Annunciazione (Previtali)

Dipindi di Andrea Previtali

La pala dell'Annunciazione è un dipinto olio su tavola di Andrea Previtali collocato sull'altare maggiore della chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata a Meschio di Vittorio Veneto eseguita nei primi anni del XVI secolo quando l'artista bergamasco non aveva ancora fatto ritorno nella città orobica[1], ed è firmata ANDREA BERGOMENSIS IOANIS BELLINI DISCIPLINUS PINXIT, in questa opera il pittore si riconosce allievo di Giovanni Bellini.[2]

Annunciazione
AutoreAndrea Previtali
Data1505-1510
Tecnicaolio su tavola
Dimensioni261×165 cm
UbicazioneChiesa di Santa Maria Annunziata a Meschio, Vittorio Veneto

Storia modifica

Il Previtali, bergamasco di origine, ma che per ragioni commerciali della famiglia e per motivi di studio si era trasferito in giovanissima età a Venezia, diventando discepolo alla scuola di Giovanni Bellini e di Francesco di Simone da Santacroce[3], grazie alla sua qualità di intelligenza prensile, seppe cogliere ed imparare da quegli artisti che in quel periodo avevano riempito la scena artistica della repubblica veneta, esportandola in buona parte del territorio lombardo-veneto, diventando uno dei migliori esponenti del rinascimento lombardo. La pala di Vittorio Veneto è un chiaro esempio di questa sua importante capacità[4].

Descrizione modifica

L'ambiente domestico, cui si accede attraverso una apertura ad arco, accompagna il visitatore in una intensa atmosfera religiosa. Le figure di Maria e dell'arcangelo Gabriele sono poste dentro una prospettica griglia geometrica. La Vergine, posta in maniera frontale, è genuflessa davanti al leggio con la sinistra posta sul petto. L'ambientazione è tipicamente rinascimentale, descritta con una minuzia di particolari da ricordare i pittori fiamminghi. L'angelo, raffigurato quasi a tre quarti, porge con la mano destra un giglio dal lunghissimo stelo, mentre la mano sinistra, in segno di devozione e rispetto è posta sul petto. Nonostante la postura laterale, l'angelo ci manifesta il suo viso coinvolto in una mistica partecipazione[5].

La stanza ha un soffitto a cassettoni quadri decorati a rosoni, mentre la pavimentazione, è a lastre di marmo bicrome dalla forma rettangolare. Due tappeti a disegni geometrici fanno da sfondo alla parte inferiore della stanza, mentre la parte centrale presenta una bifora centinata con arco a tutto sesto da dove si apre un paesaggio fortemente lussureggiante che muore nella serenità del cielo di fine estate[6]. Il castello bianco che si scorge dalle finestre è un riferimento alla Turris eburnea, espressione biblica che viene attribuita alla Vergine.

Il legame tra i personaggi del dipinto è il davanzale delle finestre che bianchissimo, illuminato dal sole li tocca entrambi unendoli in un messaggio telepatico[6], tanto che non ci sono scambi di sguardi tra di loro, non servono, il messaggio è conosciuto[4].

È nella lettura di ogni particolare che si coglie la capacità dell'artista di catturare e proporre opere dei suoi maestri. Il paesaggio nei dettagli naturalistici si avvicina all'arte del Giorgione, non a caso alcuni lavori dell'artista vennero erroneamente assegnati all'artista castellano[6], mentre il castello che si intravede nel paesaggio sembrerebbe ripreso dalla stampa risalente al 1498 di Albrecht Dürer[7]. Il volto dell'angelo è collegato al Ritratto Virile conservato a Milano al Museo Poldi Pezzoli, ci presenta la qualità ritrattistica del Previtali[4]. Nell'opera si individuano tratti conducibili a Cima da Conegliano e al Carpaccio, anche se il Previtale ci riporta una immagine talmente perfetta da sembrare negli elementi una riproduzione fotografica, che la si può cogliere sia nell'abito dell'angelo curato nelle ombre delle pieghe che nei dettagli delle ali. L'acconciatura dell'angelo ricorda la classica raffigurazione Cinquecentesca, la si può ritrovare nel Ritratto di Isabella d'Este di Leonardo da Vinci che probabilmente il Previali ebbe modo di ammirare essendo tra i dipinti che l'artista fiorentino aveva con sé quando si recò a Venezia[8].

Note modifica

  1. ^ Francesco Lamendola, Un quadro al giorno: «Annunciazione» di Andrea Previtali (1505 circa), su ariannaeditrice.it, Arianna editrice. URL consultato il 3 aprile 2018.
  2. ^ Mauro Zanchi, Andrea Previtali il colore prospettico di maniera belliniana, Ferrari Editrice, 2009, p. 24.
  3. ^ Andrea Previtali, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 3 aprile 2018.
  4. ^ a b c Antonia Abbatista Finocchiaro, La pittura bergamasca nella prima decina del cinquecento, La Rivista di Bergamo, 2001.
  5. ^   Alessandro Zanetti, Annunciazione Andrea Previtali, su YouTube, 10 giugno 2015. URL consultato il 3 aprile 2018.
  6. ^ a b c Antonio Mazzotta, Andrea Previtali Pittori Bergamaschi, su academia.edu, L'Eco di Bergamo. URL consultato il 3 aprile 2018.
  7. ^ Il castello è identico a quello riprodotto dal Dürer nel San Givoanni davanti al trono di Dio e ai ventiquattro vegliardi Bibbia di Gerusalemme, su rodoni.ch, Rodoni. URL consultato il 15 luglio 2018.
  8. ^ Mauro Zanchi, Andrea Previtali il colore prospettico di maniera belliniana, Ferrari Editrice, 2009, p. 28.

Bibliografia modifica

  • Antonia Abbatista Finocchiaro, La pittura bergamasca nella prima decina del cinquecento, La Rivista di Bergamo, 2001.
  • Mauro Zanchi, Andrea Previtali il colore prospettico di maniera belliniana, Ferrari Editrice, 2009.
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