA, all'università della Pennsylvania e, a differenza del fratello maggiore Anil portò a termine gli studi e conseguì il suo titolo di studio.[10]

Carriera

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Tornato in patria Anil divenne co-amministratore delegato nel 1983 e si fece conoscere subito sul mercato indiano grazie alle sue idee e alla sua politica imprenditoriale considerata pionieristica tra gli imprenditori indiani; si guadagnò una notevole fama di mago della finanza anche fuori dal suo paese e ricevette anche diversi premi. Sotto la sua guida la Reliance Industries Limited conobbe un'espansione senza precedenti.

Nel 2002 perse la vita Dhirubhai Ambani senza lasciare un chiaro piano di successione. Anil e il fratello Mukesh, diressero l'azienda per alcuni anni nonostante i dissapori. Dopo un ennesimo litigio tra Anil e suo fratello Mukesh, la madre Kokilaben intervenne come mediatrice dividendo le attività di famiglia tra i due fratelli.[11] Nel 2006 Mukesh prese il settore del petrolio, chimico e petrolchimico continuando ad operare con il vecchio nome Reliance Industries Limited. Alin ricevette parti di Reliance Group con interessi nei settori delle telecomunicazioni, dell'intrattenimento, dei servizi finanziari, dell'energia e delle infrastrutture fondando una nuova entità, la Anil Dhirubhai Ambani Group.[12] Alin è anche accreditato della più grande IPO dell'India, quella di Reliance Power, che nel 2008 è stata sottoscritta in meno di 60 secondi, la più veloce nella storia dei mercati dei capitali indiani fino ad oggi.[13]

Dal 2006 al 2007 è stato protagonista di uno dei più veloci aumenti di patrimonio della storia, infatti in un solo anno è riuscito a triplicare la sua fortuna grazie al suo talento negli affari, arrivando ad avere assets per 40 miliardi di dollari per poi calare a 3,1 miliardi di dollari (2017 Forbes) e 0 nel 2022. Impietoso il confronto nei confronti del fratello Mukesh, che nel 2017 aveva assets per 35,7 miliardi di dollari (2017 Forbes) passati poi ad 87,2 miliardi USD (2022 Forbes).

Nel marzo 2019 il fratello Mukesh è intervenuto a favore di Anil che era indebitato per circa ottanta milioni di dollari con il gruppo svedese Ericsson e, non avendo la liquidità per saldare il debito, rischiava di finire in carcere in seguito ad una sentenza della Corte Suprema indiana.

Vita privata

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Anil Ambani è sposato l'ex attrice cinematografica di Bollywood, Tina Munim, dopo aver affrontato molta resistenza da parte della sua famiglia, a causa del fatto che lei proveniva dal mondo della moda e del glamour, e le sue scelte di vita prima del matrimonio erano state non convenzionali. Tuttavia, la coppia ha avuto un matrimonio stabile e ha due figli, Jai Anmol Ambani e Jai Anshul Ambani. A partire dal 2010, Ambani e la sua famiglia risiedono al The Sea Wind, un edificio di 14 piani a Mumbai. Il 20 febbraio 2022, il figlio maggiore di Ambani, Jai Anmol, ha sposato Krisha Shah, figlia del defunto Nikunj Shah, imprenditore di Mumbai.

  • Uomo d'affari dell'anno 2006 dal Times of India.
  • Amministratore delegato dell'anno Platts Global Energy Awards 2004.

Accuse di legami politici

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Nel 2018, il principale partito di opposizione indiano, l'Indian National Congress, ha accusato il primo ministro Narendra Modi di aver favorito l'azienda produttrice di difesa di Anil Ambani rispetto a HAL, un'impresa del settore pubblico, in un accordo sugli aerei da combattimento del valore di ₹ 58,000 crore (equivalenti a 9.3 miliardi di dollari nel 2023) con l'azienda manifatturiera francese Dassault. Ambani, molte delle cui aziende sono oberate dai debiti, ha negato tutte le accuse di trarre vantaggio dal capitalismo clientelare. In termini fattuali, Reliance Defence avrebbe ottenuto poco più del 3% del contratto di compensazione di Dassault Aviation da ₹30.000 crore (equivalenti a 4.8 miliardi di dollari nel 2023), contrariamente all'impressione che sarebbe stato il maggiore beneficiario dell'accordo sui jet da combattimento Rafale.[14]

In una controversia probabilmente correlata, una delle sue aziende finanziò in parte un film francese in cui l'allora partner dell'ex presidente francese François Hollande aveva agito più o meno nello stesso periodo in cui si stava negoziando l'affare degli aerei.[15]

  1. ^ (EN) Reliance Capital, su Reliance Capital, 17 aprile 2014. URL consultato il 18 aprile 2014.
  2. ^ (EN) Reliance Infra, su Reliance Infra, 17 aprile 2014. URL consultato il 17 aprile 2014.
  3. ^ (EN) Reliance Communication, su Reliance Communication, 17 aprile 2014. URL consultato il 17 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2019).
  4. ^ (EN) Onetime Billionaire Says He's Now Worth Nothing, in The Economic Times, 8 febbraio 2020.
  5. ^ (EN) Anil Ambani to stand for Rajya Sabha, in The Economic Times, 16 giugno 2004. URL consultato il 21 giugno 2020.
  6. ^ (EN) Anil Ambani quits as Rajya Sabha MP amid office of profit row, su Outlook, 25 marzo 2006. URL consultato il 21 giugno 2020.
  7. ^ (EN) Anil Ambani: One-time billionaire Anil Ambani says he's now worth nothing, in The Economic Times.
  8. ^ (EN) Top 10 Gujarati billionaires, su India TV News, 1º agosto 2015.
  9. ^ (EN) Biggest secrets of Ambani family in pics, su The Times of India, 18 marzo 2015. URL consultato il 12 agosto 2019.
  10. ^ (EN) Wharton Alumni Magazine: 125 Influential People and Ideas: Anil D. Ambani, su wharton.upenn.edu. URL consultato il 7 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2019).
  11. ^ (EN) Robin Banerjee, Who Blunders and How: The Dumb Side of the Corporate World, SAGE Publications, 2019, ISBN 978-93-5328-580-7.
  12. ^ (EN) The Ambani Achievements, su Rediff.com, 7 luglio 2002. URL consultato il 16 febbraio 2014.
  13. ^ (EN) Anil Ambani, su EXHIBIT MAGAZINE, 22 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2015).
  14. ^ (EN) Manu Pubby, Rafale deal: Reliance Defence to get 3% of Rs 30,000 crore offset, in The Economic Times. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  15. ^ (EN) Rafale row: Reliance Entertainment confirms it paid 1.4 million Euros for film by Hollande's partner through partner, in The Indian Express, 27 settembre 2018.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Scheda su Forbes, su forbes.com. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2017).
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