Antipalestinismo

pregiudizio e discriminazione contro i palestinesi

L'antipalestinismo[1][2][3][4] si riferisce ai pregiudizi e alla discriminazione contro i palestinesi da parte di gruppi, individui o governi. Essendo un pregiudizio rivolto verso un gruppo arabo prevalentemente musulmano, si sovrappone al razzismo anti-arabo e all'islamofobia[5].

Gas the Arabs ("Gassate gli arabi"), scritto da coloni israeliani su una casa di palestinesi ad Hebron.

Gli avversari dell'antipalestinismo sostengono talvolta che esso sia un errore morale tanto grave quanto l'antisemitismo, ma ritengono che resti inavvertito o sottovalutato nelle società occidentali[1][6].

Quando il marchio di abbigliamento Zara ha condannato i commenti antipalestinesi di uno dei suoi senior designer nel giugno 2021, il modello Qaher Harhash di Gerusalemme Est ha dichiarato che l'industria della moda dovrebbe opporsi al sentimento antipalestinese[7][8].

Nel 2015 attivisti spagnoli del movimento BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) accusarono il rapper statunitense di origine ebraica Matisyahu di antipalestinismo, la sua partecipazione al festival Rototom Sunsplash fu annullata in assenza di una presa di posizione dell'artista sul conflitto arabo-israeliano; Matisyahu fu tuttavia riammesso poco dopo[9][10].

L'antipalestinismo digitale

modifica

La censura delle voci palestinesi e pro-palestinesi su Internet, in particolare sui social media, è stata definita "apartheid digitale"[11] o "occupazione digitale"[12].

Facebook e Instagram sono stati accusati di parzialità antipalestinese da attivisti per i diritti digitali[13]; simili accuse hanno ricevuto Zoom, YouTube, Twitter e PayPal[14].

  1. ^ a b Lo storico Kamel: “L’antipalestinismo è un problema come l’antisemitismo ma se ne parla molto meno”. Botta e risposta con Parenzo, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 16 febbraio 2024.
  2. ^ Cfr. il neologismo antipalestinese. antipalestinese, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ (EN) Racial Formations in Africa and the Middle East: A Transregional Approach (PDF), su Middle East political science, settembre 2021, p. 143.
  4. ^ (FR) Le racisme anti-palestinien, su Canadians for Justice and Peace in the Middle East.
  5. ^ (EN) It’s Time to Name Anti-Palestinian Bigotry [È tempo di dare un nome alla bigottismo anti-palestinese], su jewishcurrents.org. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  6. ^ (EN) +972 Magazine, Fight anti-Palestinianism as we would anti-Semitism, su +972 Magazine, 16 aprile 2016. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  7. ^ (EN) Jack Guy, Zara under fire after top designer sends Palestinian model inflammatory messages, su CNN, 16 giugno 2021. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  8. ^ (EN) Fashion retailer Zara condemns anti-Palestinian comments made by designer, su NBC News, 19 giugno 2021. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  9. ^ Cancellato il concerto di Matisyahu: il Rototom si scusa e fa marcia indietro, su eventireggae.it. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  10. ^ Matisyahu Tour News: 'One Day' Singer Cut From Spanish Concert Over Palestinian Issue, su Latinpost, 18 agosto 2018.
  11. ^ Israel’s digital apartheid is silencing Palestinians, su opendemocracy.
  12. ^ (EN) Emerson T. Brooking, Eliza Campbell, How to End Israel’s Digital Occupation, su Foreign Policy, 12 gennaio 2024. URL consultato il 4 gennaio 2024.
  13. ^ Digital rights activists accuse Facebook of anti-Palestinian bias, su Reuters.
  14. ^ (EN) Palestine: Rights groups urge PayPal to end "discriminatory practices" against Palestinians & to adhere to international law; co. didn't respond, su Business & Human Rights Resource Centre. URL consultato il 4 gennaio 2024.

Voci correlate

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  Portale Storia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di storia