Toccata, adagio e fuga in Do maggiore

(Reindirizzamento da BWV 564)

La Toccata, adagio e fuga in do maggiore (BWV 564) è un brano per organo composto da Johann Sebastian Bach, presumibilmente negli ultimi anni di Weimar, oppure in quelli di Köthen.

Toccata, adagio e fuga in Do maggiore
CompositoreJohann Sebastian Bach
TonalitàDo maggiore
Tipo di composizioneToccata, adagio e fuga
Numero d'operaBWV 564
Epoca di composizionePeriodo di Weimar o di Köthen
OrganicoOrgano
Movimenti

Storia modifica

Sebbene Bach abbia composto un numero decisamente ridotto di brani organistici durante la sua permanenza nella città di Köthen, non è da escludere che Toccata, adagio e fuga sia uno di questi. Diversi sono gli indizi a supporto di questa tesi: innanzitutto la tripartizione del brano nella tipica struttura veloce-lento-veloce, del tutto simile a quella dei concerti cameristici (non va dimenticato, infatti, che proprio a Köthen Bach compose musica da camera con profusione); secondariamente è da notare come in essa compaia un re molto acuto alla tastiera (per l'esattezza il re della quinta ottava). È quasi certo che lo strumento di cui disponeva Bach a Weimar non avesse una tale estensione dei manuali, al contrario dei due strumenti conosciuti e suonati da lui a Köthen (cfr. Wijnand van de Pol, La registrazione organistica dal '500 all'800).

Toccata modifica

La toccata si apre con un passaggio virtuosistico eseguito ai manuali, cui segue un assolo del pedale tra i più lunghi in assoluto dell'intera produzione organistica (eccetto, ovviamente, brani scritti per pedale solo). A seguito di tale assolo, la toccata si sviluppa alternando, concatenando e permutando fra di loro tre figurazioni principali.

La prima figurazione è di tipo prettamente accordale. La seconda è una figurazione costituita dall'accostamento di note secondo la struttura semicroma-biscroma-biscroma-semicroma-biscroma-biscroma; essa è tra le più utilizzate dal musicista tedesco per esprimere gioia dirompente (come nei corali tratti dall'Orgelbüchlein Wer nur den lieben Gott lässt walten e Mit Fried' und Freud' ich fahr dahin). La terza figurazione è, caratterizzata come è da progressioni di terza discendenti, di carattere decisamente più drammatico rispetto alla solennità della prima o alla vivacità della seconda. La continua alternanza dei tre contrastanti motivi, unitamente alle ardite (per l'epoca) modulazioni di tonalità, creano un brano che trasporta e tiene in sospensione l'ascoltatore sino alla sua maestosa conclusione.

Adagio modifica

L'adagio riprende la tipica struttura del brano per strumento solo e basso continuo: il tema, di carattere piuttosto malinconico, è affidato alla mano destra, da eseguire con un registro solistico. Il pedale esegue, invece, una tipica linea di basso continuo cembalistico o violoncellistico, sulla quale gli accordi della mano sinistra realizzano il basso numerato. Questo pezzo termina con una pagina di polifonia a sette voci, che fa da collegamento tra l'adagio propriamente detto e la conseguente fuga.

Fuga modifica

La fuga prende corpo a partire da un tema assai vivace, di stampo quasi violinistico. Il virtuosistico e leggiadro andamento della fuga stessa, rispecchiano il carattere intrinseco dell'intero brano, che, considerato nella sua interezza appare, come già accennato, molto prossimo al concetto di concerto orchestrale-cameristico. Tale peculiarità lo distacca in modo piuttosto marcato dall'archetipo del severo preludio e fuga rigorosamente bipartito, facendone un unicum nella intera produzione organistica bachiana.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN174988530 · GND (DE300011695 · BNF (FRcb13909680f (data) · J9U (ENHE987007421728905171
  Portale Musica classica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica classica