Palinurus elephas
L'aragosta[2] (Palinurus elephas Fabricius, 1787), conosciuta comunemente come aragosta mediterranea, aragosta spinosa europea, aragosta spinosa comune, è un crostaceo dell'ordine Decapoda che vive nei fondali del mar Mediterraneo e dell'oceano Atlantico orientale.
Aragosta | |
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Palinurus elephas | |
Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Crustacea |
Ordine | Decapoda |
Sottordine | Pleocyemata |
Infraordine | Achelata |
Genere | Palinurus |
Specie | P. elephas |
Nomenclatura binomiale | |
Palinurus elephas Fabricius, 1787 | |
Sinonimi | |
Astacus elephas | |
Nomi comuni | |
aragosta |
Descrizione
modificaHa una taglia medio-grande con una lunghezza media di 20–40 cm e massima di 50 cm ed un peso fino a 8 kg. Il corpo è di forma sub-cilindrica, rivestito da una corazza che durante la crescita cambia diverse volte per ricrearne una nuova. Il carapace è diviso in due parti - il cefalotorace (parte anteriore) e l'addome (parte posteriore) - con una colorazione da rosso-brunastro a viola-brunastro ed è cosparso di spine a forma conica. L'addome è formato da 6 segmenti mobili, ed è dotato di un minuscolo pungiglione. L'aragosta non ha le chele.
Anteriormente presenta due antenne più lunghe del corpo, ripiegate all'indietro, gialle e rosse a tratti, che hanno la funzione di organi sensoriali e di difesa; sulla fronte sono anche presenti due spine divergenti a V.
L'ultimo segmento del pleon, il telson, assieme ai pleopodi del sesto segmento, forma il ventaglio caudale, utile per il nuoto. Possiede diverse zampe, ma solo una parte viene utilizzata per camminare.
Essendo un palinuro, non possiede zampe chelate: l'aragosta viene spesso confusa con l'astice che invece le ha.
Filogenesi
modificaReinhard Förster propose nel 1984 che i Palinuridae possano derivare dal Cancrinos, una forma di transizione fra questi e le Scyllaridae (cicale di mare).[3]
Distribuzione e habitat
modificaÈ diffusa nel mar Mediterraneo e nell'oceano Atlantico orientale. Vive nei fondali rocciosi dai 20 m fino ai 150 m di profondità.
Biologia
modificaÈ una specie gregaria, si trovano spesso insieme numerosi esemplari. La peculiarità delle aragoste è che la telomerasi, enzima che ha la funzione di riparare le parti terminali dei cromosomi (telomeri) ad ogni replicazione cellulare, non smette mai di funzionare. Per questi motivi le aragoste non muoiono per invecchiamento, ma per lo sforzo e lo stress del cambio di carapace e le probabili infezioni a cui vanno incontro durante questa fase della loro crescita.[4]
L'alto contenuto di emocianina dà alla loro emolinfa una colorazione viola, la quale però è mantenuta soltanto quando l'aragosta resta in profondità: in superficie il colorito svanisce.
Alimentazione
modificaSi nutre di plancton, alghe, spugne, anellidi, echinodermi, briozoi, crostacei, pesci e alcune specie di coralli, a volte anche carcasse di questi.
Riproduzione
modificaLa riproduzione avviene a fine estate e in inverno nascono le larve, le quali raggiungono subito i fondali che le ospiteranno per il resto della loro vita.
Minacce e conservazione
modificaÈ particolarmente apprezzato in cucina per la bontà della sua carne, tuttavia è una specie protetta inclusa nell'appendice III della Convenzione di Berna.
In alcune ricette viene applicato il metodo della cottura a vivo in acqua bollente, in quanto è opinione diffusa che gli invertebrati non percepiscano il dolore. Al riguardo il governo norvegese aveva richiesto nel 2005 uno studio scientifico che pareva aver confermato come il loro sistema nervoso non fosse in grado di elaborare tali sensazioni.[5] Tuttavia nel febbraio 2013 è stato pubblicato uno studio di ricercatori irlandesi che afferma come i movimenti del crostaceo al momento dell'immersione non sarebbero dovuti a riflessi automatici, ma a reale percezione del dolore.[6]
In Svizzera la pratica di mettere le aragoste vive in acqua bollente è stata bandita nel 2018.[7]
Specie simili
modificaNel bacino del Mediterraneo si trovano altre due specie simili:
- Palinurus mauritanicus, che ha una colorazione più verso il rosa e vive a profondità maggiori (180–600 m)
- Palinurus regius, che ha una colorazione più verso il verde
Allergia alimentare
modificaNelle aragoste, come per molti artropodi, la proteina tropomiosina è allergenica e può essere causa di allergia alimentare[8][9][10] anche grave.
Note
modifica- ^ Stato di conservazione IUCN, su iucnredlist.org.
- ^ Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it.
- ^ (DE) Carolin Haug, Joachim T. Haug & Dieter Waloszek, Neues zur Krebsfauna der süddeutschen Plattenkalke (PDF), in Archaeopteryx, vol. 27, 2009, pp. 31–37 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- ^ A. Fugnoli, Immortalità delle aragoste e durata dei cicli economici, 18/03/2016.
- ^ Studio dell'équipe norvegese diretta da Wenche Farstad (PDF), su vkm.no. URL consultato l'11 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ (EN) Barry Magee, Elwood, Robert W., Shock avoidance by discrimination learning in the shore crab (Carcinus maenas) is consistent with a key criterion for pain (abstract), in The Journal of Experimental Biology, vol. 216, n. 3, 1º febbraio 2013, pp. 353-358, DOI:10.1242/jeb.072041. URL consultato il 4 febbraio 2013.
- ^ Svizzera, da marzo vietato bollire vive le aragoste - Ambiente & Energia, su ANSA.it, 15 gennaio 2018. URL consultato il 5 febbraio 2023.
- ^ (EN) J. C. Bessot, C. Metz-Favre, J. M. Rame, F. De Blay e G. Pauli, Tropomyosin or not tropomyosin, what is the relevant allergen in house dust mite and snail cross allergies?, in Eur Ann Allergy Clin Immunol, vol. 42, n. 1, 2010, pp. 3-10, PMID 20355359.
- ^ (EN) M. Albrecht et al., Relevance of IgE binding to short peptides for the allergenic activity of food allergens, in J Allergy Clin Immunol, vol. 124, n. 2, 2009, pp. 328-336, 336.e1-6., PMID 19596143.
- ^ (EN) A. L. Lopata e S. B. Lehrer, New insights into seafood allergy, in Curr Opin Allergy Clin Immunol, vol. 9, n. 3, 2009, pp. 270-277, PMID 19398906.
Bibliografia
modifica- Trainito, Egidio, Atlante di flora e fauna del Mediterraneo, Milano, Il Castello, 2005, ISBN 88-8039-395-2.
- Mojetta A., Ghisotti A, Flora e Fauna del Mediterraneo, Mondadori, 2003, ISBN 88-04-38574-X.
Altri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni sull'aragosta
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'aragosta
- Wikispecies contiene informazioni sull'aragosta
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Palinurus elephas, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Palinurus elephas, su Fossilworks.org.
- Federcoopesca.it. URL consultato il 22 marzo 2007 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2007).
- (FR) Pierre Noel, Palinurus elephas, in Muséum national d'Histoire naturelle, Laboratoire de Biologie des Invertébrés Marins et Malacologie. Paris, 1999 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2007).
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