Bacteroides fragilis

specie di batterio

Il Bacteroides fragilis è un batterio anaerobio obbligato, gram-negativo, a forma di bastoncino. Fa parte del normale microbiota del colon umano ed è generalmente commensale[1], ma può causare infezioni se passa nel flusso sanguigno o nei tessuti circostanti a seguito di interventi chirurgici, malattie o traumi[2].

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Bacteroides fragilis
B. fragilis al microscopio ottico dopo colorazione di gram
Classificazione scientifica
Dominio Prokaryota
Regno Bacteria
Phylum Bacteroidetes
Classe Bacteroidia
Ordine Bacteroidales
Famiglia Bacteroidaceae
Genere Bacteroides

Epidemiologia e patogenesi modifica

Di tutte le infezioni anaerobiche, specialmente quelle che hanno origine dal microbiota gastrointestinale, quelle provocate dalle Bacteroidaceae e in particolare da B fragilis sono le più comuni[3]. Questi organismi sono resistenti alla penicillina in virtù della produzione di beta-lattamasi e di altri fattori ancora poco conosciuti[4].

Questo gruppo era precedentemente organizzato in sottospecie di B. fragilis (ad esempio B. f. ssp. fragilis, B. f. ssp. distasonis, B. f. ssp. ovatus, B. f. ssp. thetaiotaomicron, e B. f. ssp. vulgatus). Sono stati successivamente riclassificati e raggruppati in un'unica specie sulla base dell'omologia del loro DNA[5]. B. fragilis (in passato noto come B. f. ssp. fragilis) è spesso rilevato nel sangue, liquido pleurico, liquido peritoneale, nelle ferite, e negli ascessi.

Sebbene il gruppo B. fragilis sia la specie più comune riscontrata nei campioni clinici, è il Bacteroides meno comune presente nel microbiota fecale, comprendendo solo lo 0,5% dei batteri presenti nelle feci. La loro patogenicità deriva in parte dalla loro capacità di produrre una capsula polisaccaridica, che ne impedisce la fagocitosi[6] e stimola la formazione di ascessi[2].

B. fragilis è coinvolto nel 90% delle infezioni peritoneali anaerobiche. Provoca anche batteriemia[7] associata a infezioni intra-addominali, peritonite e ascessi a seguito di rottura dei visceri addominali e ascessi sottocutanei o ustioni vicino all'ano[8]. Sebbene sia un gram negativo, ha un LPS che non provoca shock endotossico.

Trattamento modifica

In generale, B. fragilis è sensibile al metronidazolo, ai carbapenemi, alla tigeciclina, alle combinazioni di beta-lattamici / inibitori delle beta-lattamasi (ad es. ampicillina/sulbactam, piperacillina/tazobactam ) e ad alcuni antimicrobici della classe delle cefalosporine, inclusa la cefoxitina. I batteri hanno un'alta resistenza intrinseca alla penicillina. La produzione di beta lattamasi sembra essere il principale meccanismo di resistenza agli antibiotici in B. fragilis[9]. La clindamicina non è più raccomandata come agente di prima linea per B. fragilis a causa della resistenza emergente di alto livello (>30% in alcuni studi)[10][11].

Ricerca ambientale modifica

I batteriofagi di B. fragilis sono comunemente usati come traccianti di materiale fecale umano nelle acque[12].

Note modifica

  1. ^ Genomic analysis of Bacteroides fragilis reveals extensive DNA inversions regulating cell surface adaptation, in Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A., vol. 101, n. 41, October 2004, pp. 14919–24, DOI:10.1073/pnas.0404172101, PMID 15466707.
  2. ^ a b Levinson, W., Review of Medical Microbiology and Immunology, 11thª ed., 2010.
  3. ^ BROOK, ITZHAK., ANAEROBIC INFECTIONS : diagnosis and management., CRC PRESS, 2019, ISBN 0-367-38857-X, OCLC 1111972004. URL consultato l'8 luglio 2021.
  4. ^ Lessons learned from the anaerobe survey: historical perspective and review of the most recent data (2005–2007), in Clin. Infect. Dis., vol. 50, Suppl 1, January 2010, pp. S26–33, DOI:10.1086/647940, PMID 20067390.
  5. ^ Should clinical laboratories adopt new taxonomic changes? If so, when?, in Clin. Infect. Dis., vol. 16, Suppl 4, June 1993, pp. S449–50, DOI:10.1093/clinids/16.Supplement_4.S449, PMID 8324167.
  6. ^ Wexler HM, Bacteroides: the good, the bad, and the nitty-gritty, in Clin. Microbiol. Rev., vol. 20, n. 4, October 2007, pp. 593–621, DOI:10.1128/CMR.00008-07, PMID 17934076.
  7. ^ Brook I, The role of anaerobic bacteria in bacteremia, in Anaerobe, vol. 16, n. 3, June 2010, pp. 183–9, DOI:10.1016/j.anaerobe.2009.12.001, PMID 20025984.
  8. ^ Brook I, Microbiology and management of abdominal infections, in Dig. Dis. Sci., vol. 53, n. 10, October 2008, pp. 2585–91, DOI:10.1007/s10620-007-0194-6, PMID 18288616.
  9. ^ J. Ayala, A. Quesada e S. Vadillo, Penicillin-binding proteins of Bacteroides fragilis and their role in the resistance to imipenem of clinical isolates, in Journal of Medical Microbiology, vol. 54, n. 11, 2005, pp. 1055–64, DOI:10.1099/jmm.0.45930-0, PMID 16192437.
  10. ^ Principles and Practice of Infectious Diseases, 6thª ed., Churchill Livingstone, 2004, ISBN 978-0-443-06643-6.
  11. ^ Brook I, Treatment of anaerobic infection, in Expert Rev Anti Infect Ther, vol. 5, n. 6, December 2007, pp. 991–1006, DOI:10.1586/14787210.5.6.991, PMID 18039083.
  12. ^ Copia archiviata, su sesis.eng.bton.ac.uk. URL consultato l'8 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2009).

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