Arnarfjörður (in lingua islandese: Fiordo dell'aquila) è un fiordo della penisola dei Vestfirðir, i fiordi occidentali dell'Islanda.

Arnarfjörður
Arnarfjörður visto dalla strada S60; sullo sfondo la cascata Dynjandi
StatoIslanda (bandiera) Islanda
RegioneVestfirðir
Coordinate65°45′42.4″N 23°43′00.1″W
Dimensioni
Lunghezza30 km
Larghezza10 km
Mappa di localizzazione: Islanda
Arnarfjörður
Arnarfjörður
L'Arnarfjörður
Panoramica di tutto Vestfirðir

Descrizione

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Lungo all'incirca 30 km e largo dai 5 ai 10 km, è orientato in senso nord-ovest/ sud-est. Si divide in due fiordi principali, da cui si dipartono altre diramazioni. Il primo dei due bracci principali è posto a nord e si divide ulteriormente in Borgarfjörður e Dynjandisvogur; il secondo braccio è rappresentato dai Suðurfirðir (fiordi meridionali), un gruppo di cinque fiordi che, come dice il loro nome, sono posti a sud.

Il più grande insediamento è il villaggio di Bíldudalur, dove è presente anche un museo dedicato ai fiordi,[1] oltre ad essere un importante centro culturale.[2] La pianura è molto limitata in questa zona, mentre sono presenti zone montuose che precipitano a picco sul mare.[3] La vetta più alta è il Kaldbakur, situata tra Arnarfjörður e il vicino Dýrafjörður, un altro fiordo.[4] La cascata Dynjandi è posta lungo il corso del Dynjandisá, nella baia di Dynjandisvogur.[2]

Nel fiordo è possibile anche vedere alcune sculture ed opere dell'artista locale Samúel Jónsson[2].

Leggende

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Su questo fiordo sono nate alcune leggende riguardanti mostri marini[5].

  1. ^ Arnarfjörður, su viamichelin.it. URL consultato il 15 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2018).
  2. ^ a b c (ES) Ua Matthiasdottir, Islandia. Los fiordos del Oeste, Ecos Travel Book, 2012. URL consultato il 15 febbraio 2018.
  3. ^ (EN) Arnarfjordur, su nat.is. URL consultato il 15 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2018).
  4. ^ (IS) Information about Arnarfjörður, su guidetoiceland.is. URL consultato il 15 febbraio 2018.
  5. ^ Alexis Averbuck, Carolyn Bain, Islanda, EDT, pp. 463 pagine. URL consultato il 15 febbraio 2018.

Voci correlate

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