Automotrici BrS BCD.101-102

BrS BCD.101 ÷ 102
dal 1931 FS MACD 701 ÷ 702
Automotrice
Anni di costruzione 1908
Anni di esercizio 1908-1957
Quantità prodotta 2
Costruttore Grazer Waggonfabrik
Dimensioni 10.800 mm (lunghezza)
3.600 mm (altezza)
Capacità 32 posti a sedere
Scartamento 1.435 mm
Interperno 4.800 mm (passo rigido)
Massa in servizio 15,6 t
Rodiggio B
Diametro ruote motrici 950 mm
Potenza continuativa 96 kW (continuativa)
176 kW (oraria)
Velocità massima omologata 25 km/h
Alimentazione elettrica da linea aerea
800 V cc
Dati tratti da:
Cornolò, op. cit., p. 297

Le automotrici BCD.101 ÷ 102 della Bruneck–Sand-Bahn (BrS) erano una coppia di automotrici elettriche, in servizio sulla ferrovia Brunico-Campo Tures elettrificata a 800 V cc[1].

Storia modifica

Le elettromotrici vennero costruite nel 1908 dalla Grazer Waggonfabrik con equipaggiamento elettrico AEG-Union[2]. Altre 3 unità identiche furono fornite alla Lokalbahn Neumarkt–Waizenkirchen–Peuerbach, dove furono numerate 21.001 ÷ 21.003.

Con l'annessione all'Italia dell'Alto Adige a seguito della prima guerra mondiale l'esercizio della linea venne assunto dalle Ferrovie dello Stato, che nel 1931 riclassificarono le automotrici come MACD 701 ÷ 702[2].

La linea Brunico-Campo Tures venne soppressa il 1º febbraio 1957; le automotrici furono accantonate e demolite poco dopo[3].

Caratteristiche modifica

Si trattava di rotabili di piccole dimensioni, con vestiboli di estremità e spazio centrale adibito a bagagliaio, che divideva l'ambiente di seconda classe, con 12 posti a sedere, da quello di terza classe, con 20 posti a sedere[2].

Nel 1931 l'ambiente di seconda classe divenne di prima; ciò rese necessaria la modifica della marcatura[3].

Rimorchiate modifica

Oltre alle automotrici, vennero costruite 2 rimorchiate a 2 assi, con 50 posti a sedere di terza classe. Erano classificate inizialmente 151 e 152, e nel 1931 divennero RC 73.000 e 73.001[2].

Note modifica

  1. ^ Cornolò, op. cit., p. 294
  2. ^ a b c d Cornolò, op. cit., p. 296
  3. ^ a b Cornolò, op. cit., p. 297

Bibliografia modifica

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